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Autore: momystella    17/11/2013    3 recensioni
Nella cittadella universitaria cominciano ad avvenire strani complotti contro una ragazza dal passato immacolato. Cosa si nasconderà dietro tutte le aggressioni che la colpiranno e quali segreti porteranno alla luce
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel frattempo Lilion cercava di calmare tutto il trambusto venutosi a creare: -Buonasera tribuno Dennis, tutto bene? -chiese educatamente, tentando di non farlo arrivare alla porta d’ ingresso. -Sì Lilion, grazie, ora puoi spiegarmi per quale motivo quella incosciente della tua amica stava mentendo così spudoratamente? Io ero in libreria e ti assicuro che mia sorella non è mai passata di lì o me ne sarei accorto, cosa mi state nascondendo? Dimmi che Cristiane non ha combinato qualche altra sciocchezza perché credo che potrei strangolarla- le chiese con voce implorante, passandosi una mano tra i capelli biondi, ma proprio mentre la ragazza stava per aprire bocca bussarono alla porta e Daniel andò ad aprire, sperando che fossero sua sorella e la sua amica, e trovandosi davanti Cristiane con le braccia al collo di Lilion, che presentava il braccio dell’ uniforme strappato ed un brutto taglio sanguinante leggermente verdastro, simbolo che chi l’ aveva aggredita aveva imbevuto le sue armi nel veleno, quasi sicuramente in un tipo poco efficace, adatto più che altro per stordire l’ avversario, non per ucciderlo. Daniel fece correre diverse volte lo sguardo dalla prima alla seconda Lilion, afferrando poi una spada dall’ armatura più vicina e chiamando a gran voce i suoi compagni con cui era in riunione nella biblioteca. -Lo chiederò una sola volta, dopo di che inizierò ad attaccare, chi di voi è la vera Lilion- urlò, mentre cinque ragazzi coetanei a lui si precipitarono giù dalle scale, formando un cerchio che impediva alle ragazze di fuggire. -Tribuno Dennis, sono io la vera Lilion-esclamò quella che era arrivata da sola, prontamente zittita dall’ altra che urlò: -Sono io la vera Lilion, quello è un demone che ha preso le mie sembianze aggredendomi nella piazza della città proprio mentre venivo qui. Daniel aveva già capito quale fosse la vera ragazza, avvicinandosi così alla Lilion zuppa di pioggia che sorrise mettendo in mostra due canini più sviluppati del normale, segno inequivocabile che quella che avevano davanti non era un essere umano, o almeno, non più, bensì una creatura che aveva votato la sua anima al male, vendendone una parte al demonio pur di continuare a vivere per sempre con le sembianze di un’adolescente. La creatura non si era accorta che dietro di sé si era spostato James, che le puntò la spada pregna di incenso contro le scapole, e ghignava a Daniel, che nel frattempo aveva estratto la sua e gliel’ aveva puntata alla gola, pronto per ucciderla. Esitò solamente per porle un’unica domanda: -Dov’ è lei? - chiese con il suo tono autoritario, facendo scoppiare a ridere la non morta, ben sapendo che il bamboccio viziato che giocava a fare l’eroe si stesse riferendo alla sua padrona, anzi, allo spirito che si era impossessato di ella da qualche tempo. -Se te lo dicessi non ci sarebbe più il divertimento di farvelo scoprire, vostra altezza, io non tradisco chi mi fa del bene- rispose con una punta di acredine che Daniel decise di ignorare, infilzandole la spada nel collo, dal quale non sgorgò nemmeno una stilla di sangue, facendolo bruciare a contatto con la lama benedetta e facendo sparire l’ espressione divertita della creatura, che tuttavia morì con il sorriso sulle labbra, mormorando una sorta di litania diretta alla sua padrona, per avvertirla che non l’ aveva tradita. Daniel ritrasse la spada, completamente pulita, con un unico colpo e si girò a guardare le due ragazze che, se avessero potuto, avrebbero rimesso sul pavimento persino la colazione del giorno prima, con uno sguardo che avrebbe fatto resuscitare anche il cadavere scomposto sul loro pavimento. -Qualcuno ha la decenza di spiegarmi per quale motivo una Triesine si è introdotta in casa mia e per quale motivo avete ignorato gli avvisi dei superiori di rimanere chiuse in casa o in dormitorio durante la notte della fondazione dell’università? - chiese mentre i suoi compagni riponevano le armi, facendo loro segno di tenerle ancora sguainate. -E’ colpa mia, non prendertela con loro- rispose Cristiane con un filo di fiato mentre un’espressione di dolore balenava sul suo viso, ma Lilion la interruppe: –Non c’è tempo per i rimproveri, Monica è lì fuori in pericolo, è a lei che vogliono arrivare! - esclamò arrabbiata, la sua amica era fuori nell’ unica notte in cui non poteva e loro erano tranquillamente lì a portare avanti un processo su chi fosse colpevole e chi innocente. Daniel cercò lo sguardo del suo migliore amico per comunicargli silenziosamente di rimanere con le due ragazze durante tutto il tempo che ci darebbe voluto per trovare la ragazza che, alla fine di quella