A tutte coloro che amano un frizzante e dolce lieto fine che segna l'inizio di un percorso da vivere passo dopo passo con la propria metà perfetta. Questo è un extra riguardante le coppie secondarie di The dress of seduction: in particolare questo momento è dedicato alla storia d'amore di Harry e Jade, che si svolge per tempi propri dalla storia originale.
Happy Ever
After: Jade and Harry
<<
Harry, lasciami! Altrimenti farò tardi >> Jade rideva nel vano tentativo
di divincolarsi dall’abbraccio del suo impertinente fidanzato.
Lui le
riservò un piccolo morso nell’incavo del collo, per poi imprimerci un dolce
bacio. << Perché non rimani? >> si lamentò sporgendo
capricciosamente in fuori il labbro inferiore.
<<
Perché le ragazze mi stanno aspettando, e sono mediocremente in ritardo! Sai
cosa vuol dire? Io, >> calcò
sul pronome con enfasi << Jade Ward sono in ritardo ad un
appuntamento! >>.
Harry
sbuffò producendosi in un cipiglio scontento. << Mi stai dicendo che
preferiresti andare ad una festicciola di addio al nubilato, piuttosto che
rimanere nuda nella vasca da bagno con tuo marito? >>. Con fare malizioso
l’attirò ancora a sé per i fianchi, inducendola ad aderire ancora di più al suo
corpo lussurioso. Zampilli d’acqua scivolarono dai bordi della vasca, mentre
Jade godeva della deliziosa frizione scatenata dal contatto della loro unione.
<<
Tecnicamente non sei ancora mio marito. Tutto dipenderà dalla risposta di
domani… >> riuscì a profanare la voce flautata di Jade, aggrappandosi
alle braccia di lui.
Il riccio
ruotò il bacino; chinandosi le leccò la pelle all’inizio di un seno. <<
Che sarà un forte e appassionato “sì” >> commentò lui, sollevando gli
angoli della bocca in un bellissimo sorriso, completo di peccaminose fossette.
Jade si
sentiva completamente in balia di quel misto d’odore d’eccitazione e
bagnoschiuma. Il telefono squillava dall’altra parte della parete,
probabilmente quello di lavoro, ma lei non riuscì a muovere un solo muscolo per
andare a rispondere. Avrebbe significato porre fine a quella seducente
sensazione di paradiso, e tutto in lei gridava parole di ribellione. Al diavolo
il lavoro.
Sorrise.
Era sempre stata in grado di porre qualsiasi persona e situazione sotto il suo
controllo, ma con Harry, ogni fibra del suo essere voleva lasciarsi andare alla
magia del suo amore per lui.
Non c’era
niente da controllare in quel sentimento, ed era meraviglioso. Lui, il suo
migliore amico, e imminente marito era tutto quello che aveva sempre saputo di
voler avere, ma che non aveva mai fatto nulla per prenderselo.
Almeno fino a quel giorno…
<<
Lei è molto sicuro di sé, signore. Molti potrebbero far passare questa sua
peculiarità per arroganza. >> Jade penetrò il suo sguardo grigio, vivo
di libidine, in quello verde di Harry.
Lui le
passò le mani nei lunghi e bagnati riccioli scuri. << Se questo fa di me
un uomo arrogante, signorina, mi rincresce non poterle porgere le mie scuse. Il
mio amore per lei non conosce limite >>.
Le sue
parole scatenarono un acceleramento del battito di Jade; la pelle
formicolò sotto le sue attente carezze, le dita dei piedi si arricciarono nell’acqua.
Harry
aumentò l’intensità dei suoi movimenti, fomentandoli con l’aiuto delle labbra
che valicarono i seni piccoli e morbidi di Jade.
Assaporò
il dolce sapore della sua pelle sottile, baciò una per una le delicate
lentiggini spruzzate sulle guance rosee; finché lei non sospirò di piacere,
venendo incontro ad un travolgente amplesso.
<<
Cosa…cos’è che diceva a proposito del non conoscere limiti? Non le stavo
prestando molta attenzione a dire il vero… >> gemette estatica.
Harry
rise in quel suo modo roco, dolce e ruvido, dannatamente appagante per le
orecchie di Jade, che quasi venne di nuovo.
<< Presta attenzione a questo, tesoro… >> La galanteria fu messa
diligentemente da parte dal lato primordiale dell’uomo che la stava portando al
di là d’ogni sua più fervida aspettativa.
Con le
dita Harry avvolse le ginocchia snelle di Jade, facendo pressione nella parte
interna per divaricarle. La portò completamente alla sua mercé. << Ti ho
sempre voluta, Jade Ward. Solo te. Da sempre. >> La baciò, traendo un
dolce godimento nell’udirla gemere ad ogni stoccata di lingua.
<<
Lo so. >> Jade gli poggiò le braccia sullo sterno, una volta che ebbe
riacquistato la facoltà di parlare, aggiunse: << Ti amo >>.
