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Autore: Holkay    20/11/2013    9 recensioni
Si chiamava Harry, l’avevo scoperto una sera grazie al suo amico biondo che entrò e gridò per richiamare la sua attenzione.
Era sempre ricurvo sui fogli di quella agenda, con la penna stretta tre le sue lunghe dita.
Scriveva. 10, 100, 1000 pagine a sera.
Holkay xx
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Devo uscire da questo letto” pensai girandomi tra le lenzuola.
Avevo questo vizio maledetto di voler rimanere sotto le coperte per giornate intere quando non dovevo lavorare.
Era sabato e sarei stata libera fino alla sera, ma avevo troppe cose da fare.
Trascinai il mio corpo fuori dal letto e rabbrividì per il freddo che c’era.
Infilai una felpa e mi incamminai in cucina, alzandomi il cappuccio sulla testa.
Regnava il caos nel mio soggiorno, ero maniaca dell’ordine ma quando non avevo voglia non c’era verso di farmi mettere a posto le cose.
Mi preparai il mio caffè latte e riordinai tutta la casa.
Raggruppai tutti i vestiti sporchi e li misi in una cesta, avevamo le lavatrici condominiali quindi mi toccava andare all’ultimo piano del palazzo, quello sopra al mio, per fare il bucato.
Andai a fare una doccia e mi vestii, avevo il frigo vuoto e nell’attesa che la lavatrice fosse finita, sarei uscita a fare un po’ di spesa.
Caricai tutto nel cestello e scesi tutti i piani del palazzo a piedi.
Avevo voglia di camminare, ovattata nel giaccone caldo, non volevo usare l’auto e quindi decisi di andare al supermercato che c’era poco distante da casa mia, nel quartiere vicino.
Passeggiando per strada incontrai vari tipi di persone, mi piaceva osservare tutto ciò che mi circondava.
C’era una coppia di ragazzi, poco più piccoli di me, che si stringevano la mano e si sorridevano; un’anziana da sola che passeggiava guardando amorevolmente la bimba che era in braccio al padre davanti a lei.
Mi sentivo bene quel giorno, felice.
Il cielo era pezzato di grigio, ma il celeste che si intravedeva di tanto in tanto mi dava serenità.

 

•••

 

Ero stata in tutti i settori del supermercato e mi stavo già maledicendo di essere andata a piedi, dato che mi sarebbe toccato portare in mano tutti quei sacchetti pesantissimi.
Avevo comprato tutto roba utile, casa era praticamente vuota.
Spinsi il carrello stracolmo fino alla cassa e pagai.
La cassiera fu così gentile nell’aiutarmi ad imbustare tutto, ero in netta difficoltà.
Mi caricai come un mulo i sacchetti e mi avviai all’uscita.
Appena si aprirono le porte, la signora alle mie spalle diede voce ai miei pensieri.
Maledizione diluvia”.
L’unico giorno che avevo deciso di non usare la macchina stava avvenendo un nubifragio tipico di Londra.
Posai le buste a terra e mi alzai il cappuccio, non avrei risolto la situazione ma almeno limitato i danni.
Mi incamminai a testa bassa per non farmi bagnare il viso dalla pioggia e cercai di rendere il tragitto più corto, camminando velocemente.
Sentivo i sacchetti sempre più pesanti tra le mani.
All’improvviso udii un tonfo, guardai sul marciapiede e trovai alcune delle mie cose a terra.
Mi dovetti trattenere nell’imprecare dato che c’era abbastanza gente intorno a me.
Una delle buste aveva ceduto, forse per il troppo carico.
Mi accovacciai e cercai di distribuire i cibi caduti nelle altre buste.
Serve una mano?” una voce, calda, dura mi fece sobbalzare.
Ci mancava il marpione di turno.
No, grazie” risposi scontrosa, senza nemmeno alzare la testa.
Il ragazzo sembrò non sentire la mia risposta, oppure la ignorò semplicemente e si abbasso a recuperare una scatola.
Appena guardai la sua mano, i suoi anelli e quel tatuaggio inconfondibile quasi non mi prese un infarto.
Harry” scattai con la testa all’insù e lo guardai.
Era lì, piegato davanti a me, con il cappuccio blu sulla testa ed un giaccone aperto che cadeva sul suo busto.
Prese delle buste tra le mani e si alzo contemporaneamente a me.
Ciao, non mi avevi riconosciuto?!” domandò quasi incredulo.
Scossi la testa beandomi di quella visione.
Aveva il viso bagnato, i suoi occhi sembravano due fari in quel grigiore, splendevano.
Dove hai la macchina?” mi chiese guardandosi intorno.
Sono a piedi”
Abiti qui vicino?”.
Scossi ancora la testa.
Avevo perso la cognizione di tutto, non mi accorsi nemmeno più che ero sotto la pioggia battente e che mi stavo inzuppando tutta.
Mi guardò dalla testa ai piedi.
Io abito lì” indicò con cenno il suo palazzo.
Praticamente viveva accanto al supermercato nel quale ero andata io.
Se vuoi, ti asciughi e ti riaccompagno a casa io” disse in modo secco.
Mi faceva quasi paura il suo essere impassibile.

