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Autore: Heaven_Tonight    20/11/2013    16 recensioni
“Ikkunaprinsessa”. La Principessa alla Finestra.
C’era lei, Lou, in quel ritratto. C’era lei in ogni suo respiro, in ogni cellula o pensiero.
La sua anima, il suo cuore, le sue speranze mai esposte, il suo amore e la sua fiducia in esso in ogni piccola e accurata pennellata di colore vivido.
C’era lei come il suo caro Sig. Korhonen la vedeva.
Al di là della maschera inutile che si era costruita negli anni.
I capelli rossi e lunghi che diventavano un tutt’uno con il cielo stellato.
L’espressione del suo viso, mentre guardava la neve cadere attraverso la finestra, sognante, sorridente.
Lei fiduciosa e serena. Col vestito blu di Nur e la collana con il ciondolo che un tempo era stata di Maili.
Lui aveva mantenuto la sua promessa: le aveva fatto un ritratto, attingendo a ricordi lontani.
L’aveva ritratta anche senza di lei presente in carne e ossa. Meglio di quanto potesse immaginare.
Cogliendo la sua vera essenza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo ventidue

"Take my hand"


«Hai più risentito Julian dopo... dopo?» – chiese Lou.

«Dopo cosa? Guarda che abbiamo solo fatto sesso, eh? Non ci siamo dichiarati amore eterno.»

Era pomeriggio inoltrato e passeggiavano distrattamente tra i banchi del mercatino del porto.
Avevano deciso di uscire: l’aria era tiepida e il sole stava lentamente facendo uscire i finlandesi dal lungo inverno.

Ovunque c’era gente che passeggiava o andava in bicicletta, i bambini che giocavano rincorrendosi, coppie di anziani sedute su panchine a godersi i raggi del sole accecante, adolescenti intenti a baciarsi sui prati.
L’aria salmastra riempiva le narici di Lou.
Viveva ad Helsinki da tre anni e spesso dimenticava che fosse una città costiera.

«Boh... mi era sembrato che ci fosse qualcosa di più che solo sesso.»
«
Oh, andiamo Lou! Sei sempre la solita romanticona... ci siamo solo divertiti un po'. A lui non interessa avere una storia con me e lo stesso vale per me.»
«
Ok...» – rispose Lou, un po' risentita per il tono della sua amica.

Dopo la notte magica passata con Ville infarcita di miele e coccole l’impatto con la sua amica inacidita era stato drastico.

Ville aveva ricevuto una telefonata e a malincuore era scappato via prima di pranzo.
«
Mi spiace, 'Prinsessa'... – le aveva detto sfiorandole lentamente il collo con le labbra, tenendola stretta a sé, le mani che accarezzavano lente la schiena e di tanto in tanto scendevano malandrine sul sedere, accompagnate dal ghigno che lei tanto amava– non era previsto che mi cercassero oggi. Volevo stare con te...»

Gli aveva sorriso rassicurante.
«
Ho un’intera settimana di riposo, Valo... staremo insieme quando potremo.»

«Grazie... – aveva sussurrato baciandole i polsi facendola rabbrividire, fissandola intensamente negli occhi – grazie per essere così paziente...»
«
Sparisci prima che ti riporti a letto e ti ci incateni!» – aveva borbottato lei.
Prima che sparisse oltre la porta, la sua risata divertita, a scatti e così unica, la sua risata che lei aveva amato fin dalla prima volta in cui l'aveva sentita, l’aveva accompagnata per gran parte della giornata.

Nur sembrava distratta, nervosa ed evitava di guardarla negli occhi.
Cercò di intuire il motivo del suo atteggiamento, ma non le veniva in mente nulla.

Era deprimente non poter condividere con l’amica la sua felicità, ma questa non sembrava dell’umore adatto e ogni volta che lei nominava Ville lei storceva infastidita la bocca carnosa.
Aveva creduto che avesse ormai superato da tempo l’antipatia iniziale verso il finnico, dopo averli trovati seduti allegramente a far colazione solo qualche giorno prima... evidentemente era stata solo una fase breve.

«Nur, va tutto bene? – le chiese per l’ennesima volta – ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?»
Questa si girò di scatto nella sua direzione, l’espressione stupita.