Harry
sorrise. Aah dio…e dire che ancora non ci poteva ancora credere che finalmente
le apparteneva. Era rimasto abbagliato dalla bambina dai lunghi riccioli arruffati
tenuti a stento da due trecce all’asilo; infatuato dalla ragazzina con
l’apparecchio, capo del comitato studentesco, e vice-capitano femminile della
squadra di football; e innamorato della donna che n’era uscita dal college,
sempre sicura di sé, determinata, ma più matura, e anche intimamente fragile
per il dolore scaturito dall’inaspettata e terribile perdita dei suoi
genitori.
<<
Te lo ricordi la prima volta che me lo hai detto? >>
mormorò Harry.
Jade rise, annuendo. << Come potrei scordarmelo? È impossibile.
Non dopo che la signora G si è fatta in quattro per registrare la scena in
videocassetta >>.
Anche lui
scoppiò a ridere di sorpresa. << Non posso crederci! E me lo dici solamente
adesso? Voglio rivederlo! Subito >> Il riccio si mosse per uscire dalla
vasca, cogliendo Jade totalmente alla sprovvista. << Cosa?! No! Fermo!
Dove vai?! >> contestò.
Ma Harry
si era già messo un asciugamano in vita ed usciva a gran risate dal bagno.
Jade fu
costretta a buttarsi all’inseguimento, avvolgendosi l’accappatoio intorno al
corpo, e soffocando a stento le imprecazioni. << Stai spargendo gocce
dappertutto maledizione a te! >> ma non poté fare a meno di riderne
divertita.
La
signora G non era in casa, per fortuna. Altrimenti il signorotto avrebbe
passato le pene dell’inferno per tutta quella confusione. Non era un segreto
che Jade avesse un lato ossessivo-compulsivo - Miss Perfezione ed Efficienza - ma Grace era cento volte peggio.
Gli occhi
verdi di Harry ficcanasavano nella libreria in cerca del filmato proibito.
<< Dove avrà potuto metterlo? >> pensò a voce alta. Jade lo sapeva,
ma lungi dal dirglielo preferì metterlo fuori strada. << È in camera sua.
Luogo off-limits. E se ci metti piede anche se ha un debole per te, userà il
tuo testone come palla da baseball. Che disdetta…dovremmo lasciar perdere.
>> convenì facendo spallucce, ma il riccio non le stava prestando alcuna
attenzione.
I suoi
occhi vagarono vigili su ogni scaffale, la posa rilassata e indifferente alla
scia d’acqua che aveva lasciato per tutta la casa.
<<
Vuoi venire via da lì? >> proferì lei, assumendo un’aria annoiata.
<< Penso che me ne tornerò nella vasca. Nuda. Completamente nuda tra le bolle di sapone… >>.
<< Certo, piccola. Vai pure >> fu la risposta distratta di Harry. Lo sguardo
puntò una fila d’album di famiglia. Jade strinse forte gli occhi, quando le
dita di lui agganciarono il raccoglitore contenente le foto del college.
La
signora G non era mai stata brava a tenere un segreto, figuriamoci a
nasconderlo!
Jade si
mosse per bloccarlo, ma Harry consapevole di avere tra le mani il tesoro, sviò
in fretta dall’altra parte. << Vuoi dire che è qui dentro? >>
ghignò compiaciuto. << Tombola >>.
Gli occhi
grigi di lei lo fulminarono, incrociando le braccia al petto.
Il riccio
sghignazzò scoprendo un cd in una delle lucide pagine. Lo fissò rigirandoselo
tra le dita. Un luccichio intenso negli occhi gli illuminarono l’intero volto.
<< È il ricordo più bello che ho di te. Ne ho molti, ma questo è speciale
>> mormorò piano, scandendo con profondità ogni parola.
Un po’
della maschera irritata di Jade, vacillò. La sua voce suonò più dolce: <<
Anche per me >>.
C’era una
ragione ben precisa, se avevano scelto insieme il giorno di San Valentino come
data delle loro nozze. Non avrebbero scelto un’altra data se non quella.
Jade
sospirò, prendendo il telecomando. << Bé a questo
punto, perché non vederlo? >>. Mancava ancora un'ora
all'uscita con le ragazze. E anche se non lo avrebbe ammesso ad alta
voce: anche lei voleva rivivere quel giorno.
Harry la
guardò con una punta di scetticismo.
Lei gli
strizzò l’occhio. << Prima che la signora G torni, perché credo che la
tua faccina non basterà a frenare la sua collera, scozzese in gonnella >>
lo canzonò alludendo all’asciugamano rosso a scacchi che gli cingeva la vita
stretta. Si sedette accanto a lui, circondata dalle sue braccia.
<<
Devi promettermi una cosa >> disse Harry dopo averle dato un bacio sulla guancia.
