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Autore: bowaxel212    12/11/2013    1 recensioni
Questa storia è il seguito de "Il cacciatore".
Mason viene catturato da Gerard, intenzionato a sfruttare le sue nuove capacità.
Il branco verrà messo di fronte a scelte difficili e il rapporto tra Sharon e Mason sarà messo a dura prova da una nuova minaccia.
Genere: Azione, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quella non sarebbe stata una notte normale, in quelle ore cadeva il plenilunio, il primo da quando Mason era stato catturato e imprigionato.
La poca luce che filtrava da una finestrella comunicava che la luna aveva appena fatto capolino, il giovane si sentiva strano, come se qualcosa premesse per venire fuori, qualcosa che non poteva permettere che uscisse.
Facendo si che il cacciatore venisse a galla aveva rischiato di uccidere i suoi amici e Sharon, forse era la ragazza a permettergli di resistere, a far si che nonostante la difficoltà riuscisse a mantenere la calma, ma cosa sarebbe successo quando la luna sarebbe stata alta nel cielo?
Il ragazzo tremava, ma non per il freddo, sentiva il fiato venire meno, il cuore batteva all’impazzata mentre lo stomaco doleva e la testa sembrava sul punto di esplodere, di tanto in tanto un riflesso involontario faceva si che un braccio scattasse facendo sferragliare le catene.
I muscoli dolevano come se si fosse sottoposto a un grande sforzo, e forse era così, forse quella creatura non era fatta per essere contenuta, ma qualunque cosa fosse successa, Mason sapeva che non poteva farlo venire fuori.
Improvvisamente la porta di ferro che lo teneva chiuso in quel posto si spalancò rivelando la figura di Gerard e delle sue guardie, l’anziano sembrava essere soddisfatto dallo stato in cui era il ragazzo, il suo piano stava funzionando < vedo che ti ostini a non farlo venir fuori >
< vai… all’inferno… > rispose Mason irato contro quell’uomo, mai e poi mai avrebbe permesso che i suoi piani andassero in porto, anche al costo della vita.
Gerard non sembrò dare molto peso a quelle parole, d’altro canto sapeva cosa fare, entro quella notte quel ragazzino avrebbe ceduto, sapeva bene come fare < sai, quello che hai dentro segue l’istinto di autoconservazione, basta sollecitare quella zona della tua mente e vedrai >.
Mason non capiva cosa intendesse, forse stavano per pestarlo di nuovo, se così fosse stato che si accomodassero, non temeva il dolore, non gliela avrebbe data vinta < fate… del … vostro peggio > parlare era difficoltoso, sentiva i muscoli del collo tesi, la trachea sembrava non voler collaborare < stiamo per farlo > rispose il vecchio con uno strano sorriso malevolo.
Improvvisamente la porta si aprì di nuovo, questa volta entrarono altri due uomini, avevano con loro una ragazza che sulla testa portava una sorta si sacco, sulle prime al ragazzo si fermò il cuore, credeva fosse Sharon, solo un’analisi più attenta gli fece capire che non poteva essere lei.
Nonostante questo quei tipi avevano rapito un’altra innocente per chi sa quale motivo, cosa avevano intenzione di fare con lei?
Gerard si avvicinò alla giovane e le posò una mano sulla testa, lei avvertendo quel tocco tentò di ritrarsi < lei è la nostra sorpresa per te > senza aggiungere altro l’uomo tolse il sacco rivelando il volto della ragazza, le iridi gialle si notarono all’istante, così come i canini ben sviluppati, la chioma rossa le ricadeva sulle spalle come lava incandescente, era una licantropa.
Mason rimase sorpreso, non capiva in che modo quella poveretta potesse tornargli utile < che… volete… >
< non affannarti, vedi, al momento lei è sedata, ma non appena si riprenderà sarà tutta tua > il ragazzo continuava a non capire, la verità gli fu chiara solo quando gli altri presenti cominciarono a uscire dalla stanza lasciandolo da solo con quella creatura < non sa ancora controllarsi, fai attenzione > disse Gerard prima di uscire e chiudere la porta.
La ragazza riversa al suolo continuava a fissare Mason snudando le zanne, non poteva muoversi, ma lo avrebbe fatto presto.
Il ragazzo cercò di farsi forza e strattonò le catene, doveva trovare una via di uscita da quella situazione, era sul filo di un rasoio, in procinto di perdere il controllo o essere fatto a pezzi < ehi… ciao… > cercò di parlare alla ragazza sperando instaurare un contatto, un tentativo come un altro di salvare la pelle < resisti… non sono io il nemico… >.
La licantropa sollevò un braccio, poi l’altro, l’effetto del sedativo stava venendo meno, in breve tempo si sarebbe rimessa in piedi, Mason sapeva che fuori dalla porta Gerard e i suoi lacchè si stavano godendo lo spettacolo, non era difficile da credere.
Mason provò a spingersi più lontano possibile da quella ragazza, era completamente assoggettata dalla luna, non sapeva controllarsi e di certo non avrebbe imparato in quel momento, lo avrebbe ucciso senza ripensamenti.
Passarono i secondi e la ragazza provò a mettersi in piedi, le ci vollero un paio di tentativi prima di riuscire a mantenere l’equilibrio, e non ci mise molto ad avanzare verso Mason con le zanne snudate.
Il ragazzo indietreggiò verso l’angolo, non sapeva cosa fare e non era in condizioni di combattere ne di difendersi, quando la licantropa fu davanti a lui sollevò la mano artigliata e con un gesto rapido la fece calare su di lui.
Fuori dalla prigione di Mason non si udivano altro che le urla del ragazzo miste ai ringhi della bestia.
 