«
Cosa? No... ma che cosa vai a pensare? Perché dovrei essere arrabbiata con te?»- rispose acida.
«
Non saprei... sei strana.»
«
Sto bene. Sono stanca.» – tagliò corto Nur.
«
Va bene... ma se ci fosse qualcosa me lo diresti vero?»
Nur rimase in silenzio mordendosi le labbra, accigliata.

«Ma certo.» – rispose laconica, fissandola severa.
«
Ok... che facciamo ora? Torniamo a casa o restiamo a cena fuori? Ho una fame da lupi!»
«
Ma sì, restiamo fuori... si sta bene e non ho voglia di rinchiudermi di nuovo fra quattro mura. Sempre se non sei già impegnata con il tuo “ragazzo”.» – aggiunse acida, calcando la voce sull'ultima parola.
Lou si trattenne a stento dal risponderle a tono e contò fino a dieci.

«No, sono libera. Ville è impegnato stasera...»
«
Sì, certo. Immagino.» - borbottò a denti stretti Nur.
Tornò a contare, questa volta fino a trenta.

«Scegli tu dove: per me è uguale.» – le disse sorridendo Lou.

La sua coinquilina borbottò il nome del loro ristorante preferito e lentamente s’incamminarono di nuovo verso il centro della città.
Era strabiliante come Helsinki si trasformasse nel giro di qualche settimana: da grigia e triste, durante l’estate si riempiva di colori, fiori e sorrisi smaglianti.

Il cellulare prese a vibrare e lei si precipitò a cercarlo nel caos che regnava all’interno della sua borsa.
Sperava di sentire la voce calda di Ville. Le mancava già.
Era solo un sms che lei aprì sperando che fosse di qualcuno a lei gradito.

Ciao! Come stai? Va tutto bene? Hai qualche novità? Io sto lavorando a ritmi serrati e sono stanco... beh, fammi uno squillo quando leggi questo messaggio. XXX”.


L’sms di Simone la lasciò interdetta: niente “Grace” o “vacchetta” come faceva di solito.
Ma che avevano? Quel giorno erano tutti strani: tutti a chiederle se stava bene!

Buttò nuovamente all’interno della borsa il suo telefonino e l’occhio le cadde sui giornali in bella mostra che spuntavano, colorati e patinati, dal banchetto dell’edicola davanti alla quale si era fermata casualmente.

Una morsa dolorosa improvvisa allo stomaco le fece piegare le ginocchia.
Lì, davanti a lei in bella mostra, su di una copertina di giornale, sotto una scritta a caratteri cubitali rossi e bianchi che sembrava lampeggiare fuori dalla carta stessa:
“La nuova ragazza di Ville Valo?” c’era una foto del “suo” Ville, sorridente e abbracciato ad una donna dai capelli scuri.

La riconobbe immediatamente.
Amy.
La vocalist.
Quella con cui Ville diceva di star lavorando ad una canzone.
Una canzone che lui sosteneva di aver scritto pensando a lei, Lou.
Fece un passo indietro scontrandosi con Nur.

«Ehi! Stai attenta, Ranocchietta...» – borbottò Nur afferrandola per le spalle.
Lou continuava a tenere gli occhi piantati sul sorriso di Ville che spuntava dalla copertina.
Nur seguì fulminea il suo sguardo vitreo e sbottò in una parolaccia colorita.

«
Ero certa che avrebbe fatto qualche cazzata! Lo sapevo!» - sbraitò afferrando il giornale suscitando uno sguardo perplesso dell'edicolante, intento a leggere un libro.

Sfogliò rabbiosa il giornale fino a che trovò l'articolo incriminato.

«Non voglio vederlo. Non voglio leggerlo. Rimettilo giù, Nur...» - disse Lou con un filo di voce.
«
Guarda! Guarda che cosa fa il tuo bel principe! - Nur le sventolava il giornale sotto il naso, rossa in viso – È come tutti gli altri! Quando mi hanno detto che erano uscite queste foto non ho voluto crederci!»

Lou la guardò in viso, stordita.

