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Autore: magic mellah    09/11/2013    4 recensioni
{ long-fic | fuusuke-endou! crack. | fuuen e altre coppie di sfondo | forse ooc | what if | rating giallo-arancio | tematiche delicate. credo. }
ex _mistakes. yeah. -wtf-
nulla, solo una long sulla fuuen, coppia che ho creato io e adoro- molto crack, e nessuno mi cagherà, ma ok. diciamo che questa fic sconvolge - e cambia leggermente - alcuni elementi di questo anime.
uhm, ci si becca dentro. ♥
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«Allora io vado.» disse, incominciando a uscire dal cancello. «Endou?»
«Ah? Dimmi.»
«Mi sono innamorato dei tuoi occhi.» disse facendo un debole sorriso, che Endou potè notare, nonostante il buio. Era minuscolo, quasi inesistente, eppure era molto bello.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Mark/Mamoru, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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the good things don't last long. ♥

fuusuke, the little liar. ♥

 

 

 

Fuusuke girovagava nello stadio del football frontier, vestito come un ragazzino sfigato delle scuole medie; certo, aveva quindici anni, ma, a differenza dei ragazzi della sua età, lui non andava a scuola. Comunque, quella situazione era piuttosto imbarazzante.
Aveva dei pantaloni neri, camicia bianca, e occhiali a lente ovale, che lo rendevano ancor più sfigato, contando i vestiti. In mano aveva un block-notes, e una matita, per prendere appunti sui vari membri della Raimon, la squadra che in quel giorno aveva vinto la finale del football frontier contro la squadra capitanata da Afuro Terumi, che aveva come allenatore Kageyama. Doveva essere davvero forte, la Raimon, se aveva battuto una squadra come quella.
Suo padre gli aveva detto che tutte le squadre che Kageyama aveva avuto come allenatore non perdevano mai. Aveva portato la royal academy come squadra di calcio invincibile in Giappone per quaranta anni, che poi era stata battuta.
Sospirò, e a passi lenti scese i gradini dello stadio, rischiando di cadere varie volte a causa di tutta quella folla; lui odiava la folla. E poi lo vide. Vide Mamoru Endou che stava parlando con qualche giornalista, e si avvicinò anche lui, con fare curioso, per poi sentire cosa rispondeva il ragazzo alle domande dei giornalisti. Insomma, nulla di che.
Era il classico ragazzino che adorava fare il bambino, e adorava il calcio come se fosse la sua vita. Gli piaceva, Endou. Quel suo ottimismo, quel suo sorriso, quella sua voglia di giocare. Il suo perfetto contrario.
Man mano dei giornalisti sparivano, molto probabilmente per andare a intervistare anche gli altri componenti della squadra, e lo sguardo di Mamoru incrociò quello di Suzuno, per un secondo, ma sentì un piccolo brivido percorrergli la schiena. Si sentiva bene, stranamente. Era leggermente contento del fatto che mentre era stato guardato dal castano, gli aveva anche sorriso. Nessuno lo faceva più per lui da qualche tempo, se non Burn che lo faceva maliziosamente.
Si risvegliò dalla sua trance quando si sentì prendere per un polso, ed essere portato via da qualcuno, che identificò come Endou Mamoru. Se aveva intenzione di scappare via con lui per sempre, gli avrebbe dovuto dire no, per sfortuna.
«Ciao!» esclamò il ragazzino, facendo un sorriso a trentadue denti. Lo osservò meglio; aveva dei tratti molto infantili, anche se si poteva ben capire che era un ragazzo, invece di un bambino. I capelli erano leggermente scompigliati, gli occhi color cioccolato assomigliavano a quelli di un cerbiatto, fottutamente innocenti, mentre il suo sorriso era il sorriso più sincero che aveva visto negli ultimi anni.
«Ciao.» disse solamente Suzuno, dimenticatosi improvvisamente del suo compito. Non era annoiato, o semplicemente incantato, ma come nel suo stile: freddo. Ma il coetaneo sembrò non farci caso, e continuò a parlargli allegramente.
«Oh, mi è sembrato di capire che mi dovessi fare delle domande, e poiché mi annoiavo in mezzo a tutti quei giornalisti troppo cresciuti, per me, sono venuto qua per parlare in santa pace.» fece un risolino, quello.
Erano negli spogliatoi nella Raimon, e visto che nessuno aveva accesso lì, se non i giocatori — e anche il loro allenatore -, che erano però sicuramente intervistati, ci avrebbero messo un bel lasso di tempo, per entrare lì.

