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Autore: maru chan    29/10/2013    2 recensioni
Il suo cuore iniziò inspiegabilmente a battere forte, Sasuke non riuscì a trovare una motivazione valida alla sua reazione, in quel momento voleva soltanto scoprire chi fosse quella persona, e il suo desiderio non tardò ad avverarsi, infatti la persona si voltò. Sasuke scontrò i suoi magnifici occhi azzurri.
Il suo cuore continuò ad accelerare.
Poi realizzò…era Naruto…
Da quel giorno, niente sarebbe stato più " come al solito. "
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11

 

Attenzione agli autisti tedeschi! Non capiscono bene la vostra lingua!




 
Si sentiva leggero come una piuma in balia della brezza mattutina.

Nell’aria un dolce profumo di fiori selvatici.

I suoi occhi non volevano saperne di aprirsi, le palpebre sembravano pesare troppo, ma riusciva a sentire i raggi di sole colpire il suo volto.

C’era pace, anche se di tanto in tanto sentiva delle voci  e dei passi, avvicinarsi ed allontanarsi.
Forse sentì chiamare il suo nome, ma era un suono ovattato, quasi lontano, e non sembrava nemmeno rivolto a lui.

In quella situazione inspiegabile, quasi come se il tempo non esistesse, si domandò cosa fosse successo, come, e perché.

Riuscì, dopo un po’ a socchiudere gli occhi, ma la luce li trafisse accecandolo, eppure avrebbe dovuto immaginarlo.

Quando ci si abituò, nonostante la vista quasi completamente annebbiata, si accorse di trovarsi in un posto tutto bianco.

“ Sono morto? ”

L’odore di quei fiori aveva un  che di nostalgico e lontano.

Sarebbe rimasto volentieri in quel posto per sempre, lontano da tutti i problemi che aveva passato.
Sentiva, però, di essersi lasciato indietro qualcosa di importante. L’ultima cosa che aveva fatto? Aveva litigato con Sasuke, anche se lui non aveva nessuna colpa e voleva solo aiutarlo. Non avrebbe potuto più fare pace con lui.

I suoi occhi azzurri fecero uno sforzo, aprendosi un po’ di più. Cercò di mettere a fuoco ciò che gli si parava d’avanti. Si sentiva come all’uscita di un buio tunnel, mentre davanti a lui c’era una distesa bianca.

 Non riusciva a varcarne la soglia, non importava quanto ci provasse.

 “ NARUTO! ”

Ancora quella voce, chiamava il suo nome, adesso lo faceva davvero, assomigliava a quella di Sasuke, ma non poteva essere così …

Lentamente, quel richiamo, lo trasportò più avanti, come se adesso avesse un piede fuori dal tunnel e l’ altro dentro.

Inizio così a prendere contatto con la realtà sentendo di nuovo il peso del suo corpo.
Era steso, adesso se ne rendeva conto.

Qualcosa gli teneva stretta la mano.

 “ NARUTO! RIESCI A SENTIRMI? ”


 “ NARUto … ti prego, rispondimi … ”

A quelle parole il biondo iniziò a sentire come una folata di vento che lo trasportò fuori dall’oscurità.
Quello che era offuscato si fece pian piano nitido e chiaro, sembrava che tutto quello che vedeva gli si stesse disegnando davanti  agli occhi.

<< Naruto? >> Ora i suoni non gli arrivavano più ovattati.

<< S-SASUKE! >> Il biondo si sentì il ragazzo più felice sulla faccia della terra, si, perché si trovava ancora su quel pianeta per fortuna.

Si buttò fra le braccia dell’altro con le lacrime agli occhi.

<< Che  … fai … dobe … >> la sua voce risultò sciogliersi in quell’abbraccio.

Il moro fece scivolare dolcemente le sue mani sulla sua schiena.

<< Credevo che non ti avrei più rivisto! >> Farfugliò mentre cercava di sopprimere i singhiozzi del pianto.

<< È  tutto apposto Naruto, è tutto apposto … >> Cercò di tranquillizzarlo, ma quelle parole erano dirette anche a lui stesso.

