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Autore: Seekerofdreams_    27/11/2013    23 recensioni
The maid (in italiano La domestica) è la storia di una ragazza universitaria che si riempie di marshmallow e caramelle piangendosi addosso davanti ad un pc guardando serie tv e ascoltando musica. Un giorno deciderà di cambiare tutto, ma sarà il giorno giusto per alzarsi dal letto e iniziare a vivere? La risposta la troverà in un paio di occhi azzurri. Tra figuracce, nuove amicizie, tradimenti e segreti vi narrerò la storia d'amore di Niall e Serena.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                 .The maid.
                                                                   Capitolo 2


                                      





Butto una mano sul comodino per spegnere la sveglia e finisco per farmi male alla mano, sbuffando apro 
gli occhi ed esco dalle coperte, infilo i piedi nelle pantofole a forma di mucca e mi dirigo verso il bagno.
Una volta fuori indosso un paio di jeans, un maglioncino rosso e le scarpe dello stesso colore, apro la porta 
della stanza e mi avvio in cucina, preparo una ciotola di latte e cereali e mi siedo a tavola per fare colazione.
Sono le otto e mezzo, Jess sicuramente è già uscita per andare a lezione, di solito la mattina quando lei è 
fuori ho tutta la casa disponibile per accendere la radio ad alto volume e ballare come una pazza per casa, 
ma oggi devo essere a “lavoro”.
Controllo il cellulare e trovo un messaggio del mio ragazzo, ah, non vi ho detto perchè ieri avevo deciso di 
prendere in mano la mia vita.
Ecco, ho litigato con lui per un motivo....inesistente?
Si, fidatevi si può discutere anche per motivi che non esistono, io mi sto ancora chiedendo cos’ho fatto di 
male, dopo avermi evitato per l’intera giornata ieri mi ha mandato un messaggio di scuse.

“Mi dispiace ma oggi devo andare a lavoro, a dopo!”

Scrivo velocemente, prima di spegnere il cellulare, di certo non ho voglia di perdere tempo con lui, pensavo 
di aver trovato una persona seria e umile, invece si sta rivelando un grande idiota, solo che mi sento così 
legata a lui, l’ho conosciuto quando sono arrivata a Londra, un pò mi spaventa pensare alla mia vita senza 
di lui.

Senza pensarci più di tanto, prendo la borsa e la giacca ed esco di casa. 
Mi avvio verso la metro, spero che la macchina sia pronta in un paio di giorni, non ce la faccio più a 
viaggiare con i mezzi, compro il biglietto e come il giorno prima infilo le cuffie in attesa.
Faccio partire “She’s not afraid” e mi rendo conto che manca solo una settimana all’uscita del nuovo 
album, magari Niall lo tiene in casa...mmh, devo cercare!
Immersa nei miei pensieri salgo sulla metro e resto in piedi fino alla mia fermata.

