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Autore: SeryChan    28/04/2008    4 recensioni
Tribut to His Infernal Majesty (Him)*ç* Intravedo dalla finestra alla mia sinistra, di fianco all’insegna “solo urgenze”, la luna: Bianca, giallastra piena di piccoli forellini scuri. La luce è accecante, spero tanto che uno dei suoi splendidi raggi possa arrivare fino a te salvandoti. Thank to IshimaruChan!
Genere: Romantico, Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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You never look back



Egoista 



Questo Chappy lo dedico alla mia pulcimba <3 

Ti voglio un mondo di bene ^O^ 

 

Mi guardo intorno allarmato, chiedendomi come caspita facessi ad essere qui se sei in sala operatoria… Che stupido che sono! Probabilmente ti ho soltanto immaginato.

-Ti prego -

Un’ altra volta. Ma perché diavolo non mi lasci in pace? Tanto là dentro non posso entrare, no?  Il corridoio è terminato, sono obbligato a tornare indietro...  vediamo se Al  si è svegliato...

Non mi va di prendere l’ascensore, significherebbe stare rinchiuso e aver l’opportunità di piangere, ed ora proprio non mi va. Nonostante questa mia scelta non riesco a trattenermi, e una lacrima solca le mie gote.

-Smettila di piangere e attiva il cervello Fagiolino! -

Di nuovo.

“ BASTARDO, IO NON SONO PER NIENTE PICCOLO! ” Mi metto una mano sulla bocca, rendendomi conto di aver urlato, mentre le infermiere mi guardano spiazzate facendomi segno di stare zitto. Riprendo il controllo di me stesso.

-Muoviti vuoi farmi morire?-

Cazzo. “ SCEMO, ARRIVO! NON MORIRE!”  Bene ora potrei dire che mi possono rinchiudere, visto che, dopo aver urlato a squarcia gola, corro senza una meta precisa, soltanto con l’idea di recuperare quella maledetta chiave e rivedere anche solo per un attimo il mio splendido Roy Mustang. 
Ecco un’infermiera, finalmente:  le corro incontro, sbattendole addosso, e con un movimento degno di un giaguaro, faccio scorrere le mani lungo la cintura sottraendole il mazzetto di chiavi, facendo cadere dalla tasca opposta le mie in modo da coprire il rumore.

“ Mi scusi signorina, mi dispiace molto… ”

 “ Dovresti sapere che negli ospedali non si corre, bel bambino dagli occhi dorati. Per questa volta, scuse accettate. ”  Mi  sorride e continuò per la sua strada.

Mi dirigo con passo veloce al piano terra, dove Alphonse dorme e dove si trova quella stramaledettissima porta.  Arrivatovi, rallento il passo, cercando di sembrare tranquillo, ma non mi curo di chi o di ciò mi sta attorno. Giusi alla porta, appoggiandomi di schiena alla serratura, facendo scivolare –insieme alla mano-  la chiave giusta, infilandola. Un click e le porte del “paradiso” si aprono.

“ ROY! ROY MUSTANG DOVE  CAZZO TI SEI CACCIATO, RAZZA DI COGLIONE? ” Urlo tra le lacrime che scendono senza che io me ne accorga, mentre corro senza mai fermarmi, alla ricerca di ferite famigliari. I medici cercano di acciuffarmi, ma io calpesto ogni cosa. Poi due uomini, due volte più grandi di Amstrong, mi prendono e mi sollevano da terra, sbattendomi letteralmente fuori . Piango e strillo come una donnicciola, ma non posso far altro. Il dolore é ben altro rispetto a queste mie semplici urla. Aru vedendomi in questo stato si mette a piangere anche lui.                                                                                                                              

 Cosa faccio? Giro da una parte all’altra della stanza impedendo a chiunque di parlarmi o di toccarmi. Urlo semplicemente il tuo nome tra le lacrime. Tutto sfocato a causa del pianto: ma perché proprio a me? Perché dovevo litigare con te, ritrovandomi poi a implorare Dio che tu stessi bene. Mi dispero perché mi manca il tuo calore. Ti amo e non te l’ho mai detto.                                 
“ TI AMO ” 

Che stupido! Non posso urlarlo, tu non puoi sentirmi.  La testa é un ammasso di pensieri e sensi di colpa che logorano il mio cuore più di quanto già non fosse. Io sono qui e non posso fare nulla, non servo. Non posso salvarti. Vedo arrivare Maes, che era stato avvisato da Al sul mio comportamento.  Appena mi vede in questo stato mi si precipita addosso stringendomi forte, mentre io cerco in tutti i modi di liberarmi. Dopo un po’ cedo, riducendomi a piangere sulla sua divisa.

