Capitolo ventidue "Take my hand" «Dopo
cosa? Guarda che abbiamo solo fatto sesso, eh? Non ci siamo
dichiarati amore eterno.» Ovunque
c’era gente che passeggiava o andava in bicicletta, i bambini
che
giocavano rincorrendosi, coppie di anziani sedute su panchine a
godersi i raggi del sole accecante, adolescenti intenti a baciarsi
sui prati. «Boh...
mi era sembrato che ci fosse qualcosa di più che solo
sesso.» Ville
aveva ricevuto una telefonata e a malincuore era scappato via prima
di pranzo. Gli
aveva sorriso rassicurante. «Grazie...
– aveva sussurrato baciandole i polsi facendola rabbrividire,
fissandola intensamente negli occhi – grazie per essere
così
paziente...» Nur
sembrava distratta, nervosa ed evitava di guardarla negli occhi. Era
deprimente non poter condividere con l’amica la sua
felicità, ma
questa non sembrava dell’umore adatto e ogni volta che lei
nominava
Ville lei storceva infastidita la bocca carnosa. «Nur,
va tutto bene? – le chiese per l’ennesima volta
– ho fatto
qualcosa che ti ha dato fastidio?» «Ma
certo.» – rispose laconica,
fissandola severa. «No,
sono libera. Ville è impegnato stasera...» «Scegli tu dove: per me è uguale.» – le disse sorridendo Lou. La
sua coinquilina borbottò il nome del loro ristorante
preferito e
lentamente s’incamminarono di nuovo verso il centro della
città. Il
cellulare prese a vibrare e lei si precipitò a cercarlo nel
caos che
regnava all’interno della sua borsa. “Ciao! Come stai? Va tutto bene? Hai qualche novità? Io sto lavorando a ritmi serrati e sono stanco... beh, fammi uno squillo quando leggi questo messaggio. XXX”.
Buttò nuovamente all’interno della borsa il suo telefonino e l’occhio le cadde sui giornali in bella mostra che spuntavano, colorati e patinati, dal banchetto dell’edicola davanti alla quale si era fermata casualmente. Una
morsa dolorosa improvvisa allo stomaco le fece piegare le ginocchia. La
riconobbe immediatamente. «Ehi! Stai attenta, Ranocchietta...» – borbottò
Nur afferrandola per le
spalle. Sfogliò rabbiosa il giornale fino a che trovò l'articolo incriminato. «Non
voglio vederlo. Non voglio leggerlo. Rimettilo giù,
Nur...» -
disse Lou con un filo di voce. Lou la guardò in viso, stordita. «Tu
lo sapevi? Era per questo motivo che ti comportavi in modo strano?
Sapevi di queste foto?»
L'edicolante,
sempre più interdetto, non proferì parola
continuando ad osservarla
incuriosito come uno studioso antropologo che scopre una nuova forma
di vita. Era
un cantante famoso ed era più che normale che fosse sotto i
riflettori, attirando l'attenzione dei tabloid scandalistici
finlandesi. Le
era stato chiaro quando aveva reagito stizzito alle sue insinuazioni. Ville poteva avere un carattere difficile a volte, il più delle volte a dire la verità... ma diceva sempre ciò che gli passava per quella sua brillante testolina... a costo di sfinirla con la sua testardaggine e tenerla sveglia per tutta la notte cercando di piegarla al suo modo di vedere le cose. Lou lo amava da matti anche per quello: perché non mollava mai la presa, perché fiaccava la sua resistenza a furia di parole forbite, di occhi verdi e languidi, di mani affusolate e tentatrici, di labbra che sapevano piegarsi in un sorriso da satiro bastardo così come in quello più dolce che lei avesse mai visto. Labbra che sapevano baciarla con così tanta perizia e fantasia. Perché
ascoltava attentamente con la fronte leggermente aggrottata tutto
quello che lei diceva, qualsiasi cosa fosse. E
lei iniziava a fidarsi sempre di più di quello che le
sussurrava il
suo cuore. «Nur,
dacci un taglio: è solo una foto con la sua collega, non ci
sta mica
scopando.» «Non
osare giustificarlo! Sei sempre pronta a difenderlo! E se ti
sbagliassi? Se invece fosse come il tuo ex?» «Lo
so e ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, ma ne sono uscita e
sono molto più forte di quanto io stessa credessi di poter
essere. «Lui
è come tutti gli altri. Non è diverso anche se
tu credi che sia
speciale.» L’altra
lasciò cadere le braccia lungo il corpo, improvvisamente
esausta. Aveva
fatto una scelta. Era
qualcosa che andava anche contro la sua stessa natura, che richiedeva
da parte sua uno sforzo che molti non capivano.