«Tu lo sapevi? Era per questo motivo che ti comportavi in modo strano? Sapevi di queste foto?»
«
Certo che lo sapevo! La mia collega è una gossippara del cazzo! Figurati se non sa tutto di tutti... giuro che appena il secco ha la faccia tosta di comparire... lo strozzo con le mie mani!»
«
Smettila di urlare, Nur... e posa quel giornale: ci sta guardano male.»
«
Col cavolo che lo mollo! Questo lo prendo e lo sbatto in faccia a quel rachitico di un puttaniere!» - sbraitò sventolando il giornale come una bandiera per poi sbattere i soldi sul ripiano di vetro che faceva da bancone all'edicola.


L'edicolante, sempre più interdetto, non proferì parola continuando ad osservarla incuriosito come uno studioso antropologo che scopre una nuova forma di vita.
Lou sospirò, incerta se ridere o piangere per la situazione leggermente grottesca.
Vedere Ville con un’altra donna era stato come ricevere un pugno in pieno stomaco, come sbattere con la faccia a terra senza protezione.
Il colpo le aveva tolto il respiro per qualche istante di troppo.
Ma dopo un primo momento di stordimento si era ripresa: Ville non le aveva mai mentito, non c'era motivo di dubitare di lui.

Era un cantante famoso ed era più che normale che fosse sotto i riflettori, attirando l'attenzione dei tabloid scandalistici finlandesi.
Come le aveva detto soltanto la sera prima, sarebbe stata costretta a subire diverse cose poco piacevoli a causa della sua notorietà, ma non per questo lui voleva rinunciare a lei.
Il fatto che Ville pensasse a future e possibili difficoltà aveva fatto capire a Lou che non aveva nessuna intenzione di smettere di vederla, che non era un passatempo per lui.

Le era stato chiaro quando aveva reagito stizzito alle sue insinuazioni.
Lou non aveva dubitato per un solo istante di quello che lui le aveva detto.

Ville poteva avere un carattere difficile a volte, il più delle volte a dire la verità... ma diceva sempre ciò che gli passava per quella sua brillante testolina... a costo di sfinirla con la sua testardaggine e tenerla sveglia per tutta la notte cercando di piegarla al suo modo di vedere le cose.

Lou lo amava da matti anche per quello: perché non mollava mai la presa, perché fiaccava la sua resistenza a furia di parole forbite, di occhi verdi e languidi, di mani affusolate e tentatrici, di labbra che sapevano piegarsi in un sorriso da satiro bastardo così come in quello più dolce che lei avesse mai visto.

Labbra che sapevano baciarla con così tanta perizia e fantasia.

Perché ascoltava attentamente con la fronte leggermente aggrottata tutto quello che lei diceva, qualsiasi cosa fosse.
Da quella più stupida alla più seria.
Le aveva espresso il “ti amo” in mille modi la notte prima... e al mattino gli aveva dato voce.
Con la più ansiosa e stramba delle dichiarazioni.
Di una dolcezza che le aveva stretto il cuore.

E lei iniziava a fidarsi sempre di più di quello che le sussurrava il suo cuore.
E cosa ancora più importante, lei si fidava di lui.
Finora.

«Nur, dacci un taglio: è solo una foto con la sua collega, non ci sta mica scopando.»
Lou la prese sottobraccio bruscamente, trascinandola lontano dall'edicolante studioso di strane specie umane.

«Non osare giustificarlo! Sei sempre pronta a difenderlo! E se ti sbagliassi? Se invece fosse come il tuo ex?»
«
In tal caso, e solo allora, ti darò ragione. Sei contenta? - sbottò Lou fermandosi al centro della strada piazzandosi davanti alla sua amica – Io mi fido di lui. Voglio fidarmi, lo capisci? Smettila di puntargli il dito contro e condannarlo a priori! Non lo faccio io, perché dovresti farlo tu?»
«
Perché io mi preoccupo per te, cretina! Sono io che ti ho raccolto con il cucchiaino dopo che il tuo stronzo di ex ti ha mollata, ricordatelo! Ti ho vista! E non voglio che succeda di nuovo, chiaro?»

«Lo so e ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, ma ne sono uscita e sono molto più forte di quanto io stessa credessi di poter essere.
E tutto questo l'ho capito solo grazie a Ville.
È solo grazie al fatto che lui sia entrato nella mia vita che io ho scoperto cose di me e sono cresciuta.
Io lo amo, Nur.
Ma non come amavo Andrea: è una cosa diversa.
Sono consapevole fin dall'inizio che se con Ville dovesse andare male... io ne uscirei dilaniata.
Lo so.
Ma preferisco averlo, anche se per poco... che non averlo affatto.
»

«Lui è come tutti gli altri. Non è diverso anche se tu credi che sia speciale.»
«
No, ti sbagli Nur... nessuno al mondo è come Ville.»

