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Autore: Sixteen16    24/11/2013    5 recensioni
"..Mi sembrò giusto. Decisi di presentarmi. ‘Sono Babù, piacere!’ dopo avergli passato l’ormai stropicciato foglietto aspettai la fatidica domanda, ma ciò che ritornò indietro fu questo ‘Sono Alex, il piacere è tutto mio!’ con uno smile vicino. Quando alzai la testa con la faccia un po’ da rimbambita lo trovai a fissarmi e non appena incrociò i miei occhi sorrise. Che sorriso stupendo, il suo.."
Pronti per degli Arctic Monkeys adolescenti?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oh what a shame,
But it's easy, can't you see?
What a shame,
That they won't ever let you be

 
 
 
CAPITOLO 12

‘Babù stasera c’è una festa, non puoi mancare. Ci vediamo più tardi!’
Festa?
Festa?!!
Ma è possibile che a Sheffield non si facesse altro che organizzare feste?
Per festeggiare cosa poi?
La coglionaggine di certe persone?
Ah beh, la mia in primis, è ovvio!
Rilessi di nuovo il messaggio di Andy.
Eh si, diceva proprio festa.
Lo chiamai.
“Cosa non ti è chiaro della parola festa?” mi chiese.
“Ho solo qualche domanda”
“Spara”
“Dove, quando, perché ma soprattutto, e fidati è la cosa forse più importante, chi e con chi?”
“Per fortuna era solo qualche domanda”
“Tu intanto rispondi”
“La mia ragazza..”
Ah giusto.
Piccolo problema.
Andy era ora impegnato con una ragazza.
Vi ricordate quella della festa?
Come si chiamava? Jane? Dana? Kelly?
E chi se lo ricorda!
Fatto sta che era diventato tutto zucchero ed il tempo per me era notevolmente diminuito.
Non che mi dispiacesse..
Ok, si che mi dispiaceva!
Ero segregata nella casa del nemico e i miei alleati mi abbandonavano.
Che morte infelice quella del soldato nel campo di guerra, lontano da casa.
“..per caso ti serve anche il codice postale?”
“Eh?”
“Ma mi stavi ascoltando almeno?”
“Io? Ma che dici.. ora però ripeti, grazie”
“A casa di Dana, alle 9”
“Di grazia, dove abita la signorina Dana? Il mio radar incorporato si è rotto recentemente a causa di tutto quel veleno che sto facendo a casa del principe di sto cazzo”
“Tu ne sei la principessa, ricordalo”
“Al massimo la princiFessa che si fa abbindolare!”
“E meno male che te lo dici da sola! Comunque, hai presente quel bar dove andiamo a fare colazione la mattina prima di andare a scuola?”
“Si”
“Bene, prosegui per quella strada poi alla quarta devi girare a destra”
“Mmh certo”
“Poi continui sempre dritto e arrivata all’incrocio devi svoltare a sinistra per due volte”
“…”
“Babù?”
“Eh”
“Non hai capito”
“Cosa te lo ha fatto pensare?” chiesi ironica.
“Io non posso passarti a prendere, oggi pomeriggio sono da Dana per aiutarla a sistemare casa”
Scoppiai in una fragorosa risata.
“Che c’è?!” chiese indignato.
“Aiutarla a sistemare casa? Certo certo..”
“Ritornando seri..”
“Ero serissima”
“Babù sto per ucciderti tramite telefono. Non chiedermi come, ma lo faccio”
“Scusa, non ti interrompo più”
“O vieni con Alex..”
“Alex?! Ma che sei scemo?”
S.O.S
Gli alleati ti gettano in pasto ai leoni.
“Era solo un’ipotesi. Non avete ancora chiarito?”
“Mmmh diciamo che è dalla sera del ballo che non ci rivolgiamo parola”
“Babù”
“Oh”
“Dimmi che stai scherzando”
“Affatto. Ti sembro una che scherza facilmente?”
“Ma no, solo a volte..”
“L’alternativa al piccolo ‘SonoUnaPrimaDonnaNonMiParlare’ sarebbe?”
“Matt.. penso che ti passerà a prendere volentieri”
Forse troppo volentieri.
“Ok, ora lo chiamo”
“A stasera, e mi raccomando ad esserci”
“Ciao pasticcino al gusto Dana”
“Idiota!”
Riattaccai.
Che brutta fine quella di questa ragazzaccia buttata sul letto della camera degli ospiti di casa Turner.
Mon dieu, che immagine triste.
Composi il numero di Matt.
“Matthieu” dissi alla francese.
“Mon madamoiselle”
“Questa sera c’est una festa très belle”
“Je sais.. J'allais vous appeler”
“Matt, lo sai che non parlo francese vero?”
“Ho detto che ti stavo per chiamare”