Sharon sapeva ormai controllarsi, e in quanto membro del branco di Derek trascorreva con loro il plenilunio, non che facessero chi sa che.
Durante quella notte era normale sentirsi strani per i licantropi, ma lei avvertiva altro, malinconia, tristezza, pensava a Mason senza riuscire a darsi pace.
Sapeva di non essere l’unica e che anche gli altri erano preoccupati, Derek e gli altri erano sul portico della vecchia casa cercando di tenere la mente occupata, in quel posto non vi erano molti passatempi, la ragazza camminava avanti e indietro cercando di cambiare il corso dei suoi pensieri senza però riuscirci con successo.
Il giovane alpha avvertiva la sua preoccupazione e le si affiancò lentamente < vedrai che tutto si sistemerà > la ragazza si volto verso di lui con un espressione fredda e neutra < è sparito da troppo, forse è… >
< non perdere la speranza > la interruppe Derek < non possiamo fare altro che cercarlo, ma ti assicuro che lo troveremo > Sharon sorrise impercettibilmente, essere rassicurata era di conforto, ma la realtà era comunque bruciante e palese < grazie, ma sono solo realista. >
Sharon andò verso un albero li vicino, che altro poteva fare se non aspettare che le cose cambiassero, forse un giorno qualcuno avrebbe trovato qualcosa, magari il suo cadavere.
Cercò di scacciare quel pensiero stringendo le palpebre, non riusciva a credere di averlo pensato, come aveva potuto solo immaginarlo?
Mentre le prime lacrime accennavano a scendere, avvertì qualcosa nell’aria che le fece drizzare la testa, un odore, qualcosa di familiare.
Senza un perché cominciò a correre verso la sua fonte, era qualcosa che conosceva, solo che non sapeva ancora ammetterlo a se stessa.
Il resto del branco vedendo quella reazione cominciò a seguirla, Erica e Isaac si scambiarono uno sguardo perplesso, Derek invece sembrava sapere qualcosa.
Tutti corsero per qualche minuto finche non si ritrovarono in una radura, li al centro si stagliava una figura  barcollante e sofferente, era Mason.
Sharon rimase immobile con gli occhi spalancati senza riuscire a emettere un solo fiato, non riusciva a credere ai proprio occhi.
Con uno slancio corse verso di lui e non appena fu a portata lo strinse tra le braccia, senza trattenersi scoppiò in un pianto a dirotto, non riusciva a crederci lui era li.
Sulle prime non si accorse dello stato in cui era, indossava una maglietta stracciata che mostrava lembi di pelle martoriata dalle artigliate, qualche licantropo lo aveva attaccato.
Derek giunto nella radura sollevò il corpo del giovane intimando gli altri di avvertire Scott, la felicità per quel ritrovamento era evidente, ma non potevano perdere tempo viste le ferite e quello che il giovane poteva fare quando perdeva il controllo, urgeva ritrovarsi a casa Parker.
 