L’altra lasciò cadere le braccia lungo il corpo, improvvisamente esausta.
Lou prese dalle mani il giornale di Nur e lo gettò nel cestino più vicino.

Aveva fatto una scelta.
Quella di credere in lui, qualunque cosa succedesse.
Qualunque cosa le dicessero.
Lei avrebbe creduto in Ville.
Avrebbe creduto in lui, in loro.
E alle parole che si erano detti la notte precedente.

Era qualcosa che andava anche contro la sua stessa natura, che richiedeva da parte sua uno sforzo che molti non capivano.
Quell'impegno con se stessa era molto più importante del “ti amo” così a lungo taciuto.



******



Per tutta la durata del pranzo Nur tenne il broncio, di pessimo umore e bellicosa.

«Nur... so che t'importa di me. E sono felice di sapere che ci tieni così tanto da incazzarti... ma davvero, a me non importa di quelle foto.
Per me non hanno significato: sono soltanto delle stupide foto e sappiamo bene come vanno queste cose.
Lui è famoso, corteggiato ecc... è normale che sia seguito.
Ma... vedi – Lou prese le mani rigide della sua amica – lui ha detto che mi ama. E io gli credo.
Ville non mente mai. Che motivo avrebbe di perdere tempo con me quando potrebbe avere qualsiasi modella, qualsiasi donna al mondo?
»

Nur le lasciò andare le mani bruscamente.
«
Perché tu non sei una perdita di tempo, ecco perché! Per lui sei solo un'altra donna da raggirare e ferire.»

Lou scosse la testa.
«
No, Nur... ho imparato a conoscere Ville e penso di poter assicurare che lo conosco meglio di te. E non solo per quello a cui stai pensando tu. Non so come spiegartelo... è qualcosa... non so spiegarlo a parole, non bastano.
Non ti è mai capitato di sentirti così vicina a qualcuno da riuscire a sentire le sue emozioni solo guardandolo negli occhi?
Quasi come se potessi sentire anche i suoi pensieri? È quello che sento quando sono con Ville...
»

«È quello che senti tu, ma lui? Che mi dici di lui? Merita davvero tutta questa devozione? È solo un uomo come tanti e forse peggio degli altri.»

«Smettila Nur. Davvero. Non ho voglia di parlare ancora di questo. Se mi sbaglio su Ville e tu avrai ragione, allora vorrà dire che non capisco niente delle persone e che non riesco ancora a distinguere quando qualcuno mi mente o mi dice la verità, cosa vuoi che ti dica?»

«Che starai attenta... e non permetterai a nessuno, neanche al tuo Ville di ferirti. Promettimelo.»
«
Non ce n'è bisogno: lui non lo farà.»
Nur la guardò con un’espressione scettica e triste: 
«Lo spero, tesoro... lo spero...»


*******


«DVD o cinema?» - Nur la guardava ansiosa grondante di goccioline di vapore.
«
Pensavo volessi uscire e fare baldoria!»
La sauna della Spa di fiducia era quasi vuota e oltre loro due c’era solo un’altra ragazza giovanissima con le cuffie ben infilate nelle orecchie, che non sembrava far caso al cicaleccio della sua amica, persa com'era nel suo mondo.

«Uhm... ci sarebbe quel nuovo locale stratosferico di cui ho sentito parlare: pare servano un'ottima birra e che sia frequentato da modelli...» – mormorò Nur sorridendo, già certa della risposta negativa dell’altra.
«
Modelli?»
Lou condensò il suo scetticismo in un’unica parola.


«Come non detto... – ridacchiò Nur – Allora sei sicura di voler rimanere in casa?»
«
No... domani non lavoro e possiamo anche far tardi: ma niente discoteca e modelli. Passeggiata tranquilla?»
«
Noiosa. Pensavo ti fosse bastata quella di oggi...»
«
Non proprio... mi piace l’aria che si respira in questo periodo.»
«
Sei innamorata di questo paese quasi quanto di Ville.»

Lou si ritrovò a fissare la sua amica, rendendosi conto per la prima volta di quanto fosse vero, di quanto si sentisse a casa in quel posto.
Quasi come fosse davvero casa sua.

