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Autore: foreveryounger    31/10/2013    0 recensioni
Una ragazza pericolosa,un ragazzo pericoloso che si incontrano in prigione.
Si ameranno o si odieranno?
Ci sarà un lieto fine?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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rrtrgtg Capitolo 2

Quel ragazzo mi stava iniziando a guardare con uno sguardo sexy,era davvero bello.Occhi verdi come lo smeraldo,capelli ricci e un fisico da sballo.
A me non dava l'impressione di un ragazzo cattivo,anzi tutto l'incontrario...ma si sa l'apparenza inganna.
Noi due intenti a guardarci.
I nostri occhi rivolti a guardarci.
Eravamo attratti l'uno dall'altro, A guardare ogni minimo particolare e a dir la verità mi dava fastidio essere guardata cosi.
Non lo sopportavo.
Nei suoi occhi vedevo rabbia,stavano cambiando colore.Mettevano un po' paura.
Il ragazzo aveva l'aria di uno che aveva passato l'infanzia colma di sorprese....a quanto pare non belle.Non so,ma c'era qualcosa che non andava.
Ritornai sulla Terra,ero in soprapensiero.
Nella stanza buia regnava un silenzio;nessuno si decideva a parlare.Avrei fatto io la prima mossa.
Io:Ciao!
Nessuna risposta,il ragazzo era impegnato a guardare tutt'altro.Era indifferente,era sulle nuvole.
Chissà a cosa starà pensando.
Io:Ciao!Alzai la voce,forse avevo esagerato.Ma almeno feci girare il ragazzo.
X:Ciao..
Io:Chi sei?
* Flash Back *
Il sole viene schiacciato dall’avanzare del buio.
La fresca brezza della notte striscia sulla mia pelle. La mia pelle. Bianca e fredda come neve immonda.
La trasparenza a rivestire il nulla.
Le mie vene svuotate, il mio cuore spento.
L’aria che si tinge di nero, il nero che inonda, come inchiostro colato dall’alto, tutto il mondo.
La mia bocca è secca, la mia lingua è un pezzo di carne asciutto e inerte.
Ho le mani appiccicose, mi sposto i capelli dalla fronte e le dita mi rimangono impigliate tra le ciocche dure. SANGUE. Sangue ovunque su di me e ora anche sui miei capelli sottili come liane sfibrate. Sangue rappreso.
Il mio ultimo pasto. Mi lecco la pelle per sentirne il sapore. Avariato, le ore trascorse ne hanno rovinato il gusto.
Lo stomaco è un antro che rimbomba di movimenti sonori. La mente barcolla dentro pensieri sfilacciati. Ho fame.
Mi alzo lentamente, le mie ossa scricchiolanti, i piedi nudi sul pavimento.
L’attico in cui dormo è il più accogliente degli ultimi duecento anni. Non ho mai sopportato cantine, seminterrati, cunicoli o quant’altro. Gli altri come me li usano perché è più difficile essere scoperti in quei luoghi non frequentati ma io odio svegliarmi sotto il livello della terra.
La finestra è alta e le tende sono di lino blu pesante. Il cielo è striato di colori chiari, tracce morenti del giorno passato. Forse è per questo che dormo sempre negli attici, per avvicinarmi al cielo, per stare più vicino a Dio. Io, essere dannato in eterno che sguazza nella perdizione, ho bisogno di osservare quello che mai conoscerò, ho bisogno di osservare Dio.
Le persone in strada rincasano frettolose, in cerca di calore e cibo.
Cibo. 
Odore di morte sulle mie mani.
I miei denti che affondano nella carne morbida, perforano i tubi delle vene e il flusso, l’incantevole, dolce flusso del sangue che confluisce in me. Divino piacere è sentire la vita scorrere dentro la mia morte infinita.
Le mie vittime… Prima c’è l’ipnosi poi il tremito del morso che si propaga come elettricità nel loro corpo, e infine l’immobilità, la pelle che scolorisce, il loro zampillo vitale che si affievolisce lentamente, verso l’oblio.
Quando vado a caccia, sento l’odore acre e pungente del dolore. Lo portano dentro alcuni umani, lo emanano dalla pelle, si affaccia dai loro occhi.
Sono loro le mie vittime preferite. Le anime perse, affogate nella sofferenza. Affondo le mie zanne nel loro collo e gli succhio via tutto quello che gli rimane con una avidità feroce di belva.
Prima di sprofondare nel sonno che mi ripara dai raggi del sole, mi piace attardarmi a pensare a quelli che ho ucciso. Così mi sfilano davanti tutte le mie prede, azzannate a morte, gli occhi sbarrati dalla paura, il sangue, rosso vivido o scuro, il sangue che zampilla fuori dalle loro vene per nutrire la mia gola arida.
Le mie vittime che muoiono per farmi esistere nei secoli, per farmi continuare ad uccidere.
La brezza notturna si alza leggera e la notte bussa alle mie finestre.
E’ leggera come me, i miei passi felpati, la mia presenza-assenza, tolgo il panno scoprendo lo specchio. Nulla, nessun volto riflesso, non esisto.
Ho fame.
Perché ho fame?
Sciacquo via i residui di sangue dalle mani, dai capelli e dalle labbra.
Questa maledetta fame. 
Maledetta fame di vita.
I canini mi tirano nella bocca, le lame appuntite pronte a ferire, le mie prede lì fuori nel mondo che mi aspettano per morire. Quando vedo i loro corpi a terra, svuotati involucri di carne in putrefazione, mi piace pensare di averli salvati.
Io sono come Dio. Io sono il loro Dio. Mi prendo le loro vite senza chiedere il permesso a nessuno.
Dio dove sei? Perché non mi fermi? Perché non recidi la mia vita dannata?
La fame mi fa vorticare i pensieri, la stanza si sforma sotto i miei occhi vitrei, e la notte, la notte, la notte continua a chiamarmi in canti silenziosi, strisciati di pena. Sento che mi sto trasformando, che sto diventando il suo re immortale.
La mia fame cresce, fa tremare le mie cellule morte, mi urla nel cervello, lo trapana di bisogno, urgente, urgente, urgente.
Se riuscissi a smettere, se potessi smettere, solo smettere.
Vorrei sedermi qui all’ombra ed essere travolto da un sonno senza risveglio che interrompa il mio tormento. Bloccato in un mondo senza uscita, io, vampiro, senza salvezza, condannato all’eterno appetito. Perenne desiderio di cibo mai appagato, ogni notte la fame che riaffiora insieme al piacere di sentirmi vivo mentre succhio la vita degli altri. La schiavitù del sublime piacere del sangue, che deperisce durante giorno e si risveglia di notte.
Sono morto ma continuo a vivere.
Una risata mi sgorga dalle viscere e sommerge la stanza di dolore.
Non so piangere, non ho calore.
Se solo riuscissi ad estinguere questa fame maledetta, potrei finalmente morire.
E così spegnere questa solitudine che mi allaga.
Dalla strada si propagano le voci. Mi affaccio. Gruppi di persone che parlano e si salutano e si tengono per mano.
Io dall’alto della mia stanza, li osservo come da una torre invalicabile che svetta nelle tenebre. Freddo nella mia solitudine, li fisso in silenzio. Per sempre sarò inaccessibile a tutti.
Davanti a me si allungano notti interminabili, uguali a se stesse, cerchi che si aprono e si chiudono. In eterno, solo notti da trascorrere, da solo.
L’angoscia sale dalle viscere alla mia bocca.
Vorrei gridare.
Se solo qualcuno potesse liberarmi.
Uno spasmo.
Desiderio.
Feroce.
Di sangue.
Tento di resistere.
Fame.
Non riesco.
Non posso.
RESISTERE.
Sapevo di non essere conosciuto ma nonostante ciò avevo paura di essere scoperto anche perché era la mia prima volta.
Ed avevo ancora sete.
Sete di sangue, puro sangue.
Gli animali erano la mia preda affinché me ne resi conto finalmente della vera potenza che dava il sangue umano. Non sapevo cosa fossì e nemmeno mia madre ne sapeva fino alla sua morte. Lui l'aveva uccisa con tanto sangue freddo e crudeltà che non potevo credere che io ero riuscito a scampargli. Lui era alto, robusto e con un viso senza età ed era mio padre, almeno da quello che mia madre mi raccontò quando avevo 5 anni. Anche io come Lui ero alto e senza età, ma una creatura in forma umana che si nutriva di sangue.

