Libri > Orgoglio e Pregiudizio
Segui la storia  |       
Autore: Alex9903    10/11/2013    1 recensioni
la storia inizia dopo la proposta di matrimonio di Darcy a Hunsford. Elizabeth ritorna a Meryton mentre Darcy è costretto a rimanere in Kent
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo uno

 

Fitzwilliam Darcy era più del solito irritato con sua zia e le sue presunzioni. Era passata quasi una settimana dalla sua disastrosa proposta di matrimonio a Miss Elizabeth Bennet a Hunsford, e da allora il suo desiderio più grande oltre a quello che non fosse mai avvenuto, era di fuggire. Fuggire i boschi dove aveva passeggiato con lei, credendo scioccamente che apprezzasse la sua compagnia. Fuggire dal salotto di sua zia, dove aveva erroneamente creduto che Elizabeth aveva amoreggiato con lui vicino al pianoforte. Fuggire da suo cugino, il colonnello Richard Fitzwilliam e la sua tendenza irritante di discutere i molteplici fascini di Miss Bennet, i suoi occhi, il viso, lo spirito – come se Darcy non li conoscesse! No, non aveva certamente bisogno di essere ricordato il fascino di Miss Elizabeth Bennet; al contrario voleva dimenticare lei, la sua attrattiva e più di ogni altra cosa, dimenticare quanto l’amava. E il parlare incessante di Richard di lei non aiutava certo la sua causa.

 

Sfortunatamente, non era destino che fosse così. Appena era sembrato possibile che potesse fuggire, sua zia decise, in una delle sue solite manovre per rimandare la sua partenza, d’informarlo di un problema nella tenuta. Non si trattava di un problema nuovo; no, il problema era sorto al suo arrivo, una quindicina di giorni fa e sfortunatamente, era di una natura abbastanza seria e richiedeva un’azione immediata, come incontrarsi con i legali della zia. Così dovette rimanere e occuparsi del problema di sua zia, quasi una settimana dopo la partenza prevista.

 

Darcy era riuscito ad evitare la canonica e i suoi occupanti, per tutto il tempo. Vide Elizabeth molto brevemente in chiesa, la domenica dopo la proposta. Dalla distanza notò il pallore e la riservatezza della ragazza, ma siccome era riuscito ad arrivare tardi e uscire subito, non ci fu bisogno di conversare. Durante la messa, però, il vederla fece riaffiorare in lui sentimenti che credeva sepolti. Perché era così pallida? Era colpa sua? Anche lei era incapace di dormire? Lo odiava? Era così bella, anche nella sua pena – come voleva essere il suo consolatore. Naturalmente non poteva farlo perché Elizabeth lo detestava. E lui, la detestava? No, non lo faceva, né era la sua indifferenza verso di lei niente più che una messinscena.

 

L’esperienza di domenica era stato il suo unico incontro con lei fino a oggi. Darcy si accigliò frustrato, e calciò un pezzo di carta che era caduta sul pavimento della sua camera. Era l’ultima sera che lui e Richard passavano in Kent, e per qualche ragione Lady Catherine aveva pensato di invitare gli abitanti della canonica, così da poter giocare un gioco di carte che sua zia aveva imparato di recente. Quindi sarebbe costretto di vedere Elizabeth, possibilmente anche parlarle. Come poteva sopportarlo? Il suo stomaco si annodò dolorosamente al solo pensarci.

 

Un colpo alla porta della sua camera interruppe i suoi pensieri, e l’aprì trovando il cugino pronto per scendere.

 

“Ah Fitzwilliam, pronto per la cena? Ci aspetta una serata incantevole,” disse Darcy sarcastico.

 

Colonnello Fitzwilliam gemette in falsa disperazione e si gettò sulla sedia nella camera di Darcy. “E io che pensavo di poter evitare di cenare un'altra volta con Collins! Almeno Lady Catherine avrà qualcun altro su cui dispensare i propri consigli, lasciando me in pace.”

 

Darcy rotolò gli occhi in commiserazione, ma non potè resistere una frecciatina astuta. “Credevo che la tua impazienza di godere un ultima volta della compagnia di Miss Elizabeth, ti avrebbe reso la compagnia del signor Collins un po’ più tollerabile.”

 

Colonnello Fitzwilliam gettò a Darcy uno sguardo perplesso. "Miss Elizabeth? Pensavo fosse già partita.”

