La luce filtra sul mio viso, malgrado le pesanti tende
ambiscano a fagocitarne ogni singolo raggio. Lentamente socchiudo le palpebre,
infastidita dal riverbero che impedisce il soffice risveglio tanto agognato. Mi
ferisce gli occhi, obbligandomi a trascinare le spesse coperte sopra il volto
ed a rannicchiarmi come una bimba in cerca di pace.
Ho sonno.
Questa notte non sono riuscita ad addormentarmi, i
miei pensieri vagavano e non riuscivo a riprenderne il controllo.
È stata la prima volta che non ho raggiunto l’estasi
della soddisfazione fisica. Sono rientrata nella mia prigione dorata senza
essermi liberata del mio fardello. Non ho diviso il mio corpo con nessuno, non
mi sono lasciata possedere, annullando la mia anima nel loro ansimare selvaggio.
Pura e immacolata nel mio sacrale candore.
Sorrido e lascio che le dita scorrano sulla stoffa
leggera della mia camicia da notte. Mi dedico le attenzioni che mi sono state
negate al chiarore della luna. Un uomo che mi ha sedotta ed è fuggito con il
mio desiderio fra le dita. Accarezzo la pelle calda delle mie cosce, il dolce
tepore delle coperte, che emanano il profumo della mia pelle. Il desiderio non
è ancora svanito, lo sento sulla punta delle dita, l’umido richiamo
all’abbandono che non v’è stato.
Sola in un vicolo, con la veste sollevata e il respiro
affannato. I capelli ridotti ad una massa disordinata e i segni della sua presa
ferrea sulle gambe. Eravamo così vicini all’annullamento del singolo individuo,
saremmo presto rinati unendo le nostre suppliche ad un comune dio, quella
figura così appassionata, assoggettata alla vendetta contro l’umanità, e che
non perdona gli sbagli perpetrati dalle sue creazioni.
«Claudia?» sussulto dalla sorpresa, interrompendo
bruscamente le profonde carezze che mi stavo concedendo. «Posso entrare?»
Ho il respiro accelerato «Vieni pure..» mi metto
seduta, sedando le effusioni calde che mi invadono il basso ventre e attendo
che il mio bel fratello faccia la sua entrata.
«Sei ancora a letto? Nostro padre ha un diavolo per
capello, sai che non sopporta di arrivare in ritardo alle celebrazioni
religiose…» sorrido nel notare dove va a posarsi il suo sguardo. Le morbide
pieghe della mia camicia da notte non nascondono nulla del mio corpo, e
Alessandro conosce a memoria ogni centimetro della mia pelle lattea. Si chiude
la porta alle spalle e si avvia, con il suo solito passo elegante, alle
finestre «No! Non aprirle ancora!» lo imploro liberandomi delle coperte e
inginocchiandomi sul letto, le mani unite in una parodia di preghiera «La luce
mi ucciderebbe!» rido allungando le braccia verso di lui e trascinandolo seduto
accanto a me..
«Ho conosciuto un uomo, Alessandro..» gli cingo il
petto con le braccia nude e gli sussurro all’orecchio del mio incontro
notturno. Il seno premuto contro la sua schiena, le dita minacciano di
allentare l’accurato fiocco che gli orna il collo.
«Claudia! E’ tardi!» mi rimprovera ma non mi ferma
quando lo spingo sul letto regalandogli un profumato bacio «Non sai come mi
sento persa, fratello mio…» continuo nel mio osceno intento e lui non fa nulla
per frenarmi. Sento i suoi muscoli rilassarsi e, intrappolato nei pantaloni di
lino, mi rende omaggio. Sento la sua lussuria premere contro il mio corpo, a
cavalcioni su di lui, torno a baciarlo «Così sola e imprigionata..!» ansimo con
lui e lascio che le sue mani godano del mio corpo caldo.
«Claudia…» non riesce a fare più che sospirare il mio
nome, avverto la stoffa della veste sollevarsi scoprendomi le gambe e l’intimo
grondante eccitazione. Possessivo e irruento, Alessandro, mio dolce adoratore..
le dita calde si fanno strada dentro di me, assaporando il mio più recondito
segreto ed è troppo tardi per fermarsi. Il laccio che teneva imprigionato la
sua smania viene sciolto in un battito di ciglia e il suo volto accaldato mi
implora di porre fine a quella tortura.
Nella nebbia rovente dell’incesto nessuno si accorge
di quello che ci accade attorno e all’improvviso mi ritrovo sbalzata via dal
letto, lontano da Alessandro, dal cui sguardo terrorizzato si intuisce chi sia
appena entrato ad interrompere l’idillio.
«Lurida puttana! !» il nostro venerato padre mi fissa
senza riuscire quasi a respirare, i pugni serrati mentre cerca di controllarsi.
Ha il volto paonazzo dall’ira e sul collo una vena gli pulsa, come se dovesse
esplodere.«Ci siamo trattenuti troppo, fratellino..» commento senza distogliere
lo sguardo dal mio imbestialito genitore, un perenne sorriso mi increspa le
labbra, mentre Alessandro si affretta a coprirsi, senza avere tuttavia il
coraggio di aprire la bocca.
