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Autore: Holkay    29/10/2013    6 recensioni
Kat ha trovato il suo sole, la persona che gli ha fatto vedere come si vive al di fuori delle regole.
Deve combattere però contro il fratello.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Lou io esco!” urlo a mio fratello che è dall'altra parte della casa.
Alzo da terra il mio zaino verde, lo infilo solo su una spalla ed esco dalla mia camera a testa bassa, con lo sguardo fisso sui miei anfibi neri.
Siamo soli io e lui in casa.
I miei genitori sono divorziati.
Mio padre è andato via da 5 anni ed ora ha una nuova famiglia, allegra, con tanto di figli con i quali vado d'accordo, per sua fortuna.
Mia madre, invece, ha aspettato qualche anno in più per trasferirsi a casa del suo fidanzato, ha voluto prima farmi compiere 18 anni e poi via, è scappata, lasciando i suoi due figli in una casa da soli.
Per nostra fortuna, io e Louis sappiamo gestire bene la situazione, ovviamente traendone il più possibile i vantaggi.
Sbatto contro qualcosa o meglio contro qualcuno, il caro fratellone.
“Lou metti qualcosa addosso per favore” gli dico colpendogli il petto nudo con una mano.
Lui ride, guardandomi dalla testa ai piedi.
Odio questo vizio che ha, gira mezzo nudo per casa ed io sono sempre obbligata a subirmi questo schifo.
“Dove vai?” mi domanda, appoggiandosi al muro e dando un sorso al suo caffè-latte.
Abbiamo le nostre abitudini di primo mattino, una di queste è la colazione separati, dato che io ho bisogno della mia dose di caffeina appena scendo dal letto e lui invece deve prima prendere conoscenza e poi si dirige in cucina.
“Louis so che ti è difficile assorbire questa informazione, ma io vado ancora a scuola pur avendo 19 anni” gli dico cercando il mio mazzo di chiavi di casa nel piatto dove sono tutte.
“Quasi 20 sorellina...” sottolinea e mi volto giusto in tempo per captare il ghigno sulle sue labbra.
“Infierisci pure tu” lo accuso colpendogli la spalla con un pugno.
“Vado, oppure farò tardi ancora una volta” continuo.
“Chi hai alla prima ora?” mi domanda mentre io gli sto baciando la guancia.
“La Fitz” rispondo avviandomi alla porta.
“Oh salutamela, sempre se si ricorda di me” parla ridendo ed io ormai sono fuori casa.
Maledetto lui e i suoi 23 anni, gli devo far passare anche la presa in giro, in fine la colpa è mia che mi sono fatta bocciare.
Percorro il vialetto di casa fino ad uscire sul marciapiede principale, girando a destra, in direzione scuola.
Struscio i piedi sull'asfalto, camminando lentamente, lo zaino è leggero sull'unica spalla sulla quale è appoggiato.
Il cielo su Manchester è grigio, storia di tutti i giorni.
Continuo a camminare lungo la strada; non mi sono mai fatta capace perché devo abitare così lontano dalla fermata del bus, se fosse per me ne mettere una davanti ogni casa così niente più pullman persi, niente più corse, niente più ritardi.
C'è molto traffico questa mattina, il solito esaurimento del lunedì; sembra che la gente invece di semplificarsi la vita, faccia l'esatto contrario ed inizi la settimana facendo già i salti mortali.
Io invece prendo la vita con tranquillità, forse troppa, ma ho sprecato molti anni a fare sacrifici per essere figlia, sorella e studentessa modello, ora basta.
Tiro su il cappuccio della felpa e stringo tra loro le due parti della giacca di pelle nera.
Non so mai come vestirmi a settembre; se esco di casa la mattina vestita pesante poi all'ora di pranzo ho un caldo bestiale oppure succede l'inverso.
Un rombo di moto mi arriva dritto alle orecchie, facendomi sobbalzare, ma in maniera positiva; sono sempre state una mia grande passione anche se nessuno mai nella mia vita ne ha posseduta una, nessuno fino ad ora.