“Edward calmati” Mi dice tenendomi stretto come faceva Roy quando stavo male

“ Il nostro – mio - Colonnello ce la farà, è un osso duro!” Rido. Scivolo a terra e rido. Senza mezzi termini, come se mi avessero raccontato qualcosa di estremamente divertente. Steso a terra, scrutando il soffitto bianco – con i lati ammuffiti- che funge come proiettore dei nostri ricordi: Coccole, carezze, sesso, litigi, sorrisi e noi due prima dell’inferno. Trattengo il respiro, sotto gli occhi di Maes rassegnato dal mio comportamento comprensibile, lo trattengo fino a perdere i sensi. L’unica cosa che voglio in questo momento è abbracciarlo. Non potendo farlo è meglio morire. 

 

Mi risveglio in una camera dell’ospedale, confuso. Di fronte a me Winry, la quale mi guarda con occhi lucidi e stanchi. Non mi soffermo sul suo sguardo accusatorio, mi ricorda quello che sta accadendo, mi fa’ disperare. Tre ore dopo sono già in giro per l’ospedale con ancora la flebo attaccata al polso sinistro, tutti calmanti per non farmi dare di testa ancora una volta. Maes mi  cammina a fianco silenzioso, quasi avesse paura di parlare. In realtà nessuno dei due fa molti sforzi per interloquire con l’altro, ci limitiamo a guardare le piastrelle azzurrognole del pavimento.

“ Ed, Roy è da qualche parte qui, in una stanza dove possano entrare solo i medici, così da non farlo agitare. Quindi stai tranquillo è vivo.”

Forse fu dopo questa affermazione che il cuore riprese a battere regolarmente. 

“ Va bene” Dico con voce glaciale. Cristo se lui fosse qui mi stritolerebbe fino a farmi perdere tutti i sensi…

“ Signorino Elric? ” Un signore in camice bianco.                                                                                   
“Vorrei che mi seguisse, però deve stare assolutamente calmo, Mustang non deve agitarsi” 

Le labbra  mi si increspano in un leggero sorriso, sul viso ancora imbronciato. Finalmente posso vederlo, dopo ore di agonia. Seguo il dottore, incitandolo con le mani a sbrigarsi, tirandolo per la manica del camice – come un bambino per le caramelle - . Si, mi guardava storto, ma non potevo, non riuscivo a nascondere l’euforia. Ero un po’ esagerato, ok,  ma lo rivedo e questo mi basta a campare cent’anni.

“ Le sue condizioni non sono delle migliori, purtroppo è ancora sotto anestesia. Ha subito un grave incidente e la ferita è piuttosto profonda. Inoltre ha perso parecchio sangue, è stato davvero un miracolo che l’abbia trovato in tempo. ”

Una stretta allo stomaco. Meno male che per una volta ho fatto la cosa giusta. Il dottore mi spalanca la porta invitandomi ad entrare. La chioma corvina che risalta sul cuscino bianco, i tuoi capelli. Mi avvicino al letto lentamente, ho paura di farti male. Hai gli occhi chiusi – finalmente un po’ di riposo- sembri felice, stai sorridendo… Che cosa starai sognando?  Secondo lo schermo, i battiti sono deboli e la pressione è bassa. Non so resistere a guardarti, sei così tenero… Se non ti conoscessi sembreresti innocente. Mi siedo sulla sedia a fianco al letto, sai, fa effetto vederti così: il grande eroe di Ishibar ridotto a uno straccetto. Hai i tubicini azzurri dell’ossigeno e la flebo al polso, e  mi dà fastidio vederti con tutta ‘sta robaccia addosso. Ti prendo la mano e la linea dei battiti sembra impazzire, mi senti. Inevitabilmente sorrido, mi avvicino al tuo orecchio e ti sussurro quello che non ti ho mai detto.

