Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: AnnaDirectionerMalik69    16/11/2013    0 recensioni
Il Mio Nome è Hanna, Hanna Tomlinson 17 anni. Ragazza alta magra occhi scuri e capelli marroni. La mia storia? Quella della ragazza che si innamora del ragazzo sbagliato, dei ragazzi sbagliati. Non ho mai ascoltato il parere di mio fratello Louis riguardo ai ragazzi che frequento.... forse è uno sbaglio la mia vita è strana, è così che spesso la definisco... strana, proprio come me. Sono una ragazza solare e odio stare da sola ho tanti amici e un ragazzo (Alex) che mi ama, ma che ha problemi di alcool e droga. Quando stavo con lui dicevo di non essermi mai innamorata di nessun ragazzo in quel modo ma poi incontrai Liam... il ragazzo perfetto, la festa, ecco è stato in quel luogo che l'ho guardato con occhi diversi....quel ragazzo alto, occhi scuri, moro labbra perfette, da baciare ogni singolo istante. Anche se era un bastardo corteggiatore di ragazze, era dolce, affascinante un po' presuntuoso ma perfetto, perfetto per me! Il mio cuore apparteneva a lui.. appartiene a lui...
*Spazio Autore*
Spero che io vi abbia almeno stimolate ad andare avanti a leggere... spero di pubblicare presto il primo capitolo :D Come avrete intuito sono nuova... ma spero di essere gradita
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
STORY OF MY LIFE
Capitolo 1
Il party di Natasha era stato favoloso, ero in auto ed era abbastanza tardi. La notte avevo qualche problema nella guida, non avevo molta esperienza nel guidare la notte, e la nebbia non era certamente a mio vantaggio. La mia vista era più tosto offuscata, ma non  abbastanza da non permettermi di notare qualcuno in mezzo alla strada. I fari dell’auto mi permettevano perfettamente di vedere una persona accasciata a terra con le mani sulla testa. Schiacciai il freno e mi precipitai verso la figura cupa di fronte a me. Era un ragazzo. Intimorita mi avvicinai a lui per soccorrerlo. Mi accasciai. Pensai fosse cieco e sordo vedendo che non si era accorto di nulla, non si era accorto del rumore dei miei pesanti passi e degli abbaglianti fari dell’auto che illuminavano  gran parte della strada. Così cercai di parlargli, chiedergli che cosa fosse successo e se quello che colava dalla sua testa  era vero sangue. “Va tutto bene?”- mi grattai la fronte e misi una mano sul suo braccio in segno di conforto-  “hai bisogno di aiuto?” – deglutii vedendo il ragazzo sputare sangue- “ sto bene, grazie”- si pulì la bocca e alzò lo sguardo. Io impallidii non potevo crederci. Non volevo crederci. Inumidii le labbra e poggiai lo sguardo sulla mia borsa. Con rabbia aprii la zip e tirai fuori un’aspirina.-“tieni”- lui allungò la mano per prendere l’aspirina, ma prima che lo facesse, la lasciai cadere con rabbia a terra. Mi alzai e sbuffai. –“Questa volta è finita davvero!” tirai su con il naso. Una lacrima attraversò il mio viso in una perfetta linea retta, arrivando fino al labbro superiore. L’asciugai e mi misi una  ciocca di capelli dietro l’orecchio. Camminai velocemente. “Aspetta, ti posso spiegare”- fece dei passi in avanti, si vedeva benissimo che era sbronzo. Mentre veniva verso di me il suo corpo oscillava. Mi prese per un braccio, e contemporaneamente uno dei tacchi che stavo indossando si incastrò in un tombino. Mi abbassai per recuperarlo e lui fece un passo indietro. Recuperata la scarpa gliela tirai addosso “Ti odio Alex, ti odio!”
 
