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Autore: ladyvampiretta    09/11/2013    6 recensioni
Layla è destinata a morire tragicamente, così hanno deciso gli angeli. Castiel, però, ignaro di tutto, le salva la vita. I loro destini si incroceranno in un turbinio di amore e morte che li porterà ad attraversare l'Inferno e il Paradiso per sfuggire alla sorte avversa.
[Dalla storia]
"« Devo tenerti d'occhio... » continuò « ... corri un grave pericolo »
Rimasi colpita « Eh? Quale pericolo? » sbottai.
Castiel rimase impassibile « Ti vogliono morta »
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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AMARE, NON INNAMORARSI

 

Mi svegliai nel cuore della notte completamente sudata. Cominciai a girarmi nel letto, in preda al panico. Mi sentivo sola, abbandonata, con i mostri del giorno prima che mi sopraffacevano.

Mi tirai su a sedere con il cuore a mille.

Mi guardai intorno. Notai una figura intenta a guardare fuori dalla finestra.

« Castiel... » biascicai.

Lui si girò di scatto « Vuoi che me ne vada? » domandò, atono.

« No! » il mio fu quasi un urlo disperato. Imbarazzata, feci un profondo respiro.

« ... puoi restare qui con me... stanotte? »

Allungai un braccio nella sua direzione. Avevo un disperato bisogno di stare con qualcuno. La solitudine mi divorava dall'interno.

L'angelo mi guardò negli occhi, immobile. Sembrava una statua.

"Probabilmente sta valutando la cosa"

Sospirò. Si avvicinò al letto e si sedette.

Appoggiò la mano sul letto e io gliela afferrai, stringendola piano. Castiel sembrò confuso.

« Ma che...? »

« Ti prego... » lo supplicai con gli occhi lucidi.

Alzò le sopracciglia. Gli si leggeva in faccia che non sapeva cosa fare.

Mi arresi. Aveva già fatto tanto per me. Lasciai la presa sulla sua mano e mi voltai dall'altra parte, dandogli le spalle.

« Va bene, scusa, non fa niente, vai... »

Mi strinsi le braccia al corpo. Era strano per me sentirmi così fragile e vulnerabile.

Eppure, eccomi lì, a supplicare un angelo di farmi compagnia. Mi sentivo tremendamente infantile... tremendamente stupida.

Castiel non disse nulla. Il silenzio era davvero pesante.

Sentii il letto muoversi.

"Perfetto, se ne è andato" pensai, mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime.

Mi morsi il labbro, nella speranza di frenare quell'insana paura che mi attanagliava. Sentivo un peso che mi opprimeva sul petto e la testa che mi pulsava.

Mi girai nel letto un altra volta e quello che vidi mi lasciò di stucco.

Castiel non se ne era andato, si era semplicemente sdraiato con la testa sul cuscino. Aveva lo sguardo fisso sul soffitto. Sembrava una statua adagiata sul letto.

Quando mi voltai, l'angelo appoggiò la guancia destra sul cuscino, rivolgendomi un meraviglioso sorriso.

« Va bene, per questa notte resto... » il modo in cui lo disse, però, suonò lo stesso atono.

mi asciugai una lacrima che aveva iniziato a rigarmi il viso e lo ringraziai con un sorriso.

« Ti va se parliamo un po'? » domandai, incerta. Avevo paura che se mi fossi addormentata, avrei sognato i mostri che avevano cercato di uccidermi poco tempo prima. Cominciai a giocare con un bordo del lenzuolo, nervosa.

Castiel si girò su un fianco. Ci trovammo a pochi centimetri di distanza.

Immediatamente venni percorsa da un dolce brivido, mentre il mio cuore cominciò a battere all'impazzata.

Dovetti distogliere lo sguardo dai suoi occhi incredibilmente blu e puri.

"E' un angelo, dopotutto"

« Di cosa vuoi parlare? »

Sentii il suo respiro sul mio viso.

"Calma, devo restare calma!" cercai di auto-ordinarmi, anche se era estremamente difficile.

« Com'è il Paradiso? »

Lui fece una mezza risata.

« E' troppo presto perché tu lo sappia »

Misi il broncio ma non discussi oltre. Magari era una informazione top-secret.

« Perché non siete intervenuti durante le guerre mon... » provai con una seconda domanda, ma Castiel mi bloccò.

« Ci era stato dato l'ordine di non intervenire » disse in un tono che non ammetteva repliche. Ma le sue parole non mi convincevano.

« Quindi non vi sta a cuore più di tanto la sorte degli umani? » mi impuntai, guardandolo in modo torvo. Il suo sguardo rimase freddo e glaciale.