lunga notte, avrebbe provveduto lui stesso a punire per la sua incoscienza. Dopo aver ricevuto il consenso del ragazzo chiamò Maria, chiedendole di portargli una fialetta di acqua santa con cui bagnare la spada, poiché le creature della notte manifestatesi come ombre potevano essere sconfitte solamente con qualcosa di benedetto. Non appena la domestica comparve con quanto richiesto spruzzò la sua arma e, con uno scatto fulmineo arrivò alla porta, scomparendo nella notte buia e tempestosa, cercando di salvare quanto di più caro avesse la sua amica Kristen, che altrimenti lo avrebbe scuoiato vivo. Nel frattempo Monica era in una situazione ben poco rassicuranti: si trovava nel giardino abbandonato della famiglia di una delle tante famiglie nobiliari estinte, quando aveva sentito delle urla molto simili a quelle di Cristiane, e, con il cuore in gola per la preoccupazione di ciò che potevano averle fatto, aveva iniziato a seguirle, notando che diventavano più intense a mano a mano che si avvicinava alla piazza principale della città, dove si era accorta che provenivano da una sagoma nebbiosa distinguibile solo a tratti, quando assumeva la forma di un grande avvoltoio con il lungo corpo teso per consentire all’ aria di arrivare maggiormente alle corde vocali, ed il becco ricurvo spalancato. La nebbia era calata più fitta del solito quando l’avvoltoio aveva emesso per due volte uno stridio più acuto degli altri, e Monica si accorse subito che non era un semplice fenomeno atmosferico, bensì l’intera armata delle creature della notte ad averla circondata, rendendo impossibili i suoi movimenti e graffiandola da ogni parte disponibile. Era caduta in una trappola e non sapeva come uscirne, e l’ansia di veder arrivare verso di lei una sagoma gigantesca con due paia di braccia non migliorò la situazione, soprattutto quando il mostro emise una sorta di ruggito e lei capì di trovarsi davanti al leggendario combattente della notte, una creatura con il corpo di orso e la testa di serpente che stonava notevolmente con l’impotenza del tronco. Aveva letto che aveva un ottimo udito ma la vista pessima, tranne quando era circondato dalla nebbia, il suo elemento costituente, che lo guidava con i suoi sussurri verso la preda designata, che, ignara di tutto, veniva stritolata tra le possenti braccia del mondo, morendo soffocata. Ad un tratto l’avvoltoio riprese la sua forma originaria di ombra e, veloce come solo una scheggia poteva essere, si tuffò in picchiata verso di lei, entrandole nel petto, proprio all’altezza del cuore, che cominciò ad anestetizzarsi ed a battere più piano, mentre una voce stridula le si diffondeva nella testa, provocandole fitte insopportabili che la fecero cadere a terra in ginocchio e nascondere la parte offesa tra le braccia, mentre sentiva il pavimento di sanpietrino della piazza tremare sotto il peso dell’ essere, ed un risolino serpentino -Ma guarda chi abbiamo qui, ho come l’impressione che la regina sarà contenta-sibilò il mostro inumidendosi spesso le labbra squamose con la lunga lingua biforcuta con cui leccò la guancia della ragazza lasciandole una profonda ferita sporcata di verde, sicuramente avvelenata, mentre nella testa l’ avvoltoio intonava una strana litania nella lingua della magia che la fece cadere in uno stato di incoscienza, pronta per obbedire agli ordini di una donna che, lontana dal campo di battaglia, attendeva la sua preda con il sorriso sulle labbra e dava ordini a distanza dai suoi soldati fedeli. Aveva il capo nascosto da un velo bianco ed un vestito rosso molto articolato e con molte trasparenze, tipico di quelle che il volgo chiamava streghe e che erano note per nutrirsi dell’anima delle persone e di assoggettarle al proprio potere. Strega. Che nome volgare per lei che era capace di creare creature dalla primordiale oscurità, materia di cui erano costituiti anche gli uomini, da questo la sua facilità nel controllare le loro mosse. Athanasios non era umana, si capiva subito grazie alla sua perfetta bellezza, agli occhi color cremisi ed ai bellissimi e lunghissimi capelli color rame, così simili a quelli di Monica da poterli confondere, eppure riusciva a leggere e comprendere le menti di quegli esseri troppo sentimentali meglio di chiunque altro, capacità che lei aveva deciso di sfruttare a suo vantaggio. Era una creatura vecchia di millenni, nessun essere vivente era mai riuscito a trovare la formula adatta per ucciderla, e lei era immensamente divertita da tutti quegli sforzi che, la facevano sentire molto importante e potente, più di quanto già non fosse: conosceva ogni singolo incantesimo che fosse mai solo stato pensato ed era in grado di eseguirlo senza sbavature, aveva avuto talmente tanto tempo per esercitarsi che non lo ricordava neppure. Il suo sorriso si spense all’ improvviso, quando sentì risuonare anche nella sua testa l’urlo di dolore dell’avvoltoio, contrastato dalla ferrea volontà della ragazza che stava richiamando a sé alcuni incantesimi che le avevano