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Autore: HacchanADL    06/11/2013    3 recensioni
Shampoo e Mousse dovranno affrontare cose che mai avrebbero immaginato. Per Mousse, questi eventi riaffermeranno soltanto il suo amore per Shampoo, ma per lei... potranno questi avvenimenti aiutarla a scoprire a chi davvero appartiene il suo cuore?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mousse, Shan-pu
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fanfiction non è opera mia, ma è stata scritta da un autore di fanfiction.net, Dr Facer. Tutti i diritti appartengono a lui, compresi i personaggi di sua creazione. Il mio impegno è stato quello di tradurla per condividerla col pubblico italiano, ovviamente dietro suo consenso.
Qui potete trovare il quarto capitolo in lingua originale: http://www.fanfiction.net/s/3217138/4/La-Saga-de-Shampoo-y-Mousse


Ranma ½ e tutti i suoi personaggi sono proprietà della Star Comics e di Rumiko Takahashi.
 

Capitolo 4
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L’anziana sorrise nel vedere che sua figlia e sua nipote la aspettavano già all’entrata del villaggio e il suo sorriso crebbe ancor più nel vedere che il ragazzo che le occorreva per il suo piano si trovava anch’egli lì.
«Salve, figliuole. Mi fa piacere vedervi» salutò Cologne. «Vedo che siete state capaci di convincerlo a collaborare».
«Sì, ha fatto un po’ di resistenza» spiegò la madre di Shampoo, «ma alla fine ha accettato di aiutarci».
«Eccellente» disse Cologne mentre guardava il giovane. «Qual è il tuo prezzo, ragazzo?».
L’uomo che la madre e la nonna di Shampoo avevano portato rise fra sé e sé e scoprì il suo volto che aveva mantenuto nascosto sotto il cappuccio del suo mantello.
«So che lei ha molta influenza nei villaggi di questa regione. Se vuole il mio aiuto, deve promettermi che parlerà con il capo del mio villaggio in merito a una certa… faccenda».
«Questo sarà facile» rispose Cologne. «In effetti, posso immaginare cosa vuoi che io sistemi con lui. Vuoi un nuovo nome, non è vero?».
Il giovane annuì semplicemente.
«D’accordo. Ma non dimenticare che se fallirai non ti aiuterò» lo avvertì l’anziana. «Capito?».
«Capisco… e non fallirò» rispose lui, imboccando il sentiero verso il villaggio successivo. «Si affretti, vecchia, voglio che tutto questo termini il prima possibile».
Dopo aver rassicurato sua figlia e sua nipote che Shampoo avrebbe avuto successo nella prova, Cologne raggiunse il ragazzo e insieme si misero in cammino.
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«Senti, Shampoo, sei sicura che questo sia la via più breve per il labirinto?» domandò Mousse.
«Certo che sì, è scritto nella mappa che mi ha dato la mia bisnonna».
«Fammi vedere».
«Perché? Per caso vorresti dirmi che non sono in grado di leggere una mappa?» gli chiese un’offesa Shampoo.
«Certo che no!» replicò Mousse. «È solo che voglio vedere se esiste almeno una strada che ci permetta di risparmiare tempo».
«Una scorciatoia?».
«Esatto».
«Dunque… possiamo prendere il sentiero a sinistra al prossimo bivio» commentò Shampoo. «Sembra essere il percorso più breve».
«Mi sembra una buona idea».
Durante tutto il cammino, Mousse era stato tanto occupato a pensare in che modo impressionare Shampoo quando si sarebbero trovati dentro il labirinto da non cercare neanche di abbracciare la bella amazzone come sempre cercava di fare. Tutto ciò insospettiva molto Shampoo, portandola a pensare che lui stesse escogitando qualcosa, anche se non aveva la benché minima idea di cosa si trattasse. Per questo motivo, la giovane aveva deciso di restare all’erta, nel caso in cui Mousse tentasse di lanciarle qualche catena.
Diverse ore più tardi, Mousse e Shampoo finalmente riuscirono a scorgere in lontananza l’entrata dell’antichissimo Labirinto Spirale.
Il Labirinto Spirale di certo faceva onore al suo nome; costruito in una pianura nascosta nel profondo dei monti Bayankara, era una costruzione incredibilmente vecchia di alte pareti erette in forma circolare e piena di trappole. Dalla distanza in cui i due ragazzi lo osservavano, i muri coperti da una spessa vegetazione creavano una lussureggiante e magnifica vista.
