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Autore: Their_Eyes    30/10/2013    11 recensioni
Ci saranno i giorni in cui crederai di non farcela.
Quelli in cui la vita ti sbatterà in faccia tutti i tuoi sacrifici e tu dovrai ingoiarli a muso duro.
Ci saranno giorni in cui nessuno crederà in te.
Ci saranno giorni in cui tutto ti sembrerà inutile.
Ci saranno giorni in cui ti chiederai perché non sei nato miliardario.
Ci saranno giorni in cui ti chiederai che senso abbia essere ancora onesti in un mondo come questo.
Ci saranno giorni in cui crederai che l'amore non basta.
Ma poi verrà il giorno in cui ti affezionerai tanto ad una persona da non lasciarla andare facilmente.
E ti accorgerai che le cose non sono così male quando accanto hai lui. 
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Wealth





Mi alzai dal letto di soprassalto, avendo sentito un rumore alquanto familiare. Notai che il sole era alto nel cielo e che dovevo aver dormito almeno cinque ore più del dovuto. Guardai il telefono sopra il comodino pensando che fosse stato quello a svegliarmi ma non c’era né un chiamata né un messaggio. Accidenti! La notte avevo messo la vibrazione e non avevo sentito la sveglia.
Guardai l’ora: 12.25 .. Cazzo! Dovevo sbrigare alcune faccende di casa, chiamare l’idraulico visto che la lavatrice non funzionava -ed io senza quella ero fottuta- e mi dovevo preparare per andare a prendere Louis e poi a lavorare.
Bene, che la giornata di merda abbia inizio!
Scesi le scale diretta verso l’ ingresso. Il campanello era l’unica cosa che poteva avermi svegliato.
Aprii piano la porta, indecisa sulle mie condizioni.
Mi ero appena svegliata, avevo i capelli tutti scompigliati, raccolti in una coda fatta velocemente che era più a sinistra che a destra. Gli occhi si allungavano in due grandi borse e nemmeno la cera del mio viso doveva essere delle migliori.
"Oh. Mio. Dio!" esclamò Madison sull'orlo della porta "Che ne hai fatto della mia amica Abbie?"
Scoppiai a ridere vedendo la sua faccia: "Ho solo qualche capello fuori posto!"
"Alla faccia!" esclamò ridendo "Cosa hai combinato stanotte per ridurti in queste condizioni?"
"Vieni entra!" dissi velocemente non volendo più rimanere sulla porta per farmi ammirare da tutti i passanti.
 