 

•••

 

Lo seguii su per le scale, tenendo gli occhi fissi sulla sua lunga schiena.
Non credevo a ciò che stava accadendo, pensai che da un momento all’altro mi sarei svegliata e sarebbe ripartita tutta daccapo la mia mattinata.
Osservai i suoi movimenti morbidi, abitudinari.
Infilò la mano in tasca, ne cacciò le chiavi ed aprì la porta.
Entrò togliendosi la giacca e l’appese sul sostegno apposito attaccato al muro.
Sgocciolava ancora ma sembrava gli importasse poco.
Vado a prenderti qualcosa da mettere” disse dandomi le spalle ed entrò nel piccolo corridoio davanti a lui, sparendo nella prima stanza a destra.
Mi guardai intorno, la casa lo rispecchiava molto.
C’era una penisola in legno che divideva la cucina dal salone, sulla quale c’erano un piatto ed un bicchiere, forse residuo della sua colazione.
Anche lui aveva un unico ambiente come me.
La parete del salone era praticamente una libreria fin sopra il soffitto, con al centro giusto lo spazio per la televisione; di fronte un piccolo divano in pelle marrone.
Aveva molti dipinti attaccati alle pareti.
Il pc lasciato aperto sul tavolo alle spalle del divano, con accanto la sua agenda marrone.
Il suo appartamento mi dava una sensazione di calore, mi pacava l’animo, forse perché era il suo appartamento.
Tornò con in mano quello che sembrava una tuta ed una felpa.
Si fermò poco distante da me e mi guardò inclinando la testa di lato ridacchiando.
Che c’è?!” chiesi guardandolo stupita.
Non morde mica il mio pavimento eh! Potevi posarle le buste”.
Ed ecco che tornava l’Harry simpatico, socievole.
Si avvicinò a me, togliendomi i sacchetti dalle mani e mi porse i vestiti.
Quello è il bagno” indicò la porta in fondo al corridoio.
Io sorrisi annuendo e seguii la direzione da lui indicata.
La felpa sapeva di lui, o almeno credevo che quello fosse il suo odore.
Uscii dal bagno avvolta dai suoi vestiti, il pantalone mi andava un po’ lungo, anche se fossi alta quanto lui.
Tornai in salone e la mia gola si seccò in un nano secondo.
Lo trovai a petto nudo dietro alla penisola, mentre girava il cucchiaino in una delle due tazze davanti a lui.
Non si accorse della mia presenza, dato che era a testa bassa ed io ebbi l’occasione di conoscere i tatuaggi nascosti.
Quelli sul petto erano due uccellini, quelle che vedevo sempre spuntare dalle maglie erano le ali.
Ne aveva molti sparse sulle spalle ed uno grande sullo stomaco.
Quelli sulle braccia li conoscevo già a memoria data la sua mania a vestirsi poco anche col freddo.
Mia, ho detto che ti ho preparato il thè” la sua voce mi risvegliò ed alzai lo sguardo per incrociare il suo.
S-sì scusami ero soprappensiero” mi giustificai, sperando che non avesse notato che lo stavo fissando.