I giri del motore si abbassarono proprio quando arriva accanto a me e io non resisto a non sorridere.
“Ehy” la sua voce è ovattata, colpa del casco integrale che indossa.
“Potevi farmi arrivare a scuola no?!” dico ironica afferrando il casco che mi sta già porgendo.
Spegne il motore, mettendo poi il cavalletto laterale alla moto, assicurandosi l'equilibrio.
Si sfila il casco e passa una mano nei lucidi capelli neri spettinandoli.
“Scusa, non volevo che ci vedesse Louis, vorrei evitare l'ennesima litigata con tuo fratello” dice tirandomi a se, cingendo il mio busto con un braccio.
Mi incastra nel suo sguardo morbido, caldo, con le iridi di un colore che non ho mai saputo descrivere, definirle marroni mi sembra troppo poco; hanno il colore della sabbia nel deserto misto al colore del miele o del caramello.
“Basta che sono qui ora, no?” chiede in modo retorico, con voce roca, soffiando le parole sulle mie labbra.
Sono inerme sotto al suo tocco, tutti i muscoli del mio corpo sono in balia del suo, come una bambola che aspetta di essere mossa.
Sfiora la mia bocca con la sua, lasciandomi un bacio troppo casto per i miei gusti, ma oggi avremo il tempo di recuperare.
Lui è il motivo dello zaino troppo leggero, lui è il motivo del cuore a mille ogni volta che esco di casa, lui è il motivo di tante litigate con mio fratello.
Da sabato sera so che stamattina non sarei andata a scuola per passare la mattinata con lui.
Zayn è il mio vicino di casa, praticamente da sempre o almeno da quando io ricordi.
È cresciuto insieme a Louis, hanno entrambi 23 anni ed hanno condiviso quasi tutti gli anni di scuola, fino a quando Zayn non ha deciso di ritirarsi.
Da piccoli andavano molto d'accordo, giocavano nel giardino dietro casa escludendomi sempre; non so cosa sia successo ma all'improvviso Louis ha iniziato ad odiarlo, gli dava fastidio anche solo sentire il suo nome oppure il rombo della moto.
Ogni occasione è buona per avere un battibecco con lui.
Ho domandato spesso a mio fratello spiegazioni ma non me ne ha mai volute dare.
Io, invece, per Zayn ero trasparente da piccola, pur non avendo troppi anni di differenza mi ignorava completamente; è andato avanti così fino all'anno dei miei 18 anni.
Una sera lo incontrai in un pub, io ero in compagnia delle mie migliori amiche e lui con alcuni suoi amici; quando mi vide si avvicinò al mio tavolo salutandomi con un sonoro bacio sulla guancia.
Avevo sempre avuto un debole per lui, o almeno da quando avevo iniziato a capire qualcosa di ragazzi lui era una delle mie cotte.
Da quel giorno parlammo spesso, ci vedevamo in giro per locali ma mai nulla di importante.
Una sera Louis si accorse che mi aveva accompagnata a casa Zayn ed uscì di corsa per andare a litigare con lui.
Fu una delle scene più brutte alla quale ho assistito nella mia vita.
Louis sferrava pugni allo stomaco di Zayn come a volersi liberare di tutto quello che aveva represso in quegli anni; sembrava che Zayn non volesse rispondere a quei colpi, si divincolava senza però colpire mio fratello, quasi essendo consapevole di meritarsi quel male.
Fui io a dover fermare l'ira di Louis, bloccandolo all'altezza delle spalle per evitare che continuasse a picchiare Zayn.
Mio fratello non mi parlò per giorni, l'unica frase che mi rivolse fu appena rientrammo in casa.
“Non farti vedere più in giro con quello” mi intimò e non avevo mai sentito tanta rabbia nella sua voce, i suoi occhi da verde acqua si erano quasi mutati in neri tanto il nervosismo che aveva in se.
Per i primi periodi evitai Zayn come mi aveva detto Louis ma sentivo la mancanza di quel ragazzo, pur non essendo il mio fidanzato, avevo un bisogno vitale di stare con lui; quindi iniziai a vederlo di nascosto.