  “ Ti amo – un sussulto- ti voglio di nuovo in forma Roy… Se no poi chi è che mi fa divertire?!” Sì, mi senti.

“Elric esca subito! Il paziente non si deve agitare!” Il dottore si materializzò dal nulla.

“ Non posso restare? La pregooo… ” non è giusto, già devo andarmene.

  “Si agita troppo”

Esco dalla stanza un po’ imbronciato. Non è giusto che non mi lascino con il mio amore! Mi lasciano fuori dalla stanza, e ti vedo attraverso il vetro. Ti sei tranquillizzato e ora mi viene da ridere... bel effetto che ti faccio! Non sai che piacere mi fa sapere che non sei arrabbiato con me… o almeno spero. Peccato, era meglio che non mi sentissi, così potevo stare vicino a te, strapazzarti – per quanto possibile- e fare due chiacchiere… Ma va bene così, preferisco che mi abbiano buttato fuori perché sei quasi cosciente di ciò che ti circonda.
La stanza vista dal vetro sembra una grande bolla, gi unici colori che si vedono sono l’azzurro e il bianco. Alla sinistra del letto l’armadietto alto e davanti il più basso. Ti ho portato anche le mutande con la proboscide… L’armadietto più basso servirebbe per mangiare ma ci hanno messo sopra bende e medicine. Sembri a dir poco una mummia, coperto fino al naso dalle coperte, tutto intubato. Si, certo, facevi una certa impressione e se ne avessi avuto la possibilità ti avrei guarito all’istante. Come vorrei che il tempo tornasse indietro.

“ Edward hai fame? ” Maes interruppe i miei pensieri. Sì, una certa fame ce l’ho ma mi scoccia andare via.

“Non mi va di lasciarlo solo. Anche se è dietro un vetro sono più tranquillo se ce l’ho sott’occhio” Gli ho detto quello che pensavo. Non mi sono trattenuto nemmeno un po’… Ma in fondo lui lo sa di noi. Taisa, non devo prendere la tua smielatezza, non devo diventare troppo dolce!

“ Se vuoi porto la pizza e la mangiamo qui anche se non si potrebbe ”

Sììì! “ Ok, va bene! ”

Una buona pizza non fa male a nessuno, mio caro Roy… Alla faccia tua! Guardami mangiare una bella pizza gustosa! È la punizione per avermi fatto stare in pena così tanto! Dopo avermi fatto digiunare per due giorni consecutivi ora ti meriti la mia vendetta…

“Vado a prenderla e arrivo!”

Resto li seduto a contemplare il vuoto e il silenzio finche... 

“Finalmente, credevo non arrivassi più Maes!” LA PIZZA, LA PIZZA !!

“Tranquillo io ritorno sempre” Meno male che abbiamo un amico come te se no saremmo persi.

“Allora Ed, come stai?” Lo sapevo che prima o poi me lo avrebbe chiesto. Deglutisco per poi ficcarmi in bocca una fetta di pizza. “Sai, quando la persona che ami sta sotto i ferri parecchie ore, quando lo vedi in un letto d’ospedale agonizzante, le cose non vanno molto bene” Un altro boccone. “Vederlo così non è per nulla facile, il mio Roy, quello che ha avuto la forza di ammettere l’amore per un sottoposto… Almeno penso che per lui sia stata una sfida arrendersi al fatto che era ai miei piedi…” Non ebbi il tempo di continuare.

“Mi parlava sempre di te, cioè… Parlava di una giovane bionda, bassa rispetto a lui –trattieniti Ed-. All’inizio pensavo fosse Riza; poi dagli sguardi, dal modo in cui si preoccupava ho capito che eri tu. Da quando ci sei, per lui scorre tutto per il meglio.”

 Cosa devo fare con te, dannatissimo Colonnello? Ho voglia di stringerti. Di sfiorare quelle fottute labbra.