 

•••

 

Bevemmo il thè che aveva preparato senza parlare più di tanto, io continuavo a scrutare la casa e lui a scrutare me, cosa che mi mise in grande soggezione.
Evitavo di guardarlo per troppo tempo, non volevo mi vedesse sbavare su di lui.
Guardai l’ora sul telefono e strabuzzai gli occhi quando mi resi conto che fosse già ora di pranzo.
Sentivo i suoi occhi addosso, che seguivano i miei movimenti.
Ti accompagno a casa” annunciò posando la tazza sul tavolo.
Sì, grazie” sbiascicai quelle parole dato che mi aveva superato, mostrandomi la sua perfetta schiena muscolosa.
Quando fece ritorno a coprirgli il busto aveva un maglione grigio.
Prese le chiavi dal giaccone che aveva appeso appena entrati ed aprì la porta.
Recuperò dalle mie mani alcune buste e aspetto che fossi uscita per chiudere la porta alle sue spalle.
Mi fece strada fino al parcheggio sotterraneo, dov’era la sua monovolume nera.
Harry mi stava riaccompagnando a casa, era questo l’unico pensiero che girava nella mia testa.
Posò le mie cose sui sedili posteriori ed uscii dal garage.
Lungo il tragitto sembrò come se l’Harry misterioso non fosse mai esistito, fece battute stupide che però a me facevano ridere così tanto.
Mi prese in giro per quanto mi andasse larga la sua felpa, per il trucco colato ed i capelli ancora bagnati anche se ero rimasta in bagno ad asciugarli per parecchio tempo.
Volevo diventare invisibile se quello era lo spettacolo che stavo propinando ad Harry.
Lui rise della mia espressione dopo la sua descrizione.
Ti sto solo prendendo in giro Mia, non sei poi così male” disse ed il mio cuore arrivò al parabrezza per poi tornare indietro nel mio petto.
Non era una dichiarazione, ma per me valeva molto, insomma eravamo passati dall’Harry che nemmeno mi guardava all’Harry che mi diceva che non ero così male, un grande passo per me.
Ci vediamo stasera al bar” mi disse appena arrivammo sotto casa mia.
Io abbassai lo sguardo sul mio corpo.
I vestiti puoi portarmeli quando vuoi, tranquilla” mi sorrise ed io mi sciolsi come neve al sole.
Lo salutai con un semplice “ciao” e lo ringraziai per poi scendere dall'auto.

 

•••

 

Pranzai pensando ai suoi occhi, al suo sorriso, alla sua pelle chiara intervallata dallo scuro inchiostro.
Infilavo il naso nei suoi vestiti, che portavo ancora addosso e immaginavo di essere stretta tra le sue braccia, che quell'odore provenisse direttamente da lui, non dalla sua felpa.
Era stato gentile, premuroso, a tratti dolce e questo suo comportamento aveva praticamente peggiorato il mio stato di “innamoramento”.
Mi faceva impazzire il suo carattere così complicato, mi piaceva dover capire quelle piccole frasi.
Dovevo far tesoro di tutto ciò che mi diceva, qualsiasi parola poteva essere detta in modo importante da lui ed io dovevo captarla nel verso giusto.
Misi la musica a tutto volume e mi misi a ballare per tutta la casa, ero felice.
Quella giornata era iniziata con un umore bello, il meteo aveva cercato di minacciare la mia felicità ma ci aveva pensato il mio angelo custode a riportarmi il sorriso.
Guardai la tv avvolta ancora nei suoi vestiti, non li avrei tolti tanto facilmente.
La pioggia continuava a battere sulle finestre, come un dolce rumore da sottofondo ai miei pensieri.
Non ero mai riuscita a capire se amassi o no i temporali, ero spaventata ed affascinata allo stesso tempo da tuoni e fulmini, ma credo che da quel giorno in poi avrei amato la pioggia più di ogni altra cosa.
Mentre ero sul divano chiusi gli occhi due secondi e la mia testa mi catapultò in automatico nell'appartamento di Harry.
Avevo memorizzato tutti i minimi dettagli di quella casa e non sarebbero andati via nemmeno a volerlo.
Potevo visitarlo ogni volta che volevo in questo modo.
Mi persi nel guardare un film, uno di quelli super romantici strappalacrime; non erano del tutto il mio genere ma quel giorno avrei amato tutto e tutti.
Emma mi riportò con i piedi a terra, mandandomi un messaggio per sapere se fossi viva o no e che ci saremmo viste a lavoro tra poco.
Contro voglia mi tolsi i vestiti di Harry, non potevo usarli per lavorare e poi dovevo riportarglieli.
 