Iven Street oggi è piuttosto trafficata, cerco di ricordarmi di girare nella via giusta e con mia grande 
sorpresa mi ricordo perfettamente la strada.
Arrivo davanti alla porta di casa Horan e suono, aspetto cinque minuti e nessuno viene ad aprirmi, 
suono ancora una volta e sento urlare un “Arrivo!”.
Sorrido aspettando Niall, quando sento la porta aprirsi sgrano gli occhi per la sorpresa.
“Ehi, stai bene?” chiedo ad un Niall assonnato e con gli occhi gonfi.
“Sono nei casini!” sbuffa facendomi entrare.
Chiudo la porta dietro di me e lo seguo in cucina, la casa è un disastro, ci sono piatti e bottiglie da tutte 
le parti, spalanco la bocca per dire qualcosa ma lui mi fa cenno di stare in silenzio.
“Non ti ci mettere anche tu eh! Lo so che è un casino, ieri sera ho dato una festa e la cosa mi è sfuggita 
di mano!” dice massaggiandosi le tempie.
“Vedo” dico ridendo.
“Il problema è che a mezzogiorno vengono i miei e anche i ragazzi, devo mettere in ordine, andare a fare 
la spesa, cucinare qualcosa di decente e riprendermi!” dice buttando giù una tazza di caffè.
“Ehi, quante ne hai bevute di quelle?” dico togliendoli la tazza dalle mani.
“Cinque e non è cambiato niente, ho più mal di testa di prima!” sbuffa.
“Dai Niall, ci penso io qui, vai a riposarti un po', forza!” dico togliendomi la giacca.
“No, non posso, guarda quante cose ci sono da fare!” 
“Niall, vai, ci penso io, seriamente!” dico con tono fermo.
Mi guarda per un pò pensieroso poi annuisce, gli faccio cenno con la mano di andare via e lui dopo uno 
sbadiglio e un’ultima occhiata si dirige in camera.
Lo guardo allontanarsi e poi sospiro, alzo le maniche del maglioncino e comincio a sistemare, cerco un 
sacco della spazzatura e butto tutte le bottiglie e i piatti di plastica, raccolgo i bicchieri e li poggio nel 
lavello, non oso immaginare il casino fatto ieri sera, prima di continuare prendo dalla borsa l’ipod e metto 
su un po' di musica, sospriro pensando che sono a casa di Niall, mi ritrovo a pulire casa sua solo perchè tutti 
e cinque mi hanno mandato in pappa il cervello con la loro musica e il loro modo di essere.
Ballando sistemo il copridivano e i cuscini, passo una pezza umida sul tavolino e rimetto in ordine gli 
oggetti sul mobiletto.
Mi sposto in cucina e tento di scrostare il fondo di una padella, è tanto difficile mettere dell’acqua dopo 
averla usata? Mi arrendo, la finirò dopo, lavo tutti i bicchieri, li sistemo e per ultimo prendo scopa e straccio 
e do una ripulita al pavimento.
Faccio finta per un momento che il manico della scopa sia un microfono e inizio a cantare sulle note di 
Up all Night, mi muovo per casa felice, passo anche lo straccio e mentre lascio asciugare torno a 
combattere contro la padella.
Sono ormai le dieci passate quando finisco, busso alla porta di Niall e sento un mugolio.
“Niall?” lo chiamo.
“Adesso arrivo, un attimo!” dice assonnato.
“Ok!” dico tornando in salotto.
Mi siedo sul divano aspettando che arrivi e riaccendo il cellulare, come previsto mi arrivano tantissimi 
messaggi di Luke, il mio ragazzo, sbuffo, non è nemmeno originale, mi ha scritto sempre la stessa cosa: 
“Cosa? Dove lavori?”.
Li cancello tutti e metto il telefono in tasca mentre Niall arriva in salotto.
“Oh!” dice guardandosi intorno.
“Hai le mani d’oro!” dice aprendosi in un sorriso.
Arrossisco un pochino e sorrido anche io.
“Hai pulito anche il giardino?” mi chiede.
“Il giardino?” dico sgranando gli occhi e mettendomi in piedi.
“Dannazione!” dico aprendo la veranda, fisso fuori e mi metto le mani in faccia.
“Mi sono dimenticato di dirtelo!” si giustifica.
“Mi spieghi in quanti eravate?” chiedo.
“Una decina!” dice alzando le spalle.
“Una decina? E avete fatto tutto questo casino?” chiedo.
“Era tanto che non ci vedevamo!” si giustifica.
“Cavoli, sono le dieci e mezza, ce la faccio dai!” dico.
“Ehm, in realtà ti volevo chiedere una cosa!” 
“Cosa?” chiedo.
“Sai cucinare?” dice sorridendo.
