Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    29/10/2013    4 recensioni
La tensione nella stanza era al culmine
Kim guardò Semir e cercò di parlare nel modo più calmo possibile “Semir, sono passati già tre mesi. Forse dovremmo iniziare ad accettare l’idea che…” gli disse
Ma Semir non le fece finire la frase “Quale idea Commissario?? Fossero anche passati tre anni io non mi rassegnerò mai, non mi rassegnerò fino a che non l’avrò trovato o non avrò trovato il suo cadavere” rispose furibondo prima di lasciare l'ufficio sbattendo la porta
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
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Decisione impulsiva  

Ben si svegliò di colpo sudato fradicio.
Aveva il respiro affannato e si accorse che fuori era buio pesto. Quanto tempo aveva dormito? A tentoni cercò il bicchiere d’acqua che Laura teneva per lui sempre sul comodino e lo bevve tutto di un fiato.
Non riusciva ancora a razionalizzare quello che aveva appena ricordato. Marie, la dolce Marie, l’infermiera che l‘aveva curato con tanto amore nei mesi passati all’ospedale era complice di quel mostro. Aveva collaborato nella tortura e nell’omicidio di Mike e forse anche  di Jan e Eric. E come aveva potuto stargli vicino per tutti quei giorni sapendo cosa quel mostro aveva fatto?
Sempre a tentoni  si alzò per andare nella stanza di Semir, doveva avvisarlo immediatamente. Ma appena uscito dalla porta vide l’ombra di Dieter in salotto che parlava piano al cellulare
“Commissario ma perché si deve aspettare che faccia giorno? Non è possibile far partire ora le ricerche con le fotoelettriche? Sì lo so che la zona di Marienburg è impervia, ma per Semir aspettare tutte queste ore potrebbe essere fatale…” diceva l’alto poliziotto al telefono con voce agitata
 Ben si sentì gelare il sangue nelle vene a quelle parole
“ Sì, ho capito. Ma Hartmut non ha proprio idea di cosa possa essere successo?  Semir non può essere sparito nel nulla… Ok capo io aspetto qui non mi muovo. Sì ho capito che bisogna proteggere Ben… cercherò di non fargli capire nulla” continuò Dieter prima di chiudere la telefonata
Ben iniziò a tremare come una foglia… aveva preso anche lui, aveva preso Semir!
 
Freneticamente cercò di pensare a cosa doveva fare… se avvisava gli altri di cosa aveva ricordato c‘era il concreto rischio che Marie vedendoli arrivare sarebbe scappata, lanciando l’allarme,  e quindi subito dopo Semir con tutta probabilità sarebbe morto.
No… non poteva permettere questo. Non ricordava molto della sua vita, ma sapeva dentro di sé che Semir ne era una parte importantissima e fondamentale.
Silenzioso tornò in camera e si vestì faticosamente visto che il braccio e la mano gli facevano ancora male. Attese con pazienza che Dieter andasse in bagno e lasciasse la pistola sul tavolo mentre faceva la doccia. La prese e poi cercò le chiavi dell’auto di Laura; era un modello con il cambio automatico, l’ideale per lui che ancora non muoveva bene il braccio.
Senza fare rumore uscì di casa e  salì in auto. Solo quando era sulla strada si rese conto di non essere neppure passato  a guardare Laura per dirle addio.

 
Semir era talmente infreddolito da non riuscire a sentire più le dita dei piedi. Era legato mani e piedi ad una seggiola in ferro fissata al suolo, all’interno di quella che pareva una cantina. La fioca luce sul soffitto illuminava scarsamente l’ambiente, ma era sufficiente a fargli scorgere le macchie di sangue secco che coprivano gran parte delle pareti e del pavimento. Semir cercò di non pensare  al fatto  che quello con ogni probabilità  era il sangue di Ben e degli altri disgraziati che prima di lui erano stati richiusi in quel posto.
“Ora non dobbiamo fare altro che aspettare.. ed il tuo amico arriverà. Dobbiamo finire il gioco che avevamo iniziato” disse la voce davanti a lui
Semir cercò di sembrare il più sicuro possibile e sorrise ironico “Beh… ti sbagli sai, non verrà. Lui non si ricorda di me, per lui io non sono nulla, sono un estraneo, perché dovrebbe venire a cercarmi? Da solo per di più” disse
“Non mi inganni mio caro ispettore Gerkan. Lui verrà eccome. Lo conosco, si precipiterà ad aiutarti, farà di  tutto per salvarti. Ed io sarò qui ad aspettarlo”
 