"Abbiamo letto il messaggio di ieri notte. Davvero stasera non ci sarai?" mi chiese dopo che avevo finito di raccontargli tutte le mie esperienze serali e notturne.
Scossi la testa.
"Kate è arrabbiata" ammise. Non mi scandalizzai più di tanto.
Erano due mesi che, per colpa mia, rimandavamo sabati in discoteca e solo Dio sapeva quanto la mia amica amasse le serate piene di musica e ragazzi appiccicosi.
Avevo provato a spiegargli più volte che, lavorando in un ristorante, i turni possono essere di ogni genere e non ero io a decidere. Anche se quella volta non era colpa di Charlie se non sarei andata ad una nostra serata.
"Le passerà, vedrai!” sospirai “Sai quanto tengo a Charlie e al suo ristorante. Mi ha chiesto poche volte un favore.. Forse questa è la seconda volta e io non voglio deluderlo e fargli pensare che sono una di quelle che si interessano solo dei soldi che le vengono dati e non di tutto il resto!”  
"Okey Abbie, ho capito! Rilassati” sorrise dolcemente. Si, mi ero fatta prendere un po’ dalla rabbia.
"Insomma.. dovrai fare da insegnate a questo ragazzo. Ma lo hai conosciuto?”  
“Si..” mi limitai a dire. Non mi era mai piaciuto parlare di me stessa e delle conoscenze che non avevamo in comune.
Come vi siete conosciuti?” chiese. Madison all’attacco!
“Veramente ci siamo scontrati per le scale a metà serata! Credevo che fosse uno di quelli ubriachi in quei tavoli squallidi ma, invece, quando mi ha chiamato ho scoperto che è stato tutta la sera a fissarmi per vedere il lavoro che avrebbe dovuto fare!” mi liberai un po’ delle mie stesse esperienze. Non amavo parlare ma a volte mi ricordavo che faceva bene aprirsi con qualcuno che ritenevi importante.
“Fammi capire!” urlò eccitata“Ti ha chiamato?”
Annuii sospirando “Si, stanotte alle tre!”
“E non sei contenta?” chiese euforica.
“Per quale razza di motivo devo essere contenta? Non c’è una volta che posso dormire tranquilla!”
“Beh.. certo!” rispose poco convinta “Ma è pur sempre un ragazzo che conosci a malapena e che ha deciso di chiamarti alle tre di notte..”
“Per sapere a che ore ci saremmo dovuto trovare il giorno dopo!” continuai io per lei.
“Ah Abbie.. Quando imparerai a capire i maschi?” mi chiese sconsolata.
Sia lei che Kate, avevano sempre da ridire sulle mie teorie sulle persone del genere opposto. Ma io avevo delle buone motivazioni per pensare che fossero tutti uguali e che da una ragazza, volessero solo una cosa: sesso.
Ormai, dopo la mia avventura con Travis durata 2 anni e mezzo ero più che convinta. Fino a che gli permetti di portarti a letto, tutti sono contenti. Al primo “no” ti scaricano.
Ed è proprio quello che mi successe a me con il primo ragazzo serio che abbia mai avuto, sorvolando le storielle delle scuole primarie.
Il nostro, era un rapporto fatto di sesso. Mattina e sera eravamo su quel letto a spogliarci. Arrivata a un certo punto pensai addirittura che i “ti amo” che scappavano dalle nostre bocche, erano così, tanto per dire. Senza il vero significato che racchiudono quelle due piccole paroline.
 “Non penso che lo farò mai” mi disperai.
“Niente è perduto, mia cara Abbie” sorrise “Magari un giorno ti sposerai con un ragazzo che nemmeno pensavi di diventarci amica!”
Madison e le sue fantasie da Fiaba dei fratelli Grimm, tornavano all’attacco tutte le volte che parlavo di me come un sfigata con gli uomini. Ma, ad essere sinceri, non facevano altro che aumentare la mia disperazione.
Quando avrebbe capito che nel mondo di principi azzurri non ce n’è nemmeno uno?
“Insomma.. non mi hai detto com’è questo ragazzo che lavorerà con te!” esordì Mad “E’ bello? E’ brutto? Magro o grasso? E’ alto o è un metro e un bombolo? Occhi? Capelli?”
Era elettrizzata più di me. Bastava parlare di ragazzi, che la parte ragionevole di Madison spariva completamente da dentro di lei.
Scossi la testa ridendo: "Ehi ehi calmati! È solo un ragazzo come ce ne sono tanti in giro. È..." ci pensai su "beh.. Carino! Occhi azzurri e capelli corti.. Si è alto.. Qualche centimetro più di me.. Non è magro ma nemmeno basso. A dire la verità deve essere fatto di ferro visto che quando gli sono andata a sbattere contro ho sentito male al torace!"
Soffocò una risatina “E.. quanti anni ha?”
“Questo non lo so! Madison, abbiamo parlato di lavoro o cose che riguardano esso, non gli  ho chiesto di farmi vedere la carta d’identità o tanto meno gli ho fatto un interrogatorio”
“Si, ma l’età potevi chiedergliela! Sai almeno se è cresciuto qui?”
Sbuffai un po’ irritata “No non lo so! Ma a giudicare dalla parlata non è di Londra.. Tipo un po’ verso il nord!”
Alzò le spalle: "Me lo presenterai un giorno, vero?”
Annuii per niente convinta.
Volevano tanto che trovassi un fidanzato, qualcuno da strapazzarmi di coccole, quello con cui avrei girato il mondo, qualcuno da portare a letto, e quando potevo averlo trovato, facevano di tutto per essere loro le protagoniste della storia.
Quando Madison andò via da casa, raccomandandomi di tenerla aggiornata su cosa mi sarebbe potuto succedere con il nuovo collega, chiamai l’idraulico dimenticandomi ovviamente che fosse domenica e nemmeno uno sfollato in cerca di un tetto dove ripararsi avrebbe risposto.
 
