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Autore: fearless13k    30/10/2013    1 recensioni
*Dal terzo capitolo*
-No! Non mi liquiderai così in fretta! Qual è il problema, eh? Sono le mie scarpe? È il mio cognome? Non è quello che determina la personalità di una persona!- continuai a dire ad alta voce, in modo che mi potesse sentire, nonostante il presunto sordismo (sì, continuerò ad utilizzare questa parola!) e i tre metri che ci separavano a causa delle mie scarpe da riccona. Accidenti di nuovo a loro! Stronze.
Liam si fermò in mezzo al corridoio e si girò, visibilmente incazzato. Come si permetteva di incazzarsi? LUI? Io ero appena stata definita Superficiale! Io mi sarei dovuta incazzare!
-Il problema non sono le scarpe, non è il cognome. Non sono queste cose in sé per sé, sono queste cose per quello che rappresentano, ovvero una persona ricca, che disprezza quelli che non sono come lei e se non li disprezza, li considera meno di zero e io non voglio che succeda a me.-
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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3. Provaci ancora, S


 
Ok, avevo deciso che non mi sarei affranta e lo sguardo “ammazza-Selene” non mi avrebbe fermata nel mio intento. Per fortuna ero ancora nella settimana di vacanza prima di tornare a scuola dalle vacanze di Primavera.
Insomma, avevo deciso senza il supporto di Bess, di tornare da WHS per fare la pace con Liam. Bess si era detta contraria per il semplice fatto che sebbene lui fosse veramente carino, non valeva affatto la pena di perdere la mia dignità per andare a scusarmi nuovamente. Se avesse voluto le mie scuse le avrebbe accettate il giorno prima, no?
Non potevo dare tutti i torti a Bess, ma lei non lo conosceva (non che lo conoscessi io), non conosceva nessuno che non fosse un riccone o che non avesse facebook, quindi non poteva essere lei l’esperta della situazione.
Dunque, grazie alle informazioni che la mia astuta migliore amica era riuscita a ricavare dal sito della libreria, scoprimmo che Liam lavorava da WHS a pomeriggi alterni durante la settimana e tutto il giorno il sabato e che WHS il sabato apriva alle nove e mezzo.
Alle nove e mezzo dunque, mi feci spazio fra gli scaffali del negozio con due tazze di Starbucks contenenti caffè fumante e me lo vidi subito davanti.
Passo, passo, capelli, -Hey, ciao- esordii, sfoggiando il mio miglior sorriso incoraggiante.
-Oh, ancora tu- fu la risposta e avrei potuto rispondere scortesemente, ma non lo feci, continuai a sorridere e gli porsi uno dei caffè.
-Ecco, ti ho portato un caffè di scuse, mi dispiace così tanto per essere stata una. . .- dissi, iniziando a esporre il discorsetto che mi ero preparata.
-Stronza?- mi interruppe Liam Payne, tutto tranquillo, come se lo stessi per dire io.
-No, non era proprio quello che volevo dire, ma ok, diciamo Stronza. Insomma, il punto è che mi dispiace e che ti ho portato un caffè per dimostrartelo!- finii, piuttosto infastidita per l’interruzione, ma determinata ad ottenere il suo perdono.
Liam Payne stette lì a guardarmi un paio di attimi mentre stavo come una rincoglionita a porgergli quel dannato caffè e non avevo idea di che cosa avrei dovuto fare.
Perché diamine avevo voluto fare di testa mia ed ero andata a comprare quello stupido caffè? Perché diamine mi ero presa una cotta per il libraio? Oh, accidenti a me e ai miei gusti “alternativi” rispetto alle mie amiche. Accidenti al caffè, accidenti a Liam Payne, accidenti ai suoi fantastici capelli ondulati. Accidenti alle sue meravigliose e folte sopracciglia, accidenti alle mie scarpe con i tacchi, che iniziavano a farmi male ai piedi.
-Scusami tanto, ma io ti ho vista per la prima volta in tutta la mia vita ieri, non ho la minima idea di come tu ti chiami né del perché ti diverta a maltrattare le ragazzine e dovrei accettare da te un caffè?- mi domandò alzando le sue adorabili sopracciglia. Scossi un attimo la testa, non era il caso di soffermarmi a pensare al suo stupendo aspetto fisico proprio in quel momento.
-Sinceramente non mi sembro proprio una persona inaffidabile, del tipo che avrebbe potuto avvelenarti il caffè, inoltre non ho maltrattato quella ragazzina, c’ero prima io e ci sono dei testimoni. Infine, non ho avuto  ancora modo di presentarmi, non me ne hai dato il tempo ieri. Sono Selene Fisher-Lewis, lietissima di presentarmi e desolatissima per il malinteso di ieri.
Conclusi la presentazione con un movimento della testa come a dire “E questo è tutto ciò che ti dovrebbe bastare per chiedermi di uscire, tontarello!” e poi significava anche che ero fiera di me.
-Ah, allora si spiega tutto anche meglio. Grazie del caffè, ma non posso accettarlo.-
Dovetti spalancare gli occhi più del normale a quelle parole, perché Liam sembrava piuttosto spaventato quando mi chiese se c’era bisogno di chiamare un’ambulanza.
