Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Elechan86    27/04/2008    11 recensioni
“Vorrei incontrare mio padre”.
L'espressione di Re Yammer mutò prima per la sorpresa e, improvvisamente, diventò seria: “No, non si può”.
“Ma...” Il sayan provò a ribattere ma Re Yammer incrociò le braccia sul petto: “Credimi Goku, lo dico per te: i sayan erano un popolo di farabutti; ricordi com'era Vegeta la prima volta che è arrivato sulla Terra?”
Lo sguardo della divinità non lasciava adito ad alcuna speranza: “Avresti solo una gran brutta delusione...”
“Non gli dirò che sono suo figlio, voglio solo... – Goku ci pensò un attimo e rifletté sui motivi che lo spingevano a scendere negli Inferi; prima che l’argomento saltasse fuori quasi per caso in quella discussione con Re Kaio non aveva mai provato il desiderio di conoscere i suoi genitori, eppure ora sentiva di dover soddisfare questa che era più di una semplice curiosità – Ecco, voglio vedere che tipo è, voglio… vorrei solo incontrare mio padre”.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bardack, Goku, Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vorrei incontrare mio padre

2° parte

Goku incontrò i due guardiani degli Inferi e questi lo accompagnarono nella sezione speciale in cui erano stati relegati i sayan, anche se non capivano perché lui ci tenesse tanto ad incontrare esponenti di quel popolo di assassini; infatti, l'eroe che più volte aveva salvato il pianeta Terra aveva sul volto la stessa espressione piena di belle aspettative che aveva anche quando l'avevano incontrato la prima volta, quando, per errore, molti anni prima, era caduto dal serpentone che percorreva per incontrare Re Kaio.
Le guardie sapevano che anche Goku era nato sul pianeta Vegeta e, quindi, erano a conoscenza delle sue origini sayan, ma sapevano altrettanto bene che lui era diverso dal resto del suo popolo, non aveva proprio nulla a che spartire con loro, e, piuttosto, lo si poteva considerare un terrestre a tutto gli effetti, non fosse solo per tutte le volte che aveva protetto e, infine, salvato il suo pianeta di adozione.


Arrivarono, dopo una lunga camminata, in una sezione degli Inferi particolarmente buia e tetra, dense nuvole oscuravano l'ambiente e lo rendevano più malinconico e il freddo, per Goku che aveva conservato il corpo, era pungente: si chiese se quella temperatura glaciale potesse affliggere anche le anime dei sayan o, in alternativa, quale fosse la punizione a cui erano destinati.
Goku sollevò lo sguardo e osservò l’ambiente intorno a sé anche se non poteva vedere molto a causa di una fitta nebbia: quel posto aveva una brutta atmosfera, nessun altro posto degli Inferi che gli era stato permesso di visitare aveva un aspetto così cupo e l'eroe della Terra ripensò alle ultime parole di Re Kaio che aveva sentito prima di andare a chiedere a Re Yammer il permesso di incontrare le anime degli altri sayan: “Tuttavia sono sicuro che anche al regno degli Inferi godano di qualche privilegio…”
Goku scosse il capo, sospirò e, sinceramente afflitto, si chiese: “Sì, ma quale privilegio?”

Un brivido gli percorse la schiena: il timore che, se non gli fosse stato riservato un destino diverso da quello del suo popolo, anche lui ora si troverebbe in quel posto buio e tetro.

Le guardie degli Inferi, a questo punto, salutarono Goku: “Non puoi superare l'inferriata, però puoi parlare con quelli che ci stanno oltre... prova ad attirare la loro attenzione e spera che qualcuno di loro ti dia una mano”.
Goku li ringraziò e chiese loro di tornare a prenderlo allo scadere dell'ora che gli aveva concesso Re Yammer, poi le guardie si allontanarono e, dopo pochi passi, sparirono nella nebbia.
In quella sezione particolare degli Inferi c'era una nebbia talmente densa che non permetteva di vedere se non oltre pochi metri dal proprio naso; Goku, quindi, per orientarsi, andò nella direzione opposta a quella che avevano preso le guardie: gli pareva che poco prima gli avessero parlato un cancello o qualcosa di simile, indicando con la mano davanti a loro.
Il sayan si guardò intorno avanzando lentamente e, confuso, si grattò la testa e si chiese: “Ma quale inferriat...”

