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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    03/05/2008    4 recensioni
Questa non è una storia come le altre.
È una storia vera.
Per anni è stata tramandata nel Branco e tra i Solitari, ma ora è giunto il tempo che anche i Dormienti la conoscano, in modo che sia un insegnamento per tutti...

La tranquilla routine di un Sasuke molto emo viene sconvolta quando nella sua vita entra un'Hinata altrettanto OOC, metallara e ribelle, che nasconde un segreto innaturale...selvaggio.
E quando lui lo scoprirà, niente sarà più come prima...per nessuno.

Per tutti coloro che, come me, sono amanti delle store di lupi mannari!XD

Genere: Romantico, Triste, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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xthembra: certo ke si fanno interessanti..e se aspetti un paio di capitoli lo si farannoa ncora di più! garantito...
xnana89:hehehe..i licantropi piacciono davvero a tutti! e povero sauke...ne passerà delle belle! e non ti preoccupare, qst è una sasuxhina DOC! vedrai ke nn ti deluderò...anke se nn posso far mandare al diavolo glia ltri 3; mi servono!!
xSonny: solo un'ora!1 glab! condoglianze..^^ di dispiace averti rovinato i piani, ma qst è sl un chappy di collegamento, ed è davvero corto..I'm sorry! e... METALLO FOREVER! a morta gli emo e i truzzi (sasuke escluso, ovvio...mi serve!!!)
xLilian_Kurapika: in effetti...temo di averti rubacchiato unnpò l'idea...ma tanto è di moda! nn facciamo che scambiarci idee sulle ff...tra un pò finiremo per fanr euna uguale!1 glabb..speriamo di no!! ^_^ meno male ke hai cambiato idea su Hinata!1 sennò...muahah!! muahahah!
xmichan valentine:no, vabbè, skerzo, ci sn abituata! ma capisco il tipo...pure noi abbiamoe siliato Maria: non faceva ke rovinarci la sorpresa!! cn lei solo film da blockbuster...XD e no, Hanbi è sempre stato una femmina, ke io sappia...ma va detto ke il manga l'ho letto davvero poco....P.S. chi era l'assassino di Saw? nn me lo risordo...

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Capitolo 3°: Riflessioni notturne