“Andiamo insieme?” dissi più convincente che potevo.
“Ed io che ci guadagno ad accompagnarti?” chiese scherzando, o almeno credevo.
“Non ti bastano gli occhioni dolci che sto facendo al momento?”
“Ma se non posso vederti!”
“Prendimi in parola!”
“Ci penserò su miss Occhi da Cerbiatto”
Occhi da cerbiatto.
Forse aveva sbagliato persona.
Lui, la prima donna, aveva gli occhi da cerbiatto, di certo non io.
“Va bene, la ringrazio molto signor StudioFranceseEVoglioFareIlFigo”
“Alle 9 a casa tua”
“Di Alex” lo corressi.
“A più tardi tesoro”
Riattaccò.
Ancora con questo tesoro?
Sbuffai e saltai giù dal letto.
Dovevo avvisare Penny, la madre del moccioso traditore, che stasera non ci sarei stata.
Sbuffai ancora al pensiero che non avrei potuto ritirarmi tardi.
Non potevo di certo fare i comodacci miei a casa di altri.
Aprì la porta della camera degli ospiti e contemporaneamente si aprì la porta di fronte alla mia.
Ed indovinate un po’ chi sbucò?
I nostri sguardi si incrociarono.
Fuoco e ghiaccio in antitesi.
Alzai un sopracciglio in segno di sfida.
La mangusta contro il serpente, Sparta contro Atene, io contro Alex.
Ma nonostante tutto non mi andava di rovinarmi la giornata, così mi voltai e feci per dirigermi verso le scale.
“Fermati”
Era un’affermazione? Un ordine?
Per principio non mi fermai.
“Ehi tu”
Per caso aveva battuto la testa e si era improvvisamente dimenticato che a) il mio nome è Babù e b) che non ci parliamo?
Prima che posassi il piede sul primo gradino lo vidi materializzarsi di fronte a me per bloccare il passaggio.
Ma si, stile Gandalf nella scena in cui urla ‘tu non puoi passare’.
Insomma, avete capito.
“Sei diventata sorda per caso?”
“Cosa? Scusa, puoi ripetere? Non ho sentito bene”
Ora toccò a lui alzare un sopracciglio.
Ma che cazzo stavo dicendo?
Stavo ammattendo, questo è certo.
“Stasera c’è una festa” disse.
“Buongiorno”
Lo guardai con gli occhi iniettati di veleno.
Mi pose la mano.
“Tregua per i prossimi 5 minuti? Devo parlarti seriamente”
Fissai la sua mano.
No, non avevo intenzione di afferrarla.
Era pur sempre il nemico, no?
“Lascia perdere la tregua! Sai benissimo che non ci guadagna nessuno dei due ad urlare! Almeno stammi a sentire” disse poi.
Incrociai le braccia e feci cenno con la testa di proseguire.
“Mia madre non mi lascerà mai ritirare tardi se tu non ti ritiri con me e viceversa”
“E quindi?”
“E quindi: andiamo insieme e torniamo insieme”
“Mi spiace, vado già con Matt”
Fece una smorfia involontaria.
“Non m’importa con chi ci vai. Non sto certo cercando di soffiarti dalle grinfie del tuo ragazzo, non è tra le mie prerogative”
“Matt non è il mio ragazzo”
“Scusami ho i ricordi sfocati dalla troppa nebbia di quel giorno.. sai al London eye..”
Sentii il sangue ribollirmi nelle guance.
“Levati di mezzo, Turner!”
“No, prima devi ascoltarmi”
“Levati!”
“No!”
“Ora mi metto ad urlare se non ti togli!”
Presi fiato ma lui mi tappò la bocca e, con un placcaggio degno del miglior giocatore di rugby della storia, mi prese in spalla e ci fiondammo nella sua camera.
“Mettimi giù!”
“Accontentata” disse lanciandomi sul letto.
“Sei un cretino!” protestai.
“Ascoltami: non m’importa con chi trascorri il tempo alla festa, con chi ci vai, che cosa fai. Basta che usciamo insieme di casa e rientriamo insieme così possiamo ritirarci a che cazzo di ora vogliamo!”
“E hai fatto tutta sta storia per dirmi sta cavolata?!”
“Ma se tu non mi fai parlare!”
Ci accorgemmo di star urlando.
“Come ti pare, alle 9 passa Matt a prendermi” dissi incazzata nera dirigendomi verso la porta.
“Bene! Divertiti stasera con il tuo ragazzo!” mi provocò.
Ma io non risposi.
Certo, come no!
Ero troppo incazzata per incassare il colpo!
“E tu divertiti con quella sciacquetta della tua ragazza che.. oh scusami! Non so se hai sentito la novità ma si è già fatta un altro!” gli urlai in faccia, per poi uscire dalla sua camera sbattendo la porta.
 