<<
Non ti prenderò in giro se dovessi metterti a piangere. >> lo rassicurò Jade, precedendolo, e
dandogli un buffetto scherzoso sul petto.
<<
Sei la donna giusta per me >> sospirò lui con un sollievo teatrale;
l’attirò a sé, poi premette il tasto play.
Avrebbe
pensato a tutto. Non vedeva l’ora di pensare a tutto. Eccelleva nella gestione
d’ogni minimo dettaglio.
Era il
suo lavoro, e modestamente sapeva farlo bene.
Nel
giorno delle sue nozze, però le sue migliori amiche, nonché colleghe e socie in
affari, stavano cercando di metterla da parte.
<<
Smettila di fare la bacchettona, Jade. Mi stai facendo salire il crimine.
>> sospirò Nat, mentre con una mano reggeva la macchina fotografica e con
l’altra un bicchiere di champagne, che porse a lei. << Pensa a rilassarti
>>.
Non c’era
ragione, nessuna buona ragione, per cui sentirsi così irrequieta.
Invece sì, pensò trepidante. Si stava per sposare!
<< Ne abbiamo già parlato. Oggi saremo noi a preoccuparci
per te. >> Una
Juliet in terzo mese di gravidanza, era piegata sulle ginocchia per
sistemare
la gonna voluminosa dell’abito: cascate di strati e strati di
veli in taffettà partivano dal corpetto scendendo verticalmente,
e arricciandosi creavano delle onde morbide e
vaporose.
Allison
entrò nella stanza, con il suo vestito da damigella color rosa
classico. Buttò sulla poltrona il tablet. << La torta
è
arrivata: metà ricoperta di panna bianca, altra parte ricoperta
di cioccolato,
guarnita con fragole e crema di cacao al latte. Ho dato istruzioni al
catering
di metterla nella sala grande, insieme alle portate principali che
saranno
disposte dopo il taglio della torta e foto con i cari. >>
strizzò
l’occhio a Jade. << Sono certa che durante la tua luna di
miele non
avremo problemi. Non mi dispiacerebbe prendere il tuo posto, visto
quanto ci
sono portata >>.
<<
Sei licenziata >>.
La mora
buttò la testa all’indietro, ridendo divertita della risposta di Jade alla sua
provocazione.
<<
Devo farvi un discorso >> annunciò poi la riccia, dopo aver bevuto un sorso del suo champagne.
<< No,
mai! >> suonarono all’unisono Juls, Nat ed Allie.
<<
Divertente. Dopo aver finito qui, rivedrò le clausole dei vostri
contratti.
>> Jade proseguì imperterrita. << Allie, hai scelto
di rinunciare
alla tua borsa di studio a New York per continuare a studiare qui.
Sempre con
l’obiettivo di diventare una grande designer di moda. In parte
era per restare
qui con me dopo la morte di mamma e papà. >> fece segno
ala mora di non dire niente. << Ho sempre saputo che tu Nat,
potevi
fare molto di più con il tuo talento e la tua Nikon, che
lavorare part-time. Avevi tutte le capacità di sfondare, e
quando è nata Promesse, non c'era nessun altro a mio parere che
potesse fare questo lavoro meglio di te. E tu, Juls, al di
là del tuo carattere superficialmente sfuggente e ritroso,
quando sei venuta da
me al funerale dei miei, mi hai dato prova della tua empatia. Ho capito
che in
fondo io e te ci sentivamo uguali, entrambe desiderose di fare in modo
che le
persone intorno a noi stessero bene. >> Le guardò
intensamente, una per
una. << Per prima cosa, voglio dirvi che vi voglio bene. abbiamo
condiviso così tanto in questi anni, gioie e dolori. E quando le
cose non
potevano andare peggio, sapevo di avervi accanto. Questa società
è la nostra
famiglia. Abbiamo creato tutto questo insieme, giorno per giorno, e ne
vado
incredibilmente fiera >>.
<<
Gli ormoni…dio che fregatura >> Juliet sbatté le palpebre, scacciando via
le lacrime.
Nat
la tirò a sé, prendendola in giro, sebbene anche lei non
avesse gli occhi asciutti. Si tirarono l'un l'altra in un abbraccio.
Formavano proprio un bel quartetto.
<< Le mie ragazze. Che bello trovarvi tutte qui, insieme >>
La signora G
sbucò con un mazzo di fiori, che Jade realizzò essere il
suo bouquet. Con sua
sorpresa, vide anche che Grace indossava il suo vestito preferito,
quello delle occasioni speciali: blu con i motivi floreali sulla gonna.
Lo stesso giorno, solo di qualche anno fa, lo aveva indossato per lei.
Si piazzò
davanti a lei, gli occhi scuri pieni di amore. << Sei bellissima.
>> le diede un buffetto su una guancia. << Questo è per te, bambina
>>.
Jade non
aveva mai visto un bouquet tanto bello, e c'era un motivo. Era il suo
bouquet da sposa, e a porgerglielo era la donna a cui voleva
più bene al mondo.