« Sì che ci importa... » e lasciò il discorso in sospeso, come se avesse voluto aggiungere qualcos'altro. Improvvisamente mi balzò alla mente una domanda... forse anche troppo "audace".

« Gli angeli... possono innamorarsi degli umani? »

La mia domanda lo colse alla sprovvista. Sgranò lo sguardo, come se gli avessi chiesto una blasfemia.

Magari per lui lo era.

« Non possiamo... » sussurrò « Siamo fatti per amare gli umani, non per innamorarcene... »

Eppure nelle sue parole non colsi la delusione o il fastidio. Era come una risposta già programmata.

Il senso delle sue parole era palese. Niente amore tra angeli e umani. "Amare" nel senso divino, come qualcosa da proteggere.

« Da come l'hai detto, sembrava una cosa immorale... »
« Per noi lo è... »

Allungò un braccio e mi afferrò la mano, stringendola piano. La sua pelle era bollente. Mi bastò quel piccolo gesto, forse anche non del tutto volontario, a farmi avvampare di rossore.

« Ora dormi, Layla » sussurrò. Allungò la mano fino alla mia fronte e premette con delicatezza.

Mi tranquillizzai all'istante e senza neanche accorgermene scivolai tra le braccia di Morfeo.

 

 

Quando riaprii gli occhi, l'angelo non c'era più. Di certo non potevo aspettarmi che sarebbe rimasto tutta la notte a farmi compagnia. Chissà cosa mi era saltato in testa.

Ricordavo tutta la conversazione della notte prima, anche se non riuscivo a spiegarmi perché fossi caduta addormentata appena me lo aveva ordinato. Le opzioni erano due: o ero stanca morta, oppure aveva usato i suoi poteri su di me. Optai con malavoglia per la seconda teoria. "Magari voleva solo che la smettessi di fargli delle domande". In effetti la mia domanda sugli angeli e sugli umani era stata troppo sfacciata per un essere celeste come lui. Non che avessi un doppio fine. La mia era semplice curiosità.

"La curiosità uccise il gatto..." pensai, recitando il vecchio proverbio. Forse se non glielo avessi chiesto, l'angelo sarebbe rimasto.

Decisi di alzarmi dal letto e di fare una bella doccia rilassante.

Aprii l'acqua calda e lasciai che il getto lavasse via tutta la fragilità che la notte prima avevo provato. Avrei voluto che l'acqua portasse via anche ciò che avevo visto, ma purtroppo le immagini si erano ben stampate nella mia mente.

"Chissà se lo rivedrò mai" pensai, riferendomi a Castiel, mentre mi insaponavo i capelli.

Per un attimo, mi tornò in mente la sua espressione ingenua e sorrisi.

"Chissà, magari se dovessi ri-incontrare quei mostri, tornerebbe a salvarmi".

Scossi immediatamente la testa. Stavo impazzande. Come potevo anche lontanamente pensare di rischiare la vita per poterlo rivedere? Non era neanche certo!

"E' fuori discussione! Già ho i miei guai, ci manca solo che me li vada a cercare" razionalizzai mentre uscivo dalla doccia gocciolante e mi avvolgevo un asciugamano intorno al corpo.

Il vapore caldo del bagno mi toglieva il respiro, così uscii immediatamente dalla stanza, pronta a buttarmi nuovamente sul letto.

Quando aprii la porta, però, mi scontrai quasi con quella che a primo impatto mi sembrò una statua. Per poco non caddi all'indietro. A mezzo centimentro da me, ancora sulla soglia della porta, c'era Castiel, sporco di sangue dalla testa ai piedi.

Lanciai un urlo con tutto il fiato che avevo in corpo.

« CASTIEL! »

Come una furia, feci un passo indietro e mi richiusi in bagno. Avevo il fiatone, mentre con l'adrenalina in circolo, avrei potuto benissimo tirargli un calcio.

Ansimante, mi appoggiai al lavandino, cercando di riprendere il controllo e fiato.

Castiel bussò delicatamente la porta.

Toc Toc Toc

« Layla? Tutto ok? » domandò, confuso.

"Confuso? Confuso di che? Ero praticamente nuda!"

« Ho solo un asciugamano addosso! » sbraitai.

« Non capisco cosa ho sbagliato » mi confesso, oltre la porta. Quelle cinque parole sembravano essere state pronunciate da un bambino appena sgridato ingiustamente dalla madre.

"Ok, devo stare calma... calma" pensai, facendo dei lunghi respiri.