«È vero. Non chiedermi perché, non lo so neanche io ma è così.»
L’altra alzò le spalle rassegnata.

«Se potessi scegliere adesso e avendo una sola scelta, dove vivresti, qui o torneresti in Italia?»
«
È una domanda cui non so rispondere. In Italia c’è la mia famiglia, i miei amici... le mie radici. Qui... esitò – qui è dove immagino il mio futuro.»
«
Con Ville?»
Sorrise.
Nur non mollava l’osso.

«Sì, anche. Se ci fosse anche Ville sarebbe meglio!»
«
Cosa faresti se con Ville dovesse finire?»
«
Cazzo se porti sfiga, Nur!»
«
Era solo una domanda!»
«
Penso che non farei niente... cosa ti aspetteresti che facessi, scusa?»
«
Non so... - Nur si guardava distrattamente i piedi nudi – io lo prenderei per la gola. Per esempio.»
«
E per quale motivo?»- chiese Lou sorridendole.
«
Come sarebbe a dire per quale motivo? Perché sì!»
«
Quindi tu strozzeresti a prescindere chiunque, se una storia per qualsiasi motivo dovesse finire?»

Nur la fulminò con gli occhi.
«
Tu no? Vuoi dire che te ne staresti buona nell'angolo a soffrire, senza dire niente? Subendola?»

Lou ricambiò lo sguardo minaccioso, ma ironicamente.

«Beh, sì... nel senso che se una storia finisce magari non c'era modo di portarla avanti. Magari era finito l'amore, oppure uno dei due non ama più l'altro... possono esserci tanti motivi.»
«
E tu vorresti farmi credere che se Ville domani viene da te e ti dice di non amarti più, la prenderesti così tranquillamente?»
Lou pensò con una stretta allo stomaco che mai nella sua vita avrebbe voluto sentire Ville dirle niente di simile.

«Ovvio che non la prendo “tranquillamente”, Nur. Ma la storia con Andrea mi ha insegnato che è inutile implorare qualcuno di rimanere con te, se non vuole farlo. Non fai che aumentare la sua voglia di fuga.
E credo di capirlo solo ora...
L'amore è una scelta.
Ci si sceglie ogni giorno e io vorrei farlo con Ville. Se lui vuole.
E finora credo che lui lo voglia quanto me.
Quindi, vedi di non portare sfiga.
» - ridacchiò ostentando una tranquillità che non sentiva affatto.

Nur socchiuse ancora di più gli occhi già grondanti del vapore.
«
Prima o poi dovrai dirmi cosa ti ha fatto quel secco per farti cambiare idea e modo di fare in così poco tempo...» - borbottò a denti stretti.

«Semplice. Mi ha tenuta stretta a sé quando ero in preda ai deliri della febbre, non ha approfittato della mia svampitaggine cronica quando sarebbe bastato che muovesse un dito per portarmi a letto.
Ha una pazienza infinita.

Sono perennemente dubbiosa e lunatica e lui non fa una piega, anzi smonta sistematicamente il mio malumore e non so neanche come ci riesca.
È divertente, dolce, impossibilmente presuntuoso, ironico, geniale, sexy, e tante altre cose che non riesco ad esprimere a parole... ma la cosa più importante di tutte, forse, è che mi vuole nella sua vita.
Non importa come. Mi vuole.
E questo a me basta.
»

*******

Vieni fuori.”.
L'sms lampeggiava imperioso sul display del suo cellulare.

Lou si era appisolata davanti ad un film romantico mentre la sua coinquilina dopo la lunga giornata passata a girovagare per la città, non paga, si era infilata in un abito sexy e tuffata di nuovo nella mondanità con i suoi amici.

La leggera vibrazione l'aveva svegliata.
Sembrava quasi che il suo sistema nervoso l'avvertisse quando il suo finnico avesse urgenza più del solito.
Che diavolo si era inventato adesso?
Eccitata e curiosa come una scimmia si precipitò ad aprire la porta.
Ma non c'era nessuno.
Un'altra vibrazione dal cellulare.

Avanti 'Prinsessa'... metti il tuo delizioso nasino fuori dalla porta.”.
Corse fino al cancello e spinse fuori la testa come una tartaruga dal carapace.