Due ore dopo ero sulla tangenziale diretta a casa di Louis. Finalmente stavo imparando il suo nome!
Quando arrivai a casa sua, mi stava giá aspettando davanti alla porta. Diede un'occhiata fuggitiva alla mia macchina e salendo si face scappare un: "minchia che auto!"
Sorrisi. Anche quella me l'aveva comprata mio padre. Sinceramente nemmeno io sapevo da dove gli scappassero tutti quei soldi e quella era l'unica cosa che mi permisi di farmi comprare da lui!
Ero sempre stata molto indipendente e nonostante i vari tentativi di mio padre per non farmi trasferire e per darmi il suo denaro, ero sempre riuscita a dire di no alle sua tentazioni liquidandolo con un "no grazie.. Sono abbastanza grande per cavarmela da sola e avere un mio lavoro" .
Sapevo che, trasferendomi, li avrei delusi ma dovevo continuare la mia vita e tirarmi su da sola senza essere sempre la "figlia di papá".
Nemmeno quando ero una tredicenne gli lasciavo darmi i soldi.. Non mi davano ne paghetta ne niente altro.. Chiedevo solo il minimo indispensabile per un uscita con le mie amiche, una serata al cinema con il ragazzo che mi piaceva o una giornata al luna park con il mio migliore amico.
"Charlie paga così bene?" chiese continuando a scrutare la mia Audi.
Non avevo mai raccontato a nessuno di mio padre e tantomeno l'avrei fatto con lui.
Solo Madison e Kate sapevano che era un pezzo grosso dell'economia inglese e non l'avrebbe saputo nessun'altro!
Era successo troppe volte che dei ragazzi erano miei amici perchè la mia famiglia era ricca. Poi, quando trovavano da fare di meglio, mi lasciavano sola. Quella parola così brutta. Brutta per tutti. Quando le persone restano sole, tendono a chiudersi in sé stessi, a non uscire più di casa e finiscono per rovinarsi. Rovinarsi come?
Restando a pensare chiusi in una stanza. Pensare a come sarebbe stato avere degli amici. Pensare a cosa sarebbe accaduto se delle persone avessero condiviso il proprio hobby. Pensare a come sarebbe stato avere una persona che ti amasse al tuo fianco. Pensare a come sarebbe stato il tuo futuro con degli amici e con una fidanzata.
 Pensate agli animali! Potrebbe mai un cane, un gatto, un pappagallo, un pesce rosso o qualsiasi altro, sopravvivere senza una persona che gli dia da mangiare e bere, che se ne prenda cura?
Poi guardate le piante. Sembrano inanimate, ma in realtà anche loro hanno bisogno di noi. Se non ci fosse una persona che l'innaffierebbe, le custodisse, le desse il concime o le potasse quando sarebbe l'ora, morirebbero. E dopo la morte, non c’è più niente.
Tutti nella vita abbiamo bisogno di qualcuno.
"Risparmi arretrati!" mi limitai a dire mentre rallentavo per fermarmi al primo semaforo di una lunga serie.
"Penso che mi stancherò presto di questa strada!" disse dandomi un occhiata fuggitiva. Sperai che le mie guance non fossero andate a fuoco. Non mi piaceva essere al centro dell'attenzione e mi sentivo in soggezione se una persona mi guardava quando ero a fare una cosa importante.
"Non hai proprio voglia di lavorare eh?" chiesi sorridendo.
Scosse la testa e poi aggiunse: "ho finito la scuola superiore tre anni fa. Da lì ho solo cazzeggiato giorno dopo giorno. Poi mi sono reso conto che stavo pesando troppo sui miei. Siamo tanti in famiglia e l'unico che può lavorare sono io!" spiegò.
Gli lanciai un occhiata veloce poi posai nuovamente gli occhi nella strada e svoltai a destra: "siete tanti fratelli?" chiesi.
"Veramente io sono l'unico. Ho quattro sorelle, tutte più piccole!"
"Wow! Sei scappato per quello a gambe levate?" chiesi accennando una risatina.