« Castiel, prendimi dalla cassettiera vicino al letto qualcosa da mettermi » gli ordinai, in imbarazzo.

Appoggiai la fronte contro la superficie liscia della porta del bagno. Almeno quella era fredda mentre io stavo letteralmente bollendo.

Non sentii alcun rumore per qualche secondo.

Poi sentii uno sventolio di ali alle mie spalle.

Mi girai e con mio orrore, mi si palesò Castiel con in una mano un paio di pantaloncini corti e una canotta, nell'altra, l'intimo.

"Calma... è un angelo, non conosce le convenzioni umane" pensai, chiudendo gli occhi, cercando di calmarmi.

Allungai un braccio mentre con l'altro tenevo su l'asciugamano.

« Grazie... » dissi a denti stretti.

« Prego... »

Restammo in silenzio per quella che sembrò un'eternità.

Alzai le sopracciglia.

"Non può pensarlo davvero..."

« Ehm... Castiel » mi schiarii la voce « ... adesso devo cambiarmi... »
« Fa pure » fu la sua risposta pacata. Abbassò la tavoletta del water e si sedette, in attesa.

"Sta scherzando!"

Gli indicai la porta.

« Fuori... »

Castiel inclinò la testa, confuso, ma fece come gli avevo chiesto. Se ne uscì sbattendo le ali.

Sospirai.

"Che tipo..."

quando uscii nuovamente dal bagno (questa volta vestita), Castiel non era, per fortuna, davanti alla porta. Se ne stava seduto sul letto, a gambe incrociate.

« Voi umani siete così strani » scherzò.

Mi limitai a fargli una smorfia.

« Perché sei ricoperto di sangue? » domandai, visto che stava macchiando il lenzuolo.

L'impermeabile, una volta beige, era completamente sporco. Per non parlare del suo viso.

« Ho dovuto uccidere un demone » disse, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Sorvolai sulla parola "uccidere", dato che doveva averlo almeno "sventrato" per le condizioni in cui versava. Inoltre lo disse con una calma irreale.

Gli indicai il bagno « Se vuoi farti una doccia... »

Uno sbattito d'ali. Castiel non era più nella stanza.

Subito sentii l'acqua della doccia scorrere.

Sospirai.

"Ok, ho un angelo che gira per casa... cosa ho sbagliato nella vita? " pensai abbozzando una risata, mentre facevo mente locale. Trovavo tremendamente buffo il comportamento dell'angelo. Sembrava cercasse in tutti i modi di apparire naturale e a suo agio quando era come me, anche se in realtà sentivo che non di sentiva completamente al sicuro. Non che un'umana potesse fargli qualcosa, ma evidentemente ancora non si fidava del tutto di me.

Io, invece, non potevo fare altro. Negli ultimi giorni avevo rischiato di morire numerose volte: prima schiacciata da una macchina, poi dall'attacco di quello che lui definiva "demoni" e lui era sempre intervenuto per salvarmi.

"Deve esserci una spiegazione logica se tutto questo sta accadendo solo ora".

Per anni non mi era mai capitato di imbattermi nei demoni, questi tutti insieme avevano deciso di palesarsi proprio in quel periodo?

La porta del bagno si aprì. Per un secondo devo ammettere di aver sperato di vedere l'angelo con un asciugamano legato in vita. Ma le mie speranze furono vane.

Castiel uscì completamente vestito, completamente pulito e asciutto. Anche l'impermeabile sembrava come nuovo.

« Grazie » disse, rimanendo fermo vicino alla porta.

Mi portai le ginocchia al petto e lo guardai.

« Quindi demoni e angeli cercheranno di uccidermi... che bella cosa... » mormorai, tenendo lo sguardo basso, cercando di introdurre in modo ironico l'argomento che più mi attanagliava il petto.

" A quanto pare è inevitabile..."

« Chissà chi mi farà fuori per primo... » dissi, facendo una smorfia.

Castiel mi si parò davanti « No, troveremo una soluzione » annunciò con decisione.

Annuii piano.

"A preso davvero a cuore la mia situazione" pensai, guardandolo.

Improvvisamente mi sorse un'idea.

« Castiel! » dissi, afferrandogli un braccio « E se mi insegnassi a combattere? » chiesi, eccitata.

L'angelo mi guardò con cipiglio sarcastico.

« Perché? »

"Come 'perché'?"

« Così potrò difendermi da sola! » mi impuntai, avvicinandomi a gattoni verso il bordo del letto.

