Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: Lestrange182    24/11/2013    1 recensioni
Stanchi di un mondo che non ci appartiene più, gli Echelon iniziano una rivolta che porterà alla nascita di un mondo nuovo, sulle note ti This is war.
Genere: Guerra, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina come tante altre a Los Angeles, la città degli angeli. Mi alzai svogliatamente dal letto, svegliata dalla voce di mia sorella, preparai lo zaino e mi diressi a scuola. L'aria era fresca sulla mia pelle; camminavo lenta, avevo tutto il tempo del mondo. Adoravo passeggiare di prima mattina:la città a quest' ora è sempre praticamente vuota,poche persone, nessuno strombazzare di clacson e l'odore di pane ti riempie i polmoni. Mi fermai davanti ad una vetrina a specchio: una ragazza vestita di scuro, con uno zaino pieno di scritte, con una testa di capelli azzurri, le cuffie nelle orecchie e gli occhi vuoti. L'unica cosa che avrei voluto sarebbe stata scappare dalla realtà in cui vivevo. Era definito il secolo delle illusioni, dove il governo ti diceva di essere libero di scegliere offrendoti delle opzioni per il tuo futuro.. ma già metterti davanti a delle opzioni non è limitare quella libertà che ti dicono di avere? Non importava quanto e cosa studiassi: gli unici lavori disponibili erano alle fabbriche di armi per la polizia o, come le chiamavamo noi, nelle "distruggi anime": qui venivano prodotte vernici, con cui veniva ricoperto ogni centimetro della città, di un color grigio depressione, che non sarebbe più stato possibile rimuovere. Doveva essere tutto così: grigio. Per questo i miei capelli li nascondevo sotto una cuffia. Quelli che imbrattavano i muri con le bombolette venivano arrestati e fatti marcire in carcere. Nessuno poteva scamparla, il governo tiene d'occhio tutti. L'unica cosa che mi è rimasta è mia sorella, Autumn. Nostro padre si unì alle forze armate per timore dei potenti. Nostra madre si suicidò; il mondo, per come era diventato, era troppo più forte di lei. Entrando in classe quella mattina notai subito qualcosa che prima non c'era: un compagno di corso nuovo? "Ah perfetto" pensai, "mancava solo un altro damerino felice di vivere in una gabbia". Era castano, coi capelli lunghi e ribelli, ma con degli occhi azzurro ghiaccio; portava pantaloni neri stretti e una camicia bianca che faceva risaltare ancora di più l'abbronzatura sulla sua pelle. Andai a sedermi al mio posto senza incrociare il suo sguardo, peccato che mi fissò per tutta la lezione, così a fine ora decisi di affrontarlo: mi ci parai davanti e lo aggredii: "Si può sapere che hai da guardare??". Non mi rispose subito, l'avevo forse spaventato? Poi però alzò gli occhi e sorrise "sono Jack. Davvero ti ho guardato tutta l'ora? Scusa! Non me ne sono proprio accorto!", lo disse con un'incredibile sincerità, e mi fidai; "E tu chi sei?" mi chiese svegliandomi dallo stato di trans in cui ero caduta. "Michelle..ma chiamami Misha". Si mise a ridere. Diamine, che sorriso che aveva.. "Hai fatto una faccia! Sembrava ti fossi persa! Oddio, ma io sono anche in ritardo! Piacere di averti conosciuto" e scattò fuori. Rimasi spiazzata per qualche minuto, per poi rendermi conto che non aspettavo altro che domani per rivederlo. Quando uscii, il tramonto era fantastico; tornai a casa cantando Up in the air, fregandomene se la gente che mi vedeva mi prendeva per scema, e con il sorriso stampato in volto.
  
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