SBAM!

Goku, non avendo visto il cancello a causa della nebbia fittissima, ci andò proprio a sbattere contro!

“AHIA!”

L’urto fece dissolvere leggermente la nebbia e Goku, mentre si massaggiava la fronte per il dolore, avvicinando il viso con cautela, poté notare la circonferenza smisurata delle grate di quel cancello e si chiese perché mai fossero così spesse e ravvicinate: i sayan, per quel che ne sapeva, non avevano conservato il corpo e se fossero stati spiriti eteri non avrebbero dovuto avere problemi a oltrepassare ugualmente l’inferriata.

Goku, poi, sfiorando con la punta delle dita di una mano le grate umide, avanzò lentamente, sia per constatare quanto fosse lungo questo cancello sia per trovarvi qualcuno oltre.
La nebbia continuava a impedirgli di osservare attentamente il luogo in cui si trovava e lui non riusciva ad avvertire alcuna aura, né a scorgere in quell’ambiente gli spiriti dei sayan.

Nella mente di Goku si affacciava già l’idea che stava solo perdendo tempo prezioso e che non sarebbe riuscito a raggiungere il suo scopo, a realizzare il suo desiderio; ma, ad un tratto, un sayan al di là dell’inferriata scorse tra i fumi della nebbia la figura dell’eroe della Terra.
 
I sayan che erano morti nell’esplosione del pianeta Vegeta vivevano relegati in una sezione speciale degli Inferi, non era permesso loro interagire con le altre anime del regno dell’Aldilà e, in ogni caso, nessuno era mai andato a visitarli; la presenza di Goku, quindi, era del tutto inaspettata oltre che insolita. Il sayan seguì con lo sguardo il valoroso combattente e si insospettì, in particolare, vedendo che Goku sembrava vagare senza una meta precisa; quindi, si alzò e si diresse proprio verso il nuovo arrivato e, allungando un braccio oltre il cancello, gli afferrò una mano.
L’eroe della Terra, colpito dalla sorpresa, lanciò un urlo.
Udì, poi, una voce maschile chiedergli, con un tono che non prometteva nulla di buono, e scandendo bene le parole: “E tu chi sei?”
Goku non vide nessuno dinzanzi a sé, solo una mano che spuntava dal nulla o, meglio, dalla nebbia e afferrava la sua; eppure, sentendo che quella voce aveva una vaga parvenza umana si tranquillizzò, tirò un lungo sospiro di sollievo e, soddisfatto, disse: “Ah, cercavo proprio uno di voi!”
Il guerriero valoroso si liberò dalla presa e, piuttosto, entusiasta, porse la mano come per presentarsi, avvicinando comunque il volto al cancello per vedere meglio il proprio interlocutore; lo osservò dall’alto al basso e ancora dal basso all’alto: si trovava davanti a lui un sayan alto, muscoloso con una pettinatura simile a quella di suo figlio Gohan adolescente.
Poteva intuire che quello era uno spirito: il sayan al di là dell’inferriata non aveva il corpo ma, nonostante tutto, il suo spirito sembrava dotato di una certa consistenza visto che, comunque, non era trasparente e Goku non vi poteva vedere oltre; in più, rispetto alle altre anime che aveva incontrato nella sua lunga permanenza nell’Aldilà, lo spirito del sayan aveva anche le gambe e i piedi che sembravano ben saldi a terra.
Inoltre Goku aveva scoperto che, se si sforzava di avvicinare il viso il più possibile al cancello, all’interno dello spazio dedicato ai sayan la nebbia era certamente più rada e, sebbene la posizione fosse piuttosto scomoda, gli era permesso guardare in faccia il sayan con cui aveva a che fare.
Il guerriero al di là dell'inferriata rimase particolarmente sorpreso dalla figura di Goku: “Ma tu sei... Come hai fatto ad uscire da qui?! Ti sei ammattito?” E subito si diede da fare per cercare di aprire un varco nel cancello: voleva far rientrare il compagno di tante battaglie prima che se ne accorgesse qualche guardiano degli Inferi: non era mai successo che un sayan si allontanasse dalla zona che era stata riservata loro, ma solo perché a chiunque era stato impossibile evadere da lì e, infatti, il sayan continuò a borbottare: “Accidenti a te: chissà cosa ti fanno se ti vedono fuori qui!”