Castiel scosse la testa « Non se ne parla, quando sarai in pericolo, ti basterà chiamarmi come hai fat... »
« E se i tuoi amici fossero in pericolo e dovessi andarli a salvare? » domandai interrompendolo « chi ci penserà a me? »

Parlando dei suoi amici avevo colto nel segno. Era palese che sarebbe corso da loro.

Ma niente, Castiel sembrava irremovibile.

« Mi dispiace, ma per fronteggiare Inferno e Paradiso dovresti allenarti per anni... » rispose, incrociando le braccia.

Sbuffai « Almeno insegnami come rallentarli! »

Castiel fece una smorfia. Sembrava titubante.

Ormai ero a due centimetri da lui « Ti prego » lo supplicai con gli occhi dolci.

Mi lanciò un'occhiata furtiva.

« Va bene... ti darò qualcosa da studiare » disse, riluttante.

« Yeah! » esclamai, saltando sul letto.

Castiel rise e io con lui.

 

*

 

Qualche giorno dopo, qualcuno bussò alla mia porta. Castiel non era in casa, aveva detto che aveva una missione urgente da svolgere ma che sarebbe tornato presto.

Avevo passato diversi giorni sui libri che l'angelo mi aveva fornito. Molti erano scritti in latino, altri in lingue che non conoscevo e lui si era offerto di tradurre i punti in cui mi arenavo.

Era dolce e comprensivo, anche se spesso cercava di dissuadermi nel continuare a studiare formule e modi per distruggere demoni vari.

Ci provava solo una volta al giorno, poi desisteva.

Spiando dallo spioncino della porta, notai due ragazzi che cercavano di sbiarciare dentro per vedere se ci fosse qualcuno in casa.

« Sei sicuro che abiti qui? » chiese uno.

L'altro alzò le spalle « Castiel ha detto così »

"Castiel?"

« Chi è? » domandai, senza smettere di sbirciarli dallo spioncino.

« Ehm... »

« Siamo amici di Castiel » disse quello più grosso.

Aprii la porta e mi feci di lato per farli entrare.

Erano due ragazzi che dimostravano più o meno venticinque anni. Uno era altissimo, aveva le spalle large e capelli scuri, lunghi e mossi. L'altro un po' più basso del primo (ma sempre più alto di me), con capelli corti con un piccolo accenno di cresta. I capelli erano castani, esattamente come l'altro e avevano entrambi gli occhi verdi. I due ragazzi indossavano dei jeans e una camicia aperta che lasciava intravedere una t-shit. Ovviamente i colori variavano. Uno di loro indossava anche una piccola collana (anche se non riuscii a vedere quale fosse il ciondolo).

« Tu devi essere Layl... » cominciò a dire quest'ultimo, ma non riuscì a finire la frase. Avevo cominciato a mettere in pratica gli insegnamenti di Castiel e avevo lanciato addosso al ragazzo un bicchiere con l'acqua santa (fornitami dall'angelo) e del sale.

Non potevo fidarmi di due sconosciuti. Per quanto ne sapevo, potevano essere venuti per uccidermi.

Lui rimase confuso ma non sorpreso.

« Sì, è lei » disse all'altro, pulendosi dall'acqua salata.

Colsi di sprovvista anche l'altro e gli lanciai la stessa miscela.

Anche su di lui non ebbe effetto.

"Non sono demoni"

« Chi siete? » domandai, brandendo la scopa.

I due ragazzi mi lanciarono un'occhiata perplessa, prima di scoppiare a ridere.

« Noi siamo Sam e Dean » disse quello più grosso, indicando prima se stesso poi l'altro.

Mi si accese una lampadina in testa.

« Voi siete gli amici di Castiel » conclusi, sorridendo ad entrambi. Lasciai cadere la scopa in terra e corsi a prendere degli asciugamani. Tornata nel salone, ne porsi uno ciascuno ad entrambi e questi mi ringraziarono prima di asciugarsi.

« Non vorrei sembrare sgarbata, ma perché siete qui? » chiesi, sospettosa, mentre loro mi ridavano indietro gli asciugamani.

« Castiel ha detto che dobbiamo tenerti d'occhio » disse Dean, prendendo una sedia e girandola nella mia direzione. Si mise cavalcioni e appoggiò le braccia sullo schienale della sedia, cominciando a studiarmi. Sembrava cercasse di scrutarmi l'anima.

« Sei inquietante... » borbottai.

Sam scoppiò a ridere dell'espressione confusa del fratello.

« E' la prima ragazza che te lo dice »

Dean, senza scomporsi, gli diede una spintarella e Sam per poco non cadde dalla sedia.

