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Autore: Rika Rini    02/11/2013    1 recensioni
Angelo.Parola malsana.
Morti che camminano.
Morti che amano.
Morti che vivono.
Famiglie che vengono distrutte.
Il peso nel cuore dei sopravvissuti,io e lei.
Io,essere senza cuore che vivrà a lungo.
Lei,persona completa che morirà presto.
Io e mia sorella.
Fino a che non arrivano gli occhi color del cielo.
Io terra,lui cielo.
Ci incontriamo solo su una linea sottile.
Lui persona,io cosa.
Finché l'Angelo non fa la sua comparsa.
Ed io torno ad essere persona.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Pat e io camminavamo sulla strada che ci avrebbe condotto a casa dalla scuola elementare,appena dietro di noi camminavano altri due bambini della stessa scuola,frequentavano la quinta,perciò avevano tre anni più di noi. Pat mi chiese- Kat,oggi torna papà,vero?- Io annuii felice,nostro padre non tornava spesso a casa a causa del suo lavoro,perciò qualche giorno fa quando trovammo una sua lettera,in cui diceva che sarebbe tornato a casa per una vacanza di qualche giorno,ci sentimmo immensamente felici. A quel punto uno dei bambini dietro di noi disse,a voce troppo alta-La sai la leggenda metropolitana di cui tutti parlano?-Pat e io non potevamo fare a meno di ascoltare,un po’ per la curiosità,un po’ perché era inevitabile,mia sorella gemella strinse ancora più forte la mia mano,come sempre aveva paura di quegli argomenti. –No,però sono curioso,raccontamela -rispose il secondo bambino,e così il primo incominciò a narrare-Si dice che se un morto ritorna in vita sia uno zombie,un essere che mangia gli altri essere umani,che a loro volta poi si trasformeranno in zombie- A quel punto intervenni io dicendo-Queste cose in fondo sono conosciute,non avete mai visto questo tipo di film?- I due mi guardarono,stupiti che una bambina di otto anni dicesse quelle cose,sorrisero,inaspettatamente,si avvicinarono e iniziando a camminare accanto a noi dissero- Continuate ad ascoltare- E così l’altro riprese il racconto-Si dice che se un membro della tua famiglia o un tuo amico si trasforma in zombie e ti morde,iniziando a dare vita all’inferno devi scrivere un  numero di telefono su una superficie di vetro, ma lo devi scrivere con il tuo sangue, e se sbagli anche solo un numero sarai spacciato-                                                                                        -E  anche se scrivo questo numero come posso salvarmi la vita? Do la lastra di vetro in testa allo zombie?-chiesi io scettica,i due risero,mentre Pat al contrario iniziò a tremare come una foglia. È stato sempre così. Fin dalla nascita io sono stata quella forte,mentre Pat era dolce e fragile,la figlia desiderata da tutti. Nonostante siamo lo specchio l’una dell’altra,gli stessi capelli lunghi e corvini,gli stessi occhi verdi,la stessa carnagione chiara,non possiamo essere più diversa l’una dall’altra. –No,no!-esclamò uno dei bambini-Si dice che in quel momento arriveranno delle persone che uccideranno lo zombie!- Io risi di lui,come poteva veramente credere a quelle cose? Scettica gli dissi-Certo,certo,ricordati bene il numero-guardai Pat,era letteralmente terrorizzata-Andiamo Pat,non perdiamo tempo con questi due- iniziammo a camminare nuovamente da sole,quando da lontano uno dei bambini mi urlò il numero,non capii perché lo fece,in fondo perché affannarsi tanto per dire un numero a qualcuno che nemmeno ci credeva?
Pat mi chiese- Kat,tu credi che quello che hanno raccontato quei bambini sia vero?- io sorrisi per rassicurarla e le risposi- Ma no,certo che no,come potrebbe mai succedere qualcosa del genere nella vita reale?- Era vero,non ci credevo,eppure,in verità,anch’io avevo avuto un po’ di paura,nonostante tutto sono ancora una bambina. Arrivammo a casa poco dopo,appena entrate sentimmo il classico odore di tabacco che nostro padre portava con sé, togliemmo il giaccone e la cartella letteralmente scaraventandoli a terra e gli corremmo incontro. In un lampo eravamo in cucina ,lui era lì davanti,insieme a nostra madre a la fratellone. Dall’ultima volta che lo avevamo visto i capelli gli si sono striati di bianco,ma non fa niente,è pur sempre papà. Chiamandolo a gran voce lo andammo ad abbracciare,lui sorridendo ci prese tra le braccia e ci chiese-Ehi,diavoletti,come state?- Noi due sorridenti dicemmo-Tutto bene,papà!Tu come stai?Quanti giorni  resterai?-ogni volta che tornava a casa era il solito interrogatorio,mio padre rispose alle domande con calma,sorridente,ormai abituatasi al nostro comportamento. Nostra madre ci esortò- La cena è pronta,venite- la guardai risentita,ogni volta era così,anche papà le avrebbe dovuto dire qualcosa,invece sorrise e ci depose a terra. Una cosa ho notato,dopo aver abbracciato il papà,il suo corpo era stranamente freddo.
I giorni successivi trascorsero tra divertimenti di ogni genere,tutti in famiglia. Al settimo giorno,però il papà cominciò a comportarsi in modo strano,si chiudeva nella sua stanza e non ne usciva se non per i pasti,più tempo passava e più appariva pallido. Ero preoccupata,estremamente preoccupata,avevo paura che mio padre potesse essere malato,un giorno chiesi a mia madre- Mamma,il papà è malato?- lei tentò un sorriso e accarezzandomi la testa rispose-Stai tranquilla,Kat,tuo padre sta benissimo,ora vai a scuola- io obbedii,perché non potevo fare altro.
Pat mi diede la mano e uscimmo di casa,la scuola fu come al solito,niente di speciale. Quel pomeriggio poi ci sarebbe stata la festa di compleanno di un nostro amico,così andammo direttamente a casa sua,senza ritornare a casa. Trascorremmo il pomeriggio giocando e mangiando dolci,e quando fu sera ritornammo a casa. Pat ridendo mi chiese-Racconteremo a papà tutto quello che abbiamo fatto!Vedrai riderà almeno un po’!- Io sorrisi,l’allegria di Pat mi metteva sempre di buon umore,al suo contrario io non ero per niente allegra,presi la chiave di casa che tenevo in tasca ed aprii la porta,tutte le luci erano spente. Strano,pensai,a quest’ora dovrebbero essere tutti in casa.
-Pat,sapevi se oggi i nostri genitori dovevano lavorare di sera?-chiesi,nella speranza che la risposta fosse si,mia sorella rispose-Non mi sembra,Kat- Deglutii,non era normale,a meno che non avessero deciso di farci uno scherzo,provai ad accendere la luce,non funzionava …
Pat stringeva forte la mia mano,avanzavamo lentamente nel buio più completo,quando vedemmo della luce filtrare da sotto una porta,lasciai la mano d Pat e le ordinai-Tu resta qui- lei annuì.
Mi avvicinai alla porta e l’aprii,la prima cosa che pensai è che la vista mi  stesse facendo un brutto scherzo,subito dopo rimangiai le mie parole. Nella stanza c’erano i corpi di mia madre e mio fratello straziati,e al centro ricoperto dal loro sangue c’era mio padre.
  
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