Lascio la pizza, guardo se c’è intorno qualche nemico e poi mi butto dentro la tua stanza. Diventando invisibile mi avvicino al letto indisturbato, salgo fino ad incrociare il tuo viso. Hai ancora la faccia sbattuta, come prima, sorridi ancora. Da prima? Mi avvicino, appoggiando la mia fronte sulla tua, seguendo il tuo profilo, strofino i nostri nasini, increspando le labbra in un leggero sorriso.

Tickticktick!

 Cos’è? Merda! Il dottore arriva sempre dei momenti meno opportuni. Per fortuna Maes ha fatto in tempo ad avvisarmi. Mi infilo sotto il letto, cercando di stringermi in modo da non farmi vedere. Il dottore apre la porta e si avvicina al letto. Speriamo che non mi becchi.

“Signor Mustang mi sente?” Dice strapazzando gli occhi di Roy

“Dottore, appena ne avrò le forze le darò fuoco. Non doveva rovinarmi questo momento!” Roy?

“ROY MUSTANG!!” Urlo urtando con i piedi il paletto della flebo –oramai staccata dal braccio di Roy - che va a finire sulla testa del dottore, il quale oltre alla botta in testa riceve anche un bel calcio nei garretti. Salgo fino a te, ti guardo per qualche secondo e poi mi avvento sulle tue labbra.

“Signor Elric!! ”  

Faccio “shosho” con una mano e approfondisco il bacio. Non mi può disturbare in un momento del genere caro dottore dei miei stivali! Mi stacco in assenza di ossigeno, ma tu non mi permetti di riprendere da dove ero rimasto.

“Ehi, calmo, sono ferito non ho così tanto fiato…”

“‘Fanculo! Sei uno stupido. Lo sai che cazzo hai fatto?! HAI RISCHIATO DI PERDERMI! ”             

Certo che sono parecchio narcisista eh…  Però... da come mi parla sembra che sia ancora arrabbiato con me… è freddo. E se non mi volesse più? Cristo ho paura.

“Lo so ciò che ho rischiato di perdere, ma scusami, ora vorrei riposare.” Ti ho forse perso sul serio? Ti prego, non dare certezze alla mia stupidità.

E la domande sorge spontanea. “Sei arrabbiato con me?”

“Ho solamente paura.”  Anche io di perderti per sempre.

“A mio modo ti starò sempre accanto, almeno finché me lo permetterai e per quel potrò ti proteggerò” Sì, te l’ho detto. Sono cosciente che quello che ha sempre protetto eri tu, ma ora vorrei che sia una cosa reciproca.

“ Finiscila di fare l’uomo se sei ancora un bambino. Non sei capace di proteggere una persona. Non ti accorgi nemmeno di ciò che succede attorno a te. ”                                                                           
.... Sono stufo di essere trattato così dopo essere stato male, aver sopportato tutto per la nostra relazione. Mi tratti così?
                                                                                                                                 
 
È troppo per l’anima. “Forse ho sbagliato a rimangiarmi tutto quello che avevo detto durante il nostro ultimo litigio. Non mi cercare più se non per lavoro.”
                                                            
 
Troppo duro? Fa male anche a me cosa credi? È tutta colpa tua se ho reagito così.

“Ed! SCUSAMI! Edward Elric!”

“Perché mi fai questo? Perché? Sei sempre la causa di ciò che mi fa soffrire. Mi chiedo perché ti ami ancora!” Mi dirigo verso la porta della stanza, goccioline salate e invisibili solcano il mio viso e ognuna è una lama che mi fa a pezzi. Mi giro per l’ultima volta a osservarti, anche tu stai piangendo, strano che un uomo versi lacrime per uno stupido bambino.  Incrocio il tuo sguardo e rimango per un attimo bloccato.

“Edward Elric mi vuoi sposare?”

Merda. Merda. MERDA! Edward non dirgli di si. NON farlo. Il tuo onore.

“Perché dovrei a questo punto della nostra relazione?” Acido e freddo. Lo voglio fare penare.

“Perché sai bene che tu non vuoi andartene e dovresti sapere che io senza di te morirei.”

“Morire lo fai anche con me. Quindi qui non servo a niente.”

Giro lo sguardo verso la porta e vedo Alphonse. 

“Ed tieni il nostro ciondolo! Quello che aveva al collo Roy quando l’hanno aggredito.” 