Un sorriso si dipinse sul volto di Goku: nella sua testa rimbombavano le prime parole che quel guerriero aveva pronunciato: “Ma tu sei...”
Quel sayan lo conosceva, ci doveva essere un motivo...
E lui ne conosceva solo uno plausibile.

Goku, sorridendo compiaciuto, gli fermò la mano che cercava inutilmente di distanziare quelle grate spesse e troppo vicine le une alle altre, tanto che il sayan poteva farvi passare solo un braccio, e gli disse: “Lascia stare, tanto io non posso varcare questo cancello”.
Quel contatto sorprese particolarmente il sayan al di là dell'inferriata, visto che sapeva bene che nessuno dei suoi compagni aveva conservato il corpo, tanto meno il suo amico Bardack, sebbene fosse il più valoroso tra loro e anche l'unico che aveva provato ad opporsi a Freezer. Il sayan si liberò allora dalla presa di Goku e cercò di allontanare con le mani la nebbia davanti a lui, per guardare meglio il guerriero che aveva dinanzi a sé: nonostante si trovasse in quel posto da decenni i suoi occhi non erano ancora in grado di vedere oltre la foschia!
Il guerriero che gli si presentava davanti non aveva l’inconfondibile cicatrice sulla guancia del suo amico Bardack e i suoi vestiti, per giunta, erano diversi dalle solite battle suite; il sayan, allora, visto che non si trattava del suo compagno di tante avventure, cambiò atteggiamento, mettendosi sulla difensiva e riassumendo lo sguardo deciso e minaccioso.
Goku, però, era ancora sorpreso di essere riuscito a toccargli la mano per ben due volte e, allora gli chiese per prima cosa: “Ehi, senti: tu non dovresti essere uno spirito? Com'è che io...”
“Tsk, allenamento, no? Tu, piuttosto: sbaglio o quello è un corpo in carne e ossa?” Rispose il sayan, con un tono irato che a Goku ricordava proprio qualcuno…

L’eroe della Terra sorrise leggermente: i sayan erano un popolo di guerrieri, amavano gli allenamenti e il combattimento più di ogni altra cosa, lo sapeva bene lui, e, anche in questa particolare situazione, alla sua razza era permesso allenarsi e migliorare le proprie capacità… forse era proprio questo il piccolo privilegio di cui parlava Re Kaio.

Il sayan al di là del cancello, infastidito dal silenzio di Goku e, piuttosto, sentendolo ridacchiare, gli chiese ancora: “Bé? Ora che hai da ridere sotto i baffi?”
L'eroe della Terra agitò le mani davanti al petto come per fargli intendere di aver capito male: “No, non stavo ridendo di te, davvero... Ehi, il tuo atteggiamento lo conosco bene, sai? Mi ricorda il Vegeta dei primi tempi...” Poi Goku, con aria confidenziale, mise una mano al lato della bocca, come per non far sentire agli altri quello che stava per dire, sebbene sembrava che non ci fosse nessuno nei paraggi e aggiunse, facendo un occhiolino d’intesa: “Anche se ora non è cambiato poi così tanto nei modi”.
Il sayan al di là dell’inferriata rimase sorpreso e non sapeva se credere o meno alle parole di quel ragazzo e, incerto, gli chiese se si stesse riferendo alla stessa persona che conosceva anche lui: “Vegeta... il principe Vegeta?”
Il volto di Goku si illuminò: era riuscito ad attirare la sua attenzione!
“Si, proprio il principe dei sayan!” L'eroe della Terra portò le mani davanti alla bocca per trattenere le risate, ripensando a come Vegeta amava particolarmente sottolineare in ogni occasione questo epiteto.
Il sayan al di là del cancello lo guardò ancora con sospetto: “Sei forse uno degli scagnozzi di Freezer?”
Goku scosse il capo: “No, sono un sayan anche io. Freezer non è più in vita: l'ho sconfitto anni fa”. Sorrise soddisfatto e, poi, si morse la lingua quando si ricordò della richiesta di Re Yammer di non rivelare troppi particolari!
“Bugiardo! Senti tu, mi hai preso forse per fesso?”
Il guerriero, sentendosi preso in giro, gli voltò le spalle e Goku lo vide allontanarsi di qualche passo ma non poteva lasciarlo andare, sospettava che quello fosse proprio suo padre e voleva parlare ancora con lui, voleva riuscire a comprendere altro del suo carattere e, quindi, lo fermò: “No, aspetta, ti prego!”
Il sayan lo guardò con aria di sufficienza e Goku, serio, portando una mano sul petto ribadì: “Io sono un sayan, davvero!”
Il guerriero al di là del cancello posò le mani sulle sbarre, avvicinò il proprio volto a quello di Goku per vederlo meglio ancora una volta, lo scrutò per bene, poi si allontanò e incominciò ad elencare sulla punta delle dita: “Senti, non hai proprio il carattere di un sayan e non credo che tu abbia sconfitto Freezer. Ah, dimenticavo il principe Vegeta: per caso sei suo amico? Sai, vista la confidenza con la quale parli di lui...”
Goku si grattò la testa e rise dall'imbarazzo, sapeva che il guerriero sayan che aveva di fronte non aveva tutti i torti: “E se ti dicessi che sono un super sayan peggiorerei la mia situazione?”
“Vai a prendere per il culo qualcun altro!” E questa volta gli voltò le spalle per davvero, allontanandosi.
“No, aspetta, ti prego!”
Il guerriero non si fermò una seconda volta alla sua supplica e Goku fu costretto a giocarsi la sua ultima carta: si concentrò e si trasformò in super sayan, spazzando via definitivamente la nebbia e rischiarando, con la sua aura, quell'ambiente tetro.
La luce che sprigionò colpì il guerriero con il quale aveva chiacchierato fino a poco prima, questo si voltò lentamente e vide Goku avvolto da un'aura dorata e sgranò gli occhi.