Mason era seduto sul divano con una tazza di caffè tra le mani e una coperta sulle spalle, nel salotto erano presenti tutti e lo osservavano come una sorta di creatura mistica, sua madre invece aveva ancora il volto umido di pianto, quando lo aveva visto era come se fosse ritornato in vita una seconda volta < allora, cosa ti è successo, che ti hanno fatto > fu Stiles a rompere il silenzio < lascialo stare > proruppe Lydia < non credo voglia parlare di quanto successo, dovrebbe medicarsi e riposare >
< no > la interruppe Mason < dovete sapere > il ragazzo posò la tazza di caffè sul tavolino senza però riuscire a mascherare una smorfia di dolore, le ferite si facevano sentire < è stato un uomo anziano a rapirmi, voleva sfruttare le mie capacità >.
Nel sentire quelle parole Allison si voltò verso Scott, la preoccupazione sul suo volto era evidente, Gerard era tornato in azione < che ti ha fatto, dove ti teneva? > Mason sospirò al solo pensiero di quanto gli era accaduto, era stata un’orribile esperienza alla quale era scampato per miracolo < ero in una casa, nella foresta >
< dicci dove > chiese Scott impaziente di scoprire altro sui piani di Gerard, se l’uomo stava pianificando qualcosa dovevano fermarlo, non potevano permettersi di rischiare.
Il giovane seppure visibilmente stanco gli spiegò la precisa ubicazione della casa, era nel folto della foresta ben nascosta, era li che aveva passato quasi un mese < ma i licantropi non possono avvicinarsi, dovrete andare voi > si rivolse a Allison, Stiles e Lydia < ma attenti, potrebbe esserci ancora qualcuno >
< non esiste io… > Scott si alzò assolutamente contrario a quelle decisone, non avrebbe mai lasciato che loro tre andassero senza di lui < Scott, ti prego, devo farlo, voi restate qui, torneremo subito >
< ma… >
< staremo bene >lo interruppe Stiles < nella jeep ho la mazza di baseball > disse sorridendo sarcasticamente prima di avviarsi con Lydia e Allison verso la porta.
Una volta che i tre umani furono usciti calò il silenzio, Scott non riusciva a pensare a nulla di sensato da dire, pensava solo al percolo in cui incombevano i suoi amici, a rompere il silenzio fu Mason < dato che sono sopravvissuto credo sia il caso di festeggiare > disse alzandosi a fatica dal divano < che ne dite di bere? >
Sharon che fino a quel punto gli era stata accanto con una sorta di sguardo adorante e felice sul volto si alzò con lui contenta di sentire quelle parole < ci sto, sono felice che tu sia tornato > il ragazzo nel sentirla si voltò verso di lei baciandola sulle labbra.
 
Il trio giunse alla destinazione indicata da Mason, altro non era che un vecchio rudere, nessuno avrebbe mai potuto vivere li, il posto ideale per un covo segreto.
Allison si avviò per prima determinata a scoprire cosa stesse combinando suo nonno < non dovremo avvicinarci con cautela > disse Lydia preoccupata per quanto fosse macabro quel posto < non credo ci sia qualcuno qui > la informò Stiles < è più silenzioso di un cimitero >.
I tre entrarono nella proprietà, l’interno era ancora peggio, ma a loro non importava, dovevano trovare la cantina indicata da Mason.
Dopo qualche secondo Stiles e Allison udirono un forte urlo provenire dalla stanza vicina, la cacciatrice afferrò un pugnale riconoscendo la voce della sua amica < Lydia arriviamo >.
La rossa era al centro della cucina con il terrore stampato sul volto, ai suoi piedi giaceva il cadavere di un uomo completamente smembrato, i tre raggelati osservarono una scia di sangue provenire da una porta li vicino, lentamente, cercando di non calpestare il sangue, si avvicinarono e la aprirono.
Una volta aperta si ritrovarono davanti a una rampa di scale, sul fondo riuscivano a distinguere solo una porta divelta, il buio gli impediva una corretta visuale.
Stiles prontamente estrasse il cellulare utilizzando la funzione torcia per osservare meglio, li sul fondo di quella scala non vi era solo quella porta divelta, ma anche un altro cadavere.
Lydia si mise una mano sulle labbra per evitare di urlare di nuovo, Allison cominciò a scendere lentamente, non sapeva se qualcuno o qualcosa li stesse aspettando.
Si chinò sul cadavere notando che il poveretto non aveva segni di morsi, sembrava che qualcuno lo avesse fatto a pezzi a mani nude, lentamente.
La cacciatrice gettò uno sguardo nella stanza prima di decidersi ad afferrare il cellulare a sua volta per fare luce, oltrepassò la porta abbattuta e una volta dentro quello che vide la lasciò senza fiato, sul pavimento vi erano cadaveri anch’essi smembrati, i muri sembravano tinteggiati col sangue.
Improvvisamente un orribile idea le attraversò il cervello < Stiles > urlò con tutto il fiato che aveva < chiama Scott, è Mason, sono in pericolo! >.
 