<< Scusami, davvero, ti prego di perdonarmi, sono stato davvero uno stupido ad arrabbiarmi in quel
modo, non volevo, la cosa peggiore è che credevo che non avrei più potuto far pace con te e allor- >>

<< U- SU- RA – TON –KA  -CHI. È tutto ok, è anche colpa mia, l’importante è che io stia bene. >> Disse in tono beffardo.

<< M-ma, sei sempre il solito crudele! Io sono qui a esprimere le mie emozioni e tu … >>

<< Baaka, non ce n’è bisogno, smettila … basta con tutti questi sensi di colpa!

Dimenticati di tutto, inizia a pensare ad altre cose, guardati intorno. >>

“ Guarda me. ”

<< …  Ok, mi dimenticherò del litigio. Ma di guardarmi intorno non ne ho voglia, odio gli ospedali!
Un momento … come ci sono finito qui? >> Adesso, iniziava a rendersi conto di non sapere come ci fosse arrivato.

<< … Dopo che sei uscito di casa, ti ho rincorso Dobe … delle persone stavano facendo una grigliata in giardino,  e tu sei svenuto … >>

“ Mi dispiace Naruto, ma non devi venire a conoscenza di quello che è successo quella notte, non permetterò che accada, voglio che tu ti perdoni per quanto successe e che inizi a vivere il resto della tua vita in pace … ”

Sasuke lo sapeva, quel giorno, mentre stava cercando Naruto accadde qualcosa.
Si sentì investito da mille emozioni, ma quel senso di colpa così atroce poteva essere soltanto il suo.
Aveva ipotizzato che quando aveva perso conoscenza l’anima, insieme a tutti i sentimenti del suo amico fosse venuta a cercarlo, per farlo arrivare fin lì.

Per questo percepì quella strana calma, anche in quella situazione di pericolo, perché infondo sapeva che Naruto era stato sempre al suo fianco.

Avrebbe voluto dirgli che ne era felice, probabilmente l’avrebbe scambiato per un pazzo visionario, ma avrebbe davvero voluto dirgli “ grazie per avermi permesso di salvarti. ”

<< NO, non ci credo, ancora … >> Il ragazzo prese a guardare distrattamente fuori la finestra che si trovava dietro Sasuke.

<< … ma questa qua non è konoha! >> Esclamò sbalordito.

Al moro quasi non venne un colpo, come cavolo aveva fatto a dimenticarsi di dirgli che si trovavano in un’altra città? Cosa avrebbe dovuto dire?

“ Ah già scusa, dopo che sei svenuto ci siamo teletrasportati fin qui, era un particolare insignificante, per questo ho pensato che fosse inutile parlartene. ”

Iniziò a sudare freddo.

<< Ehm, ecco … >>

<< La verità è che mio fratello ha fatto l’autostop chiedendo di portarvi all’ospedale, ma l’autista era tedesco e ha capito un’altra cosa, quindi siete finiti qui. >>

<< Itachi … >> Sussurrò Naruto  << E tu come mai sei qui? >>

<< Sono venuto a prendervi, mi sembra ovvio. Anche se sono qui da due giorni … non accennavi a voler riprendere conoscenza, siamo stati davvero in pensiero. >>

<< Ma Itachi, come mai sei pieno di ferite? >> Osservò il biondo.

<< … ehm, vedi Na-chan, facevo un giro in bici per le strade di montagna di questo paese e sono caduto … >>

<< Siete sospetti … >>

<< No, non siamo sospetti! >> - << No, non siamo sospetti! >>

<< Adesso lo siete ancora di più! >>

Naruto scoppiò a ridere e gli altri due ragazzi lo seguirono subito dopo, Sasuke avrebbe fatto di tutto per vedere quel sorriso molto più spesso, e ancora di più per averlo solo ed esclusivamente per sé.
Itachi, invece, era molto contento di come erano andate le cose, quella sera si procurò parecchie soddisfazioni.


✧・゚:*✧・゚:*  Flash back … ✧・゚:*✧・゚:*


<< Va un po’ meglio, Hinata? >>

Itachi l’aveva appena portata fuori dall’abitazione.