Quella luce improvvisa attirò l'attenzione di altri guerrieri: Goku, ora che aveva rischiarato l’ambiente, riusciva a vedere le altre, numerose, anime dei sayan ma fu costretto a ridurre progressivamente l'aura, fino a tornare allo stato normale per non destare sospetti. La nebbia si addensò nuovamente in pochi secondi, seppure non tornò fitta come lo era inizialmente; i guerrieri sayan rimasero basiti e si guardarono intorno confusi e spaesati.

Il sayan al di là del cancello, stupito, gli chiese: “Ma tu... chi diavolo sei?”
Goku ridacchiò leggermente: ”Ma io te l'avevo detto che sono un super sayan!”
Il guerriero rimase a bocca aperta e Goku sorrise e decise di raccontargli la sua storia: “Io mi sono salvato dall'esplosione del pianeta perché, appena nato, sono stato inviato sulla Terra per sterminarne gli abitanti ma poi ho sbattuto la testa e ho cambiato carattere”.
Il guerriero sayan era a dir poco allibito da quella storia che sembrava una favoletta per smidollati e osservò con insistenza la vita di Goku, cercando di scorgere la coda, segno distintivo della razza sayan, ma l'eroe che tante volte si era sacrificato per il bene della Terra aveva una spiegazione anche per questo: “La coda me l'hanno tagliata diversi anni fa”. E sorrise, come se avesse appena detto la cosa più naturale del mondo.
Il guerriero sayan era sconcertato e non sapeva se credere o meno a quel ragazzo: sapeva che, sbattendo la testa, i sayan potevano cambiare atteggiamento, ma aveva sempre creduto che quella fosse una leggenda metropolitana e non avrebbe mai creduto che quel cambiamento potesse essere davvero così radicale.

