Film > Ralph Spaccatutto
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Autore: Claudia123    08/11/2013    1 recensioni
'devi sapere, caro Turbo... Che i tuoi trofei, le tue vittorie... Sono tutto quello che hai, e sai cos'č tutto quello che hai?! MATERIA. semplice, tangibile, inutile materia. Nulla di indispensabile! E tu, volpone, sai essere solo questo: materia." la ragazza prese in braccio Vanellope e si allontanó, non degnando il pilota di uno sguardo.
Turbo stette zitto. Si rese conto solo in quel momento che la sua fama non gli sarebbe servita. Ne in momenti simili, ne contro una ragazza come quella, che se avesse voluto, l'avrebbe morso, masticato e risputato dopo averlo pił volte investito col kart... Lo riconosceva, gią, che era una ragazza forte e con fegato, ma ripetč pił volte a se stesso che non era degna di sentirselo dire da uno come lui.
//attenzione questa storia non ha molti spazi e quindi letta in blocco potrebbe apparire un po' scomoda. Tuttavia vi invito a leggerla e se c'č qualche anima pia disposta a darmi una mano con questo piccolo problema, sappiate che accetto volentieri l'aiuto ... ^^' //
Genere: Comico, Generale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ralph Spaccatutto, Re Candito/Turbo, Un po' tutti, Vanellope von Schweetz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'uff... Soren ma che combini?!' pensó Nemesis. Era ormai mezz'ora che la ragazza lupo aspettava il fratello all'uscita del bar. Ma ancora niente. 'chissą come si starą divertendo...' In quella mini-stazione non c'era anima viva, e nemmeno morta, apparte lei. Soltanto Nemesis. Nessun'altro. La ragazza sospiró, continuando a girare a destra e a sinistra come un cane che aspetta che il padrone gli dia da mangiare. non avrebbe mai pensato di doverlo dire, ma il sibilio di suo fratello gli mancava, anche se solo per mezz'ora... La sorella era molto attaccata al fratello mezzo rettile. Se gli fosse accaduto qualcosa lo avrebbe sicuramente aiutato o nel peggiore dei casi, vendicato. Ma era l'attesa, la vera belva da cui Nemesis si voleva liberare. Tutt'un tratto qualcosa attiró la sua attenzione. 'guarda guarda... Sono proprio le anime della festa discese dal piedistallo per buttarsi in pista!' affermó sarcastica fra se e se, nel vedere i 'fratelli' di Road Blasters buttare fuori a calci turbo. Django stava all'impiedi, aiutato da un amico, seppur con la gamba ancora sanguinante e gli rise in faccia "che stronzo! Mi fai pena turbo!" "v-vaffanculo!" balbettó il pilota, dal corpo e l'orgoglio ferito. "pensavi che avresti potuto impadronirti cosģ facilmente del nostro gioco! Patetico!" "che perdente!" sottolineó ridendo, uno dei piloti fratello di console di Django. "siate tutti maledetti!" ringhió Turbo. "si, porta te e le tue maledizioni fuori di qui, Glitch! Altrimenti sarą 'game over' per te!" rispose un'altro pilota ancora, mostrandogli il dito medio. Turbo si voltó asciugandosi il sangue che gli usciva dal naso con una mano. Django continuó : "esattamente quello che avevo detto prima : sei solo un'inutile, viziato, immaturo lattante di prima categoria!!" "oh, si certo... D'altronde le lezione di vita le dai tu che sei tanto pił grande..." fece Nemesis, una volta avanzata con nonchalance verso i piloti, e guardando prima turbo e poi Django, continuó "e molto maturo anche!..." Django le rivolse uno sguardo di sufficienza e le domandó "tsk, e tu da dove vieni, per avere tanta grinta, ragazza lupo?!" "direttamente dal gioco 'fatti una spaghettata di fatti tuoi' ragazzino!" ringhió sadicamente Nemesis. "levati di mezzo, animale! " Django cercó di oltrepassarla con i suoi compagni per andare a finire turbo, ma la ragazza con un ringhio ed una occhiataccia lo fece bloccare sul posto. "dove pensi di andare, ragazzino?!" "con chi credi di parlare, zuccherino?! Con tuo cugino?! Avrai quanto... 