Non faccio domande, è entrato così all’ improvviso che neanche me ne sono accorto. Osservo il ciondolo, al posto di Roy c’era il nome di mio fratello. Alzo lo sguardo interrogativo ma se n’è già andato. Che significa?

“Edward ti prego… Lo sai che ti amo. Dimmi di si, per una buona volta.” Ora sì, glielo dico. Gli dico di SI. Perché sono stufo di questa situazione, sono stufo dell’onore.

“Anche io ti amo.” Era da segnare la seconda volta che glielo dicevo.

 “ È un  Sì ? ” Annuisco. Sono felice per noi, ma turbato dal ciondolo.

Cosa mi nasconde Al? Mi riavvicino al letto, ti dò un casto bacio mentre tu cingi le tue braccia al mio collo, alla fine ti appendi. Ti sei addormentato come un bambino. Faccio scorrere le mani dietro la nuca e lentamente ti appoggio al cuscino per poi sparire dietro la porta. Riprendo la mia pizza, la finisco anche se è fredda. Ora noi due dovremmo sposarci, ma sappiamo bene entrambi che non è possibile. Ma va bene così. Infondo non mi dispiacerebbe avere uno che mi da fuoco all’anima ogni volta che mi guarda. Ma nonostante tutto ho paura… Mi guardo intorno, vedo Maes che mi guarda sconcertato, dopotutto  non è una scena di tutti i giorni quella che si è vista oggi.

“Non sei felice?” Maes cercava qualcosa.

“ Si, certo che lo sono, ma preferivo me lo avesse chiesto in circostanze migliori e anche mi scoccia il fatto che non si può fare veramente questo matrimonio.” Non digerivo il fatto di non poterlo sposare seriamente, ma mi basta la proposta.

“ Ti capisco Ed.” Furono le sue ultime parole prima che arrivasse Alphonse.

“Fratellone seguimi, ti devo parlare.” Mi dice allungandomi una limonata e invitandomi a seguirlo. Sono curioso di sapere perché il ciondolo è cambiato. Voglio spiegazioni.                          
Mi ritrovai in una stanza scura, buia, non vedo Aru, sento soltanto il suo respiro. Sentii chiudere la serratura di una porta.

“ Niisan, giochiamo? ” Avevo un brutto presentimento.

“Al, dove sei, non ti vedo.”

“Tranquillo, ora giocheremo un po’, poi se mi va ti lascerò andare dal tuo sposino.”                         
Sento la lama fredda di un pugnale accarezzarmi la gola, mentre il corpo di Al aderisce al mio.

“Aru ma cos…” Una mano s’infila nei miei boxer impugnando il mio membro. Il pugnale è sempre lì. Non ho la forza mentale per reagire, mon riesco a connettere. Il mio corpo è come paralizzato. Sento sul mio sedere premere la sua eccitazione, mentre lui armeggia con il mio pene.

“Alphonse smettila!” Urlo, ma non sono capace di muovermi.

“ Stai tranquillo non ti farò male. Non ti ridurrò come ho fatto con quella merda. ED NON TI MERITI QUELL’UOMO! IO SONO MEGLIO DI LUI! Io posso darti di più. Posso darti tutto il mio amore, la mia anima. POTRAI TOCCARMI QUANDO VUOI, ANCHE PICCHIARMI!” Urli e alterni sussurri. Sei impazzito. Non sei tu. Mio fratello è un altro. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mi strappi i pantaloni della tuta premendo sempre di più il tuo membro sul mio culo. Non voglio. Non voglio che tu mi stupri! Il mio corpo oramai reagisce da solo. Non ne ho più il controllo.

“ Forza Niisan dillo che ti piace. DILLO! ” La lama del pugnale preme e ho paura di morire. Paura di perdere tutto.  Sussurrai un “Si” forzato, tra le lacrime della disperazione. Mi scopi prima le dita, mettendoci poi dentro tutto te. Io non resistei più e svenni.  Sì, mentre tu mi scopavi, svenni. Non volevo più sentire il dolore. Era troppo.                                                                                            

Mi risveglio sentendo un colpo di pistola, il tuo sangue cola sul mio corpo e il coltello cade a terra. Mi porto una mano alla gola e mi accorgo di essere ferito. Qualcuno si avvicina, tirandomi su, poggiandomi sulle sue gambe. Non capisco, tutto è ancora appannato.