“Oh, Toma! Eccoti qui! Ma hai visto quella luce di prima?”
Una donna dalla figura snella e longilinea e i capelli corti si avvicinò alla schiena del sayan e lo abbracciò da dietro, avvinghiandosi a lui; attorno alla sua vita, proprio sopra il bacino sinuoso c'era la coda: segno indiscutibile che anche lei doveva essere una sayan.
Goku sgranò gli occhi e spalancò la bocca, non riuscì proprio a resistere alla sorpresa, la puntò con un dito e le disse: “Tu... tu... sei mia madre?”
La donna avvicinò il viso al cancello per osservare meglio la persona con la quale stava parlando precedentemente il suo compagno e guardò Goku con uno sguardo severo simile a quello di Vegeta ma che, su un volto dai lineamenti femminili, incuteva ancora più timore: “Tsk, mamma a chi?”
Toma, sbalordito, guardò prima la compagna, Celipa, e poi il ragazzo che era giunto sin lì dicendo di essere un super sayan e balbettò: “Ma… madre?!”
Celipa rise di gusto: “Ma dove l'hai trovato questo fessacchiotto? E dire che a una prima occhiata mi era sembrato addirittura Bardack!”
Toma provò a riordinare nella propria mente le varie informazioni che aveva ricevuto da quel ragazzo che diceva di essere un sayan come lui, ma ancora Goku non gli aveva detto la cosa più importante: “Senti, ma me lo vuoi dire che sei venuto a fare qui?”
Goku abbassò lo sguardo e iniziò a grattarsi la testa con meno foga, fino a far scivolare la mano lungo il collo e poi sul petto, poi aprì le braccia e alzò le spalle: “Io... volevo incontrare mio padre, tutto qui”.
Toma fischiò per esprimere tutta la meraviglia per quella affermazione, poteva affermare con sicurezza di non averla mai sentita da nessun altro sayan: “Però... davvero un cambiamento radicale con questa botta in testa, eh?”
Goku sorrise: “Eh già”. Notò, poi, lo sguardo truce di Celipa e tra sé e sé tirò un sospiro di sollievo: pensò anche cosa avesse fatto nel caso avesse scoperto che sua madre era una donna disumana come quella, che, con una risata e poche, ma dure, parole l'aveva ferito come il peggiore dei nemici che aveva affrontato in vita; pensò, invece, a Chichi che, con amore, in quello stesso momento si stava prodigando per regalare a suo figlio il compleanno migliore del mondo.
Era semplicemente impossibile che nel popolo sayan ci fosse una donna dolce e affettuosa come sua moglie, lui, ne era certo a questo punto, sua madre non poteva essere simile a quella dei suoi figli... e ciò lo rattristava profondamente.

“Ehi, prova a dirmi qualcosa sulla tua famiglia, se lo sai... Insomma in modo che ti possa aiutare”.
Quel sayan chiamato Toma, invece, in fondo si era dimostrato e si dimostrava ancora più disponibile della sua compagna ma probabilmente si era sbagliato sulla sua identità: non era suo padre e per un istante lo colse il timore di scoprire che il suo genitore, invece, fosse una persona crudele, violenta e spietata… Ripensò ai sayan che aveva conosciuto e, razionalmente, capì che sul pianeta Vegeta non poteva esistere una donna come Bulma capace di far cambiare, anche in minima parte, un sadico e cinico sayan, soprattutto se le donne sul pianeta Vegeta erano tutte come Celipa.

Goku decise di approfittare comunque della gentilezza di Toma, ormai che era lì voleva andare fino in fondo: “Mio fratello si chiamava Radish, so solo questo...”

Celipa iniziò a stuzzicare Toma con dei baci sul collo, era chiaro il suo intento di distrarlo dall'aiutare Goku e l'eroe della Terra, infatti, si sentì a disagio, ma gli venne in mente un altro dettaglio che forse poteva aiutare Toma: “Ah, il mio nome sayan è Kaaroth!”

“Kaaroth hai detto?”
Un altro uomo, che da qualche minuto ascoltava a distanza la conversazione dei due senza rivelare la sua presenza, si avvicinò al cancello e aveva un aspetto che Goku conosceva bene... perché era pressoché identico al suo!

Un tuffo al cuore.

E questa volta non c'era possibilità di errore...

Toma si voltò verso l'amico: “Ehi Bardack, ma Kaaroth non è il nome di tuo figlio? Quello che è stato spedito...”
D'improvviso la storia che gli aveva raccontato Goku poco prima assunse un senso, e anche una sua veridicità e Toma sgranò gli occhi ancora una volta incredulo.

Bardack, con uno sguardo di sufficienza, osservò Goku e poi rispose a Toma: “Sì, Kaaroth è il nome di mio figlio. E allora?”

Goku aveva intuito chi era l’uomo di fronte a lui, e lo stesso aveva fatto Bardack: era impossibile per loro non sentire il richiamo del sangue.

Goku sapeva che non avrebbe dovuto aspettarsi baci e abbracci dai suoi genitori, Re Yammer lo aveva anche messo in guardia, eppure lui non si pentiva del viaggio che aveva compiuto nel regno degli Inferi: solo poter osservare la figura imponente di suo padre, così simile alla sua, lo riempiva di gioia e sorrise compiaciuto.