La ragazza annuì e gli disse di non preoccuparsi per lei, doveva assolutamente ritornare di sopra.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e ritornò nella casa.

La situazione stava peggiorando, non riusciva a smettere di tossire.

Ritornò al punto in cui aveva lasciato Sasuke e proseguì andando più avanti, l’aveva visto dirigersi infondo al corridoio pochi minuti prima.

Aveva la vista offuscata visto che il fumo gli stava facendo lacrimare gli occhi e vedeva poco e niente, le gambe gli tremavano al pensiero che fosse successo qualcosa a suo fratello e a Na-chan.
Successe tutto in breve tempo, appena entrò nell’ ultima stanza, trovò i due stesi sul pavimento, era praticamente un miracolo, le fiamme a quel punto avrebbero già dovuto invaderli, ma non successe.
Non sapeva come fare a portarli fuori di lì, era entrato nel panico, non poteva caricarseli entrambi in braccio, non ce l’avrebbe mai fatta.

A quel punto ebbe una specie di colpo di genio.

Intravide i resti di una fune a terra, la prese e la legò intorno a entrambi.

Era un metodo un po’ burbero, ma sarebbe riuscito a metterli in salvo.

Iniziò a tirare i due per il corridoio, evitando i pezzi delle travi che cadevano dal soffitto e anche quelle che si trovavano al suolo.

Purtroppo però non riuscì a scansarne una e si ruppe un braccio.
In quel momento tirò in ballo la forza della disperazione, ricorrendo a tutte le sue forze residue. Doveva riuscire a salvarli.

Non gli parve neanche vero quando riuscì a varcare la porta d’ingresso di quel prototipo di trappola infuocata.

Cadde e si stramazzò al suolo.

Per fortuna Hinata, prevedendo la situazione aveva già chiamato un’ambulanza e anche i pompieri, che però arrivarono poco dopo l’uscita dei ragazzi.

Itachi si svegliò per primo, era già mattina, e chiese subito alle infermiere se tutti gli altri stessero bene.  Avuta una risposta più o meno affermativa, il ragazzo svegliò anche  Hinata e insieme si incamminarono verso Konoha.

In quel momento il maggiore dei fratelli Uchiha era in preda alla rabbia, che offuscava anche il più piccolo pensiero gentile nascosto nella sua mente.

Hinata se ne accorse, ma non potè far niente, niente, a parte guidare Itachi a casa sua.
Mentre erano sul pullman controllò il suo cellulare, sapeva che vi avrebbe trovato un’ottantina di chiamate perse da parte di sua madre, ma si limitò a rispondergli con un semplice SMS che diceva: Non preoccuparti mamy stiamo bene.

E in seguito si fece raccontare tutta la storia di Naruto con precisione.
Aveva semplicemente un’altra piccola cosa da fare prima di tornare a casa con gli altri, ovvero, assicurarsi che una cosa del genere non potesse accadere mai più e possiamo dire che il suo desiderio si avverò in un modo a dir poco perfetto.

Fece irruzione nella villa della malcapitata ragazza in cerca di quegli individui che avevano appiccato il fuoco.

<< STRONZI, USCITE FUORI, O NASCONDERVI SARA’ L’ULTIMA COSA CHE FARETE. >> Dette queste fini parole, Itachi, prese a dare calci a tutte le porte che incontrava, facendole scardinare aprire.

I fratelli uscirono allo scoperto sentendo il trambusto.

<< E tu chi diamine sei? >> disse Neji.

<< Sono la persona che vi farà rimpiangere di essere nati! >>

Subito dopo sferrò un potentissimo pugno, con il braccio intatto, al centro del volto del ragazzo.
Gli altri intervennero avventandosi su di lui.

<< Che cosa hai portato a fare quest’individuo qui Hinata? Ti è dato di volta il cervello per caso? >> Karin non riusciva a capire cosa passasse per la testa di sua sorella.
La ragazza prese un respiro è urlò:


<< VI PREGO SMETTETELA! >>


I giovani si fermarono di botto, rimanendo interdetti.