«Buh!»

Appoggiato al muro di mattoni rossi, una mano sul cellulare che già stava infilando in una tasca dei suoi jeans stretti e nero stinto, come se non sopportasse di averlo tra le mani più di quel tanto che bastava alle sue esigenze e il sorriso da malfattore, Ville la guardava divertito.

«E se fossi già stata a letto e non avessi sentito il tuo messaggio?»
«
Penso che avrei scavalcato come sempre il tuo cancello e mi sarei arrampicato fino alla tua finestra.» ridacchiò.
«
Addirittura? Chi sei, l'Edward Scandinavo?» - rise divertita riempiendosi gli occhi della visione del viso perfetto di Ville che spuntava da sotto il cappellino nero.
I capelli castani si arricciavano sulle spalle, e al collo aveva l'immancabile sciarpina.
Era completamente vestito di nero e l'unica cosa colorata, vivida e splendente, erano gli occhi.

Gli occhi verdissimi e dal taglio felino all'insù si spalancarono indignati.
«
Io non ho i glitter però.»
«
Possiamo rimediare. Staresti benissimo.»
«
Vieni qui.» - le ordinò.

La stava guardando serio ora.
Non appena gli fu a portata di braccia la tirò impetuoso verso di sé infilandole una mano tra i capelli sulla nuca, intrecciando le dita ai suoi ricci.
Lo stomaco di Lou fece una giravolta.
Di solito Ville era pacato, un vero lord... ma a volte prendeva il sopravvento la parte di lui quasi selvaggia, scalpitante e carnale.
Questa era una di quelle volte.
L'altra mano le premeva forte alla base della schiena, tenendola schiacciata bacino contro bacino.
Le sfiorava il viso con il naso senza baciarla, finché non iniziò a mordicchiarle il mento.

«Cosa diranno i tuoi vicini di casa se ti vedono amoreggiare con una donna in strada?» - tentò di chiedere lei tra un morso e l'altro, sopraffatta dal piacevole assalto sensuale.

«Probabilmente sarebbero invidiosi.» - tagliò corto Ville mordicchiandole il collo.
«
Stai prendendo sul serio la storia di Edward, vedo...” - scherzò fiaccamente lei rabbrividendo.
Lo sentì ridere contro il suo collo e per tutta risposta aprì la bocca iniziando a succhiarle la pelle.

«Non mi fanno un succhiotto da circa quindici anni... - annaspò Lou stringendo le mani sulle sue spalle magre ma larghe – Non credo vadano più di moda...»

Stuprarlo in mezzo alla strada attaccandolo al muro, sarebbe reato?”.

«Ville?... ehm... potrebbe passare qualcuno... Sai, avrei un letto e un divano liberi e molto comodi in casa...» - squittì debolmente gli occhi chiusi e la testa reclinata di lato.

Lui staccò le labbra dal suo collo, facendo scivolare lentamente la lingua dalla base del collo fino al mento.
Lou aprì gli occhi fissandolo, ne era certa, con espressione da triglia lessa.
Lui alzò un paio di occhi fiammanti su di lei stringendosela con forza contro.
E non aveva sicuramente lo sguardo da totano bollito.

«Hai rovinato i miei piani, 'Prinsessa'...» - sussurrò divertito, guardando rapito le sue labbra.
«
Io? - deglutì a vuoto – Che ho fatto?»
«
Eh sì... volevo proporti una passeggiata romantica al chiaro di luna, ma mi sei apparsa così sexy e...» - lasciò in sospeso volutamente la frase, stirando le labbra in un sorriso furbo.

Lei sexy?”

Probabilmente con un paio di patate sulla testa come contorno il quadretto da triglia sarebbe stato perfetto.
Lou continuava a fissarlo incantata.

Lui rise intenerito e affondò il viso nei suoi ricci, respirando il suo odore, abbracciandola stretta.
Si staccò da lei prendendole la mano.

«
Andiamo... ho voglia di passeggiare.» - le disse piano.

Ma certo. Perché no? Ho solo fatto chilometri e chilometri oggi!” - pensò divertita Lou.

«Lascia che almeno chiuda la porta...» - lasciò per un istante la sua mano per correre indietro e chiudere la porta.
Katty sedeva composta sulla soglia guardando verso Ville con occhi adoranti.