Bardack non accennò neppure per un momento a rilassare l’espressione corrucciata e aveva lo sguardo fisso sul viso del figlio.

Goku, infine, si grattò la testa e, per interrompere quel silenzio imbarazzante e spezzare quell’atmosfera seria che si era creata, rispose alla domanda del padre con il suo solito modo di fare allegro e bonaccione: “No, niente... ero solo passato a fare un salutino ma ora è meglio che vada...”
Neanche a farlo apposta si era fatto tardi sul serio e le guardie degli Inferi apparvero tra la nebbia: “Goku, dobbiamo andare, l'ora è quasi passata!”
“Ecco, appunto: l'avevo detto io che si era fatto tardi!” Goku rise spensieratamente e Toma ridacchiò imbarazzato per dargli man forte.

Il commento insolente di Celipa non tardò ad arrivare: “Tsk: Bardack hai davanti agli occhi Kaaroth, tuo figlio, ma fossi in te mi vergognerei, sai?” E seguì una risatina da vipera.
Goku non badò alle parole di quell’arpia e, nonostante tutto, sorrise a suo padre: “Devo andare… davvero”.
Andò, poi, incontro alle guardie che erano arrivate apposta per lui per aiutarlo a tornare indietro.
L'eroe della Terra era confuso: non sapeva se essere soddisfatto o meno di questo incontro...

“Kaaroth!”
La voce autoritaria di un sayan riecheggiò in quell'ambiente angusto ed era una voce che a Goku era già cara, era la voce di suo padre e si voltò lentamente verso di lui.
“L'hai sconfitto?”
Goku sapeva che, di tanti nemici che aveva affrontato, suo padre si riferiva a uno in particolare, quindi gli disse: “Con le mie mani”.
Toma, a dir poco sbalordito, guardò prima Celipa poi Bardack e disse loro: “Kaaroth ha sconfitto realmente Freezer?!”
Bardack, compiaciuto, sorrise leggermente; poi diede le spalle al figlio e gli disse: “Non ti aspettare che ti dica bravo però. Addio”.


Goku, con la solita aria allegra, agitò il braccio per salutare Toma e anche quell'antipaticona di Celipa, nonostante la nebbia impedì ai due sayan di vedere questo gesto; seguì, poi, le guardie degli Inferi che lo riportarono all'albero dei frutti magici per farlo arrivare direttamente nel cassetto della scrivania di Re Yammer.


Toma raggiunse Bardack e, con un’espressione soddisfatta, gli diede una pacca sulla spalla: “Il padre di un super sayan!” Bardack non si stupì più di tanto a quell'affermazione, mantenendo il carattere indifferente tipico del suo popolo: sapeva che suo figlio era l'unico che avrebbe potuto sconfiggere Freezer, l'unico che avrebbe potuto trasformarsi un super sayan, l'unico in grado di portare un po' di luce in quel luogo angusto...
“Ehi Bardack, ma perché gli hai detto addio? Prima o poi anche lui dovrà passare da queste parti, no? E’ pur sempre un sayan…”
“Kaaroth è già morto, non hai notato l’aureola sulla sua testa? Ma lui non è dedicato a un mondo come questo, lui è diverso...”
Ma Bardack tenne per sé questi pensieri e si allontanò da solo.

***

Con una spinta più decisa Goku riuscì ancora ad aprire il cassetto della scrivania di Re Yammer; la divinità guardò l'orologio e si congratulò con Goku per la puntualità; subito dopo i due si salutarono, Goku riprese la strada del serpentone e qualche minuto più tardi arrivò da Re Kaio.

La divinità lo accolse con una ramanzina: “Goku ma ti rendi conto che te ne sei andato quando stavo ancora parlando?”
Il valoroso combattente si grattò la testa: “Ehm... ma le assicuro che c'è una buona ragione...”
Re Kaio si sistemò gli occhiali e gli disse: “Sì, conosco già la tua buona ragione... dimmi un po', come è andata?”
Non ricevendo alcuna risposta la divinità alzò lo sguardo e ancora una volta si rese conto che Goku non era più davanti ai suoi occhi, raddrizzò le antenne e avvertì la presenza del sayan nella casetta. Entrò e lo trovò in cucina, chinato davanti al frigo.
“GOKU!”
Il guerriero trasalì, ingurgitò in fretta il boccone che aveva in bocca e rispose: “Ehm... Re Kaio suvvia: sono sicuro che sa già tutto, per cui perché non mangiamo anche noi il tiramisù?”
Nonostante tutto la divinità gli diede retta e gli prese la pirofila dalle mani per portarla sul tavolo.



