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Autore: ImAFeather    01/11/2013    6 recensioni
[...]E gli occhi parlano più di mille parole dette, sussurrate o urlate; più di mille gesti fatti, gettati o pensati; perché sono occhi, fanno parte dell’uomo, ma non sono controllati da questo… sono come i diamanti scalfiti, solo, da loro simili.
E Beth sapeva che con gli occhi non si può mentire, non si può ferire; ma sapeva, anche, che con gli occhi si può amare, si può morie.
Eppure, doveva ammetterlo, sapeva che ciò che fa innamorare il mondo sono le parole, dolci suoni che compongono eterne melodie.
E sapeva anche che... quelle parole... pronunciate dalle sue labbra... erano state il colpo mortale.
E allora Beth disse addio a quell'ultima scheggia di cuore che le era rimasta; perchè adesso lo sapeva che era completamente, e irrimediabilmente, suo.
| Alec è un musicista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
| Beth è un'artista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
N.d.a. Non è la solita storia d'amore se d'amore vogliamo parlare!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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»Chapter 8

 

Who are you? - As Ink On Paper

 

Era passato, ormai, un mese dall' incontro con Alex, e Beth, da quel giorno, non lo vide più.
Lo cercò tra i banchi di scuola, nei bagni del terzo piano e in quelli degli altri, nei bar agli angoli della città, al Palladian Bridge.
Di Alex nessuna traccia.
E così come era apparso, sparì.


***

4 dicembre, 2013

Il freddo di dicembre si faceva ormai sentire nella cittadina di Bath, e Beth, stretta nel suo parka verde militare di qualche taglia in più, batteva i denti per il freddo. La fila davanti al Colonna and Small's Speciality Coffee era interminabile e Beth e Hannah desideravano solo un maledettissimo caffè.
Dopo circa un quarto d'ora finalmente quel liquido caldo le riscaldò, dando sollievo e torpore ai loro corpi.
Quel pomeriggio sarebbe stato una lunga avventura all'insegna dello shopping, e anche se Beth non ne aveva nessuna voglia, l’entusiasmo di Hannah era troppo coinvolgente per dirle di no. Di lì a poche settimane ci sarebbe stata la festa di Natale organizzata, ogni anno, dai genitori di Ed, e tutta Bath era invitata.

***

Drin drin

Maledetta sveglia, pensò.
L’orologio segnava solo le sei del mattino e Beth era già in ritardo.
Dieci minuti dopo correva per la fredda cittadina, la sciarpa che le stringeva il collo, i capelli che svolazzavano, il freddo pungente e i lacci degli anfibi che rischiavano di farla inciampare.
Non importava.
A Beth Smith, quel giorno, non importava di nulla.
Non le importava dello stomaco che brontolava, del telefonino dimenticato a casa, di non presentarsi a scuola quel giorno, della madre che non l’avrebbe trovata e del bigliettino lasciato sul frigo per avvisarla, che non avrebbe risolto nulla.
Non le importava.
Voleva solo correre più forte, più veloce.
Non fare tardi.

La stazione di Bath era quasi vuota.
Un cartone della pizza accanto ai suoi piedi, un’ansiano signore con un giornale vecchio di tre giorni, una birra a qualche metro, il freddo e le mani che sudano.

Non c’è.

Cazzo non c’è.

La delusione, il freddo e le mani che sudano.
E Beth che si sentiva più stupida che mai.

L’aveva promesso.

E lei stupida c’era cascata come sempre.

L’aveva promesso.

E lei l’aveva creduto.
E come sempre non le rimaneva altro che una nuova cicatrice da aggiungere alle altre. Alla vasta collezione.
Una nuova cicatrice, il cuore che fatica a battere, il corpo più pesante che mai.
Beth se ne và.

Le strade erano più affollate, i bar gremiti di gente e aroma di caffè, gli alberi innevati, i marciapiedi scivolosi, e i lacci degli anfibi ancora sciolti.


***

Bath di sera sembrava così magica, decorata da neve e lampioni accessi. Il vento che soffiava leggero ma freddo. I cappotti, le sciarpe, i guanti.
Casa di Ed sembrava un presepe.
Luci.
Tante luci.
In una serata senza stelle.
Tutta Bath era lì fasciata nei suoi abiti più eleganti, nei gioielli, nello champagne, nello sfarzo.
E, a d’un tratto, Beth si sentiva fuori posto. Come sempre.
Il suo vestitino nero, uno dei suoi preferiti, sembrava sciatto e i suoi anfibi facevano a pugno con i tacchi delle altre ragazze.
Ma a Beth non importava.
Era abituata a sentirsi così.
Ad essere quella strana.
Hannah, invece, era bella come sempre, il suo vestito verde bosco, le infondeva sicurezza e Beth non si sentiva più così sola.
Le due amiche andarono in cerca di Ed e lo salvarono dalle grinfie della vecchia Mrs. Jordan, proprietaria di un edicola in centro, che aveva un debole per lui.
Il loro amico non era mai stato così elegante.
Smoking nero, cravatta, e camicia bianca.
Sembrava uscito da Le Iene di Tarantino, ed era proprio bello.
E Hannah non gli staccava gli occhi di dosso.
E Ed non le staccava gli occhi di dosso.
E Beth si sentì di troppo.
Prese il cappotto e uscì fuori.
Le scalinate erano scivolose e fredde, le ossa come ghiaccioli, le guance rosse e i denti che lottavano tra di loro.

Beth Smith era sola. In una sera fredda, senza stelle.

Poi ad un tratto qualcosa o qualcuno le cadde a dosso.
Un ragazzo.
<< scusa… >>

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Ink Droplets

Care lettrici,
eccomi di ritorno dopo una lunga, lunghissima assenza.
Mi scuso, ma come sapete avevo il pc rotto.
Ma adesso sono nuovamente qui.
Questo nuovo capitolo spero vi piaccia, anche se non è un gran che, sicuramente vi aspettavate un evolversi della storia tra Beth e Alex, ma colpo di scena: è sparito.
E’ già passato un mese e Beth sembra averlo dimenticato.
Ma chi sarà mai il misterioso ragazzo che le cade addosso??
Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Recensite in tanti!!!

Xx Fil

   
 
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