“E-ed stai bene?” La voce è familiare e calda. Sei tu. Gli occhi mi parvero lucidi…

“È morto? ”

“Mi dispiace, non potevo permettere che mi portasse via il cuore. Scusami Edward! Non avevo intenzione di ucciderlo! TI STAVA PER UCCIDERE ”

“Tranquillo. Purtroppo se fossi stato in te avrei fatto la stessa cosa.” Mi abbraccia, per poi portarmi via in braccio, sulla sedia a rotelle. Tutti ci guardano spaventati, sorpresi del sangue. Nessuno sa cosa pensare. Maes si precipita su di noi prendendomi in braccio e stendendomi su una barella, dove le infermiere mi medicano la lieve – o quasi – ferita che ho sul collo. Roy spiega tutto agli amici, che rimangono più sorpresi di quanto lo già non fossero.

“Andate a prendere il corpo di Alphonse e seppellitelo. Non mi va di vederlo ancora. Per favore…”

“Come fai a essere così cattivo nei confronti di Aru? Come diavolo fai? Era tuo fratello! Non aveva fatto nulla!” Mia cara Win, se tu sapessi cosa mi ha fatto quello che fu mio fratello non ci crederesti. Un'altra persona si era impossessato di lui. Mi aveva stuprato. Era malato. La sua mente non vedeva più la razionalità, la realtà. È stata colpa sua, non mia, se è morto.

“Winry non agitarti. Lo so è difficile. Ma dopo tutto quello che mi ha fatto è stato meglio così.”

“Ti odio!”

“WINRY MI HA STUPRATO!” Rimase stizzita alle mie parole, si mise a piangere e se ne andò.

Avevo perso mio fratello. Ma di certo non era lui, anche se il corpo era il suo. Lui non mi avrebbe mai stuprato. Non mi avrebbe mai ucciso. Per quanto posso essere egoista sono felice di poter continuare la mia vita tranquillamente. Senza dover penare e soffrire. Potrò amare ancora colui che amo. Mi dispiace Niichan, ma a volte la morte è meglio. La tua è stata meglio della mia. Hai perso me per colpa tua, ma ti perdono, perché nonostante tutto mi amavi. Addio fratellino e scusami se sono stato così egoista.

 

 

 

 

Si gente, rieccomi qui con il secondo chap ^O^ 

Finalmente dopo mesi sono riuscita a copiarla e farvela leggere anche a voi! Sono parecchio contenta perchè ho anche trovato finalmente una betariders.

KIRA RINGRAZIA MUA <3 PER AVERLE DONATO LE SUE CAPACITA' DI BETAREADERS!! 

Riguardo il terzo capitolo mi affido a voi: se lo volete basta che me lo dite e io vedrò di accontentarvi il più presto possibile... 

Spazio commenti

Setsuka: 

Mi scuso se nel primo capitolo c'era qualcosa in linguaggio sms, non me ne ero proprio accorta.

Comunque ora dovrebbere essere a posto anche il primo capitolo. 

FeEChAn:

Ecco a te il secondo capitolo, e come detto sopra se volete ce ne sarà un terzo ^O^ 

Nel secondo capitolo Ed ha dovuto sopportare molto più delle semplici parole di Al [sono stata troppo crudele?]...

Bad Girl:

Sono felice che ti sia piaciuta, mi fa sempre piacere ricevere commentini così belli^.^

Grazie Nipotina, spero che ti sia piaciuto anche il secondo chappy!

Ishimaru_chan:

Bhe, oramai lo sai che il tuo Darling ti prega di recensire le sue storie fino al vomitoXD

Anche io odio Aru qui, anche se ultimamente tendo a scrivere di personaggi un pò schizzati.

Questa volta me ti lascia decidere se recensire o no...

MA VERO CHE RECENSIRAI ANCHE QUESTO CHAPPY DEL TUO PICCOLO DARLING??????

[Ti voglio bene <3 Salutami il coniglietto Ion!(senza strozzarlo)]


*Kira*

  
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