Ben arrivò con difficoltà all’Ospedale Santa Marta e parcheggiò vicino alla uscita secondaria. Aveva guidato con lentezza, il braccio  gli faceva male ed era ancora intontito dal sonnifero che gli avevano dato. Una miriade di ricordi confusi si affollavano nella sua mente. I casi risolti con Semir che si mischiavano con gli avvenimenti degli ultimi mesi. Ed immagini della sua infanzia confuse con i ricordi dei momenti trascorsi con Semir ed Andrea e quelli trascorsi con Laura, in un vortice burrascoso che lo confondeva e gli provocava un forte senso di nausea.
Cercò di concentrarsi su quello che doveva fare. Marie gli aveva detto che  in quei mesi aveva quasi sempre il turno di notte e quindi sperava di vederla spuntare presto  dalle porte scorrevoli della uscita secondaria.
Guardò l’orologio: le cinque e trenta. Era l’ora del cambio turno.
Ed infatti pochi minuti dopo la vide; bionda alta e graziosa come al solito nel suo cappotto blu, Marie si avviò verso la sua auto. Ben scese veloce dall’auto con un gesto fulmineo si avvicinò a lei, puntandole la pistola nel fianco.
“Buongiorno Marie, credo che tu mi debba portare da qualcuno” le sussurrò spingendola verso l’auto di Laura
 

Dieter si era addormentato subito, appena uscito  dalla doccia, e neppure si era accorto che la fondina sul tavolo era vuota. Voleva dormire  qualche ora e poi chiedere il cambio per la sorveglianza a Ben. Doveva andare anche lui a cercare Semir, erano una famiglia e lui doveva collaborare, non stare lì a fare da balia
Si svegliò di soprassalto quindi quando, dopo poche ore Laura lo chiamò a gran voce
“Dieter, Dieter, svegliati dov’è Ben?” La ragazza era  in camicia da notte tutta spettinata e con lo sguardo terrorizzato
“Come dov’è?  In camera sua…” rispose Dieter ancora assonnato
“No, non c’è in casa e non è neppure fuori…” Laura quasi urlava
Dieter si svegliò all’istante e balzò dal divano dove era steso.
“Hai guardato bene? Forse è in bagno…” provò ad ipotizzare Dieter
“Non dire sciocchezze ho guardato dappertutto…” urlò ancora Laura uscendo sul patio mentre chiamava Ben a gran voce
Solo allora Dieter si accorse che la fondina sul tavolo era vuota
“Oh mio Dio…” sussurrò mentre la prendeva e la rigirava
“Dieter, la mia auto, la mia auto non c’è più” disse Laura terrorizzata. Poi guardò con occhi sbarrati la fondina vuota che Dieter teneva fra le mani
 

“E può averti sentito mentre parlavi con la Kruger della sparizione di Semir??” Laura ormai era sull’orlo di una vera e propria crisi isterica e percorreva il salone avanti ed indietro come una tigre in gabbia
“Non lo so Laura forse, ma io credevo che fosse sedato, che stesse dormendo…” Dieter era sull’orlo delle lacrime, rosso paonazzo per la vergogna
“Da quanto tempo può essere successo?” chiese ancora Laura
“Ho chiamato la Kruger che era più o meno mezzanotte…”
Laura guardò l’orologio. Erano le sei e mezza stava appena albeggiando. Poi prese con le mani tremanti il cellulare per chiamare la Kruger
 

Ben e Marie camminavano arrancando al buio aiutati solo dalla luce della torcia che Ben aveva trovato in macchina
“Ben… non puoi tornare lì ti ucciderà, lo sai ha già cercato di farlo…” disse ansimando Marie
“Ha preso Semir, lo ucciderà lui se non mi vede, vuole me… lo sai anche tu…”  rispose Ben ansimando e spingendo Marie avanti a sé
Faceva freddissimo e il braccio era praticamente insensibile, ma il giovane poliziotto cercava di non  farci caso; aveva un solo pensiero in mente: Semir
Camminavano da circa dieci minuti quando Ben sentì dei fruscii di rami secchi spezzati alle sue spalle
“Bene, ci hai messo meno di quanto mi aspettassi” disse una voce alle sue spalle mentre gli puntava la pistola alle spalle e gli toglieva dalle mani la sua

“Ciao Sarah” disse Ben voltandosi

 
  
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