******
Per tutta la durata del pranzo Nur tenne il broncio, di pessimo umore e bellicosa. «Nur...
so che t'importa di me. E sono felice di sapere che ci tieni
così
tanto da incazzarti... ma davvero, a me non importa di quelle foto. Nur
le lasciò andare le mani bruscamente. Lou
scosse la testa. «È quello che senti tu, ma lui? Che mi dici di lui? Merita davvero tutta questa devozione? È solo un uomo come tanti e forse peggio degli altri.» «Smettila Nur. Davvero. Non ho voglia di parlare ancora di questo. Se mi sbaglio su Ville e tu avrai ragione, allora vorrà dire che non capisco niente delle persone e che non riesco ancora a distinguere quando qualcuno mi mente o mi dice la verità, cosa vuoi che ti dica?» «Che
starai attenta... e non permetterai a nessuno, neanche al tuo Ville
di ferirti. Promettimelo.» *******
«DVD
o cinema?» - Nur la guardava ansiosa
grondante di goccioline
di
vapore. «Uhm...
ci sarebbe quel nuovo locale stratosferico di cui ho sentito parlare:
pare servano un'ottima birra e che sia frequentato da
modelli...» –
mormorò Nur sorridendo, già certa della risposta
negativa
dell’altra. Lou
si ritrovò a fissare la sua amica, rendendosi conto per la
prima
volta di quanto fosse vero, di quanto si sentisse a casa in quel
posto. «È
vero. Non chiedermi perché, non lo so neanche io ma
è così.» «Se
potessi scegliere adesso e avendo una sola scelta, dove vivresti,
qui o torneresti in Italia?» «Sì,
anche. Se ci fosse anche Ville sarebbe meglio!» Nur
la fulminò con gli occhi. Lou ricambiò lo sguardo minaccioso, ma ironicamente. «Beh,
sì... nel senso che se una storia finisce magari non c'era
modo di
portarla avanti. Magari era finito l'amore, oppure uno dei due non
ama più l'altro... possono esserci tanti motivi.» «Ovvio
che non la prendo “tranquillamente”, Nur. Ma la
storia con Andrea
mi ha insegnato che è inutile implorare qualcuno di rimanere
con te,
se non vuole farlo. Non fai che aumentare la sua voglia di fuga. Nur
socchiuse ancora di più gli occhi già grondanti
del vapore. «Semplice.
Mi ha tenuta stretta a sé quando ero in preda ai deliri
della
febbre, non ha approfittato della mia svampitaggine cronica quando
sarebbe bastato che muovesse un dito per portarmi a letto. Sono
perennemente dubbiosa e lunatica e lui non fa una piega, anzi smonta
sistematicamente il mio malumore e non so neanche come ci riesca. ******* “Vieni
fuori.”. Lou si era appisolata davanti ad un film romantico mentre la sua coinquilina dopo la lunga giornata passata a girovagare per la città, non paga, si era infilata in un abito sexy e tuffata di nuovo nella mondanità con i suoi amici. La
leggera vibrazione l'aveva svegliata. “Avanti 'Prinsessa'...
