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Autore: yukiko_no_niji    20/04/2008    3 recensioni
"Senza nemmeno rendermene conto, ero già arrivata a Londra. Già… a Londra.
Quante volte già da piccola, avevo sperato che un giorno i miei genitori mi avrebbero portata a visitare quella città che tanto adoravo?!? Tante,forse troppe volte... Avrei potuto finalmente visitare quel magnifico paese… E adesso che ero lì, nella città dei miei sogni, sentivo solamente la nostalgia di casa mia.
L’Italia." - McFly
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

 

Capitolo Terzo.


La voce di Giovanna mi riscosse dai miei pensieri.
«Che facciamo? Andiamo anche noi a mangiare?»
«Si molto volentieri..›› Sorrisi ‹‹Sono felice di aver trovato te! Sei molto gentile. Se ero da sola a quest’ora, mi sarei sicuramente persa.»
«Ma figurati!! E di cosa mi ringrazi poi? Al limite sono io che devo ringraziare te!!» disse sorridendo. «Mi hai appena salvata da un ennesimo pasto assieme agli altri “Tre sciagurati” come li ha chiamati Tom!» La guardai con aria interrogativa e lei riprese «Sono i tre migliori amici di Tom, si conoscono da quando sono piccoli!! Sono dei matti e hanno deciso di formare un gruppo da due mesetti a questa parte. Stanno scrivendo le canzoni e la sera provano nel garage di Tom. E come ha detto Tom prima, adesso si trovano a pranzo e discuteranno di qualche nuova canzone. Io ci sto bene con loro, perché sono proprio divertenti, ma preferisco sentire il prodotto finito, piuttosto che avere anticipazioni!»
«Wow!» dissi io. «Saranno la prossima band a sfondare allora!!»
«Seeeee» disse lei divertita «Non hanno ancora nemmeno trovato un nome per la band!! Ne hanno di strada da fare!»

Ci avviammo verso la mensa e notai con sorpresa che era molto grande. Tantissimi ragazzi erano già seduti ai tavoli, ma alcuni erano ancora vuoti. Io e Giovanna prendemmo due vassoi e prendemmo due panini e una Coca a testa. Poi andammo a cercare posto.
Forse non sarebbe andata male come credevo. Giovanna era veramente una persona gentile e speravo di instaurare una bella amicizia con lei. Avrei dovuto pensare un po’ più positivamente e tutto sarebbe andato sicuramente meglio.

Quando trovammo posto, ci sedemmo e parlammo un po’ delle nostre abitudini. Mi chiese dell’Italia e di come era fare la scuola la, se avevo trovato delle differenze tra le due scuole, per quello che avevo e se quella scuola mi era piaciuta.
Le dissi che ero ancora un po’ elettrizzata visto che era la prima volta che mi capitava di cambiare scuola.
Mi guardai attorno, per vedere se trovavo qualche faccia familiare all’interno della mensa e riconobbi alcuni dei miei compagni di classe, e in particolare in un tavolo, vidi James assieme a Candy e altri ragazzi che parlavano e ridevano. Candy stava sbaciucchiando James sulla guancia e sul collo, il che mi portò a pensare che forse stavano seriamente assieme e che lui voleva solamente essere cortese con me, la mattina in classe.
In un tavolo molto lontano dal nostro, vicino ad una finestra, c’era Tom con altri tre ragazzi. Stavano animatamente parlando e ridendo tra di loro. Due erano si spalle, quindi non potevo vederli bene, ma vidi che uno aveva i capelli biondi, un po’ scuri, con alcuni riflessi più chiari, mentre l’altro aveva i capelli castano-rossicci. Il ragazzo che sedeva vicino a Tom, invece, aveva i capelli scuri con delle punte bionde qua e là, e notai che agitava tra le mani due bacchette. Probabilmente era il batterista della band. Chissà che genere di musica facevano!
Ad un certo punto, mentre chiacchieravano, vidi Tom sporgersi verso il ragazzo che aveva i capelli castano-rossicci e dargli uno scappellotto in testa.
Ahi!
Doveva avergli fatto un po’ male, perché riuscivo a vedere il ragazzo che si massaggiava la testa.
Probabilmente c’era abituato, perché gli altri due se la ridevano come dei matti.
Tornai a guardare Tom.
Sorrisi.

«Se posso vorrei farti una domanda.» Dissi a Giovanna.
«Certo! Chiedimi pure tutto quello che vuoi.»
«Ok. Ho notato che tu e Tom siete una coppia affiatata!! State molto bene assieme. Da quanto tempo siete fidanzati?»
«Si, sono molto legata a lui. Sono tre anni che stiamo assieme, e spero di passarci più tempo possibile. È una persona d’oro!»
«Si, ho notato!»
Anche io era da tre anni che stavo con Daniele.
Daniele.

La mia mente tornava sempre a lui e così mi rabbuiai un po’.
Chissà che stava facendo in quel momento.
«Ehi Giuly! Che succede?» Mi chiese dolcemente Giovanna.