<< I-io c-c-credo che questo tipo di situazioni si possa risolvere soltanto parlando. >>

<< … >>

Senza nemmeno sapere come, tutti si trovarono seduti in tavola con una bella tazza di tè fumante sotto i loro nasi.


<< Allora stronzi! Ditemi che cavolo vi è passato per la testa! Siete consapevoli che avete assassinato una persona? >>

<< Di c-cosa stai parlando? >>

<< NON FATE I FINTI TONTI CON ME! >>

<< Tu come fai a saperlo? Hinata, perché diamine gli hai detto una cosa del genere  >>
<< Non dovreste preoccuparvi di cose del genere, voi siete degli sporchi criminali ve ne rendete conto!? >>

Neji sembrò avere uno sguardo vuoto.

<< Ah … noi saremmo i criminali, giusto? NOI ABBIAMO VISSUTO FINO A QUESTO MOMENTO, SOLTANTO PER VENDICARCI DI QUELL’ESSERE RIPUGNANTE!

Ci ha privati della nostra famiglia, degli unici affetti che avevamo!

Non passava giorno che sui nostri volti non ci fosse un’espressione malinconica e triste, il mondo ci era crollato addosso.

Riuscimmo a ridere soltanto quando ci trasferimmo a Konoha e per un sorprendente scherzo del destino, finimmo nella stessa scuola dell’artefice della morte dei nostri genitori.

Quello lì, doveva soffrire per tutto quello che aveva fatto, e invece, invece, se ne stava lì a trascorrere i suoi giorni tranquillamente, come se niente fosse accaduto, sempre con quello stramaledettissimo sorriso sul suo volto.


Doveva pagare, DOVEVA PAGARE PER I SUOI PECCATI!

CHIAMA PURE LA POLIZIA, I CARABINIERI, ANCHE IL WWF SE NECESSARIO, NON IMPORTA, TANTO ORMAI … non ha più alcuna importanza! >>

I fratelli iniziarono a piangere, Itachi non capì se il motivo fosse il senso di colpa per averlo ucciso, oppure qualcos’altro … ma era furioso, e dei loro sentimenti non riuscì a capire nemmeno l’ 0, 002 %.

<< Credete di essere i soli a soffrire? Voi avete perso la vostra famiglia a causa di un essere ripugnante, come lo chiamate voi. Mentre lui ha perso, la sua famiglia, uccidendo anche altre persone e dal suo punto di vista l’essere ripugnante era lui stesso.

Non ha smesso un solo istante di odiarsi, nemmeno uno, tanto che il suo cervello, probabilmente per autodifesa, ha deciso di cancellare tutti gli eventi che gli ricordassero che razza di mostro fosse, facendogli vivere una “ vita ”, se voi volete chiamarla così, d’inferno.

 Si dimentica anche giorni interi da quanto mi ha detto mio fratello, ma nonostante questo, non ha mai smesso di sorridere, per trasmettere agli altri quella felicità che lui non ha mai avuto e che, probabilmente, non potrà mai avere, perché nella sua testa ci sarà sempre quella vocina che gli dirà che è un assassino.

Non è morto, per vostra fortuna, siamo riusciti a salvarlo, altrimenti sareste stati dei mocciosi morti! >>

I ragazzi tenevano gli occhi spalancati, come se per tutto quel tempo ci avessero avuto delle fette di salame davanti, che gli permettevano di vedere soltanto il loro dolore, non avevano pensato mai nemmeno per un istante a come poteva sentirsi il giovane Naruto, non si erano accorti delle sue amnesie.

Neji voleva mettergli anche Sasuke contro, ecco perché quel giorno, li aveva trascinati in quel ristorante, però Naruto ebbe una strana reazione, e adesso poteva, in un certo senso capire il perché.
Voleva privarlo di tutti  gli affetti, quando invece, aveva già perso tutto quello che aveva, anche la fiducia in se stesso.

Si sentiva un cretino, un idiota.

<< Tu, qual è il tuo nome? >> Chiese Neji con una strana espressione sul volto.