«Avanti piccolina, torna dentro.»
La spinse all'interno con un gesto della mano.
Ma la felina non si decideva a spostarsi di un millimetro tenendo d'occhio il finnico.
Lou sospirò e la prese in braccio chiudendo la porta dietro di sé.

«Abbiamo un ospite...»
Katty si divincolava dalle sue braccia miagolando all'indirizzo di Ville, che ridacchiava divertito.
Saltò agilmente sulle braccia di lui che rassegnato, la tenne stretta con una mano.

«Pfhhh, venduta.» - sbottò Lou.
«
Non litigate ragazze... io amo entrambe.» - sussurrò lui con voce sexy prendendole la mano con quella libera, intrecciando le dita alle sue.

Passeggiare mano nella mano. Con Ville Valo.
Ma certo.
Una cosa normale, no?
Di tanto in tanto lui si girava a guardarla in tralice, rimanendo in silenzio.

Lou non sentiva il bisogno di conversare del resto.
Le piaceva guardare dritta davanti a sé, lo sguardo fisso a terra come suo solito e sentire la stretta della mano grande e calda di Ville nella sua.

Era una sensazione nuova.
Aveva percorso innumerevoli volte quella strada, in quei tre anni... sempre da sola, immersa nei suoi pensieri.
E ora non lo era più.

Serrò le dita intorno a quelle di lui che si girò nuovamente a guardarla.
L'espressione stupita quasi quanto la sua.

Ma sorrideva: con quel suo sorriso stupendo, a metà fra l'ironico e il tenero.
Solo lui aveva quel sorriso...

Lou alzò gli occhi al cielo.
«
Forse ci beccheremo un po' d'acqua.... credo stia per piovere.»

Ville alzò gli occhi a sua volta scrutando il blu scuro del cielo finlandese per poi riportarli su di lei.
Lo sguardo intenso di lui le bloccò il respiro.

*«Perfetto. Vedo tutto più chiaro attraverso la pioggia.»
«
Stai bene?» - tornò a chiederle.

Come non lo sono mai stata da tanto tempo a questa parte...”.

Lou gli sorrise accarezzando il dorso della sua mano con il pollice.
«
Sto bene.»

Finalmente.”.



*******



"Angolo dell'autrice:

Uff... ehm.. salve. :)
Eccomi di nuovo qui, dopo quasi due mesi di assenza!
Abbiamo lasciato Lou come sempre immersa in mille dubbi e invece ora sfodera una sicurezza nel suo rapporto con Ville, invidiabile.
Sicura d sè e di ciò che sente, difende a spada tratta il suo uomo...che dite, farà bene a fidarsi del nostro secco?
Merita il nostro Guglielmo tutta questa fiducia e amore incrollabile?
O alla nostra Lou aspetta di nuovo una delusione? Che cosa leggono tra le righe le mie affezionate lettrici? :D
So che siete perspicaci come linci... aspetto vostre ipotesi! :D

Mi permetto una "piccola" divagazione dal solito angolo dell'autrice ammorbante.
In questi due mesi non ho contato le crepe nel muro... diciamo che ho tanta "carne" al fuoco e sto cercando di districarmi tra le mille cose e cerco anche di scrivere la storia, nei tempi morti...
Due mesi intensissimi di emozioni vissute fino in fondo. :)
Sembra impossibile che soltanto un mese fa eravamo sotto il palco dell'Alcatraz e finalmente sentivamo la nostra band del cuore.
Per me quel giorno è indescrivibile: ho conosciuto e abbracciato persone che sentivo solo su facebook, gli ho dato un corpo e un sorriso.
E vivere il concerto con tutti loro... una delle cose più belle.

E poi... e poi c'è l'INCONTRO.
Quello con gli HIM, nel backstage... una parte del mio cuore è ancora in quel corridoio. :)
Non penso di avere sufficienti parole per descrivere l'ondata emotiva che tutti abbiamo provato, chi più chi meno.
Quando sono apparsi venendoci incontro con un sorriso e le mani tese, sussurravamo tra noi, soltanto: "Eccoli... oddio, sono loro!".

Ritrovarsi la band che si ama davanti, vederli dal vivo e non attraverso uno schermo è sconvolgente.
Normale, come ritrovare dei vecchi amici; strano, perchè pensi di non vivere la realtà...