“Tanti auguri!”
Dopo la classica canzoncina di auguri seguì un applauso (in realtà l'unica ad applaudire era Chichi!) e Goten, in piedi sopra la sedia, si chinò sopra la torta per spegnere le candeline, strinse gli occhi, pensò ad un desiderio e soffiò forte.

Chichi abbracciò suo figlio: “Allora? Hai espresso un desiderio?”
Il piccolo Goten annuì: “Si, vorrei incontrare mio padre...”
Trunks spalancò la bocca, poi strinse i denti e iniziò a sbattere i piedi per terra: “No, Goten: non lo sai che se dici cosa hai desiderato non si avvera più?”
Il piccolo di casa Son si rammaricò per la sua lingua lunga e chiese a Chichi: “Mamma ma è vero?”
In realtà era Goku che, a suo tempo, si era rifiutato di tornare in vita; il desiderio di Goten sarebbe stato irrealizzabile in ogni caso, ma la donna non aveva ancora il coraggio di rivelarglielo e Goten non aveva ancora la maturità per comprendere la scelta del padre, se mai avesse potuto comprenderla, per cui gli prese le piccole manine nelle sue e decise di raccontargli un'altra di quelle belle storielle che fanno stare bene i bambini e li fanno sognare: “Tesoro, forse non lo incontrerai, è vero, ed è bene che tu non ti illuda, però ti svelo un segreto: tuo padre ci guarda da lassù”.
Goten rimase meravigliato: “Ma davvero?”
Chichi, con gli occhi lucidi, annuì: sperava con tutto il cuore che il marito non si fosse dimenticato della sua famiglia.
La curiosità di Goten, però, era senza limiti: “Ma ogni giorno?”
Chichi sorrise e gli accarezzò il capo: “Sì, tesoro: ogni giorno, ogni istante”.
Goten abbracciò la madre e anche Gohan si commosse a ripensare al padre e gli dispiaceva sinceramente che suo fratello non lo potesse incontrare.



“GOKU!”
Il sayan sussultò e Re Kaio gli chiese: “Figliolo cos'hai? Prima vuoi il tiramisù e poi non lo mangi? Sei decisamente distratto oggi...”
“Ehm... mi scusi: osservavo cosa stava succedendo in casa mia”. Rispose il combattente.
Anche la divinità sintonizzò le antenne sui monti Paoz, in tempo per vedere Giuma, Chichi, Gohan, Goten e Trunks che finivano di mangiare il tiramisù e, dopo, i due bambini che andavano a giocare all'aria aperta.

Uscendo di casa Goten osservò il cielo...

“Tuo padre ci guarda da lassù”

Goten sorrise e disse: “Ti voglio bene, papà”.

“GOTEN! Allora? Ti muovi?!” Trunks lo chiamò a gran voce e il piccolo Son raggiunse di corsa il suo amichetto.



Goku riaprì gli occhi e incrociò lo sguardo indagatore di Re Kaio, allora, imbarazzato, si dedicò al tiramisù. La divinità non gli levò gli occhi di dosso nemmeno per un istante e quando Goku fu costretto a sollevare lo sguardo Re Kaio si sistemò gli occhiali, non c'era bisogno di ripetergli la domanda: aspettava direttamente la risposta.
Goku si stiracchiò, gli fece i complimenti per il tiramisù e, infine, aggiunse: “Domani andrò a parlare con Baba”.
Il viso di Re Kaio si illuminò di gioia: “Pensa come sarà felice il piccolo Goten!”
Goku annuì e, con un ampio sorriso, aggiunse: “Se non sbaglio tra un anno ci sarà un nuovo torneo di arti marziali sulla Terra!”
“Sei sempre il solito!” Brontolò Re Kaio.

Il sayan si stese sul letto e ripensò alle ore precedenti così ricche di emozioni e, prima di addormentarsi, il suo ultimo pensiero fu: “Ora vorrei tanto incontrare mio figlio...”