Prese tra
le mani quella cascata colorata di petali di fresie bianche, bucaneve e steli
carnosi di amaryllis rossi; stringendoseli piano al petto. << Signora G…Farebbe una cosa per me? >>
esordì, con un tono dolcemente commosso.
<<
Qualsiasi cosa >>.
<<
Vorrebbe accompagnarmi all’altare? >>.
Una lacrima
rigò la guancia rugosa di Grace. << Non chiedo di meglio >>.
Jade fece
il suo ingresso in sala, dopo le ragazze. Di fianco a lei c’era la signora G,
che con una mano la stringeva e l’altra era posata affettuosamente sul suo
braccio.
Harry teneva le mani congiunte dietro la schiena, e un
sorriso che gli usciva da un orecchio all’altro.
Quando gli prese la mano, un fiume d’eccitazione sboccò
dai suoi occhi verdi. Lo vide rispondere all’occhiolino della
signora G, poi si chinò rubandole un bacio a fior di labbra.
<< Comportati bene >> sussurrò lei, reprimendo
un sorriso divertito.
<< Ti sto sposando. Come vuoi che mi comporti?
>> gongolò il riccio, rivolgendole di sbieco uno sguardo lascivo.
La signora G avrebbe tirato le orecchie ad entrambi, se
non avessero chiuso i “forni” come ripeteva sempre lei.
Jade trattenne una risata al pensiero. << C'è una cosa che devo dirti
>> disse sottovoce.
<< Cosa? >>
Si voltò leggermente. << Vi amo, Darcy >> la
voce s’inclinò leggermente.
Lui le strinse la mano. << Vi amo, Elizabeth
>>.
Lacrime silenziose, di autentica felicità, sbocciarono dagli
occhi di Jade, quando mise l'anello nuziale al dito di Harry.
Il tempo guarisce le ferite- le
ripetevano persone che le volevano bene- e Jade sperava che avessero ragione,
ma mentre se ne stava sul letto nella sua camera, mesi dopo l’improvvisa e
orribile morte dei suoi genitori, lente e travolgenti ondate di dolore
minacciavano di sommergerle l’anima. Considerò la possibilità di fuggire
dall’evento di oggi, di fingersi malata o di aver avuto un contrattempo, ma non
poté nemmeno completare quell'idea poiché sua sorella Phoebe comparve dal
nulla. << Sai vero che una Ward non manca mai ad un impegno? Soprattutto
quando n’è la protagonista >> la rimbeccò, come se sapesse leggerle nel
pensiero.
Alzò le spalle. << Non
riesco a farmi la treccia >> confessò mostrandole il codino e la
spazzola.
In risposta, sua sorella cominciò
ad armeggiare con i suoi riccioli.
Davanti allo specchio, Jade la
scrutò in silenzio.
Aveva così tanto, cercò di
ricordare a sé stessa. Senza Phoebe, non sarebbe mai riuscita a venire
fuori da quel tragico momento. E Grace, la loro fedele governante, aveva tenuto
insieme i pezzi dei loro cuori andati in frantumi, con il suo incrollabile
sostegno.
<< Mi sembra privo di senso
fare questa cosa. E soprattutto oggi. Quando ho partecipato alle
audizioni... >> esitò, guardando con diffidenza il copione
sulla scrivania.
<< Volevi regalare ad
entrambi un giorno speciale nel loro anniversario di matrimonio. Oggi salirai
sul palco e darai prova del lavoro che ci hai messo per realizzarlo. >>
continuò Phoebe. Le batté le mani sulle spalle; dai palmi parve volerle imprimere del buon
senso. << Fatto. Stai benissimo. E adesso vai di sotto perché la signora
G vuole vederti >>.
Jade sospirò raccogliendo il
blocco di fogli sul comò, scese le scale dopo aver ringraziato sua sorella.
Un gradino alla volta, si sentiva
gli occhi puntati dei suoi genitori addosso dai ritratti appesi alle pareti.
Non c’era motivo che potesse spingere Jade a buttarsi sul letto e piangere quel
giorno.
Era giunto il momento di nuotare,
si disse.
Non avrebbe mai ceduto alla
corrente.
Per loro, per Phoebe, per Grace.
Per se stessa.
<< Signora G, voleva
vedermi? >>.
L’aroma proveniente dal forno era
squisito. Jade capì che Grace stava cucinando il suo dolce preferito:
ciambellone al cioccolato ricoperto con glassa di zucchero; e se ne ritrovò
impensierita. La signora G metteva le sue emozioni nei piatti che preparava.
<< Ero sicura che non lo
avrebbe più preparato. >> si ritrovò a dire, senza che avesse il tempo di
fermarsi.
Grace puntò i suoi occhi scuri su di lei: << Anch’io >>
ammise, con un tono dolce increspato dalla tristezza.