Il piccolo gruppo riunito in salotto era stato servito da Mason che sembrava aver ritrovato il suo solito carattere, ognuno stringeva un bicchiere colmo di birra, anche Derek che sule prime aveva rifiutato la bevanda, la madre di Mason che sapeva che erano minorenni aveva lasciato correre, avevano il diritto di tirare un po’ il fiato.
Il ragazzo sollevò il bicchiere pronto per un brindisi < alla vita, sperando che non ci capiti più nulla, almeno per una settimana >
< giusto > convenne Isaac sorridendo per poi bere un lungo sorso dal suo bicchiere > Derek sorrise a sua volta e bevve senza però dire una parola.
Sharon bevve un sorso e si voltò verso Mason per baciarlo < chiunque volesse farti qualcosa dovrà vedersela con me >
< per me è lo stesso > rispose lui per poi passarle una mano intorno al fianco.
Scott stava per portarsi il bicchiere alle labbra quando sentì il cellulare vibrare, lo estrasse dalla tasca e vide che era Stiles che lo stava chiamando, improvvisamente la preoccupazione lo assalì, forse era accaduto loro qualcosa < Stiles, che succede? >
< è Mason > sentì dire dall’altro capo dell’apparecchio < è stato lui… > un colpo improvviso di tosse distrasse il licantropo, alzò lo sguardo e vide Isaac che si stringeva la gola, Derek un apio di secondi dopo fece lo stesso, così come Sharon, la licantropa si aggrappò a Mason che però sembrava ignorarla del tutto, la sua attenzione era tutta per Scott < allora McCall, tutto ok? >
< che sta… > con uno scatto Mason fu sul licantropo e gli afferrò il cellulare, dall’altro capo si sentiva ancora Stiles che chiamava il suo nome, almeno finchè il giovane non lo strinse nella mano mandandolo in frantumi.
Scott osservò la scena senza dire una parola, mentre gli altri continuavano a essere scossi dalla tosse, quasi impossibilitati a respirare < chi sei? >
< me come? > fece Mason con un sorriso di scherno < ci siamo incontrati lo scorso plenilunio, solo che quella volta non riuscivo ancora a controllarmi bene >.
Improvvisamente tutto tornò alla mente si Scott, quello che aveva davanti non era Mason, ma il cacciatore, la stessa entità che aveva rischiato di farli fuori < non può essere… >
< si invece, e devi ringraziare Gerard > il ragazzo cominciò a camminare verso il licantropo, incurante degli altri tre che sembravano sul punto di soffocare e della madre che osservava la scena senza capire < quell’adorabile vecchietto ha tentato di farmi venire a galla, e ci è riuscito, peccato che per farlo abbia distrutto la mente di Mason, chi lo immaginava che avrebbe ceduto dopo aver ucciso una licantropa >
< ma come... >
< fammi finire > disse Mason per poi assestare un poderoso pugno allo stomaco di Scott che si piegò in avanti tossendo < quello stupido credeva di potermi controllare, peccato che quando sono venuto a galla abbia ucciso tutti i suoi uomini, tutti tranne lui che è riuscito a fuggire >.
Scott si sentì tirare per i capelli per poi trovarsi il volto di Mason a pochi centimetri dal suo < quello che voglio è che lo troviate o che si faccia avanti, quello che mi ha fatto non è ammissibile > non diede al licantropo il tempo di replicare, gli assestò una poderosa manata al petto spedendolo contro una parete.
Sharon che non riusciva a parlare cercò di strisciare verso di lui, il cacciatore si accorse della ragazza che con un mezzo sorriso andò verso di lei e le afferrò il volto tra le mani < so che credi di amarmi, ma ti sbagli, quello per cui provavi qualcosa è sparito per sempre > le diede una bacio sulla fronte, un modo per schernirla più che altro < e non temere, ho solo metto dell’aconito nei bicchieri, a breve starete bene >.
Mason si avviò verso l’uscita ma prima di rivolse alla madre < non aspettarmi per cena > la donna non seppe che ribattere, non riusciva a credere a quello che aveva visto, quello non era suo figlio.
Il ragazzo appena fuori dalla casa lasciò che tutte le ferite si rimarginassero, adesso era il suo momento, sarebbe stato libero di divertirsi e di prendersi una piccola rivincita.
 
 
ECCOMI DOPO MESI CON IL NUOVO CAPITOLO, SO CHE è PASSATO MOLTO MA SPERO CHE NON VI SIATE DIMENTICATI DI ME!
IN OGNI CASO SPERO CHE ABBIATE APPREZZATO, SPERO DI POSTARE IL PROSSIMO PRIMA POSSIBILE.
A PRESTO.
  
 
Axel
  
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