A quei tempi non c’era nessuno che sapesse chi avesse costruito il labirinto o per quale ragione; allo stesso modo di Jusenkyo, il Labirinto Spirale si trovava lì moltissimo tempo prima che villaggi come Joketsuzoku o Yaocaicun e anche la Dinastia Musk apparissero.
«Siamo quasi arrivati!» esclamò Shampoo un momento prima di mettersi a correre giù per la collina. «Coraggio, Mousse!».
Con un sorriso, il ragazzo si affrettò a seguire la sua amata.
Shampoo e Mousse non tardarono molto nell’arrivare alla gigantesca entrata del labirinto e, una volta lì, non poterono evitare di sentirsi un po’ atterriti dinanzi all’enorme arco che formava la porta. Entrambi sapevano molto bene che una delle ragioni per la quale orientarsi in questa imponente costruzione a cielo aperto era tanto difficile era precisamente l’enorme altezza delle sue mura, senza contare la sua forma circolare o le sue numerose trappole.
«Finiamola una buona volta con quest’inutile missione» disse Shampoo facendo un lungo respiro. «Entriamo, Mousse! O per caso hai paura?».
«Certo che no, andiamo!» rispose lui. «Ma… dove ci conviene andare?» domandò, dato che, non appena furono entrati, si resero conto che vi erano tre percorsi: uno a sinistra, uno a destra e uno al centro, che si stagliavano davanti a loro.
Shampoo fissò i sentieri per un paio di minuti. «Prendiamo il cammino centrale» decise dopo averci ragionato. «Se questo luogo è soltanto una grande circonferenza, l’unico modo per raggiungere il centro dev’essere in linea retta».
«Spero che tu abbia ragione».
«Io ho sempre ragione» replicò lei prendendo il sentiero centrale.
«Va bene, però aspettami!» esclamò Mousse.
«E allora muoviti!» lo riprese la giovane amazzone. «Ho cose migliori da fare che aspettarti. Lumaca».
Nessuno dei due si rese conto di aver calpestato una fine matassa di filo argentato.
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Nel centro del labirinto, Cologne sentì che uno dei fili che sosteneva nella sua mano sinistra stava vibrando un po’ e sorrise leggermente. «Sono già qui» annunciò.
«Mi fa piacere, cominciavo già ad annoiarmi» commentò il ragazzo che camminava inquieto dietro Cologne. «Vado a prenderli».
«Ancora no» ripeté l’anziana mentre giocherellava con i fili nella sua mano. «Lascia che si addentrino ancora un po’ nel labirinto».
«Come vuole» rispose il giovane. «Posso attendere ancora un altro po’, però mi sto veramente annoiando. Speriamo che valga la pena di aspettare il papero».
«Senza contare le trappole, il labirinto in sé non è tanto complicato» affermò Cologne. «Se riescono a evitare di cadere nelle trappole, arriveranno al luogo indicato molto presto. Solo ricorda, non toccare la mia pronipote».
«Sì, lo so. Non otterrei un nuovo nome se lo facessi» ricordò lui e appoggiò la sua schiena sul piedistallo al centro della stanza circolare. Cercando di ingannare il tempo, il ragazzo prese a fissare le nuvole mentre canticchiava una canzone del suo villaggio.
Proprio in questo momento, Cologne si rese conto, grazie alle vibrazioni dei suoi fili, che Shampoo e Mousse avevano appena imboccato una strada con una trappola. «Fa’ attenzione, bambina mia» mormorò l’anziana, «fa’ molta attenzione».
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Shampoo non capì cosa accadde; un momento prima si trovava in piedi nel corridoio osservando le strane incisioni sulle pareti e subito dopo… si ritrovò appesa a testa in giù sopra una fossa piena di insetti! E la cosa peggiore era che la catena alla quale era attaccata scendeva lentamente e presto sarebbe finita a nuotare in un mare di insetti.
«MOUSSE!» gridò Shampoo. «Ma che stai facendo, stupido quattr’occhi? Aiutami a uscire!».
«Ci sto provando!» rispose il ragazzo. «Aspetta solo un momento».
«Come se potessi fare altro» disse lei mentre cercava di evitare che i suoi capelli restassero alla portata degli insetti.