-Non ho affatto bisogno di un’ambulanza! Ho bisogno che tu prenda questo dannato caffè e che mi dia delle spiegazioni!- esclamai sempre meno in me stessa. Come diavolo mi passava per la testa di parlare così al ragazzo più interessante e carino che avessi mai incontrato?!
Di nuovo quel silenzio assurdo. Secondo me doveva per forza aver avuto qualche problema di mutismo o sordismo (non credo che esista questa parola, ma è uguale) da piccolo, non erano naturali quei silenzi! Non dopo che una bella ragazza  (non c’è spazio per la modestia in questo mondo!) ti ha sbroccato davanti con in mano due tazze piene zeppe di caffè!
Liam Payne finalmente dette segni di vita: sbatté le palpebre, mi guardò accigliato e sospirò.
-Sei Selene Fisher-Lewis, fai parte dell’alta società della città e la gente ricca non si mescola mai con la gente che lavora “per lei”. Se mi offri questo caffè è molto probabilmente per pietà, non perché sei davvero dispiaciuta e io non ho voglia né di venire preso in giro da te, con le tue amiche snob, né di darti la soddisfazione di aver fatto una “buona azione”, chiaro?- mi disse, con un tono di voce che lui doveva aver considerato molto gentile, ma che a me era sembrato quello di un’insegnante che parla alla bambina capricciosa della classe.
-Davvero mi credi così superficiale?- domandai esterrefatta. Allora facevo davvero quell’effetto alla gente. Mi veniva da piangere.
-Non voglio mentirti, quindi, sì, mi sembri davvero superficiale e forse lo sei davvero. Non mi sembra il caso di scoprirlo.- concluse Liam Payne, lasciandomi con un palmo di naso.
Scossi nuovamente la testa e lo seguii, mentre tentava di seminarmi fra i vari scaffali del negozio.
-No! Non mi liquiderai così in fretta! Qual è il problema, eh? Sono le mie scarpe? È il mio cognome? Non è quello che determina la personalità di una persona!- continuai a dire ad alta voce, in modo che mi potesse sentire, nonostante il presunto sordismo (sì, continuerò ad utilizzare questa parola!) e i tre metri che ci separavano a causa delle mie scarpe da riccona. Accidenti di nuovo a loro! Stronze.
Liam si fermò in mezzo al corridoio e si girò, visibilmente incazzato. Come si permetteva di incazzarsi? LUI? Io ero appena stata definita Superficiale! Io mi sarei dovuta incazzare!
-Il problema non sono le scarpe, non è il cognome. Non sono queste cose in sé per sé, sono queste cose per quello che rappresentano, ovvero una persona ricca, che disprezza quelli che non sono come lei e se non li disprezza, li considera meno di zero e io non voglio che succeda a me.-
-Lo sai chi è il vero stronzo fra me e te? Tu, perché credi di sapere tutto di me e del posto da cui vengo, senza evidentemente conoscere nessuna delle due cose.- dissi, molto tranquillamente, perché in certe occasioni e in certi luoghi, non è il caso di fare sfuriate da dive. E io non avevo bisogno di incrementare l’astio di Liam nei confronti delle persone ricche.
-Forse hai ragione tu, forse ho ragione io. Non lo sapremo mai.- rispose Liam, facendo spallucce e guardandomi per la prima volta davvero negli occhi.
-Potresti uscire con me e scoprirlo, invece.- ribattei, sempre tranquillamente, facendo un passo verso il mio libraio preferito, porgendogli ancora una volta il caffè. Speravo di avere un’espressione incoraggiante sul viso, ma allo stesso tempo severa, non volevo che pensasse di potermi trattare come la regina delle stronze! (Si lo so, “stronza” è una delle mie parole preferite!)
-Questa cosa non mi convince per niente,- borbottò Liam, squadrandomi e soffermandosi sul caffè, -Ma ho proprio bisogno di un caffè e tanto peggio di come sembri non potrai essere.- concluse, squadrandomi una seconda volta. Sorrisi, malgrado tentassi ancora di mantenere un’espressione convincente e dominante.
-Ora devo tornare a lavoro, dammi il tuo numero, se è quello che mi serve per liberarmi di te.- disse, iniziando a sorridere anche lui un pochino.
Gli presi il telefono e digitai velocemente il mio cellulare, salvandolo sotto il nome di “splendida Selene”, -Così non ti scorderai chi sono!- sogghignai, restituendogli il cellulare e avviandomi verso l’uscita del negozio, senza voltarmi a guardarlo di nuovo.
-So che mi stai guardando, Liam Payne!- esclamai, poco prima di uscire. –Questo caffè è freddo!- fu la risposta e dal tono di voce si capiva benissimo che stava sorridendo.
Vittoria.

 
So, here it is my new chapter! i really hope you enjoy it
and that you laugh at my stupid jokes,
and that you love Liam as much as i do
and that you don't mind if i write my comment in English,
because i really like English..
i'm strange, sorry.
by the way, if you like this story, please comment down below
or go reading my other stories :)
byyyyyyeeeee
LA

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