“Dove andiamo?” chiedo al moro mentre prendo il mio posto dietro di lui.
“Dove ci porta lei” parla accarezzando il serbatoio della sua moto incastrato sotto le sue gambe.
Posiziono le miei mani proprio su di esso, Zayn mi ha insegnato il giusto modo di mantenermi senza aver paura di volare via.
Le sue dita sfiorano le mie, passando sull'anello che porto fisso all'anulare destro.
“Perdonami, lo dimentico sempre” mi scuso parlando a bassa voce vicino al suo orecchio.
“Quando mi graffierai la moto me la ripari tu” scherza prendendomi in giro.
Mi da il tempo di sistemarmi, si infila il casco e parte facendo sussultare il mio cuore al suono del suo motore.
Corre lungo le strade di Manchester, io resto incollata alla sua schiena.
Pur avendo un casco integrale il suo profumo mi invade le narici, un'altra cosa che non so spiegare; un misto tra tabacco e l'odore della sua pelle che per me è come profumo di primavera, oppure dell'aria che si respira nelle ultime ore di sole i primi giorni d'estate, mi lascia una sensazione di beatitudine, di tranquillità anche se Zayn è praticamente il contrario di tutto ciò.
Imbocca una strada che ho fatto poche volte e che non ricordo dove porti ma non ho paura, non ho fretta di arrivare da nessuna parte, ovunque decide di portarmi per me va bene.
Il sole si fa spazio tra le nuvole, colpendo i nostri corpi uniti sulla moto, rendendo questa mattinata ancora più gradevole, se mai fosse possibile.
Realizzo di essere su una strada di montagna quando Zayn continua a piegare la moto nelle curve, l'aria è più fresca ma  comunque piacevole.
Arriviamo alla nostra meta, o almeno a quella che si era prefissato Zayn.
Un grande lago si estende davanti a noi ed intorno c'è il nulla, solo alberi altissimi e lunghe stese di verde.
Zayn mi accarezza la gamba per farmi capire che posso scendere.
Resto in piedi accanto alla moto cercando di aprire il gancio del casco, ma in vano.
Zayn mi guarda divertito mentre blocca lo sterzo e toglie senza problemi il casco, appoggiandolo sulla sella.
“Sei proprio imbranata” mi prende in giro incastrando le parole in un sorriso.
“È il tuo casco ad essere idiota” ribatto.
Si avvicina a me e in pochi attimi mi libera da quella prigione, tirando su il casco.
Rimane lì a pochi centimetri da me, a guardami con i suoi lineamenti così marcati e sensuali.
Lentamente si avvicina a me, portandomi i capelli tutti da un lato.
“Ci vuole il giusto tocco” sussurra al mio orecchio, con voce basse, provocante.
Posa il mio casco nel sotto sella e torna accanto a me, cingendomi le spalle con un braccio.
“Andiamo a sederci vicino al lago” mi dice stringendomi a se e baciandomi poi la guancia.
Mi conduce ai piedi di un masso, contro il quale appoggia la schiena sedendosi a terra.
Io faccio per sedermi a canto a lui ma mi tira verso di se, facendomi sedere tra le sue gambe, così da avere il suo petto incollato alla schiena.
Ha tolto la giacca con le protezioni per la moto ed è rimasto a mezze maniche, il sole è ormai alto in cielo tanto da riscaldarci.
Le sue braccia ricoperte di tatuaggi mi circondano unendosi sotto al mio petto.
Segno i contorni di un disegno sul suo avambraccio e posso sentire chiaramente il suo cuore accelerare per colpa del mio tocco.
Mi stupisco come riesca ad avere questo effetto su di lui, ha avuto così tante ragazze e tutte migliori di me.
Non sono di certo tutta questa bellezza, una semplice ragazza con occhi castani e capelli di un biondo molto scuro; magari avessi ereditato gli occhi come quelli di Louis, almeno avrei un punto a mio favore.
“Se ti faccio una domanda, mi prometti di rispondere questa volta?” dico all'improvviso dopo qualche minuto di silenzio.
Lui annuisce nei miei capelli.
“Zayn perché io? Perché non qualcuna della tua età, con la quale puoi fare tutto alla luce del sole e senza avere problemi con un fratello psicopatico?” domando.
Gli ho chiesto questa cosa miliardi di volte e lui ogni volta mi azzittiva con un bacio, senza rispondere.
Sospira, come scocciato.
“Non mi sembra che con te non posso stare alla luce del sole” risponde ironico puntando il dito contro il cielo.
Rido, ma non è questa la risposta che mi aspettavo, mi dimeno dal suo abbraccio per girarmi verso di lui per poterlo guardare.
Mi vede smettere di ridere e diventa serio.
“Kat vuoi sapere perché tu?! Perché pur avendo quattro anni meno di me non hai niente da invidiare alle mie coetanee, anzi dovrebbero prendere spunto. Perché tu non hai mai avuto bisogno di qualcuno che ti proteggesse, perché tu non sei quel tipo di ragazze tutto trucco e tacchi, perché, ti sembrerà scontato, tu sei diversa e sei la diversità che cercavo da sempre” parla come un fiume in piena, travolgendomi con le sue parole, trascinandosi il mio cuore che fra poco esploderà.
Non è mai stato così sincero con me, così schietto; mi ha sempre tenuto lì, senza darmi spiegazioni, senza chiarire i suoi sentimenti o voler comprendere i miei.
Tira dalla tasca il pacchetto di sigarette e ne mette una in bocca.
Odio il suo essere timido che nasconde in questa maniera, mi ha quasi dichiarato il suo amore ed ora si comporta come se mi avesse detto la lista della spesa.
Strappo la sigaretta incastrata tra le sue labbra e mi avvicino repentinamente baciandolo.
Non sono io quella che fa questi gesti improvvisi, di solito è lui a stupirmi, ma non trovo le parole per ribattere a ciò che ha detto.
Restiamo attaccati uno all'altro per non so quanto tempo, ma per me è sempre poco.
Viverei di questo ragazzo, anzi io vivo di questo ragazzo.
“Kat e la vuoi sapere un'altra cosa...” bisbiglia tenendomi a pochi millimetri da lui.
Una mano sul mio collo e l'altra sulla guancia, mi guarda dritto negli occhi in un modo che non ha mai fatto ma che mi sta facendo venir meno pian piano.
“I-io...io credo di amarti...” tentenna nel parlare.
Sgrano gli occhi e posso sentirli brillare, vedendo soprattutto i suoi pieni di preoccupazione, di ansia e di timidezza.
Sembra che abbia paura di rivelarmi i suoi sentimenti, come se non fosse sicuro dei miei.
“Zayn lo credi o ne sei sicuro?” domando accarezzandogli la guancia, facendomi solleticare dalla sua barba che tanto amo.
“Io ti amo Kat” afferma sicuro finalmente per poi baciarmi come mai prima.






Angolo autrice:
Non chiedetemi da dove esce perché non lo so,
non chiedetemi chiarimenti perché non ne ho,
ho solo bisogno di scrivere di Zayn e l'ho fatto.
Spero che almeno vi piaccia :3
Much Love!!


Holkay xx

 
   
 
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