Non era solamente il suo dolce
preferito. Era la torta che la signora G preparava esclusivamente una volta
all’anno: il giorno di San Valentino, oggi, l’anniversario dei suoi genitori.
Non c’era bisogno che Grace
aggiungesse altro alla questione. Né lei, né Jade avrebbero smesso di vivere
quel momento nonostante fosse andato perduto con l'incidente.
Jade si sentì un’idiota
per i pensieri stupidi fatti poco prima. Posò sul bancone il copione
dell’opera.
<< Siediti ragazzina. Prima
che tu vada a finire di prepararti, devo scambiare qualche parola con te
>> le spiegò, facendole segno di sedersi con il mattarello.
<< Sissignora >>.
Grace indossava il suo miglior
vestito: blu scuro, con intricati motivi floreali bianchi sul terminare della
gonna. I capelli castani tagliati corti erano accuratamente
pettinati e lucenti. Persino il grembiule era immacolato, e Jade si ritrovò a sorriderne.
<< Bene allora >> detto
ciò si accomodò anche lei. << Ho precisamente tre punti per cui
blaterare. Dopodichè alzerai le chiappe e filerai via da questa cucina
>> decretò, alzando il primo dito. << La prima cosa è che voglio
che tu sappia che sono molto orgogliosa di te. Sono stati mesi molto duri in
cui io stessa ho perso la via un paio di volte, ma tu più di tutte hai fatto sì
che tutto procedesse per il meglio. >> con l’altra mano prese quella di
Jade e la strinse, << Desideravo solamente che le mie bambine stessero
bene e che sapessero che io non le avrei mai lasciate combattere da sole, ma mi
ritrovavo in un vicolo cieco perché non sapevo come riuscirci. Sei stata tu ad
impedire che sbattessi la testa contro il muro. E non azzardarti ad aprire la
tua boccaccia per contestarmi, ragazzina. Sono vecchia, ma sono saggia e so
quel che dico. >> le lanciò un’occhiata da KO.
<< Secondo punto: non
credere neanche per un secondo che quello che tu stia facendo oggi non abbia
valore >>.
<< In verità l’ho pensato…
>> Gli occhi grigi di Jade si scurirono di rammarico. << Per un
momento ho creduto che niente di tutto questo lo avesse. Mi dispiace, signora G
>>.
<< Non ti biasimo se l’idea
ti abbia attraversato la mente, bambina. Non devi chiedermi scusa... perché sta a te
la scelta di portare avanti questa cosa oppure no >>.
<< Lo so. L’ho capito. E
voglio farlo… >> la voce di Jade si velò di una nota combattuta.
<< C’è qualcos’altro a
bloccarti. O meglio qualcuno che non vuoi vedere allo spettacolo ed io credo di
sapere di chi si tratta >>.
Jade giocherellò con le pagine del
libricino, assorta.
Aah quanto aveva faticato per
ottenere la sua parte nello spettacolo. Le era sempre piaciuto il
teatro e la
recitazione, e al college aveva scelto di coltivarne la passione come
corso extra.
L’insegnante del corso, un giorno aveva annunciato alla classe
che a fine
trimestre si sarebbe tenuta la rappresentazione di una celebre opera
teatrale: Pride and Prejudice di Jane Austen. Non appena aveva saputo
che la
presentazione datava proprio il 14 febbraio, Jade si era messa in moto,
studiando e memorizzando giorno e notte le parti della protagonista del
romanzo,
Elizabeth Bennet, e presentandosi poi alle audizioni.
Con grande gioia aveva ottenuto il
posto: insieme ad Allison aveva ritenuto che sarebbe stato una bel regalo di anniversario
per i suoi genitori. Peccato che la sua migliore amica non avesse accettato di
presentarsi anche lei: Allie aveva gusti…bé diciamo che quel mondo non
rispecchiava propriamente la sua personalità più ribelle ecco.
C’era qualcun altro, invece, che
si era proposto per recitare il ruolo dell’affascinante ed enigmatico Mr Darcy. L’ultima
persona che avrebbe voluto vedere dopo ciò che era successo e con la quale avrebbe suo malgrado dovuto
recitare sul palco.
<< E dire che eravate solo
due bambini che giocavano a Matrimonio. Vi scambiavate bacetti come se nulla
fosse. Bontà divina come siete cresciuti! >> ridacchiò Grace, alzandosi
dalla sedia. << Prima o poi doveva succedere >> affermò con sguardo compiaciuto.
Jade alzò lo sguardo, mirandolo
fuori dalla finestra, verso il dondolo che pendeva dal grande albero nel suo
giardino. << Cosa vuole dire signora G? >>
<< Voglio dire, tesoro,
>> Grace le mise in mano il copione, << che non hai solo uno
spettacolo da mandare avanti. C’è qualcosa di più importante con cui devi fare
chiarezza qui dentro >> le batté teneramente un dito sul petto, poi le
diede le spalle non appena il suono del timer annunciò che il dolce era pronto.