 

“Bè, forse ho capito male,” replicò Darcy in modo casuale, attizzando il fuoco per mascherare la sua curiosità. “Pensavo che rimaneva dai Collins fino a sabato.”

 

“Sì, credo che questo era il piano originale, ma a quanto sembra disse alla signora Collins di avere nostalgia della sorella, che era appena ritornata nell’Hertfordshire da Londra e quindi chiese a suo zio se poteva mandargli la carrozza prima del previsto. Ci volle un giorno o due per cambiare le sistemazioni, ma credo che è partita lunedì mattina.”

 

Queste notizie fecero sentire Darcy in modo strano. Sono alleviato! Sostenne tra se ma sfortunatamente il suo cuore non sembrò della stessa opinione. Invece fu lasciato con una strana sensazione di sconforto, che aumentò il suo stato di frustrazione e agitazione. Non sarò una buona compagnia stasera, fu il suo pensiero finale mentre lui e Fitzwilliam uscivano dalla stanza.

 

Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

 

La cena quella sera era esattamente come Darcy si era aspettato. Collins era servizievole in modo irritante, sua zia come al solito era ciarliera e altezzosa, Anne, la signora Jenkinson e la signora Collins, invece, rimassero in silenzio. Anche Darcy e Fitzwilliam parlarono poco, preferendo di meditare i propri pensieri.

 

Mentre sedevano nel salotto in attesa del tavolo da gioco, Darcy conobbe il motivo della partenza improvvisa di Elizabeth. Anche se lui non era abbastanza intimo con la signora Collins da domandare della partenza improvvisa di Miss Elizabeth, sua zia non aveva tale restrizione. Darcy ascoltò attento la loro conversazione senza farsi notare.

 

“Miss Bennet se n’è andata alquanto all’improvviso. Avevo capito che sarebbe rimasta due mesi interi, invece è già ripartita!” Lady Catherine fissò la signora Collins, indicando la chiara intenzione di ricevere delle risposte per il comportamento indecente di Miss Bennet.

 

“Sì, Vostra Signoria,” rispose la signora Collins, “Elizabeth ha espresso il desiderio di riunirsi con la sorella maggiore che è stata a Londra questi tre mesi ed è tornata di recente a Longbourn.”

 

Lady Catherine sbuffò, mostrando di trovare la risposta della signora Collins insufficiente. “Eppure se fosse rimasta tutto il mese, l’avrei potuta portare a Londra con il mio calesse.” La signora Collins non rispose a questo esempio di beneficenza da parte di Lady Catherine ma il signor Collins, fortunatamente era ben preparato con un discorso fiorito e verboso di lodare la condiscendenza, la generosità e altri attributi eccellenti di Sua Signoria, finchè Lady Catherine non lo zittì con un impaziente, “sì, sì, ma è assai fastidioso.”

 

La signora Collins non diffuse altre informazioni e sembrò che la faccenda fosse finita lì fino a quando Lady Catherine non s’intromise di nuovo. “Miss Bennet sembrava piuttosto avvilita in chiesa domenica scorsa. Certamente il suo mal di testa non sarà durato per tre giorni consecutivi.”

 

La signora Collins comprese che il discorso non sarebbe lasciato cadere finchè non avrebbe fornito una ragione accettabile per il comportamento dell’amica, così convenne, “avete davvero ragione, Lady Catherine, Miss Bennet ha sofferto molti giorni con il mal di testa e perciò è rimasta in camera sua per tutto il tempo.”

 

A questo Lady Catherine non fu più da fermare, si mise a esporre i mali di essere soggetti al mal di testa, e credeva che la colpa stesse nell’abitudine di Miss Bennet di passeggiare a lungo ed era dell’opinione che le signorine beneducate non dovessero passare molto tempo fuori casa. La signora Collins non ritenne necessario rispondere.

 

Alla fine Lady Catherine cercò conferma delle sue teorie sul mal di testa di Elizabeth insistendo ancora una volta per informazioni dalla signora Collins. Nonostante Darcy avesse notato che la signora Collins aveva un carattere calmo e paziente, ora notò che anche lei si stava stancando dell’interrogatorio di Sua Signoria.

 

“Signora Collins, non avrei mai pensato che Miss Bennet avrebbe permesso a un semplice mal di testa e alla nostalgia di allontanarla dai suoi amici, provocando inoltre una tale inconvenienza nel preparare il viaggio. Non mi sono accorta di una tale mancanza nel suo carattere durante il suo breve soggiorno qui.”