<< Itachi … >>

<< Itachi, non è che … >>


✧・゚:*✧・゚:*  fine flash back✧・゚:*✧・゚:*
 
<< Na-chan, ascolta, ci sono delle persone che sono venute a trovarti … >> Esordì Itachi qualche minuto dopo .

Il biondo era piuttosto sorpreso. Chi mai poteva venirlo a trovare in un paesino che non era nemmeno Konoha?

Spinto dalla curiosità, non esitò ad annuire col capo.

Itachi fece cenno alle persone fuori la porta di entrare.

Quattro dei fratelli fecero il loro ingresso, si trattava di Neji, Suigetsu, Juugo e Hinata.

A Karin, invece, non era stato permesso di incontrare Naruto, poiché lui, senza ombra di dubbio, l’avrebbe riconosciuta e avrebbe capito subito la situazione iniziando a farsi delle domande.
Tuttavia lei avrebbe potuto ascoltare all’esterno della camera.

<< Ragazzi … voi cosa ci fate qui? >> La voce sottile di Naruto si perse nel silenzio venutosi a creare.

I due fratelli Uchiha tenevano il capo basso, in attesa di sapere cosa avrebbero detto gli altri ragazzi.

Il biondo invece, spostava lo sguardo da Neji a Sasuke per cercare di capirci qualcosa.

<<  Naruto … insomma, ho saputo che … tu eri stato ricoverato qui  e, ho deciso di fare un salto con i miei fratelli e vedere come stavi. >>

<< Grazie del pensiero gentile, non dovevi disturbarti, dopotutto sono abituato a questo genere di cose … >>

<< Scusaci … davvero … >>


<< Hahahhaha sul serio, non capisco perché vi stiate scusando. Qualche volta dovremo mangiare del ramen insieme, anche perché il pranzo della volta scorsa, non è andato a buon fine, sono io che dovrei scusarmi … >>


<< No, siamo noi che dobbiamo scusarci! >> Ripetè Neji cercando di trattenere le lacrime. << Non ti porterò mai più in un ristorante con i fornelli a vista! Non lo farò più, te lo giuro. >>


<< Mh … ne sarei piuttosto felice … grazie >>


<< Siamo contenti che tu stia bene! >>

Si sentirono tutti più sollevati, quell’odio che portavano dentro di loro, non aveva mai fatto bene a nessuno. L’avevano compreso soltanto dopo aver creduto di aver ucciso la persona che detestavano di più …  avevano capito che si sarebbero portati dentro, oltre che il dolore, anche il rimorso e i sensi di colpa. Avevano sperato di ritornare indietro e ne avevano miracolosamente avuto l’occasione.

L’avrebbero sfruttata sicuramente, per iniziare a vivere le loro vite, come non avevano mai fatto, accecati da quello stupido sentimento di vendetta.

Itachi e Sasuke sembrarono sorridere impercettibilmente, a modo loro, avevano messo fine a quella brutta storia, che andava avanti da troppo tempo.

Non avevano potuto chiedergli scusa direttamente per quello che avevano fatto, ma fu come se i loro animi si fossero riappacificati.
 
E fu così che come avevano fatto il loro ingresso, i fratelli, uscirono di scena.
Non mancò la frase da parte di Naruto:

<< Wooh, caspita, è stato strano, sembravano quasi sul punto di mettersi a piangere … >>

<< Usuratonkachi, che vai blaterando, credo che tu sia ancora un po’ confuso. >>

<< Ahahah Na-chan, forse è meglio che riposi un po’ >>

<< State scherzando vero?


IO HO FAMEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! >>




✧・゚:*✧・゚:*SasuNaru✧・゚:*✧・゚:*
 
“ Quest’ urlo … me lo sono sognata? ” Pensò Mikoto mentre preparava la cena per tre ragazzi di nostra conoscenza.



 Continuerebberà …


Minnaaa, hola, come vi va la vita?
Scusaste per il ritardo, non fu una cosa che potei evitare! XD
 Un grazie a voi e anche alla vocina nella vostra testa per avervi permesso di leggere questo capitolo >:P.
Alla prooossimaa.
By Maru-chan
   
 
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