The way he spat at his mic,
His lyrics couldn't be fresher,
They said he'd be a superstar,
If he could handle the pressure

 
“Tutto bene tesoro?”
“Certo”
“Se lo dici tu” esitai sulle mie stesse parole.
Mia figlia, Babù Evans, aveva preso la prima batosta amorosa ed io, egoista com’ero, non ero li accanto a lei a consolarla.
Mi limitavo al telefono, io.
Che madre poco affidabile, io.
Non potevo farci nulla, no, proprio no.
Ero li, a Bristol, a girarmi i pollici con Teddy, aspettando una manna dal cielo.
“Tu come stai?” mi giunse la sua voce dalla cornetta.
Come dovrei stare?
Male! È ovvio!
“Tutto bene, non devi preoccuparti per me Babù” mentii.
Se lei avesse saputo, perché intendiamoci non sapeva e non doveva sapere, la sua risposta al mio continuo lamentarmi sarebbe stata ‘se una cosa non ti sta bene, alza il culo e fa in modo di cambiarla’.
Ma cosa potevo fare?
Una fuggiasca, ecco cos’ero.
E in quel momento sentivo Babù davvero troppo lontana per i miei gusti.
Ma si sa, c’est l’amour!
Le prime batoste arrivano sempre, non si fanno mai aspettare.
 

After they put it to paper,
They took him to tea,
And told him just a couple changes,
That they wanted to see

 

