Freddo,bagnato e buio.Tutte le volte lo stesso sogno.Lo stesso incubo. E’ notte,c’è buio e piove a dirotto,io sono in strada,precisamente la via di casa mia,sono scalza e barcollo sotto la pioggia battente;sento l’acqua grondare sul mio viso,gli occhi bruciano e la mia vista è appannata.Cammino posando incerta un piede dopo l’altro,non riesco a seguire una linea retta.Percepisco il freddo e rugoso asfalto sotto i piedi e il freddo gelido oltrepassare i miei vestiti leggeri fin dentro alle ossa.I miei capelli coprono il mio volto e calde e copiose lacrime iniziano a rigarmi il viso sempre più invadenti,passano inosservate sotto alla forte pioggia.La vista si appanna e una pesante nebbia avvolge i miei occhi.Sento le gambe cedere,tremano.Raggiungo velocemente il lampione vicino al marciapiede e mi reggo con tutte le mie forze sperando di non mollare,di reggere più tempo possibile,le mie ginocchia sono scosse da violenti fremiti e alla fine cedono,mi ritrovo a terra distesa sull’asfalto con la testa leggermente spostata di lato.I capelli attaccati al volto e l’acqua che colpisce il mio esile corpo senza sosta,chiudo gli occhi,sono stanca di questo e non ricordo cosa è successo e cosa mi ha ridotto in questo stato. Gli occhi sono gonfi,li sento premere da sotto le palpebre e un lieve tepore avvolge tutto il mio corpo,apro gli occhi e riconosco la strada di casa mia ,è sorto il Sole e decido di provare ad alzarmi,mi sento debole e vecchia dentro,come se la notte passata mi avesse portato via qualcosa.Esercito leggermente pressione sulla maniglia della porta di casa,dopo aver attraversato il prato del cortile e trovo mia madre,a terra che non da segni di vita,inizio a scuoterla,a chiamarla e a sentire i battiti del suo cuore.
Sgrano gli occhi improvvisamente impaurita e inizio a chiamarla ancora con più insistenza.Il corpo di mia madre giace senza vita in terra,il corpo della donna che c’è sempre stata con la sua dolcezza,il corpo della donna che mi ha messa al mondo.Io non mi ero mai sentita parte del mondo,ma questa è colpa mia,lei mi ha dato tutto per essere felice,non può finire così.Mi paralizzo all’istante e la osservo:sembra dormire profondamente.Le mani mi tremano,cerco di posare le mie mani sul suo polso ma non riesco a toccarla,quando finalmente prendo coraggio tocco il suo polso privo di pulsazioni e solo allora capisco la gravità della situazione;mi alzo di scatto urtando contro la credenza in salotto,facendo tremare tutti i piatti.
Le lacrime iniziano a scendere sempre più calde e invadenti.Porto la mia mano alla bocca e corro all’ingresso,apro la porta e mi precipito in strada.
Un suono.Il rumore di ruote che frenano all’improvviso.Scatto con la testa alla mia destra in tempo per vedere l’auto avvicinarsi pericolosamente,poi,l’impatto.Riesco a sentire il contatto rude con l’asfalto sotto il mio petto e poi,il buio.
----SPAZIO AUTRICE----
Buonsalve ragazze! C: Eccomi qui con il primo capitolo,come promesso!
E' più lingo dell'altro,ma ancora piuttosto corto,non temete,si allungheranno ^^
Ringrazio tutte coloro che hanno messo la storia tra le ricordate e tra le preferite.
Gradirei anche qualche recensione,fatevi sentire ;)
Cos'è successo alla ragazza e a sua madre? D: Ditemi cosa pensate!
A presto con il prossimo capitolo <3
-Cher