metti il tuo delizioso nasino fuori
dalla porta.”. «Buh!» Appoggiato al muro di mattoni rossi, una mano sul cellulare che già stava infilando in una tasca dei suoi jeans stretti e nero stinto, come se non sopportasse di averlo tra le mani più di quel tanto che bastava alle sue esigenze e il sorriso da malfattore, Ville la guardava divertito. «E
se fossi già stata a letto e non avessi sentito il tuo
messaggio?» Gli
occhi verdissimi e dal taglio felino all'insù si
spalancarono
indignati. La
stava guardando serio ora. «Cosa
diranno i tuoi vicini di casa se ti vedono amoreggiare con una donna
in strada?» - tentò di chiedere
lei tra un morso e
l'altro,
sopraffatta dal piacevole assalto sensuale. «Probabilmente
sarebbero invidiosi.» - tagliò corto Ville
mordicchiandole il
collo. «Non mi fanno un succhiotto da circa quindici anni... - annaspò Lou stringendo le mani sulle sue spalle magre ma larghe – Non credo vadano più di moda...» “Stuprarlo in mezzo alla strada attaccandolo al muro, sarebbe reato?”. «Ville?... ehm... potrebbe passare qualcuno... Sai, avrei un letto e un divano liberi e molto comodi in casa...» - squittì debolmente gli occhi chiusi e la testa reclinata di lato. Lui
staccò le labbra dal suo collo, facendo scivolare lentamente
la
lingua dalla base del collo fino al mento. «Hai
rovinato i miei piani, 'Prinsessa'...»
- sussurrò divertito, guardando rapito le sue labbra. Probabilmente
con un paio di patate sulla testa come contorno il quadretto da
triglia sarebbe stato perfetto. Lui
rise intenerito e affondò il viso nei suoi ricci, respirando
il suo
odore, abbracciandola stretta. «Lascia
che almeno chiuda la porta...» - lasciò per un
istante la sua mano
per correre indietro e chiudere la porta. «Avanti
piccolina, torna dentro.» «Abbiamo
un ospite...» «Pfhhh,
venduta.» - sbottò Lou. Passeggiare
mano nella mano. Con Ville Valo. Lou
non sentiva il bisogno di conversare del resto. Era
una sensazione nuova. Serrò
le dita intorno a quelle di lui che si girò nuovamente a
guardarla. Ma
sorrideva: con quel suo sorriso stupendo, a metà fra
l'ironico e il
tenero. Lou
alzò gli occhi al cielo. Ville
alzò gli occhi a sua volta scrutando il blu scuro del cielo
finlandese per poi riportarli su di lei. *«Perfetto.
Vedo tutto più chiaro attraverso la pioggia.» “Come non lo sono mai stata da tanto tempo a questa parte...”. Lou
gli sorrise accarezzando il dorso della sua mano con il pollice. “Finalmente.”.
*******
"Angolo
dell'autrice:
Uff... ehm.. salve. :) Eccomi di nuovo qui, dopo quasi due mesi di assenza! Abbiamo lasciato Lou come sempre immersa in mille dubbi e invece ora sfodera una sicurezza nel suo rapporto con Ville, invidiabile. Sicura d sè e di ciò che sente, difende a spada tratta il suo uomo...che dite, farà bene a fidarsi del nostro secco? Merita il nostro Guglielmo tutta questa fiducia e amore incrollabile? O alla nostra Lou aspetta di nuovo una delusione? Che cosa leggono tra le righe le mie affezionate lettrici? :D So che siete perspicaci come linci... aspetto vostre ipotesi! :D Mi permetto una "piccola" divagazione dal solito angolo dell'autrice ammorbante. In questi due mesi non ho contato le crepe nel muro... diciamo che ho tanta "carne" al fuoco e sto cercando di districarmi tra le mille cose e cerco anche di scrivere la storia, nei tempi morti... Due mesi intensissimi di emozioni vissute fino in fondo. :) Sembra impossibile che soltanto un mese fa eravamo sotto il palco dell'Alcatraz e finalmente sentivamo la nostra band del cuore. Per me quel giorno è indescrivibile: ho conosciuto e abbracciato persone che sentivo solo su facebook, gli ho dato un corpo e un sorriso. E vivere il concerto con tutti loro... una delle cose più belle. E poi... e poi c'è l'INCONTRO. Quello con gli HIM, nel backstage... una parte del mio cuore è ancora in quel corridoio. :) Non penso di avere sufficienti parole per descrivere l'ondata emotiva che tutti abbiamo provato, chi più chi meno. Quando sono apparsi venendoci incontro