21 anni?!" "ne ho 23 e tu ne hai 32!" "come diamine fai a..." "l'odore ... Sono un'animale! Lo hai detto anche tu!" rispose Nemesis, quasi mangiando le lingue a tutti i presenti, compreso a Turbo che giaceva sanguinante per terra. "zuccherino, seriamente... A parer mio non dovresti frequentare certa gente!" tentó di scherzare Django. I suoi compari risero con lui ma Nemesis rimase seria al suo posto, osservando con attenzione i ragazzi che si trovava d'avanti, esaminandoli da capo a piedi. "frequento gente peggiore se sapessi da che gioco vengo..." Il pilota le portó la mano sotto al viso, accarezzandola sotto al mento "wow, dev'essere un posto dove un bel fiore come te sia solo e sconsolato, non č cosģ... Ehm... Com'č che ti chiami?" Nemesis, alquanto innervosita dal gesto del biondo, digrignó i denti ringhiando "mi chiamo missis 'toccami ancora e sei morto'!" Django, quasi istintivamente, ritrasse la mano e la nascose dietro alla schiena come se Nemesis, da fiore, si fosse trasformato in un cactus o in una pianta tropicale estremamente velenosa. "se non vuoi cedere, almeno lasciaci finire il nostro lavoro!" ribattč uno dei piloti. Questo scatenó in Nemesis una polemica risata che per poco non fece reagire male i fratelli di console. "tsk... Il vostro lavoro! Pfff... Il vostro lavoro sarebbe stare chiusi in un cabinato a fare contenti tanti adolescenti in pieno inizio delle loro tempeste ormonali... Quindi se volete che vi lasci fare il vostro lavoro, entrate prima nella vostra console, e poi staremo a discuterne!" ringhiņ la ragazza, infine. Quel pilota si beccó uno scappellotto da Django stesso, il quale poco dopo ribattč contro la ragazza "e chi sei tu?! L'avvocato difensore di turbo?!!" "oh no, caro Django... Peró se fossi in te terrei a freno la lingua se sapessi che chi mi trovo di fronte sa qualche cosuccia sui debiti!" osservó suadentemente la ragazza. "spiegati meglio piccolo mostro!" la sfidó Django. "dunque... Azzardati ancora a mancarmi di rispetto , e le conseguenze saranno gravi per ognuno di voi... Specie per te Django!" con una mossa veloce, gli afferró con la sinistra il colletto della tuta, con la destra gli affondó le dita sul cuore. Lo spettacolo a cui tutti assisterono fu' sconvolgente: turbo si alzó zoppicando cercando di studiare tutte le mosse dj Nemesis per poterlo rifare, ma sapeva che non ci sarebbe riuscito; non era per nulla complicato ma pochissimi ci riuscivano... E ancora pił rari erano i casi che ci erano riusciti nella stessa arcade pił volte. "oh cosa vedo..." sussurró deglutendo, il diretto interessato biondo. I suoi bites si scomposero ma in maniera fissa e densa, facendo largo alla mano della ragazza. Una quantitą di pixel verdi come i suoi occhi e la mano di Nemesis entró dentro con facilitą, toccó con pochi rimorsi ed esitazione quello che stava sotto al petto del pilota, e lo estrasse. I pixel del petto di Django fluttuavano attorno al cono di bites che si formó per collegare il corpo al cuore che Nemesis teneva stretto nella mano. "tud-dum. Tud-dum. Tud-dum" il cuore pulsava piano e lento, nella mano destra della ragazza, quasi riflettesse tutta la paura che il pilota stava avendo in quel momento. Era tentato di svenire, ma temeva che non si sarebbe pił svegliato. Nemesis gli portó un braccio attorno al collo e gli sussurró all'orecchio, mentre Django fissava il vuoto, atterrito da un'eventuale mossa falsa. "ti ho salvato la vita poco fa' cosa ti fa pensare che non me la possa riprendere?" Detto ció, con forza, gli ripremette il cuore nel petto e tutti i pixel tornarono al loro posto. Lo spinse all'indietro ed i suoi compagni lo afferrarono prima che cadesse per terra, sbigottito. Quando Nemesis si voltó dirigendosi verso il vagone, arrivato da poco, asciugandosi la mano sporca di sangue sui jeans neri, il pilota che prima giaceva a terra sanguinante, le afferró il braccio e la strattonó "he-hey! Considerando che io ODIO farmi difendere, specie dalle ragazze... Ma... Quello?!! Dove lo hai imparato!" Nemesis, voltata verso turbo, lo ascoltó finire di parlare, poi lo fissó negli occhi, sorrise , emise una falsa risata e si diresse sul vagone. A quel punto, finalmente, dal locale uscģ Soren e si accomodó sul sedile. Aveva qualche graffio ed un occhio nero, notato da Nemesis solo grazie al fatto che era gonfio, poichč la carnagione del fratello era color corvo affogato nel petrolio. "hey, dico! Rispondimi! Nessuno mi volta le spalle!" le ringhió turbo. Nemesis sospiró, nonostante quel Turbo a cui aveva appena salvato la vita aveva un carattere che a primo impatto le piacque poco e niente, si voltó