“Alex! Babù! C’è il vostro amico Matt giù in soggiorno!” aveva urlato dal piano di sotto Penny.
Mi fiondai giù per le scale, avvolta nel mio parka super imbottito, fedele compagno delle migliori tempeste di neve. E non solo.
Nella mia corsa sfrenata, il Nemico era al mio fianco.
“Cretina, perché corri?”
Ancora una volta non lo degnai di parola, solo di uno sguardo incazzato.
E feci male, molto male.
Tanto quanto il dolore che avvertii sulla mia faccia dopo essere volata in soggiorno, inciampando sui miei stessi piedi, durante la corsa.
Ma perché cazzo dovevo indugiare sui suoi occhi invece che guardare per terra?
Oh, se in quel momento la vedevo bene la terra!
“Babù! Ti sei fatta male?” la voce premurosa di Matt che accorreva a sollevarmi da terra unita alla sonora risata del bastardo.
“Ma no.. devo appuntarmi a mente che le entrate ad effetto non fanno per me”
“Babù, hai sbattuto la testa? Vuoi del ghiaccio?” era Penny visibilmente preoccupata.
Preoccupata, forse, più per la mia salute mentale che fisica.
Ma come facevo a spiegarle che ero scema di mio e non a causa dei mie tripli salti mortali terminati con me spiaccicata sul pavimento?
Quando Matt mi sollevò, lasciando il suo braccio intorno alla mia vita, notai lo sguardo di Penny: diceva ‘ma quanto siete carini’.
E ovviamente ai suoi pensieri venne data presto voce.
“Ragazzi scusate, ma siete davvero troppo belli insieme!” disse con gli occhi a cuoricino.
“Oh, noi non stiamo insieme.. non ancora” rispose Matt sorridendo.
Quel ‘non ancora’ mi turbava, e non poco.
“Oh, non dovete essere così timidi! Alexander, non trovi anche tu che insieme formino una coppia stupenda?”
Sbuffò.
“Mà, noi andiamo!” aveva asserito senza rispondere.
 ‘Ah, viene con noi?’ fu il mio primo pensiero.
Matt mi guardò.
Non ero sicura se volesse dirmi ‘non potevo lasciare che arrivasse da solo a piedi e sotto la neve fin li’ oppure ‘ho fame, datemi un panino al tonno’.
Uscimmo tutti e tre insieme e appassionatamente ed entrammo nella macchina.
Matt da vero gentiluomo mi aprì lo sportello.
Benvenuti nell’800 signore e signori.
Apprezzai comunque il gesto e gli sorrisi.
Giungemmo davanti casa di Dana dopo un tragitto più che imbarazzante.
Tutti e tre in silenzio con la radio rotta.
La casa era la solita villetta a schiera con il solito affluire di gente come ogni festa.
Per fortuna!
Almeno avrei potuto dileguarmi in mezzo alla folla per evitare incontri spiacevoli.
Forse avrei potuto appiccicarmi a Cookie e Katie.
“Ehi Andy!” salutai il mio amico calorosamente.
“Babù! Sono davvero felice che tu sia venuta! Vieni ti presento una persona..”
“Ho il vago sospetto di chi possa essere”
“Babù, questa è Dana!”
Capelli biondo rossicci, occhi color nocciola e un sorriso smagliante.
“Sono Babù, piacere” le sorrisi di rimando.
“Ragazzi vi abbandono un attimo, vado a salutare i miei ospiti” disse poi tutto ad un tratto salutando qualcuno da lontano.
“Allora?”
“Allora che?”
“Ti piace?”
“Cretino, non deve piacere a me!”
“Ma voglio un parere!”
“Direi.. beh tienitela stretta!”
Si, Andy aveva fatto il colpo del secolo molto probabilmente.
“E Cook?”
“E’ partito, non ricordi?”
“Cazzo è vero! Ma Katie non viene?”
“E’ partita con lui”
Di bene in meglio.
Ma la serata non era ancora del tutto rovinata.
O almeno credevo.
“Oh cazzo” esclamò Andy.
“Cosa ‘oh cazzo’?” chiese preoccupata.
“Non girarti, è meglio per te”
“Non puoi dirmi non girarti e aspettarti che io non lo faccia!” esclamai di rimando, ridendo e voltandomi.
Tum.
Il mio cuore fece un tonfo.
Alex e..
Si.
Era proprio Sarah.
La sua accompagnatrice del ballo.
Quella del lento.
Quella del bacio.
Quella per cui avevamo litigato.
Era avvinghiata al suo braccio e sorrideva con la sua bellissima faccia da culo.
Ma mai quanto quella di Alex, che mi fissava.
Benissimo.
Dovevo ricredermi.
La serata era più che rovinata: devastata!
 

Oh what a shame,
But it's easy, can't you see?

 
 
 
 


Salve a todos!
Anche il 12 è finito! :D
Devo davvero chiedervi scusa per tutto questo tempo d’attesa, ma tra la scuola, i compiti e il concerto degli Arctic.. a proposito! Chi di voi era li? :D
Io l’ho trovato davvero stupendo.. non vi nego che sono morta in alcuni punti (al “LADIEeEeEeS” prima di I Bet You Look Good On The Dancefloor, quando hanno suonato Mardy Bum in acustico dove avevo le mani in fiamme a causa dell’accendino acceso durante tutta la durata della canzone, le hipster moves di Alex durante Reckless Serenade, che tra l’altro non mi aspettavo ed è stata davvero una piacevole sorpresa, e Arabella, i lacrimoni durante Cornerstone.. :’D ).
In ogni caso, ho scoperto una nuova band davvero piacevole e ne ho approfittato per prendere da una loro canzone il titolo per il mio capitolo.
Gli Strypes spaccano, ascoltateli se vi va u.u

http://www.youtube.com/watch?v=2gQbnLCgLCU
Alla prossima,
Sixteen

 

  
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