Mousse era felice. Questa era la sua prima opportunità per dimostrare a Shampoo quanto poteva aiutarla. Il giovane maestro delle armi occulte analizzò il problema: la trappola si era attivata sicuramente a causa di qualche meccanismo nelle pareti, forse quando Shampoo le toccò, in questo modo si sarebbe assicurato di non fare lo stesso. Ora, per tirarla fuori dal pozzo, avrebbe potuto usare una corda, però lo spazio era molto ristretto per lanciarla bene…
«Qualsiasi momento in questo secolo può andar bene, Mousse!» strillò Shampoo, che già era abbastanza vicina agli insetti e poté notare almeno cento scarafaggi. E lei odiava gli scarafaggi!
«SBRIGATI!» ricominciò a gridare Shampoo. «Ci sono degli scarafaggi qui sotto!».
«Calmati, so come tirarti fuori di lì».
Shampoo era sul punto di rispondere quando si sentì trasportare fuori dal pozzo. Sollevata che nessuno di quei sudici insetti si fosse impigliato nei suoi capelli, l’amazzone si concesse di respirare tranquilla un'altra volta.
Quando Mousse riuscì a estrarla dal pozzo, la ragazza ruppe le catene che le legavano le caviglie e saltò all’indietro per atterrare affianco al suo compagno.
«Odio gli insetti!» piagnucolò Shampoo. «Mousse, ti ringra…».
La giovane si domandò com’era possibile che Mousse fosse tanto idiota. Il ragazzo era accovacciato difronte al suo zaino, declamando qualche stupidaggine sull’essere il suo nobile cavaliere e suo protettore. La giovane amazzone sospirò e gli scagliò in testa un pezzo della catena. «Sono qui, stupido».
«Come hai fatto a muoverti così rapidamente?» domandò lui.
«Dimenticalo» rispose Shampoo, «solo seguimi, va bene?».
«Sì, certo».
Mousse si sentì un po’ deluso; aveva appena mandato all’aria la sua prima opportunità di impressionare Shampoo, ma non si sarebbe arreso, il labirinto era grande e sicuramente avrebbe avuto presto un’altra opportunità.
«Un altro bivio lungo il cammino?» annunciò Shampoo. «Dovremmo andare a sinistra… o forse a destra?».
«Mi stai chiedendo aiuto?» domandò Mousse allegramente.
«Certo che no» rispose lei, «però è sempre utile avere una seconda opinione» chiarì la giovane dai capelli azzurri mentre si stiracchiava un po’. «Beh, destra o sinistra?».
«Dunque… andiamo a sinistra» decise Mousse.
«Lo stesso sentiero che avrei scelto io!» esclamò Shampoo. «Sembra proprio che ci troviamo sulla stessa lunghezza d’onda, Mousse. Questo è un bene!».
«Dici sul serio?».
«Certo che sì, andiamo!».
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I fili nella mano di Cologne ripresero a vibrare. «Sono quasi arrivati» disse al ragazzo. «Hanno preso la strada giusta».
«E io che avevo cominciato a pensare che non ce l’avrebbero mai fatta».
«Ricordati, concentrati solo su Mousse e… cerca di non ucciderlo se è possibile».
«Non posso garantirle nulla» rispose lui alzandosi.
«Recati al punto d’intersezione» gli ordinò l’anziana.
Il giovane non rispose e semplicemente fece ciò che gli fu chiesto… cose che avrebbe fatto solo per riuscire a farsi cambiare il suo nome.
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Altrove, Shampoo stava aiutando Mousse a rompere le sbarre di una vecchia gabbia arrugginita sorta intorno a loro.
«Questa è la numero venti» disse lei. «Siamo sicuramente sulla strada giusta».
«Come fai ad esserne sicura?» le chiese lui mentre scivolava fuori dalla gabbia.
«Perché questo corridoio è pieno di trappole, Mousse. Se tu costruissi un labirinto, non metteresti più trappole nel cammino corretto per cercare di scoraggiare le persone giunte nelle prossimità dell’uscita?».
«È un ottimo ragionamento» concordò il ragazzo, «ha senso».
«Ovvio che è un ottimo ragionamento» disse Shampoo con orgoglio.
Poco dopo, Mousse e Shampoo presero a camminare con cautela, le trappole erano diventate un po’ meno pericolose da quel momento, ma entrambi erano consci che probabilmente qualche trappola mortale li aspettava all’angolo.
«Mousse» chiamò Shampoo.
«Cosa?».
«Non mi sei stato tanto d’impiccio come credevo» gli rispose.
«Beh… figurati» disse lui. «Un grazie sarebbe stato sufficiente».