 

La signora Collins rispose con fermezza: “Vi assicuro, signora, che Miss Bennet non ha tale mancanza di carattere, e l’inconvenienza subita è ricaduta solo su di lei. Miss Bennet ha sempre, sin da quando eravamo piccole, cercato di ragionare con la sua testa in questioni del genere. Se qualcosa di diverso di un mal di testa e il desiderio di rivedere la sorella l’hanno spinta a partire, non me l’ha detto e io non c’è l’ho chiesto. Come sua amica ho solo cercata di aiutarla a tornare a casa, comprendendo pienamente che non era inteso come un offesa a me.”

 

Il signor Darcy decise d’intromettersi nella conversazione per deviare l’attenzione della zia. “Sono sicuro che Miss Bennet vi è grata dei vostri sforzi così come della vostra ospitalità.”

 

La signora Collins lo ringraziò, e finalmente Lady Catherine si mosse a un altro discorso. Darcy fu lasciato a ponderare su ciò che la moglie del parroco aveva rivelato. Non aveva dubbi su cosa c’era dietro alla conclusione improvvisa della visita di Elizabeth nel Kent, cioè il desiderio di allontanarsi da lui, pensò dispiaciuto. Non aveva anche lui espresso il desiderio di fuggire? Però, pensò sentendosi colpevole, immaginare che Elizabeth si sentisse così angosciata da essere disposta ad offendere un’amica di lunga data solo per allontanarsi da lui… era un pensiero davvero sgradevole.

 

Comunque ciò che aveva rivelato la signora Collins era in un certo senso anche sconcertante. Perché Elizabeth sarebbe rimasta turbata da quello che era successo alla canonica? Era lui che era stato umiliato e rifiutato, era il suo amore che era stato trovato mancante, e suo era l’onore messo in discussione. Le aveva offerto la sua vita, il proprio amore e tutto quello che possedeva. Non era almeno stata un poco compiaciuta del suo affetto? Era mai possibile che la sua dichiarazione d’amore l’avesse sconvolta in qualche modo? Sicuramente no, ma allora perché era agitata?

 

Per la prima volta, Darcy esaminò la sua proposta dal punto di vista di Elizabeth. Era vero, quando si era trovato di fronte a lei, bevendo la sua bellezza e la sua grazia, tutte le frasi che aveva provato prima nella mente erano svanite e si era messo a parlare, dicendo la prima cosa che gli veniva in mente. Quello che aveva cercato disperatamente di dirle era che l’amava e che qualunque ostacolo famigliare o sociale si frapponeva fra loro, potevano superarlo insieme perché non poteva vivere senza di lei.

 

Nel riconsiderare il fiume di parole che aveva pronunciato, Darcy iniziò a provare un po’ di vergogna, quando capì che dall’inizio, il messaggio che la amava si era perso nella recita delle sue obiezioni e delle sue paure circa la loro unione. Ecco la donna che amava più di ogni altra cosa al mondo, e lui che fa, insulta insensibilmente lei e la sua famiglia! Rimase stupefatto di non averlo scoperto prima, e lo attribuì all’essere troppo occupato a curare le proprie ferite.

 

Ripensò alle sue parole riguardanti la famiglia di Elizabeth e mentre lo fece, i suoi occhi caddero su Lady Catherine, che discuteva animatamente e in modo pomposo sull’argomento dei viaggi nel continente – una cosa che lei non aveva mai fatto, eppure si considerava un’autorità su ciò. Riflettendo ancora sulla zia, era veramente molto diversa della signora Bennet, o delle altre madri che lo volevano spingere a sposare le loro figlie? Però aveva fortemente condannato il comportamento della signora Bennet mentre aveva scusato quello di Lady Catherine solamente a causa del ceto, che non si era guadagnata, ma ci era solo nata.

 

Pensando agli altri suoi parenti, gli venne in mente suo cugino, il fratello maggiore del colonnello Fitzwilliam, l’erede delle proprietà dei Fitzwilliam, patrimonio e titolo. Anche se era molto ammirato e ricercato dall’alta società, si doveva ammettere che l’uomo era un libertino che probabilmente aveva generato un sacco di figli illegittimi. Inoltre, le sue abitudini si estendevano ad approfittare delle domestiche, una cosa che Darcy trovava moralmente biasimevole.

