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Autore: Kitthex    28/04/2008    4 recensioni
AGGIUNTO SESTO CAPITOLO! ! Non voglio donarvi la solita, sfiancata immagine dell’eroina buona e sincera,vi offro qualcosa di più marcio e veritiero..
Genere: Dark, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce filtra sul mio viso, malgrado le pesanti tende ambiscano a fagocitarne ogni singolo raggio. Lentamente socchiudo le palpebre, infastidita dal riverbero che impedisce il soffice risveglio tanto agognato. Mi ferisce gli occhi, obbligandomi a trascinare le spesse coperte sopra il volto ed a rannicchiarmi come una bimba in cerca di pace.

Ho sonno.

Questa notte non sono riuscita ad addormentarmi, i miei pensieri vagavano e non riuscivo a riprenderne il controllo.

È stata la prima volta che non ho raggiunto l’estasi della soddisfazione fisica. Sono rientrata nella mia prigione dorata senza essermi liberata del mio fardello. Non ho diviso il mio corpo con nessuno, non mi sono lasciata possedere, annullando la mia anima nel loro ansimare selvaggio.

Pura e immacolata nel mio sacrale candore.

Sorrido e lascio che le dita scorrano sulla stoffa leggera della mia camicia da notte. Mi dedico le attenzioni che mi sono state negate al chiarore della luna. Un uomo che mi ha sedotta ed è fuggito con il mio desiderio fra le dita. Accarezzo la pelle calda delle mie cosce, il dolce tepore delle coperte, che emanano il profumo della mia pelle. Il desiderio non è ancora svanito, lo sento sulla punta delle dita, l’umido richiamo all’abbandono che non v’è stato.

Sola in un vicolo, con la veste sollevata e il respiro affannato. I capelli ridotti ad una massa disordinata e i segni della sua presa ferrea sulle gambe. Eravamo così vicini all’annullamento del singolo individuo, saremmo presto rinati unendo le nostre suppliche ad un comune dio, quella figura così appassionata, assoggettata alla vendetta contro l’umanità, e che non perdona gli sbagli perpetrati dalle sue creazioni.

«Claudia?» sussulto dalla sorpresa, interrompendo bruscamente le profonde carezze che mi stavo concedendo. «Posso entrare?»

Ho il respiro accelerato «Vieni pure..» mi metto seduta, sedando le effusioni calde che mi invadono il basso ventre e attendo che il mio bel fratello faccia la sua entrata.

«Sei ancora a letto? Nostro padre ha un diavolo per capello, sai che non sopporta di arrivare in ritardo alle celebrazioni religiose…» sorrido nel notare dove va a posarsi il suo sguardo. Le morbide pieghe della mia camicia da notte non nascondono nulla del mio corpo, e Alessandro conosce a memoria ogni centimetro della mia pelle lattea. Si chiude la porta alle spalle e si avvia, con il suo solito passo elegante, alle finestre «No! Non aprirle ancora!» lo imploro liberandomi delle coperte e inginocchiandomi sul letto, le mani unite in una parodia di preghiera «La luce mi ucciderebbe!» rido allungando le braccia verso di lui e trascinandolo seduto accanto a me..

«Ho conosciuto un uomo, Alessandro..» gli cingo il petto con le braccia nude e gli sussurro all’orecchio del mio incontro notturno. Il seno premuto contro la sua schiena, le dita minacciano di allentare l’accurato fiocco che gli orna il collo.

«Claudia! E’ tardi!» mi rimprovera ma non mi ferma quando lo spingo sul letto regalandogli un profumato bacio «Non sai come mi sento persa, fratello mio…» continuo nel mio osceno intento e lui non fa nulla per frenarmi. Sento i suoi muscoli rilassarsi e, intrappolato nei pantaloni di lino, mi rende omaggio. Sento la sua lussuria premere contro il mio corpo, a cavalcioni su di lui, torno a baciarlo «Così sola e imprigionata..!» ansimo con lui e lascio che le sue mani godano del mio corpo caldo.

«Claudia…» non riesce a fare più che sospirare il mio nome, avverto la stoffa della veste sollevarsi scoprendomi le gambe e l’intimo grondante eccitazione. Possessivo e irruento, Alessandro, mio dolce adoratore.. le dita calde si fanno strada dentro di me, assaporando il mio più recondito segreto ed è troppo tardi per fermarsi. Il laccio che teneva imprigionato la sua smania viene sciolto in un battito di ciglia e il suo volto accaldato mi implora di porre fine a quella tortura.

Nella nebbia rovente dell’incesto nessuno si accorge di quello che ci accade attorno e all’improvviso mi ritrovo sbalzata via dal letto, lontano da Alessandro, dal cui sguardo terrorizzato si intuisce chi sia appena entrato ad interrompere l’idillio.