Shampoo si accigliò. «Non ho nulla di cui ringraziarti» ribatté mentre gli lanciò una polpetta di riso. «Mangia questo. Preferisco sprecare cibo piuttosto che ascoltare le tue lamentele».
«Quali lamentele?» domandò lui afferrando la polpetta di riso.
«Le tue».
«Sì… ed ero io quello che stava strillando in cerca di aiuto solo perché alcuni insetti mi si stavano impigliando fra i capelli».
«Non è vero! Gli scarafaggi non mi si sono infilati fra i capelli!» piagnucolò Shampoo. «E io non stavo gridando!».
«Fì, lo ftavi fafendo!» rispose Mousse parlando con la bocca piena di riso.
«Non farlo! È disgustoso!».
Il ragazzo ingoiò il boccone e sorrise un poco. «Me lo dici sempre, da quando eravamo bambini».
«Cos’altro vuoi che ti dica?» gli chiese lei senza poter evitare di sorridere un po’. «È disgustoso!».
Mousse e Shampoo proseguirono il cammino mentre ricordavano alcune delle cose che facevano quando erano piccoli. Poco dopo, arrivarono a una grande area rettangolare. Questa nuova stanza aveva una grande piattaforma quadrata nel centro e solo un’uscita dall’altro lato.
Shampoo si avvicinò alla piattaforma e vi salì tramite una consunta scala di marmo. «Che cos’è questo posto?» chiese una volta arrivata in cima.
«Non ne ho idea. Mi ricorda molto un’arena da combattimento, non ti pare?» commentò Mousse una volta dietro Shampoo. «Qualunque cosa sia, non mi piace».
Improvvisamente, le porte della sala si chiusero e forti getti d’acqua cominciarono a sgorgare da fori nelle pareti, inondando la stanza in pochi secondi.
«Che sta succedendo?» domandò Mousse preoccupato; ora, l’unico spazio non sommerso dall’acqua gelida era la piattaforma sulla quale si trovavano lui e Shampoo.
«È una trappola?» si chiese la giovane amazzone.
«Certo che è una trappola!» rispose una voce.
«Chi sei?» domandò Shampoo.
«Mostrati!» ordinò Mousse. «Dove sei?».
«Qui sopra» rispose la voce.
I due guardarono verso il luogo da cui proveniva la voce e scorsero un uomo in piedi sopra uno dei muri. Lo sconosciuto portava un mantello nero che lo copriva completamente, ma non ebbero problemi nel riconoscerlo. Shampoo si accigliò e Mousse impallidì.

 

Fuori quattro (ed era ora)!!! Con un mostruoso ritardo di due mesi eccovi finalmente il nuovo capitolo. L'avrete capito che non sono una persona molto puntuale e regolare nei tempi, quindi don't worry ^-^ la storia la continuerò sempre e comunque fino alla fine, sia perché non mi piace lasciare i lavori a metà (soprattutto quelli a cui tengo) e sia perché abbandonare tutto sarebbe una mancanza di rispetto per voi lettori e per Dr Facer che mi ha concesso di tradurre tutto questo po' po' di roba.
Ormai penso che abbiate già capito l'identità del "misterioso" uomo incappucciato che nel prossimo capitolo sfiderà il nostro ormai sempre più affiatato duo. Caratterino """dolce e simpatico""" a parte, Shampoo sembra finalmente mettere via gran parte del suo finto odio nei confronti dell'amico d'infanzia e cercare di fare gioco di squadra, mostrandosi più gentile e scherzosa (a suo modo); del resto anche Mousse, quando non si fa prendere dai suoi attacchi di romanticismo smelenso nei confronti degli oggetti che scambia per la sua amata o quando non segue un suo determinato piano, risulta un personaggio abbastanza arguto e riflessivo, riuscendo a farsi apprezzare (in parte) anche dalla bella amazzone. Tutto ciò credo sia anche dovuto all'assenza di Ranma in tutta la faccenda, che a mio parere (e involontariamente) altera gli abituali comportamenti e pensieri di entrambi i protagonisti. Del resto è stato anche dimostrato alcune volte, sia nel manga che nell'anime, come i due riescano ad andare d'accordo ed essere quasi in armonia quando si ritrovano a lottare per un comune scopo.
Un GRAZIE di cuore a tutti coloro che continuano a seguire la mia storia e uno in particolare a coloro che le recensiscono per condividere con me opinioni e supportarmi. Al prossimo capitolo!!! ;D

 
   
 
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