«Oh, vero.» e, finalmente, il ragazzo si ricordò del suo compito.
«Chiedimi quello che vuoi, dai!»
E così parlarono, anche se non seppe per quanto. Vide dall’orologio che era appeso alla parete che era passata una mezzora, e si meravigliò. Il tempo era passato così velocemente...
Storse il naso e si alzò dalla panchina, andando verso la porta.
«Ci vediamo Endou Mamoru. Devo dire che è stato un vero piacere fare la tua conoscenza.» e se ne andò, così, senza neanche aspettare una risposta di Mamoru.
In realtà non aveva avuto minimamente intenzione di fare domande a Endou, riguardanti sulla sua vittoria o altro, ma doveva farselo amico, per il suo bene e quello dell’accademia.
Tornò tardi, all’Aliea Gakuen. Non mangio, non si lavò, e non si cambiò. Si buttò solo stancamente sul letto della sua camera, come se fosse morto, e senza un motivo preciso ripensò al ragazzo con gli occhi color nocciola, a quanto fosse fortunato, lui. Quasi sicuramente aveva una famiglia, una casa, dove poteva andare, tanti amici.
Ripensò a prima, quando aveva parlato con Endou. Tutto sembrava essersi fermato, eppure il tempo passava. Non sentiva più lo snervante ticchettio che emetteva quel dannato orologio appeso alla parete degli spogliatoi, e neanche le urla dei tifosi contenti per la vincita della Raimon.
Sentiva solo lui. Solo Endou che parlava, e basta.
«Allora è vero che le cose belle durano poco...» ripensò varie volte a questa frase, e verso le tre di notte era riuscito ad addormentarsi, sapendo che il giorno seguente si sarebbe dovuto svegliare alle sei e mezzo per gli allenamenti mattutini.

 

 —

 

Quel momento, mentre era in viaggio per Hokkaido, Suzuno non poteva fare altro che non essere contento. Sarebbe andato nella sua città natale, ma di questo non gli importava, in realtà. Era felice — nonostante non lo mostrasse, chiaramente - per il fatto che dopo mesi e mesi di caldo afoso, sarebbe andato in un posto dove avrebbe fatto freschetto — perché sì, quello per il ragazzo non era un nulla, se non freschetto -, e avrebbe rincontrato Mamoru, di nuovo.
A quanto pare tutta la Raimon era diretta lì per incontrare un famoso giocatore conosciuto col nome di Shirou Fubuki, e anche lui usava le tecniche di ghiaccio. Un giorno si sarebbe voluto confrontare, con quel ragazzo, ma in un altro momento, visto che la sua permanenza che per Endou doveva essere "casuale", avrebbe assistito agli allenamenti della Raimon, o sperava almeno di incontrarli. Certo, la città di montagna non era tra le più grandi, ma non era neanche minuscola e avrebbe trovato il ragazzo in due secondi.
Ora era nel pullman, col suo peggior nemico, Burn, che si stava trasformando in un ghiacciolo — ben gli stava il "ghiacciolo", siccome lo chiamava sempre così -, nonostante indossasse una canottiera, una maglia di lana, una felpa, e poi un giubbino. Invece Fuusuke aveva solamente una maglia a maniche lunghe viola, anche leggera, eppure lui stava benissimo, per sua fortuna.
Era una seccatura, quel viaggio. Era nel pullman da quattro orette, e per arrivare ci voleva ancora una bella e lunga oretta, e non sapeva neanche come trascorrere il tempo! Con Burn non aveva voglia di parlare, il telefono era scarico e come se non bastasse lo spazio per fare disegnini idioti sulla finestra era finito, purtroppo, e di certo non si sarebbe messo ad alitare come un cretino contro il vetro, per disegnare ancora qualcosetta. Avrebbe certamente preferito viaggiare con il teletrasporto dell’Aliea — ovvero un pallone -, ma suo padre non voleva, poiché diceva che così si sarebbe fatto notare.
Si addormentò, e appena si risvegliò s’incominciò a dare qualche piccola sberla in faccia, com’era solito fare per svegliarsi completamente. Guardò le sue mani, coperte di nero; molto probabilmente tintura, o era qualche pennarello.

 

«Burn, scappa

 
 

 

mari corner.
 

picchiatemi, linciatemi. siate violenti, dai. #violenzatimeformariella.
allora allora, qui ci vogliono spiegazioni- prima di tutto io adoro questa coppia demmerda creata da me, tanto crack ma la amo, punto ;uu; insomma, nessuno li cagherà, ma chissene- dopotutto una fic deve sempre prima piacere a me e poi a voi. looool. no dai scherzo. io sono una tipa che vuole sapere il parere degli altri, e se, ovviamente ci sono errori vorrei sapere in cosa ho sbagliato.
perché sicuramente ci sono tanti orrori o altro, eh; comunque parliamo della fic, su. questa è una what if, e se. qui suzuno incontra mamoru alla fine del football frontier, gnh, ma ovviamente lui è della aliea gakuen. insomma, fa amicizia con mamoru perché così ha la possibilità di seguire i suoi progressi e quella della inazuma, così da riferire tutto alla aliea c: ma okay, fa schifo come idea, bene- comunque ora come avete visto si passa in hokkaido, e chiaramente anche lì deve incontrare mamoru, ma viene accompagnato da burn-
no nulla- avete tutto il diritto di picchiarmi :"D solo io ho certe idee noiose e monotone, ceh. ma no, io amo questa coppia e chissene- continuo anche se ho cento recensioni negative perché ho taaaaaaaaanta - ma anche no - voglia di migliorare c:

mari c:

 

 

   
 
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