Il rumore dell’accensione di una moto rupe il silenzio, e dopo un attimo i colpi di tosse si trasformarono in un rombo uniforme, simile alle fusa di un gigantesco gatto.
-Hai cambiato la marmitta?- chiese Hinata, allacciandosi il casco, nero con delle fiamme argentee.
-Si nota, eh? Solo il meglio per la mia piccola!- rispose fiero Neji, dando una pacca affettuosa al fianco della sua moto, dalle forme longilinee, tutta nera, cromature e stencil.
-E poi ti lamenti di essere sempre al verde…- sospirò la ragazza, chiudendo il cancello di Casa Hyuga dietro di sé e prendendo in braccio il piccolo Ash, che abbaiò felice, scodinzolando.
-Sarà pure così, ma nel frattempo tu continui a farti scarrozzare da me…- le fece notare Neji, montando sul sellino in pelle nera e dando gas.
-Dai, salta su!- la invitò, ma lei si stava già accomodando dietro di lui, cingendogli la vita con le braccia, il cucciolo al sicuro tra loro due.
-Andiamo! Gli altri ci stanno già aspettando!- lo incitò Hinata, e lui ubbidiente partì con una sgommata degna di un rally.
-Tanto sicuramente Naruto arriverà per ultimo, con quella sua carretta sgangherata che si ritrova!- commentò Neji alzando la voce per farsi sentire sopra la sibilo furioso del vento, alludendo allo scooter del biondo, famoso per essere tenuto insieme da un’abbondante dose di filo di ferro e scotch.
-Probabile- annuì lei -ma mi scoccia di aver dovuto aspettare che mio padre uscisse-
-In effetti devo ammettere che sei davvero una brava attrice!- commentò il ragazzo, ricordando la scena.
-Sembravi in punto di morte!- ridacchiò Neji.
-Ho dovuto fingermi malata per avere una scusa per andare a quella stupida cena…- Hinata si accigliò un attimo.
-Dov’è che eravamo invitati?- domandò poi al compagno, corrugando le sopracciglia.
-Dagli Uchiha- rispose lui, lesto.
-Già, è vero…a proposito, cosa ne pensi di Sasuke Uchiha?- gli chiese Hinata.
-Cos’è, cerchi un altro amante? Non ti bastiamo noi?- commentò Neji, ma si mise a pensare seriamente a una risposta quando lei lo colpì sulla testa, non troppo gentilmente.
-Non so che dirti, sinceramente. Devi chiedere a Naruto, è lui che suo amico, non io.-
-Appunto questo- disse Hinata -Naruto non ne ha parlato con te?- gli domandò, petulante.
-Parlato di cosa?- le chiese di rimando Neji, curioso.
-Mi ha detto che negli ultimi tempi ha cambiato odore. Di poco, ma si è modificato, e che se non lo conoscesse bene non l’avrebbe capito. Dice che è più…aspro.- spiegò lei.
Neji accolse le sue parole con un silenzio attonito, ma la sua mente lavorava a pieno regime.
-Dici che quel Sasuke potrebbe essere…?- domandò, per conferma ai suoi sospetti.
-Potrebbe. Come potrebbe essere un caso, certo.- lo avvertì Hinata, come a dirgli di non farsi troppe speranze, ma si capiva che anche lei era eccitata dalla prospettiva.
-Sarebbe interessante.- confermò Neji, la cui curiosità si era svegliata.
-Ma è strano…il Clan Uchiha è molto grande, e nessuno di loro si è Destato, giusto?-
Hinata assentì: le loro due menti seguivano lo stesso percorso.
-Insomma, ci saremmo accorti se qualcuno di loro fosse un Dormiente, no?- Neji si interruppe, confuso.
-Non è possibile che sia l’unico, infatti. Dovremo investigare.- confermò la ragazza.
-Ma allora perché non hai approfittato dell’invito a cena? Avresti potuto dare loro un’occhiata con comodo…- constatò l’altro mentre raggiungevano la loro destinazione, la foresta protetta appena fuori città.
-Lo so, ma preferivo prima parlarne con gli alti.- gli rispose Hinata, inspirando a pieni polmoni l’aria profumata di alberi e terra umida.
-Giusto. E…ah, guarda, ecco lì la moto di Gaara! Ciao!- salutò Neji.
E in effetti in una piazzola al limitare degli alberi c’era la moto rossa e oro del ragazzo, il quale era seduto su un tronco abbattuto mentre coccolava l’altro cucciolo, Flame.
-Naruto e Sand non sono ancora arrivati, o mi sbaglio?- disse la ragazza mora, guardandosi intorno mentre suo cugino fermava la moto e piazzava il cavalletto.
-Sembra di no- constatò Neji.
-Comunque, a proposito di prima, hai ragione tu: il possibile arrivo di un nuovo membro nel Branco deve essere studiato attentamente.-

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L’aria era pregna dell’odore del sangue.
In cielo i corvi gracchiavano arroganti, volteggiando sopra il predatore e la sua preda.
Ma lui non si curava di quegli uccelli approfittatori, che non mai avrebbero osato sfidare la sua forza, e perciò proseguiva il suo pasto in un lago si sangue.
Con il suo peso teneva ferma la carcassa, mentre in un lampeggiare di zanne strappava brandelli di carne sanguinolenti, rompendo le ossa con i denti.
Ancora eccitato per la caccia e l’uccisione appena compiuta, sferzava l’aria con la coda, alzando di tanto in tanto la testa verso il cielo stellato e ringhiando cupamente all’indirizzo della luna, che si rifletteva sulla sua lustra pelliccia nera e nei suoi occhi, simili a tenebrosi pozzi senza fondo, neri e selvaggi…

