Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: Colei che scrive    06/11/2013    1 recensioni
Da sempre il mio desiderio è quello di aiutare le altre persone, non salvare il mondo, ma ius terre; col tempo ho realizzato che il sorriso che qualcuno ti rivolge dopo aver ricevuto un 'informazione per la strada, o il respiro di sollievo della commessa quando hai quei quattro centesimi che fanno la differenza; queste piccole cose, piccoli gesti che in apparenza irrilevanti, in realtà nascondono un mare di fortuna, col tempo hanno assunto per me il valore dell'oro.
Ragion per cui a diciassette anni, tra il liceo e lo sport, girando ho trovato una sorta di impiego, non è un granché ci guadagno poco o nulla, ma a parte il fatto che è comunque un guadagno in più, non è quello che mi importa. A me importa dei sorrisi.
Per cui la "guida turistica" nella città di Torino, soddisfa i requisiti.
Chi avrebbe scommesso un euro sulla possibilità di dover guidare una famiglia americana in cerca di tranquillità? Io no di certo, eppure talvolta le cose prendono un risvolto inaspettato.
Genere: Poesia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È arrivato il momento, in questa settimana la tensione e l'ansia sono aumentate di giorno in giorno, ma finalmente io momento è arrivato.
Mi trovo sul pullman e tra una fermata scendo, questa è una vera fortuna perché io tipo affianco a me puzza come il banco del pesce; come concordato nell'ufficio di Maria indosso un paio di jeans stretti e una canotta verde, adoro il verde.
Davanti alla stazione non vedo ancora il pullman proveniente dall'aeroporto per cui mi siedo tranquillamente su una panchina ed aspetto; dopo neanche dieci minuti si ferma davanti a me.
Una dopo l'altra scende una marea di persone. Il panico mi sta per prendere, e se non mi riconoscono? Se io non riconosco loro?
Mentre tutte queste idee mi attraversano la testa un uomo mi si avvicina:
-Piacere, Chris Hutcherson, sei tu Helen?- Lo guardo per un secondo smarrita e poi rincuorata gli rispondo -Si, piacere Helen Franchers!- Dopo aver scrutato profondamente l'uomo o meglio Chris, osservo il resto della famiglia: una donna, che mi viene presentata col nome di Michelle, un ragazzino: Connor e un altro ragazzo, Josh; inizialmente non lo riconosco, poi mi ritorna alla mente dove l'ho già visto, in un film.
-Benissimo, piacere a tutti, qual'e l'indirizzo presso quale alloggerete?- Mi porge un bigliettino con la via ed il numero civico. -Perfetto! Avete già recuperato le vedo, per cui possiamo incamminarci-
Il sole illumina la strada e le case, illustro a Michelle e Chris i vari pullman da prendere e la strada per raggiungere la casa, fino a quando arriviamo a destinazione.
-Eccoci qui! Arrivati!- Mi rivolgo a Chris -Per ora avete bisogno di chiarimenti sulla strada o informazioni varie?- -No, per ora credo di aver capito tutto. Josh porti tu dentro le valige?- -Certo papà-.
Rimango ancora un minuto fuori, il tempo necessario per poter incrociare il suo sguardo, senza accorgermene penso che abbia il sorriso più bello del mondo..
-Parli bene l'inglese per essere italiana..- Riemergo dai miei pensieri e riordino la mente il necessario per rispondergli -Ah, grazie. Mio padre è nato a Dublino per cui parte della mia famiglia abita li. Sono bilingue..- mi guarda fisso negli occhi fino a mettermi quasi in soggezione -Posso farti un'altra domanda?- -Certamente- -Perché rimanere in Italia e non trasferirvi a Dublino?- Lo scruto con attenzione per cogliere anche solo il minimo riferimento negativo a Torino, non ne trovo traccia. 
-In parte perché mia madre viveva qui, ma soprattutto perché hanno ritenuto che per me fosse più sicuro.. - -Al sicura da cos.. Ah..- -Dagli attentati o anche solo da disordini o discriminazioni, non sono frequentissimi.. Però hanno preferito non rischiare..- -Hanno fatto bene..-.
Il discorso cade in un baratro di silenzio. Ci guardiamo per alcuni minuti, ha gli occhi verde-marroni, di un colore esclusivo.. Guardo distrattamente l'ora per rompere il silenzio gli rivolgo un saluto.
-Ora devo andare, ci vediamo domani !-  -Certo, a domani ciao!- si china e mi da un bacio sulla guancia..
Probabilmente i miei capelli irlandesi e le mie guance in quel momento hanno assunto lo stesso colore.
  
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