«Tu! Sei..sei disgustosa!» è la prima volta che al
famoso Amerigo mancano le parole, vedo mio fratello dileguarsi oltre la porta
della mia stanza.
Vigliacco…
Mi alzo, non mi aggrada affatto dover guardare mio
padre dal basso, ma lui non smette di abbaiare insulti, mi addita, senza il
coraggio di avvicinarsi a me «Sgualdrina!» gli sento sbraitare mentre mi liscio
la camicia da notte sulle gambe «Tuo fratello!! Tuo fratello minore dovevi
circuire!». Quasi non capisco se sia infuriato o se stia per scoppiare in
lacrime. «Oh, si..il mio povero fratello..» sussurro quasi fra me e me, ma
abbastanza forte al che lui possa sentirmi chiaramente «Eppure pareva gli
piacesse infilarsi dentro di me..» il mio sorriso non si spegne, né si incrina.
Mi sto divertendo.
E finalmente arriva.
Un manrovescio che mi spacca le labbra e permette al
sangue di sgorgare sulla camicia da notte. Mi ritrovo di nuovo a terra, il
dolore è terribile e non cerco nemmeno di trattenere le lacrime.
«Vestiti ora! !» mio padre trema visibilmente, si è
pentito di avermi colpita? Ora come farà a spiegare il mio volto contuso alle
grandi personalità di Venezia? Pur fra le lacrime, gli lancio un sogghigno e
lecco il sangue che mi imporpora il volto. «Subito..» mi tiro in piedi ma non
abbasso lo sguardo, mai «Servirà un bel po’ di trucco per coprire i lividi..»
gli faccio notare, dando forma alle sue paure.
Cosa penserà la gente di Amerigo Treschi vedendo il
volto della sua unica figlia malridotto a quel modo? Lui non dice nulla, non mi
risponde, né mi guarda. Si limita a fuggire da quella stanza nella quale si
riesce facilmente a percepire l’odore del proibito. Con lunghi e instabili
passi scompare dalla mia vista appannata dalle lacrime salate, che scivolandomi
sulle ferite rendono il dolore ancora più vivido e reale.
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Ecco a cosa porta l’astinenza mio demone notturno, tu
che mi hai abbandonata in strada come l’ultima delle prostitute, senza una
spiegazione. Fuggito da me, neanche fossi stata un mostro desideroso di ghermirti
l’anima. Volevo soltanto perdermi in te, lasciarmi possedere e sciogliere i
legami della mente con la materia. Volare forse, dove il mio Dio accoglierà ciò
che sono.
Sorrido fissando il crocifisso dietro le spalle del
sacerdote, intento a professare l’omelia: il figliol prodigo.
Che spassosa coincidenza.
Sadica, faccio scivolare il braccio attorno al gomito
di mio padre, e godo della ripugnanza che leggo nel suo sguardo. Ma certo non
può cacciarmi, non lì, di fronte a tutta la benestante Venezia, supera sé
stesso riuscendo addirittura ad accarezzarmi la mano senza lasciarsi andare al
vomito.
Quanto potente può essere l’ipocrisia.
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Come ti chiamerai demone impaurito? Voglio il tuo
corpo dal momento in cui mi sei apparso nel buio. Ti desidero..
Potremmo venire proprio in questa chiesa a sfogare i
nostri osceni appetiti, sull’altare consacrato ci uniremo e verremo benedetti
dal Signore in croce.
Al solo pensiero impazzisco di gioia.
Dove potremmo meglio che qui? Nella casa dell’amore e
della compassione.
Avrò pietà di te mio
rovente sogno, non ti lascerò andare se non quando ti vedrò stremato,
soddisfatto del mio operato. I nostri fluidi si uniranno e consacreranno
quell’altare di nuda pietra, lo renderanno ardente della passione umana.
Dell’opera di Dio più perfetta e manchevole.
Saremo gli eletti dell'Altissimo Padre Onnipotente,
incarneremo il suo tragico amore per i suoi figli. Le sue emozioni più
travolgenti saranno le nostre. Saremo il Diluvio Universale mentre ci bagneremo
nel nostro desiderio reciproco e berremo l’uno dell’altra. Trasmuteremo la luce
in ombra per proteggerci dai crudeli volti che ci disprezzano e ci indicano.
Saremo i primi, gli unici, perfetti e appassionati
Figli di Dio.
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Mi pare doveroso
lasciarmi andare ai ringraziamenti. Purtroppo sono poche le persone che seguono
questo racconto, ma non mi lamento, poiché ho trovato una compagna con cui
farlo vivere davvero.
Grazie GoodMiss, non fosse stato per te credo
non sarebbe mai nato questo capitolo e sarebbe stato un vero peccato dato che
ne è uscito un gran bel capitoletto! !
^o^
Attendo la tua
risposta.
See ya!