Psicologa: “e dimmi, dopo di che te ne sei andata?”-la donna  fin dal momento in cui avevo messo piede nell’aula prese appunti. Mi chiedo a cosa servisse.
La mia attenzione fu catturata  da un quadro dalle forme geometriche inquietanti. Il disegno era molto confuso, proprio come lo era la mia mente e i miei pensieri in quel preciso istante. Il mio sguardo si posò nuovamente sulla donna che in quel momento stava sorseggiando del thè, aveva delle labbra sottili, un naso alla francese e i capelli  rilegati in un delizioso chignon. La donna  si schiarì la voce, come se volesse spronarmi ad andare avanti.
Io: “ no, abbiamo iniziato a discutere, a litigare e  ad urlare”- chiusi gli occhi e iniziai ad immaginarmi la scena.
Psicologa: “ continua a raccontare”- ricominciò con gli appunti , corrugando un sopracciglio.
Chiusi nuovamente gli occhi e iniziai a ricordare…
 
“perché continui a rovinare tutto? Non hai pagato i tuoi debiti per le pasticche non è vero? Di nuovo, non posso crederci!” – feci un passo indietro allontanandomi nuovamente da lui- “ non hai mantenuto la tua promessa! Dovevo immaginarlo…” –presi l’altra scarpa e gliela tirai. Lo colpii dritto al  petto. La rabbia stava dominando il mio corpo. Non riuscivo a controllarmi e del resto ero giustificata. -“ Ma io ti amo…” –  si stava avvicinando a me. E ormai vicino, volle darmi un bacio, ma io mi scansai –“ odori d’alcool e sei sotto effetto di sostanze stupefacenti… io non amo questa parte di te… non l’amerò mai! Perché non sei semplicemente il ragazzo dolce e impacciato che io amo?- il trucco iniziò a colare… -“ se non ami questa parte di me, cambierò..” –si mise una mano sul petto. Aveva gli occhi rossi e lucidi pieno di ferite e sbronzo.- “ Non ricadrò nella tua trappola, Alex tu non mi meriti! Non mi meriti davvero”- tirai su col naso, mi sistemai i capelli e il vestito. -“ Mi sono presentata ad una festa da sola, senza il mio ragazzo, credendo che lui stesse a casa a fare la maratona dei videogames con i suoi amici, e invece lo trovo in mezzo alla strada strafatto! È l’ora di finire questo giochetto Alex, perché è solo un giochetto e nessuno di noi due si sta divertendo. Ma questa partita la vincerò io”- il mento tremava e la mia voce mentre dicevo queste parole era roca e fredda.
“ Mi dispiace, ti amo, ed è per questo che non ti darò più fastidio ”-cadde a terra in ginocchia.-“ ma per favore, perdonami”- disse tirandosi leggermente le punte dei capelli e iniziando a piangere disperatamente “ sono solo un bastardo!”- tirò un pugno nell’asfalto provocandosi altre ferite, che per mio dispiacere non sarei stata in grado di curare. -“ Vorrei solo morire”- io abbassai lo sguardo e quando lo rialzai vidi una macchina con a bordo dei pirati della strada. Veniva dritta verso di noi. Corsi verso Alex che stava ancora in ginocchia con la testa fra le mani e le lacrime agli occhi. Io allora gridai: “Alex vieni qui ti prego!”- “ no, voglio morire! Questa è l’occasione giusta per farlo. Così tutti i miei problemi svaniranno.”- Alzò le mani verso il cielo aspettando che la macchina attraversasse il suo corpo. Ebbi un tuffo al cuore, non potevo lasciarlo morire, non lo avrei permesso! Ormai vicino a lui cercai di aiutarlo ad alzarsi, ma lui rimase con le ginocchia serrate a terra. L’auto si avvicinò sempre più, fin quando non attraversò il corpo di Alexander e io rimasi accanto a lui senza muovermi di un solo centimetro. La mattina seguente mi ritrovai stesa su un lettino d’ospedale. Che diamine ci facevo su un lettino bianco d’ospedale?

CONTINUA
*Spazio Autore*
Ebbene questo è il mio primo capitolo <3 Spero che vi piaccia e scusate per gli errori <3 Lasciatemi un commento magari anche con qualche consiglio essendo nuova non sò bene come funziona <3
 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: AnnaDirectionerMalik69