Sasuke si svegliò di scatto, sudato e ansimante, mettendosi seduto con la schiena appoggiata al muro, annaspando alla ricerca dell’interruttore.
La luce della lampadina squarciò le tenebre dalla stanza, ricacciandole negli angoli, accecando il ragazzo, ma non riuscì a scacciare l’oscurità che quello stramaledetto sogno si era lasciato dietro.
A disagio, Sasuke scalciò via le coperte, scese dal letto in punta di piedi e si avvicinò alla finestra, poggiando la fronte contro il vetro freddo.
“Di nuovo quel sogno” pensò angosciato il moro “Sto impazzendo?”
Non era normale che una persona sognasse cose del genere… Soprattutto se ci si ritrovava a essere una belva sanguinaria, provando ciò che provava lei, sentendo i suoi istinti come propri…giusto?
Si diceva che i sogni ci mostrano l’aspetto del nostro vero io…
No, doveva essere un’invenzione del mondo onirico, decisamente.
D’un tratto l’Uchiha si sentì soffocare, stretto da quelle oppressive pareti, e d’istinto aprì la finestra e la scavalcò con un balzo, ritrovandosi sul camminatoio coperto del giardino, a ridosso della casa vera e propria.
Silenzioso, Sasuke percorse il pergolato godendosi la notte, cogliendo il gorgoglio dell’acqua della fontana e del ruscello e lasciandosi avvolgere da un vento fresco che sapeva di fiori in sboccio, di piante verdi e di pioggia…
“Domani pioverà” pensò il moro, accettando senza riserve ciò che gli stava dicendo l’olfatto.
Ma improvvisamente una folata di vento contraria gli portò alle narici un odore sconosciuto: aspro, muschiato, ferino, infido…
“Pericolo!”
Un brivido gli fece drizzare i peli sulla nuca.
“Cosa…?” si chiese Sasuke nervoso, spaziando il giardino con lo sguardo , ma in quella zona non vi era illuminazione.
Un fruscio lo fece immobilizzare, come una lepre sorpresa sai fari di un’auto.
“Pericolo, pericolo!” continuava a dirgli il suo istinto, urlandogli di scappare.
Ma Sasuke con un certo sforzo riuscì a soffocarlo, e la sua forza di volontà fu ricompensata in modo inaspettato: in quel momento le nubi che oscuravano la luna quasi piena si diradarono e grazie a quell’inaspettata luminosità il moro vide qualcosa che si muoveva alla base del muro di cinta della proprietà.
All’improvviso un’ombra si staccò dalla fitta oscurità che ristagnava alla base del muro, prendendo l’aspetto di una scura figura a quattro zampe.
Ma prima che Sasuke potesse capire cosa fosse, questo con un balzo fluido saltò oltre il muro, sfiorandone appena la sommità.
Un battito di ciglia, e la sagome che si stagliava contro il cielo color inchiostro era sparita; e con essa l’odore selvatico, portato via dal vento profumato.
“Cosa diavolo era?” si domandò Sasuke, confuso.
Era un’animale, questo l’aveva intuito, dal pelo nero come il peccato.
Ma quale fiera di quella taglia sarebbe mai avuto potuta trovarsi nel suo giardino?
Di certo non era uno dei loro cani da guardia: quella bestia era almeno due volte più grande dei loro doberman.
Scosso, l’Uchiha tornò in camera sua, rannicchiandosi nel suo letto e tirandosi le coperte fino al collo, nell’infantile convinzione che se restava così nascosto nessun mostro sarebbe venuto a divorarlo.
Ma nonostante ciò, il moro non riusciva a togliersi dalla testa l’impressione che, un attimo prima di scendere dall’altro lato del muro, lo sguardo dell’animale avesse incontrato il suo, e che in quella frazione di secondo Sasuke avesse letto negli occhi dell’animale che quello in qualche modo l’aveva riconosciuto.

  
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