con un sorriso e le mani tese, sussurravamo tra noi, soltanto: "Eccoli... oddio, sono loro!". Ritrovarsi la band che si ama davanti, vederli dal vivo e non attraverso uno schermo è sconvolgente. Normale, come ritrovare dei vecchi amici; strano, perchè pensi di non vivere la realtà... Per i primi due minuti non sono stata capace di spiccicare una parola in italiano, figuriamoci formulare una frase di senso compiuto in inglese! Ma poi mi sono scossa da sola, con uno schiaffo mentale. Mi sono detta: "Cavolo, smettila di fare la bella statuina e agisci!". E allora ho iniziato ad andare ad abbracciare e salutare tutti i componenti. Stringendo mani e facendo foto con loro, mostrando i nostri regali e "bisticciando" con Gas per la pizza italiana che lui non ama particolarmente... xD La tenerezza che mi faceva vedere Burton "nascondersi" dietro i suoi amici, e Linde che sorrideva e guardava tutti zigzagando con gli occhietti da furbetto... Il "PRRRRREGOOOO" urlato da Migé ad ogni nostro grazie!XD Stranamente l'unico a cui non ho avuto coraggio di stringere la mano è stato proprio Ville. Ma capitemi... vederlo lì davanti a me e pensare con una parte del cervello funzionante: "Ok, lui è Ville Valo. Quello che scrive tutti i testi e le musiche, colui che con la sua voce ti accompagna da molto tempo...". Davanti a lui ho provato una sorta di timore reverenziale. Soltanto la sua presenza incute sentimenti contrastanti. Se poi ti parla e ti guarda, hai chiuso. Mentre gli mostravamo il poster alla mia amica Claudia tremavano le mani tanto che ho temuto che non riuscisse a leggere ciò che c'era scritto sopra...xD E invece Ville se lo studiava con interesse e ridacchiava divertito e poi il suo "Italian Quality.... eheheeheh -* risata Villica a singhiozzi - neurone che si suicida- * verrrrrry nice, oh yes...". E infine, quando gli ho chiesto se potevo abbracciarlo anch'io, - temendo una pizza in faccia, lo ammetto -, lui che con un sorriso tenero e dolce si tuffa per primo, stritolandomi. Ecco. Penso che in quel momento, potendo, avrei potuto dirgli miliardi di cose. Se solo avessi respirato. Invece ho strascicato soltanto un "Grazie..." e lui, tanto per ammazzarmi meglio: "Grazie a te!". Vederli così sereni, sinceramente contenti e stupiti di tutto quell'affetto, quegli abbracci e sorrisi... è una delle cose che mi porterò sempre dentro. E che me li fa amare, se possibile, ancora di più. Cantare a squarciagola con loro, che ci sorridevano dal palco, unico. Asciugare le lacrime delle altre, abbracciarle e "consolarle", vivendo le stesse emozioni... non posso che ringraziare questi 5 ragazzi per tutto. Con difficoltà torniamo alla realtà, ma con qualcosa in più dentro. Tutto sto papiro era solo per condividere un pò di quello che ho vissuto e che ora mi mette in difficoltà nel cnotinuare a scrivere questa storia con lo stesso spirito di prima. Ma non perchè ho perso l'entusiasmo; anzi! E' difficile immaginare con la mente quello che alla fine ho visto e anche se per tre secondi, ho toccato: non è più un sogno lontano, ma una persona, in questo caso Ville, vera e reale. Ma ce la sto mettendo tutta! E perdonatemi se posterò con meno frequenza: fra poco più di un mese volerò FINALMENTE ad Helsinki. Aspetto questo viaggio da due anni, quasi. Sarò anche io al Tavastia per l'Helldone che tanto sognavo di vedere... e respirerò quell'aria che finora immagino soltanto. Eeeeeeeeeeqqquindiii che altro dirvi? Niente: che ho già scassato abbastanza! XD Grazie alla mia inaffondabile Beta che supporta ogni mio sclero e dubbio: Deilantha, Grazie come sempre a tutte le persone che mi seguono con affetto, le vecchie amiche come la befana Christine_L e le nuove arrivate come Cyanidesun, e le fantastiche donne che hanno commentato l'ultimo capitolo: _TheDarkLadyV_, Soniettavioletstarlet, Izmargad,__Ary___,Enigmasenzarisposta, katvil, apinacuriosaEchelon, LilyValo, cla_mika, Lady Angel 2002, eleassar. *Citazione presa da "Mansfield Park" A presto! |