Fine

Innanzitutto ringrazio tutte le persone che hanno seguito questa mia mini fanfiction.
Purtroppo oggi internet non funzionava e io pensavo già di essere costretta a rimandare la pubblicazione, ma per fortuna si è risolto tutto in tempo: vi avevo promesso un aggiornamento il 27 Aprile? E il 27 Aprile l'aggiornamento è arrivato ^^ (anche se un po' in ritardo ^^")
Spero, piuttosto, che il capitolo non vi abbia deluso: tutti che aspettavate l'incontro tra Goku e Bardack e poi è durato un po' poco... ç//ç
Gohan, però, è stato ancora più sfortunato: gli ho dedicato appena mezza riga! XD
Ringrazio la mia beta
Ciuiciui che mi ha dato preziosi consigli per migliorare questo capitolo (ma, a causa di internet che non funzionava lei non ha letto la versione definitiva, se notate errori o sviste è solo colpa mia, chiariamo ^^").
Ringrazio, poi, le persone che nello scorso capitolo sono state così gentili da lasciarmi una recensione:
Gokussola4ever: Ti ringrazio tantissimo per i complimenti ^///^
veggylink94: Bé, sì: Goku e Bardack si sono incontrati (...appena cinque minuti però ^^"). Grazie anche a te ^^
Angelo Azzurro: Anche io avrei voluto che Bardack avesse più rilievo in Dragon Ball ç_ç Con questa fanfiction, però, non ho svelato molto su di lui, spero che ti sia piaciuta lo stesso ^^" Grazie ^^
lady_melody: Spero che ti sia piaciuta la parte dove è apparso Bardack, anche se è arrivato solo alla fine ç_ç Grazie anche a te comunque ^^
Sweetgirl91: Sì, te ne avevo parlato per mail ma avevo omesso la data di pubblicazione =p Spero che la spiegazione su come fosse il "corpo" dei sayan e i "privilegi" a loro concessi sia stata esauriente ^^" Comunque un abbraccio padre-figlio non era previsto già dall'inizio ^^" *comunicazione di servizio* Ho visto le mail solo ora, risponderò il prima possibile (internet permettendo =_="). Comunque grazie per aver letto e recensito ^^
LadyDreamer: Ti ringrazio tanto, sentirmi dire che sono riuscita a mantenere i personaggi IC è un bellissimo complimento ^//^ ...spero che tu non te lo debba rimangiare dopo aver letto questo capitolo =p In particolare non sai quanto è stato difficile descrivere il comportamento di Bardack! ç_ç Grazie ^^
makypols: Il 27 è arrivato ^^ Spero che ne sia valsa la pena di aspettare =p Grazie ^^
Crycry82: Prima di tutto *comunicazione di servizio anche per te* Mail arrivate, ti faccio tantissimi complimenti e spero di poter rispondere presto ^_- Eheh: ci avevi visto giusto: Goku non riesce proprio a tenere la bocca chiusa! =p Grazie per aver recensito (è dalla prima ff che ho pubblicato su Efp che mi segui ^//^ A te un bacio in fronte! ^^)
sexxxichichi: Grazie, sei sempre gentilissima ^//^ Spero che l'incontro tra Goku e "Bardy" ti sia piaciuto (ma che soprannome è "Bardy"? XD)
Sgt: Grazie, spero che la conclusione non ti abbia deluso ^^
sandro: Bacio in fronte anche a te che mi segui dalla mia prima fanfiction ^//^ Spero che tu ci abbia capito qualcosa riguardo la storia dei corpi dei sayan ^^"
francysmile: Sì, si sono incontrati ma forse non era quello che ti immaginavi... ^^" Grazie comunque ^^
Gohan e Videl: Come vedi l'ho continuata... spero che ti sia piaciuta anche la conclusione, grazie ^^

Ora, visto che Goten e la mia amica Veronica (alla quale la ff è dedicata) non sono gli unici a compiere gli anni in questo giorno io devo scappare... ho la mia festa di compleanno da preparare in meno di un'ora! XD
State sicuri che stanotte recupererò tutte le ff che mi sono persa in questi due giorni di astinenza da internet!!! ^^
In particolare un ringraziamento speciale a Sweetgirl 91 e sexxxichichi che mi hanno fatto due splendidi regali (non le ho ancora potute leggere, ma sono sicura che siano splendide ^_-)

Grazie di cuore a tutti ^//^
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Elechan86