Per i primi due minuti non sono stata capace di spiccicare una parola in italiano, figuriamoci formulare una frase di senso compiuto in inglese!
Ma poi mi sono scossa da sola, con uno schiaffo mentale.

Mi sono detta: "Cavolo, smettila di fare la bella statuina e agisci!".
E allora ho iniziato ad andare ad abbracciare e salutare tutti i componenti.
Stringendo mani e facendo foto con loro, mostrando i nostri regali e "bisticciando" con Gas per la pizza italiana che lui non ama particolarmente... xD
La tenerezza che mi faceva vedere Burton "nascondersi" dietro i suoi amici, e Linde che sorrideva e guardava tutti zigzagando con gli occhietti da furbetto...
Il "PRRRRREGOOOO" urlato da Migé ad ogni nostro grazie!XD

Stranamente l'unico a cui non ho avuto coraggio di stringere la mano è stato proprio Ville.

Ma capitemi... vederlo lì davanti a me e pensare con una parte del cervello funzionante: "Ok, lui è Ville Valo. Quello che scrive tutti i testi e le musiche, colui che con la sua voce ti accompagna da molto tempo...".

Davanti a lui ho provato una sorta di timore reverenziale.
Soltanto la sua presenza incute sentimenti contrastanti.
Se poi ti parla e ti guarda, hai chiuso.
Mentre gli mostravamo il poster alla mia amica Claudia tremavano le mani tanto che ho temuto che non riuscisse a leggere ciò che c'era scritto sopra...xD

E invece Ville se lo studiava con interesse e ridacchiava divertito e poi il suo "Italian Quality.... eheheeheh -* risata Villica a singhiozzi - neurone che si suicida- * verrrrrry nice, oh yes...".
E infine, quando gli ho chiesto se potevo abbracciarlo anch'io, - temendo una pizza in faccia, lo ammetto -, lui che con un sorriso tenero e dolce si tuffa per primo, stritolandomi.
Ecco.
Penso che in quel momento, potendo, avrei potuto dirgli miliardi di cose. Se solo avessi respirato.
Invece ho strascicato soltanto un "Grazie..." e lui, tanto per ammazzarmi meglio: "Grazie a te!".

Vederli così sereni, sinceramente contenti e stupiti di tutto quell'affetto, quegli abbracci e sorrisi... è una delle cose che mi porterò sempre dentro.
E che me li fa amare, se possibile, ancora di più.
Cantare a squarciagola con loro, che ci sorridevano dal palco, unico.
Asciugare le lacrime delle altre, abbracciarle e "consolarle", vivendo le stesse emozioni...
non posso che ringraziare questi 5 ragazzi per tutto.

Con difficoltà torniamo alla realtà, ma con qualcosa in più dentro.
Tutto sto papiro era solo per condividere un pò di quello che ho vissuto e che ora mi mette in difficoltà nel cnotinuare a scrivere questa storia con lo stesso spirito di prima.
Ma non perchè ho perso l'entusiasmo; anzi!
E' difficile immaginare con la mente quello che alla fine ho visto e anche se per tre secondi, ho toccato: non è più un sogno lontano, ma una persona, in questo caso Ville, vera e reale.
Ma ce la sto mettendo tutta!

E perdonatemi se posterò con meno frequenza: fra poco più di un mese volerò FINALMENTE ad Helsinki.
Aspetto questo viaggio da due anni, quasi.
Sarò anche io al Tavastia per l'Helldone che tanto sognavo di vedere... e respirerò quell'aria che finora immagino soltanto.
Eeeeeeeeeeqqquindiii che altro dirvi? Niente: che ho già scassato abbastanza! XD

Grazie alla mia inaffondabile Beta che supporta ogni mio sclero e dubbio:
Deilantha,
Grazie come sempre a tutte le persone che mi seguono con affetto, le vecchie amiche come la befana Christine_L e le nuove arrivate come Cyanidesun, e le fantastiche donne che hanno commentato l'ultimo capitolo: _TheDarkLadyV_, Soniettavioletstarlet, Izmargad,__Ary___,Enigmasenzarisposta, katvil, apinacuriosaEchelon, LilyValo, cla_mika, Lady Angel 2002, eleassar.

*Citazione presa da "
Mansfield Park"
A presto!


*H_T*





   
 
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