Lui rise di gusto. "Qualche volte le amo ma altre volte le odio proprio!" confessò.
"Siamo arrivati!" dissi quando eravamo davanti al ristorante.
"Non è tanto lontano, però!" ammise stupito.
"Te l'avevo detto che non era poi così male!" confermai sorridendo.
Era da un po’ di tempo che Charlie mi aveva lasciato le chiavi del ristorante. Avevo sempre dubitato del mio bisogno ma ora, lo vedevo eccome.
Feci girare quattro volte la chiave nella serratura, poi finalmente la porta scattò, facendomi entrare nelle narici quell'odore di cucina misto al legno dei tavoli.
"Niente male come profumo!" osservò Louis come se mi leggesse nel pensiero.
Annuii mentre girovagavo qua e là per cercare gli interruttori per accendere la luce mentre lui mi seguiva come un cagnolino.
"Qui c'è la cucina!" gli mostrai la stanza ricoperta maggiormente dal grigio alluminio dei pentoloni. "Questa porta qui, porta nella stanza del Sole!" spiegai facendo irruzione nella sala principale.
Lui mi guardò interrogativo aspettandosi delle spiegazioni.
"Si chiama così perché è sempre illuminata dalla luce naturale, ovviamente meno che la sera!" precisai. Sorrise forse colpito da quel nome.
"Questa" dissi indicando una porta marrone con qualche pianta aggrappata "È la porta che conduce in veranda. È aperta solo d'estate quindi di inverno abbiamo una sala in meno da servire!"
Annuii convinto. Forse si era giá risollevato il morale.
"Poi quella è la sala Blu!" indicai la porta alla sinistra dai fornelli.
"Immagino per il colore con cui sono state colorate le mura!" disse con fare superiore.
Lo guardai con un espressione da: ma va?!
Scoppiò a ridere poi improvvisamente mi prese per mano e mi portò accanto alla piattaia.
"Voglio lavorare bene! Insegnami a portare più piatti insieme!!" aprì un'anta e prese un piatto. Se lo posizionò sulla mano e iniziò a girellare.
"Ehi ehi biondino!" urlai disperata, "smetti!" lo rimproverai. Iniziai a rincorrerlo per la cucina, poi quando lo presi, gli tolsi il piatto di mano "se utilizziamo questi, stasera potremo anche chiudere il ristorante e probabilmente Charlie non mi darà lo stipendio per ricomprare tutti questi!" conclusi con una risata sonora seguita poi da Louis.
"Punto primo" iniziò tenendo un'espressione seria ma che dopo poco diventò quasi divertita "questi" si toccò i capelli "non sono affatto biondi! Hanno un colore stupendo e non è il giallo! Punto secondo: Con che inizieremo?"
Gli guardai i capelli prima di rispondergli. In effetti aveva ragione. Non erano ne biondi ne castani. Era un colore.. Strano.. Ma bellissimo.
Decisi di non rispondere e mi incamminai verso il piano di sotto. Quando sorpassammo il punto dove ci eravamo incontrati -anzi scontrati-, a tutti e due scappò un risolino ma cercammo di non darlo a vedere all'altro.
"Inizieremo con questo!" dissi porgendogli il competo da cameriere: camicia bianca a maniche corte, pantaloni neri attillati e air max nere con qualche sfumatura grigia e bianca.



 







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Salveeeeee! :) 
Finalmente sono riuscita ad aggiornare. 
Si, ci ho messo un'infinità. Ho un casino di cose da fare! -.-" 
Voi come state? 
Domani è Halloween, cosa combinate? 

Questo capitolo... Che ve ne pare? :) 
Per quanto mi riguarda, mi piace la parte dove Abbie parla con se stessa della solitudine. 
Fatemi sapere il vostro parere con una recensione più lunga di 10 parole. 
Lo sapete, il vostro parere è fondamentale! 

Spero di aggiornare presto..
Baci, 
Their_Eyes

Passate: 
You're like a melody in my life

 
  
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