Jade fece per lasciare la stanza,
poi indugiò sulla porta. << Signora G? >>
<< Sì? >>
<< Il terzo punto. Cosa
dice? >>
<< Che ti voglio bene,
ragazza >> Nella sua voce sì avvertì il sorriso. << Fai il culo a
tutti oggi >>.
<< Sissignora. Ci può
scommettere >>.
<< Jade Ward nei panni di
una ragazza di fattoria del diciannovesimo secolo. Chi l’avrebbe mai detto! >>
Allie fece un giro sulla sedia girevole
in camerino. Accavallò le sue gambe chilometriche, fasciate
dalle calze nere e terminanti con morbidi stivali di pelle borchiati.
Indossava un
vestito viola scuro, e i lunghi capelli fucsia cadevano in luminose
onde
colorate. Da tempo la sua migliore amica stava vivendo una fase
punk-gotica.
Era nel sangue di Allie il desiderio di distinguersi dalla massa, e
Jade
ammirava il suo modo di riuscirci con eleganza e bellezza.
Poi fissò la sua immagine nello
specchio e prese un bel respiro. << Quindi? >>.
Allie si alzò dalla sedia per
andarle incontro. Le circondò i fianchi con un braccio, mentre i loro sguardi
s’incrociarono nello specchio. << Sei perfetta >> le assicurò, dandole
un’ancata scherzosa.
<< Hai visto tu-sai-chi, nei
paraggi? >> Jade non riuscì a trattenersi.
Allie spalancò i grandi occhi blu
producendosi in una teatrale maschera d’orrore, << Lord Voldemort?!
>> sussurrò a bassa voce.
Alla riccia scappò una risata
nervosa. << Bé sarebbe più facile affrontare lui, che non… >>.
<< Jade >>.
Il cuore si fermò al suono del suo
nome pronunciato da quella voce profonda. Da lui.
Nei suoi occhi calò un velo di
tristezza, che subito dissipò non appena si girò a guardarlo. << Harry >> Il tono le uscì di una glaciale neutralità.
Deglutì intimamente non appena
riuscì a focalizzarne il corpo. Dio mio era bellissimo. L’elegante fruck di un
tenue colore blu, consono al conte inglese che era il signor Darcy, accentuava
il suo alto fisico sodo e peccaminoso. I capelli tirati a lucido e portati
lunghi, le tolsero il fiato. Riusciva a malapena a guardarlo negli occhi, verdi
e penetranti.
Mentre lei, l’abito umile e consumato
di scena, le conferiva una certa vulnerabilità che invece non doveva
assolutamente mostrare sia sul palco che lì in quel momento.
<< Mi hanno mandato ad
avvisarti che tra dieci minuti si entra in scena >> proferì Harry,
pragmatico.
<< Nient’altro? >>.
<< No. Tutto come dovrebbe
essere >>.
Jade colse in pieno l’allusione
nascosta nella frase di Harry. Pensò ad un modo per rispondergli, ma lui se
n’era già andato via.
<< J…è il tuo migliore amico
>>.
<< Lo era >> la corresse Jade.
<< Hai smesso tu di
considerarlo tale >> Il tono di Allie sembrò di accusa, ma affabile.
In un gesto inconsapevole Jade si
portò le dita alle labbra, rammentando il pomeriggio di qualche settimana fa,
quando Harry era venuto a trovarla a casa sua. Lei se ne stava seduta sul
dondolo che lui le aveva costruito per il suo compleanno. Aveva appena avuto
un’accesa discussione con il suo fidanzato, Jeremy. Era stata sorpresa di
vedere Harry, come se senza saperlo avesse intuito il suo bisogno di averlo vicino.
Quando lo aveva visto, però, tutto nel suo atteggiamento nervoso l’aveva
messa in confusione. Credeva che fosse solo una sua impressione, ma mentre Jade
gli raccontava del suo litigio con Jeremy, lui aveva fatto una cosa
completamente inaspettata. Le aveva dato un bacio. Il suo migliore amico dai
tempi del pannolino. Non uno di quei bacetti a stampo scherzosi dovuti a
sciocche situazioni come il gioco della bottiglia; ma un vero bacio che aveva
scosso Jade fin dentro l’anima.
<< Non doveva farlo...quel
bacio è stato un errore >> disse lei, irrigidendo la mandibola. Quando
Harry si era distaccato per guardarla negli occhi, lui le aveva sorriso, confidandole
che l’amava; ma lei gli aveva dato uno schiaffo, allontanandolo con una spinta.
Che fosse dipeso dal fatto che fosse impegnata con un altro non era vero. In
realtà, nel proprio cuore Jade aveva visto esplodere qualcosa che credeva che
per Harry non avrebbe mai dovuto provare. Un sentimento rinchiuso nella torre più remota del
suo essere, e quel bacio lo avesse finalmente risvegliato.