insegnato in convento per sconfiggere gli spiriti maligni, gli unici contro cui lei non poteva nulla perché formulati propriamente per combattere le tenebre ed efficaci solamente nella notte del diavolo. Eppure era sicura che la ragazzina non stesse agendo completamente da sola, sospetto che venne confermato dalla potente voce femminile che incitava Monica a richiamare Elider, il pugnale dall’ elsa serpentina e la lama ricurva d’argento, che, se conficcata al di sotto della gola del vendicatore avrebbe potuto mettere fine ai suoi giorni, e questo lei non poteva permetterlo perché aveva ancora bisogno di quello stupido gigante. -Ibrido, ritirati- gli ordinò silenziosamente, quando si accorse che la ragazza era riuscita aa ancorarglisi sulle spalle muscolose. -Mia regina, non temete, posso farcela, non sssarà certo una mocciosssa ad uccidermi- le rispose la creatura, ma lei fu irremovibile. -Ritirati ho detto! L’ alba si sta avvicinando e stai perdendo potere, obbedisci!- contrattaccò, sentendosi più debole ogni secondo che passava e pensando che probabilmente una ragazzina stava per riuscire dove migliaia di uomini avevano fallito. Daniel era arrivato nella piazza principale a scontro iniziato, proprio quando Monica aveva evocato il pugnale dal nulla, rimanendo molto sorpreso da quanti progressi avessero fatto le arti magiche di una ragazza così giovane, ma non poté rimuginare a lungo poichè delle ombre iniziarono a ribollire e ad assumere la forma di animali ibridi dal corpo di lupo e la testa di tigre con cui dovette lottare strenuamente, poiché per ogni bestia caduta ve ne erano tre o quattro pronte a prendere il suo posto, instancabili, feroci ed estremamente forti, riuscirono a metterlo in difficoltà ma lui, che amava le sfide, non si fece battere, ferendone una dopo l’ altra e rispedendola dal suo luogo d’ origine mentre dentro di sé prometteva di non fare mai arrabbiare Monica perché, se era così potente da riuscire a richiamare tutti quei mostri, non voleva immaginare cosa avrebbe potuto combinare se avesse perso il controllo delle sue abilità magiche. Dopo un’ora gli dolevano le braccia a causa della spada non bilanciata, forgiata evidentemente per qualcuno più muscoloso di lui, e i movimenti più lenti gli avevano causato parecchi graffi sul torace e sulle spalle. Si terse il sudore dalla fronte con un lembo del mantello e riprese a menare più fendenti di prima, fino a quando non sentì un urlo che gli ghiacciò il sangue e che portò una ventata di luce e calore capace di disintegrare tutte le belve con cui stava combattendo, che si riformarono un attimo dopo, non appena terminò l’effetto. Riprese fiato e si preparò a rigettarsi nella battaglia quando le ombre iniziarono a ritirarsi e lui potè vedere la sagoma di una donna con le mani tese, pronte per assorbire le tenebre, eppure dopo pochi secondi la persona era scomparsa, veloce come un miraggio. Si accorse che era arrivata l’alba e non si fermò a chiedersi chi fosse quella strana creatura, correndo immediatamente incontro al corpo di Monica disteso a terra per lo sforzo. Le tastò il polso, rallegrandosi del fatto che fosse viva, poi la prese delicatamente tra le braccia ed iniziò a correre verso casa sua, con la speranza di non incontrare nessun conoscente tra le persone che, dopo aver scampato il pericolo nei locali, ritornavano a casa, tuttavia la sua preoccupazione primaria era accertarsi che la ragazza stesse bene e che ricevesse immediatamente un addestramento magico così da non esplodere come un proiettile. Athanasios era furiosa con sé stessa e con il suo esercito, ma soprattutto con il ragazzino viziato che aveva intaccato il suo piano che avrebbe previsto il rapimento della ragazza. Si rammaricò di non averla lì con lei per poter attingere alla sua giovinezza, lei che si sentiva così stanca dopo l’attacco di quella notte che era riuscita solamente ad esporla e non aveva portato nulla di buono. Ben presto però l’ avrebbe avuta tra le sue mani ed avrebbe così potuto finalmente riabbracciare la sua sorellina, che si era divertita a prendere possesso del corpo di una ragazza che effettivamente somigliava molto al suo di quando era in vita. Non vedeva l’ora… Angolino della serpe: Dopo due settimane sono riuscita a postare un nuovo capitolo, per me è un vero record, e spero che anche questo avrà successo come i primi due. Pregherei chi legge di lasciare un piccolo commentino che mi renderebbe molto felice e mi farebbe capire quanti tengono veramente a questa storia che mi sto divertendo molto a scrivere. Tengo a ringraziare BennyloveAstral, Ale_Van_Alen e SerpeOrtica per le loro recensioni, sperando che decidano di continuare a leggere la mia storia, e le centoundici persone che hanno semplicemente letto, grazie di cuore, non avrei mai pensato che il mio racconto potesse riscuotere così tanto successo. Con la speranza che vi piaccia, la vostra Momy vi manda un affettuosissimo bacio.
  
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