Loro cercarono di distrarmi con qualche chiacchiera e battuta, ma io ero all'erta.

« Ragazzi, ditemi la verità... » dissi, prendendo un momento di silenzio, mentre i Winchester alzavano lo sguardo su di me « ... dov'è andato Castiel? »

Sam e Dean si guardarono negli occhi, incerti su cosa dire.

Fu il maggiore a prendere la parola « Layla, non ti mentiremo... » gli occhi di Dean erano due pozze verdi « ... è andato a cercare informazioni su di te »

Annuii. Immaginavo una cosa del genere.

Anche se Castiel si era visibilmente rilassato nei miei confronti, vedevo che non riusciva a fidarsi a pieno di me. Era palese. Di certo non potevo sperare il contrario...

« Per quella cosa del Paradiso... » conclusi.

« Già » convenne Sam, guardandomi.

Avvicinai la mia sedia ai due fratelli « Ma cosa cerca di preciso? ». Ero proprio curiosa di saperlo. Inoltre, avrei voluto sapere anche "dove" avrebbe cercato le informazioni sul mio conto, ma temevo la risposta.

« Qualcosa magari del tuo passato, delle tue radici che possa giustificare la decisione degli angeli » rispose Sam, passandosi una mano tra i capelli. Il ragazzo lanciò un'occhiata alle mie spalle.

« E quello cos'è? » domandò, indicando la scrivania piena di libri e fogli.

Si alzò in piedi e prese un foglio dal mucchio.

Io e Dean ci alzammo per vedere cosa stesse indicando.

Sam mi passò un foglio.

« Ah, questo... » dissi, girandolo fino a metterlo dritto « E' un pentagramma che sto disegnando » Lo alzai per farlo vedere ai due fratelli.

« Questo solitamente è un pentagramma per tenere gli angeli lontani » gli spiegai « Lo sto modificando in modo da poter rimanere nascosta a tutti gli angeli tranne che a Castiel » e lo passai nuovamente a Sam. I due lo scrutarono, colpiti.

Dean studiò il foglio « E l'hai fatto tu? »

Annuii « Sì... cioè, ho avuto un'intuizione e sto provando ad unire più incantesimi... appena Castiel ritorna glielo faccio vedere per sapere se va bene »

« Ma è grandioso » si complimentò Sam « Ma come hai fatto a... »

« Trovare tutto? » conclusi per lui « Castiel mi ha lasciato dei libri... ci sono delle parti in latino, per lo meno in quello me la cavo »

Uno sbattito d'ali ci fece capire che Castiel era ritornato.

« Niente, assolutamente niente » disse, buttandosi a sedere sul letto. Sembrava sconfortato.

Io e i ragazzi ci guardammo.

« Non si sa perché gli angeli la vogliono morta? » domandò Dean.

Mi lanciò un'occhiata. « Scusa... »

« Fa nulla » affermai. Ormai era una cosa che mi ripetevo anche da sola. Ero quasi arrivata alla fase dell'accettazione. Quasi, non del tutto, infatti venni percorsa da un fremito di paura e mi allacciai le braccia al petto.
Castiel scosse la testa.

« Magari è qualcosa che deve ancora fare » tentò Sam « Magari verrà posseduta e... farà qualcosa ». L'angelo e Dean guardarono Sam come se avessero avuto una rivelazione.

« Probabile »

Il mio subconscio mi lanciò un messaggio dall'erta e cominciai a temere per il peggio. Il modo in cui mi guardavano tutti e tre non era per niente rassicurante. Mi venne la pelle d'oca.

I due fratelli si alzarono in piedi « Bene, Layla » disse Dean, guardandomi con un sorriso malizioso « Pronta per il tatuaggio? »

 

 

 

 

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Angolo dell'autrice

Ciao a tutti! Alla fine hanno fatto la loro comparsa anche i due magnifici Bros! Ho cercato di renderli il più possibile nell'IC, spero di esserci riuscita (incrocio le dita...). Ho cercato di rendere questo capitolo un po' più divertente, quindi spero di avervi strappato almeno un sorriso. Come sempre, ringrazio chi è passato a lasciarmi una recensione : Blooming, Concy_93_, Nerea_V e occhi da cerbiatta., chi l'ha messa nelle seguite, nelle preferite e nelle ricordate. Grazie davvero :)

Non mi dilungo oltre, spero che questo capitolo vi sia piaciuto – io mi sono divertita a scriverlo - ! Lasciatemi una recensione così so cosa ne pensate.

Al prossimo capitolo!

Un abbraccio,

Ladyvampiretta

  
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