Dopo aver morso quella povera ragazzina ed aver condannato a morte mia madre dovettì nascondermi in una chiesa al margine della città. Ormai non avevo più paura,paura delle croci anche perché ogni sera stavo nel cimitero ad ascoltare il mio Protettore.
Lui sapeva che ero un figlio del Diavolo mandato a diffondere il Male nel mondo;ma io non ne ero ancora a conoscenza finché in una sera se ne uscì con questa discussione.

''Tu sei figlio del Male ma ormai non importa anche perché Dio ha perso la battaglia contro di esso tanto tempo fa.
Da quanto vedo sei sorpreso ma è così. Non tutti i parroci vogliono ammetterlo perché pensano che ci sia ancora una speranza ed anche perché verranno bruciati sul rogo, e per un parroco di ''fama'' è umiliante. Tu, come tuo padre sei molto forte e neanche te ne rendi conto, ma non devi ancora nutrirti del sangue umano. Saprai quando sarai pronto.
 Il sangue umano è pieno di energia vitale e peccati ed è proprio per questo che il Male prospera in questo mondo che da tempo non ha più fiducia in se stesso figuriamoci in Dio.''


Io taci per tutta la notte ed ascoltai le sagge parole del mio Protettore
****

Ciao ragazze,scusate se non ho aggiornato prima ma sono stata impegnata....scusate.
Spero che vi piaccia e se ci saranno degli errori,scusatemi,ma non ho il tempo di ricontrollarlo.
Ciao :)
  
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