«Lurida puttana! !» il nostro venerato padre mi fissa senza riuscire quasi a respirare, i pugni serrati mentre cerca di controllarsi. Ha il volto paonazzo dall’ira e sul collo una vena gli pulsa, come se dovesse esplodere.«Ci siamo trattenuti troppo, fratellino..» commento senza distogliere lo sguardo dal mio imbestialito genitore, un perenne sorriso mi increspa le labbra, mentre Alessandro si affretta a coprirsi, senza avere tuttavia il coraggio di aprire la bocca.

«Tu! Sei..sei disgustosa!» è la prima volta che al famoso Amerigo mancano le parole, vedo mio fratello dileguarsi oltre la porta della mia stanza.

Vigliacco…

Mi alzo, non mi aggrada affatto dover guardare mio padre dal basso, ma lui non smette di abbaiare insulti, mi addita, senza il coraggio di avvicinarsi a me «Sgualdrina!» gli sento sbraitare mentre mi liscio la camicia da notte sulle gambe «Tuo fratello!! Tuo fratello minore dovevi circuire!». Quasi non capisco se sia infuriato o se stia per scoppiare in lacrime. «Oh, si..il mio povero fratello..» sussurro quasi fra me e me, ma abbastanza forte al che lui possa sentirmi chiaramente «Eppure pareva gli piacesse infilarsi dentro di me..» il mio sorriso non si spegne, né si incrina. Mi sto divertendo.

E finalmente arriva.

Un manrovescio che mi spacca le labbra e permette al sangue di sgorgare sulla camicia da notte. Mi ritrovo di nuovo a terra, il dolore è terribile e non cerco nemmeno di trattenere le lacrime.

«Vestiti ora! !» mio padre trema visibilmente, si è pentito di avermi colpita? Ora come farà a spiegare il mio volto contuso alle grandi personalità di Venezia? Pur fra le lacrime, gli lancio un sogghigno e lecco il sangue che mi imporpora il volto. «Subito..» mi tiro in piedi ma non abbasso lo sguardo, mai «Servirà un bel po’ di trucco per coprire i lividi..» gli faccio notare, dando forma alle sue paure.

Cosa penserà la gente di Amerigo Treschi vedendo il volto della sua unica figlia malridotto a quel modo? Lui non dice nulla, non mi risponde, né mi guarda. Si limita a fuggire da quella stanza nella quale si riesce facilmente a percepire l’odore del proibito. Con lunghi e instabili passi scompare dalla mia vista appannata dalle lacrime salate, che scivolandomi sulle ferite rendono il dolore ancora più vivido e reale.

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Ecco a cosa porta l’astinenza mio demone notturno, tu che mi hai abbandonata in strada come l’ultima delle prostitute, senza una spiegazione. Fuggito da me, neanche fossi stata un mostro desideroso di ghermirti l’anima. Volevo soltanto perdermi in te, lasciarmi possedere e sciogliere i legami della mente con la materia. Volare forse, dove il mio Dio accoglierà ciò che sono.

Sorrido fissando il crocifisso dietro le spalle del sacerdote, intento a professare l’omelia: il figliol prodigo.

Che spassosa coincidenza.

Sadica, faccio scivolare il braccio attorno al gomito di mio padre, e godo della ripugnanza che leggo nel suo sguardo. Ma certo non può cacciarmi, non lì, di fronte a tutta la benestante Venezia, supera sé stesso riuscendo addirittura ad accarezzarmi la mano senza lasciarsi andare al vomito.

Quanto potente può essere l’ipocrisia.

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Come ti chiamerai demone impaurito? Voglio il tuo corpo dal momento in cui mi sei apparso nel buio. Ti desidero..

Potremmo venire proprio in questa chiesa a sfogare i nostri osceni appetiti, sull’altare consacrato ci uniremo e verremo benedetti dal Signore in croce.

Al solo pensiero impazzisco di gioia.

Dove potremmo meglio che qui? Nella casa dell’amore e della compassione.

Avrò pietà di te mio rovente sogno, non ti lascerò andare se non quando ti vedrò stremato, soddisfatto del mio operato. I nostri fluidi si uniranno e consacreranno quell’altare di nuda pietra, lo renderanno ardente della passione umana. Dell’opera di Dio più perfetta e manchevole.

Saremo gli eletti dell'Altissimo Padre Onnipotente, incarneremo il suo tragico amore per i suoi figli. Le sue emozioni più travolgenti saranno le nostre. Saremo il Diluvio Universale mentre ci bagneremo nel nostro desiderio reciproco e berremo l’uno dell’altra. Trasmuteremo la luce in ombra per proteggerci dai crudeli volti che ci disprezzano e ci indicano.

Saremo i primi, gli unici, perfetti e appassionati Figli di Dio.

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Mi pare doveroso lasciarmi andare ai ringraziamenti. Purtroppo sono poche le persone che seguono questo racconto, ma non mi lamento, poiché ho trovato una compagna con cui farlo vivere davvero.

Grazie GoodMiss, non fosse stato per te credo non sarebbe mai nato questo capitolo e sarebbe stato un vero peccato dato che ne è uscito un gran bel capitoletto! ! ^o^

Attendo la tua risposta.

See ya!

  
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