 

•••

 

Non avevo mai aperto il bar con un sorriso così grande sul viso, certo tutte le volte ero felice perché sapevo che avrei visto Harry, ma quel giorno era una felicità diversa, una consapevolezza maggiore.
Canticchiai il motivetto dell'ultima canzone ascoltata alla radio mentre sistemavo le mie cose nello stanzino.
La cara Mia oggi è felice, noto” disse Emma dandomi un colpo d'anca.
Io sorrisi.
Dormire ti fa bene eh?!” mi prese in giro.
A dire la verità non farlo mi fa ancora meglio” risposi a tono.
Lei si voltò a guardarmi, mi afferrò il mento con una mano bloccandomi il viso.
Hai passato la notte con qualcuno ed io non so niente?!” accusò.
Scossi il viso, scoppiando poi in una risata.
Ah già è vero tu aspetterai Harry, ti si faranno le ragnatele e diventerai decrepita dietro quello lì” continuò la mia amica allacciandosi il grembiule dietro la schiena.
Emulai i suoi gesti seguendola dietro al bancone.
A dire il vero sono stata a casa sua stamattina” dissi così all'improvviso, come se niente fosse.
Scattò verso di me e con due passi mi raggiunse, mi fece quasi paura.
A casa di Harry? Tu? E perché mai?!” domandò incredula.
Era ovvio che avesse quella reazione, se avessero detto a me quello che era successo poche ore prima non ci avrei mai creduto.
Annuii energicamente.
Casa di Harry. Io. Grazie alla pioggia” risposi ad ogni domanda che mi aveva posto.
Ovviamente ne seguirono una valanga e fui felice di spiegarle l'avvenimento di quella mattina.
Oooh ma qui finalmente qualcuno ha aperto i suoi grandi occhioni color smeraldo” urlò Emma alla fine del mio racconto.
Io risi della sua reazione.
Passai tutte le ore che mi dividevano dal suo arrivo a fantasticare su quale sarebbe stato il suo prossimo passo.
Lavoravo con il sorriso sulle labbra, come mai prima e fui gentile anche con chi non lo meritava.
Quella sera il bar si riempì in poco tempo e ci fu una grande affluenza, ma riuscii a trovare sempre un attimo per guardare in direzione del tavolo che occupava sempre Harry, ma lui non c'era.
Più passavano le ore e più il mio sorriso si affievolì ed una patina di tristezza scese lentamente su di me.
Arrivò l'orario di chiusura, erano ormai le prime ore del mattino e di Harry non si era vista nemmeno l'ombra nel bar.
Andai a riprendere le mie cose nello stanzino insieme ad Emma e vidi la busta con i suoi vestiti.
Non è venuto” disse la mia amica a bassa voce.
Scossi la testa sconsolata.
Avrà avuto qualche problema” cercò di rassicurarmi lei.
Ormai ero abituata al gioco di Harry, al suo tira e molla di sentimenti, di sguardi, di parole.
Ma in questo tira e molla il mio cuore si sarebbe rotto troppo presto.

 

Writer's Corner:

Hi people :3
Lo so, rischio la fucilazione è quasi un mese che non aggiorno O.O
MEA CULPA!
Anzi la colpa è del maledetto blocco che mi è preso e non riuscivo più a scrivere.
Harry è vivo e respira, pensa, parla ahahahah

Dai che si vede una lucina in fondo al tunnel xD
che ne pensate del suo atteggiamento?!

Fatemelo sapere in una recensione :3
Much Love!!!

 

Holkay xx

 

 

   
 
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