 

Quanto amava e adorava Georgiana, anche lei doveva essere considerata in questo giudizio. Aveva condannato duramente le sorelle minori di Elizabeth per il loro comportamento civettuolo con la milizia e, però la sua stessa sorella era quasi fuggita se non fosse stato per la sua interferenza. Vero, Georgiana era giovane e ingenua, ma non lo erano anche le sorelle di Elizabeth? Non meritavano anche esse clemenza, vista la loro giovane età?

 

No, decise Darcy, non vorrebbe che il suo pregio fosse deciso basandosi sulla sua famiglia, però lui l’aveva fatto con Elizabeth. All’improvviso la miseria della donna faceva senso e si chiese come mai non l’aveva notato prima.

 

Un’immagine di Miss Jane Bennet si presentò ad un tratto nella sua mente. Non l’aveva considerata mai prima ma ora lo fece, ripensando a lei in luce della situazione con Bingley. Prima aveva attribuito il portamento di Miss Bennet al fatto che era indifferente al suo amico, ma che tollerasse le attenzioni di Bingley nella speranza di incastrare un marito ricco. Adesso invece pensava a quello che sapeva di lei in generale. Sebbene non la conoscesse bene e aveva avuto poca conversazione con lei, c’era in Miss Bennet una qualità che gli ricordava moltissimo Georgiana. Entrambe le ragazze erano schive, silenziose, riservate – Darcy fu colpito da un’idea. Miss Bennet era timida? Poteva il contegno che aveva interpretato come indifferenza, essere in realtà timidezza? Perché non se n’era accorto prima?

 

La voce stridula di Lady Catherine lo riportò al presente, ordinandogli di fare attenzione al gioco di carte che, Darcy dovette ammettere, stava giocando molto male. Fece attenzione al gioco abbastanza a lungo da convincerla di prestare fede ai suoi desideri e poi di nuovo si calò nei propri pensieri.

 

Sentì di colpo l’eco della voce di Elizabeth: “Credete forse che avrei avuto qualche motivo di accettare un uomo che ha potuto rovinare, forse per sempre, la felicità di un'amatissima sorella?” una sorella con la felicità distrutta era qualcosa di cui Darcy s’intendeva. Anche ora, quasi un anno dopo gli eventi di Ramsgate, Georgiana non si era ancora del tutto ripresa, ed era questo, più di tutte le altre cose, su cui si fondava il disprezzo di Darcy per Wickham. Georgiana aveva veramente creduto di amare Wickham e che quest’ultimo ricambiasse i suoi sentimenti. Apprendere che Wickham fingeva solo di amarla per aver accesso al suo patrimonio era più di quello che il suo giovane cuore poteva sopportare, e quindi era caduta immediatamente in disperazione e nel dubbio, credendo che quest’esperienza significava che lei era destinata a sposare un uomo che voleva solo i suoi soldi perché non si poteva amare. Infatti, aveva espresso molte volte a Darcy il dubbio che non si sarebbe mai sposata, preferendo, affermava Georgiana, evitare le complicazione dell’amore che portavano solo alla delusione.

 

Era così che si sentiva Jane Bennet dopo la partenza di Bingley? Sir William Lucas aveva reso chiaro, la notte del ballo di Netherfield, di come il vicinato aveva aspettazioni di un matrimonio tra Jane e Bingley. Che imbarazzo avrà provato quando Bingley è partito così all’improvviso e, il paese, compresa la propria madre, aveva iniziato a pettegolare su di lei. Che tristezza avrà provato al pensiero di avere amato ma che quell’amore non era ricambiato.

 

Darcy si sentì il più grande furfante per la sua parte nella separazione di Miss Bennet e Bingley, specialmente quando si ricordò dello spirito abbattuto dell’amico in questi ultimi mesi. Tuttavia in questo poteva sperare di riscattarsi. Sebbene non potesse mai fare ammenda per le sofferenze dei mesi passati, almeno intendeva, alla prima opportunità, mettere in chiaro le cose con Bingley riguardo a Miss Bennet.

 

Darcy si desto quando vide che la comitiva della canonica era pronta per andarsene, li salutò contento che la serata era finita e sperando inutilmente, che questa notte gli porterebbe un po’ di riposo, ma era consapevole che avrebbe sognato quello che non sarebbe mai stato.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Orgoglio e Pregiudizio / Vai alla pagina dell'autore: Alex9903