Le sorrisi debolmente.
«Niente, tranquilla.. è che pensavo al mio ragazzo.»
«Ah!» disse lei con un sorriso triste «Hai il ragazzo in Italia? Allora deve essere dura per te!!»
«Tantissimo. Si chiama Daniele e proprio come te e Tom sono tre anni che stiamo assieme. Non sono nemmeno 48 ore che sono partita e già sto malissimo e sento molto la sua mancanza. Eravamo sempre insieme, quando ero là. E poi mi mancano anche i miei amici. Adesso loro saranno a scuola tutti assieme a divertirsi…» Sospirai «Ma adesso sono qua!» Sorrisi a Giovanna «sono fortunata ad aver trovato una persona gentile come te! Non tutti si sarebbero presi la briga di accollarsi la nuova arrivata!»
«Per me è solo un piacere. E poi sono felice di fare nuove amicizie! Anzi… Quando poi ti sarai sistemata e vorrai uscire un po’, non ci sono problemi!! Potremmo andare un po’ in giro per il centro, a vedere i posti che non hai ancora visitato e a fare shopping, oppure potresti venire alle prove dei ragazzi nel garage di Tom. Sono sicura che sarebbero felicissimi di conoscerti!»
«Grazie Gio! Sei veramente gentile!»
Ero sicura che lei sarebbe stata un perfetto Cicerone…
Finimmo di pranzare e parlammo un po’ di quello che ci attendeva nella lezione pomeridiana. Ci sarebbe stata Educazione Fisica.

Quel pomeriggio mi divertii molto, anche perché dopo un po’ di corsa e alcuni esercizi di riscaldamento, giocammo a Pallavolo, uno dei giochi sportivi che mi piacevano di più.

Finite le lezioni pomeridiane, salutai Giovanna e mi incamminai verso casa.
Da quel che sapevo io, Londra era una città molto piovosa e umida, ma stranamente, quel giorno era molto bello, così fu piacevole tornare nella nuova casa a piedi.
Erano veramente dei bei posti. Mi era sempre piaciuto fare passeggiate in posti che non conoscevo e quella camminata mi fece venire il sorriso sulle labbra. Tornai a casa più serena di quanto potessi sperare.

Trovai mamma indaffarata a preparare la pizza per la cena.
Mi chiese come era andata la giornata e io le raccontai tutto quello che mi era successo: da quando ero arrivata a scuola ed ero stata nella segreteria, a Giovanna e alle sue origini italiane e alla conoscenza di Tom, a come era affascinante James e quanto fosse stravagante Candy.
Lei ascoltò tutto con molta attenzione e curiosità e poi mi dette la notizia più bella che avrebbe potuto darmi.
«In camera ho sistemato per bene il pc… Oggi è venuto il tecnico per la linea telefonica e adesso è tutto a posto. Mi sono già collegata, per vedere se funzionava e va alla perfezione. Se vuoi, puoi andare a sentire come stanno i tuoi amici!»

I miei occhi brillavano dalla felicità. Abbracciai mamma e corsi su nella mia nuova camera e mi collegai in un secondo. Aprii Messenger e fui felice di scoprire che erano tutti lì: Dani, Iris, Vane, Matte e Walter. Appena entrai aprirono una conversazione a 6 e parlammo tantissimo. Mi chiesero come era andata la giornata, chi avevo conosciuto e come era la scuola londinese.
Io raccontai a loro tutto quello che avevo raccontato a mamma.
Poi andai a mangiare, promettendo loro di tornare dopo cena.
Infatti, dopo aver mangiato la squisita pizza di mamma, tornai sul pc e chattai con Dani fino a notte fonda.

Mi raccontò che la scuola era sempre la stessa, e che tutti i prof avevano fatto loro la paternale, perché quell’ anno ci sarebbero stati gli esami di Maturità e quindi avrebbero dovuto impegnarsi da subito. Mi disse che aveva sentito molto la sua mancanza e che senza di me, il gruppo non era più lo stesso. Mancava un piccola parte che componeva il puzzle della nostra amicizia, ma io gli dissi che ci saremmo sempre sentiti sia con il cellulare, ma soprattutto su Msn, visto che conveniva di più ad entrambi. Poi, dopo esserci salutati, staccai il pc.

Quella sera andai a letto stanchissima. La sera prima avevo dormito si e no tre ore. Con il viaggio e il primo giorno di scuola, Morfeo mi portò con sé in un secondo.

 

 

Ringraziamenti:

 

RubyChubb : Ciao! Non preoccuparti delle critiche, non possono che fare bene!!! Che carini i quotes che sono xDD Si anche questo capitolo è un po’ di transizione.. poi dal prossimo si inizia a entrare nel vivo della storia, ecco. Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto l’altro capitolo! Ma spero di fare sempre meglio *.* Graziee

 

X_Blossom_x : xDDD che fai le spedizioni punitive??? Tanto non legge nessuno uguale xDD Grazie per il tuo commento, lo sai che mi fa piacere che rileggi… anche se ti devi rompere un bel po’ xDDD Awwww love a te <3

 

 

Commenti?

Alla prossima

Giuly.

   
 
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