Aveva realizzato il suo amore per
lui, che nulla aveva a che vedere con l’affetto che si poteva provare per un
amico.
Non l’aveva previsto. Proprio come
la perdita di suo padre e di sua madre, Jade aveva visto davanti ai suoi occhi
la possibilità di poter perdere anche un altro pezzo del suo cuore. Lo aveva
respinto, perché pensava che se avesse dato sfogo ai suoi veri sentimenti, alla
fine avrebbe perso anche Harry, con nessuna garanzia che quella storia avrebbe
portato ad un felice lieto fine.
<< Guardami negli occhi,
Jade e ripetilo >> suonò Allie.
Lentamente la riccia alzò il
volto. Molti secondi passarono prima che desse risposta. << Io…Non posso.
Non sarebbe la verità >> mormorò alla fine.
La mora le sorrise a viso aperto.
<< Lo so. Ma deve saperlo anche lui >>.
Una voce dal corridoio gridò la
mancanza di pochi secondi all’inizio.
Jade abbracciò velocemente la sua
amica. << Dimmi in bocca al lupo >>.
Ma sapevano entrambe che non era
riferito allo spettacolo.
Harry si preparò all’ultima scena dell’opera, infilandosi la camicia bianca e il caratteristico lungo cappotto blu del signor Darcy.
Fin’ora era andato tutto per il meglio. Era riuscito a mantenersi distaccato anche nella scena in cui il suo personaggio confessava ad Elizabeth il suo amore per lei, proferendo le parole con passione, ma con il distacco professionale di un attore.
Adesso nelle quattro mura di quel buco di camerino, poteva dire a se stesso quanto l’intera situazione facesse schifo. Quando aveva fatto le audizioni, lo aveva fatto esclusivamente per Jade. Non voleva che nessun altro energumeno, incluso quel deficiente del ragazzo recitasse insieme a lei. Harry aveva pensato che studiando insieme le battute, e provando le scene, Jade si sarebbe innamorata di lui. Era stato un pensiero idiota, ma non aveva avuto altre carte da giocare.
In seguito al tragico lutto nella famiglia Ward, ogni suo pensiero di conquistarla era stato messo da parte per starle accanto. Non voleva che Jade dovesse sostenere tutto quel peso da sola, sebbene conoscesse il suo animo forte, sapeva che contro ogni sforzo il dolore prendeva il sopravvento. I genitori di Harry avevano divorziato quando lui era piccolo, e Adam e Heyley, i genitori di Jade, gli erano stati di grande aiuto e conforto per superarlo nella miglior maniera possibile. Ancora non riusciva a credere che quelle due persone d’animo tanto buono e altruista se ne fossero andate per sempre.
Si preparò alla scena finale, quella in cui Darcy ed Elizabeth potevano finalmente cominciare ad amarsi senza che nulla e nessuno vi opponesse dei limiti.
Vigeva un puro silenzio nella sala, quando Harry salì sul palco, il profilo del viso di Jade…cioè voleva dire di Elizabeth, dominava la scena con carisma e magnetismo.
Cos’avrebbe dato perché quella scena fosse reale!
Nei lunghi momenti passati senza di Jade, si era chiesto se avesse avuto dei rimorsi su quanto aveva fatto. La risposta era no.
Sebbene l’avesse persa, Harry doveva sapere la verità: Jade non lo amava.
Eppure quando erano soli, quella carica elettrica che pareva elettrizzare l’aria, le frasi velate di sottintesi, le frecciatine di gelosia che Jade gli aveva lanciato quando Harry aveva deciso di provarci con una ragazza del suo corso di legge...
IDIOTA.
Stava tenendo il conto di quante volte se lo fosse detto, quando due occhi grigio fuso presero ad osservarlo in maniera penetrante.
<< Non riuscivo a dormire >> disse lei. Ah sì la battuta, certo!
<< Neanche io >> cominciò a recitare lui, << Mia zia… >>.
<< È stata qui >>.
<< Come potrò mai fare ammenda per un simile comportamento? >> mormorò lui con desolazione.
Harry vide Jade esitare sulla sua battuta. Per un secondo, nei suoi occhi luccicò un’enigmatica determinazione mista a dispiacere. << Dopo quello che avete fatto per Lydia, e sospetto anche per Jane…sono io a dover fare ammenda >>.
Scuoté la testa intimamente. Jade stava solamente recitando. Esattamente come lui. Allora cos’era quel turbinio di emozioni che gravava nel tono di voce di lei?
Nel retroscena, il professore del suo corso gli fece un cenno con la mano. Comprese di dover proseguire: << Dovete sapere che è stato fatto tutto per voi >>.
Harry si bloccò. Si guardò le mani, poi gli abiti, infine alzò gli occhi per incontrare quelli di Jade, marcando le ultime parole della sua battuta.
Era incredibile quanto la storia dei due protagonisti del romanzo rispecchiava in parte la loro.