comunque e spiegó brevemente "una vecchia conoscenza di un'altra arcade me lo ha insegnato... Era un videogioco dentro ad un videogioco, perció lei conosceva tutti questi trucchetti..." "insegnamelo!" "ma certo! Siediti nel vagone e metriti comodo!" "davvero?" "NO." rispose la ragazza, freddamente. Turbo assottiglió gli occhi e la guardó con aria di sfida. Si morse il labbro e la avvertģ : "non sfidarmi toots! Potrebbero esserci delle conseguenze gravi e pericolose!" "pericolo... Haha... Per favore, andiamo... Ho riso in faccia al pericolo fino a poco fa'! Perció credo proprio che non cederó al 'fascino' delle tue minacce!" "fascino?" ripetč smargiasso, il pilota. "piuttosto, toots, come ti chiami?" "Nemesis Sciuto, volpe, e non provare pił a chiamarmi toots!" affermó la ragazza, prima di salire sul vagone accanto a suo fratello. "mmhh... Non credo che lo faró! Buon viaggio, comunque... Nemesis!" quando il vagone stette per partire, tuttavia, il pilota domandó "un'ultima cosa!" "cosa vuoi?" "da che gioco vieni, toots?" "tsk... Se arrivi a domani, e durante la giornata lavorativa senti un'ululato provenire da qualche altra console, guardati intorno... Saró li!" Si limitó Nemesis. Quando il vagone partģ e la galleria inizió, Nemesis potč abbandonare la maschera da musona per spalancare gli occhi e ripassarsi tutte le scene che aveva vissuto, perplessa. Quando si voltó verso Soren notó che il fratello la stava fissando in maniera fredda e pungente da circa 10 minuti. "che c'č?!" "č quello che penso io?" domandó tagliente. "se ti riferisci a turbo, si, č..." "no, non a quel turbo ... Ma allo sguardo che vedo in te." "cosa?!! Oh no. Nonononononono, brutta storia, brutta storia... Se me lo vedi ancora, picchiami!" sbuffó la sorella, capendo al volo cosa intendeva Soren. Quando lo vide far prendere una rincorsa al braccio per farle una sberla, Nemesis precisó "NON ORA, IMBECILLE!" "preferisci che la prossima volta ti porti a casa sssua per un pigiama party?!" ribattč scherzoso il fratello. "tu provaci che ti faccio un'altro occhio nero, e poi ti ficco il casco di turbo per supposta!" "tu non mi vuoi bene..." concluse il fratello, ridendo come un povero imbecille. "perchč ho dato questa impressione?" rispose Nemesis, ovviamente seccata e sarcastica. "nemmy, ricorda cosa ha detto Tapper: di ssstargli alla larga!" "quale Tapper? Quello che una buona quarantina di minuti fa' ha uscito un fucile a doppia canna da sotto al bancone?!" "tutti i baristi li usano per ogni evenienza!" "lo sai che sono comunque contraria ai fucili da caccia!" Ribattč la sorella, appoggiando la guancia sulla mano sorretta dal gomito che pogió sul bracciolo del suo sedile. "certo! I tuoi parenti in libertą vengono uccisi ogni giorno dai..." Lo sguardo colmo di odio che la sorella rivolse al fratello bastó a Soren per chiudere la bocca e godersi il viaggio in silenzio. Quando arrivarono alla Game Central Station e superarono per la prima volta l'ingresso senza essere bloccati, tuttavia, Soren tormentó Nemesis con un'ultima domanda: "ssorellina, scusa se te lo chiedo... Ma si puó sapere che trucco hai usato per impallidire Django in tal modo?" "chi ti dice che sia stata io?!" "oh, allora la prossima volta che lo vedo, lo chiedo a quel farabutto di turbo, giusto?!" Soren guardó compiaciuto la sorella, fissandola seriamente negli occhi, allora Nemesis, presa da quei suoi rarissimi attacchi di 'spirito di patate' e mimó il gesto che fece: si portó la mano al petto facendo una smorfia e quando estrasse la mano, aperta pił o meno allo stesso spessore del cuore, aprendola e stringendola a seconda dei battiti immaginari, emise anche uno strano verso come "eeeewww... Du-dum, du-dum, du-dum..." chiudendo la bocca ed usando la voce sia nasale che gutturale. "ohh il cuore strappato via a metą?! Č quella roba che ti ha insegnato l'agente L nella goth's arcade??" Nemesis fece di si col capo, poi trotterelló verso al suo gioco, divertita al solo ricordare tutte le avventure che aveva vissuto con la sua migliore amica nella vecchia arcade da cui proveniva. Non si lasció prendere dalla nostalgia, peró. Sapeva che se il destino avesse voluto le avrebbe fatte ri incontrare.
  
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