Harry non si era mai considerato portato per la recitazione. Nemmeno sapeva che esistesse un corso al college a riguardo!
Probabilmente agli occhi di molti sarebbe parso ridicolo, ma lui era semplicemente un ragazzo innamorato. Puramente, intensamente e senza misure. Credeva nell’amore, nonostante la separazione dei suoi genitori, non aveva smesso di considerarlo il sentimento più forte e indistruttibile che un essere umano potesse provare.
Per questo, una sera che Jade si trovava fuori con il ragazzo, Harry era andato a fare visita alla sola persona che avrebbe accettato di dargli una mano: la signora G. Neanche a provare a nasconderlo perché sapeva che con quella donna nulla si poteva tenere per sé, Harry le aveva raccontato il suo “piano di conquista”. Grace non n’ era rimasta stupita, al suo contrario, quando l’aveva sentita sospirare al cielo un sollevato e soddisfatto “Finalmente!”.
È stato fatto tutto per te, Jade. Non m’importa di nient’altro che di te. Strinse i denti per la frustrazione.
<< Sapere che avete parlato con mia zia ieri sera, mi ha fatto sperare di poter fare quanto prima non osavo >> riprese, ma si rese conto di aver sbagliato intonazione. Jade se ne accorse, lasciò ricadere le mani lungo i fianchi chiudendole a pugno.
Merda. Si era lasciato distrarre dai suoi pensieri, e rischiava di rovinare il duro lavoro che lei aveva fatto per mesi. La loro amicizia sembrava ormai perduta.
Harry udì i sussurri del suo insegnante invogliarlo ad andare avanti. Si sentiva a pezzi, ma non poteva fare questo proprio a lei.
Aprì bocca per parlare, quando una mano afferrò la sua intrecciandone le dita.
Fu Jade a prendere la parola, sebbene la battuta non spettasse a lei. La vide sorridere. << Se i vostri sentimenti sono gli stessi di gennaio ditelo ora. Il mio affetto e i miei desideri sono mutati; ma una vostra parola mi farà tacere per sempre >>.
Gennaio. Quando Harry le aveva detto di amarla. Il cuore prese a battergli rumoroso nel petto.
Jade aveva cambiato le parole rendendole proprie. Qualsiasi cosa stesse accadendo all’infuori di loro due, i mormorii sorpresi della gente, le proteste degli sceneggiatori, non aveva importanza. Harry non aveva occhi che per la ragazza che amava, la cui voce gli fece trattenere il respiro.
<< Se invece i vostri sentimenti fossero cambiati, devo dirvelo, mi avete stregato anima e corpo. E vi amo… >> gli si avvicinò. Lo ripeté, non come Elizabeth ma come Jade. << Ti amo. E d’ora in poi non voglio più separarmi da te >>.
Harry adagiò la fronte a quella di lei. << Nemmeno io >> Il suo sorriso parve contagiare persino il pubblico, che si mise ad applaudire e a lanciare fischi, sorpresi ma compiaciuti del "cambio di scena".
<< Bene allora. >> Jade gli cinse il collo con le braccia. << Baciami >>.
Harry ubbidì, senza farselo ripetere due volte. Avevano cambiato una storia; ma una nuova, la loro, stava per cominciare.
Note dell’Autrice
Buonasera a tutte mie care lettrici. Ho pensato per ben 15 minuti a cosa scrivervi per prima cosa. In verità la prima cosa che vorrei è rivolgervi solo le mie scuse, soprattutto per quanto riguarda l’aggiornamento di TDOS. So che aspettate l’epilogo! e dio sembra passato poco tempo da quando ho aggiornato l’ultima volta, ma in realtà ne è passato un pochino ma proprio pochino eh! Di più ( u.ù,)
Voi sapete ragazze ormai quanto io possa tardare per via della connessione sempre assente eccetera, poi si è messa anche la scuola, e altre cose di cui non starò a parlarvi, perché come me, ciascuna di voi vive dei momentacci o semplicemente per via degli impegni, la stanchezza a fine giornata si fa sentire e l’ispirazione va a farsi benedire. Ma non darò peso a questo, non è importante. Voi più di tutte, sempre con mia più dolce sorpresa, mi sollevate dalle mie colpe...e questo mi fa sentire anche peggio diamine! Ma voi lo siete...siete fantastiche nel vero senso della parola.
Voglio dirvi che non ho messo da parte i miei personaggi. Questo mai perché penso che loro abbiano diritto ad un ben lieto fine vero? Perciò vi assicuro che io sono sempre al lavoro, con i miei tempi e di questo purtroppo dovete scusarmi. Io in prima persona mi rammarico sempre di dover fare questo.
Spero con tutto il cuore davvero, che i miei ritardi siano perdonati dai capitoli!
Mi piacerebbe risentirvi, ed io naturalmente devo provvedere a meritarmelo!
Vi mando un grosso bacio splendori miei.
A presto
Vostra Ella♥