“S-No!” dico capendo dove vuole andare a parare.
“Sno?” ride.
“Oooh, dannato Niall! Io volevo solo incontrarti, perchè non mi sono fatta i fatti miei? Ti odio!” sbuffo.
“Non dai, non mi odiare!” dice ridendo.
“Non c’è da ridere!” dico poggiando le mani sui fianchi.
“Si, dovresti vederti!” dice.
Tento di rimanere seria ma un sorriso sfugge anche a me sentendolo ridere.
“Forza, scrivimi la lista della spesa!” dico.
“Mmh, non so che cucinare, hai idee?” chiede sorridendo come un bambino il giorno di Natale.
“Ho capito, faccio io! In quanti sarete?” 
“Mmh, io, i miei, Greg e famiglia e i ragazzi!” dice contando sulle mani.
“Dieci?” dico sbuffando e iniziando a pensare a qualcosa da fare.
“Undici, ci sei anche tu!” dice serio.
“Io? Io dopo aver cucinato devo andare!” dico.
“Oh, hai lezione?” mi chiede mentre io reinfilo la giacca.
“No, ma dopo pranzo ho gli allenamenti!” 
“Allenamenti di cosa?” chiede curioso.
“Ehm...gioco a calcio!” ammetto prendendo la borsa.
”E me lo dici così?” dice illuminandosi.
“Come te lo dovevo dire?” rido.
“Eh non lo so, quando ti sei presentata dovevi dirmi, Ciao mi chiamo Serena e gioco a calcio!” sorride.
”C’è solo un piccolo particolare, non mi sono presentata!” rido.
“Vero, sei un disastro!” dice sbuffando.
“Un disastro che oggi ti ha salvato il sedere, per non essere volgare!” dico forzando un sorriso e lui risponde 
con una smorfia.
“Vero, tieni dovrebbero bastarti per la spesa!” dice dandomi i soldi.
“Perfetto, io vado!”
“Però dopo voglio sapere dove giochi e tutto, ok?” dice prendendo un sacco nero per recuperare le cose 
in giardino.
“Va bene, tu pulisci bene eh!” rido.
“Sei ancora qui? Vai che è tardi!” dice e ridendo mi spinge fuori casa.
Scuoto la testa divertita e mi avvio verso il solito negozio di alimentari, ormai sono di casa.
Percorro gli scaffali in cerca di passata di pomodoro, carne macinata, carote, sedano, pancetta e 
soprattutto spero che in Inghilterra usino la pasta pronta per fare le lasagne!
Dopo vari giri riesco a trovarla e sorrido felice, spero che tutti mangino tutto, sarebbe un bel problema, 
ma Niall non mi ha detto niente di particolare.
Mi dirigo verso la cassa e vedo un papà giocare con la sua bambina, sorrido alla scena e penso che oggi 
coccolerò Theo, amo i bambini.
“Theo!” urlo.
Non può mica mangiare le lasagne, eh!
“Oddio, cosa prendo ora per lui?” parlo ancora a voce alta, torno indietro con il carrello e cerco il reparto 
bambini.
Ha quattro mesi, molto probabilmente prende ancora il latte!
Per precauzione prendo qualche omogeneizzato alla frutta, qualcuno alla carne e li metto nel carrello.
Torno alla cassa e finalmente riesco a pagare, mi faccio dare delle borse della spesa e metto tutto lì dentro, 
ringrazio ed esco fuori, ripercorro la strada all’indietro e mi blocco vedendo un gruppo di fan davanti 
alla porta di Niall, sbuffando poggio le buste a terra.
Come faccio ad entrare ora? Senza farmi vedere entro in un vialetto e percorro il perimetro di casa Horan, 
per fortuna ha lasciato una finestra aperta, lancio dei sassolini alla finestra e lo maledico mentalmente.
“Cosa diavolo ci fai qui sotto?” chiede affacciandosi.
“Ci sono delle ragazze davanti casa!” dico.
“Ora come vuoi entrare?” chiede ridendo.
“Idiota, non ce l’hai una scala?” chiedo.
“Si, adesso la faccio scendere” ride prendendomi in giro.
“Rapunzel sciogli i tuoi capeeeelli!” canticchia.
“Muoviti!” urlo, forse un pò troppo forte.
Cinque minuti dopo sono su una scala, facendo avanti e indietro per portare le buste!
“Che mi tocca fare, dannazione!” borbotto risalendo l’ultima volta.
Scavalco il davanzale e lo trovo a sgranocchiare un pacchetto di patatine e ridere.
“Maledetto il giorno in cui ho cominciato ad ascoltarvi!” borbotto.
Sistemo la mia giacca e prendendo le buste, gli passo accanto e mi dirigo in cucina.
“Dai, non dire così però!” dice seguendomi.
“Vai a risalire la scala!” dico seria.
“Ci vado dopo!” dice sedendosi al tavolo.
Mi faccio dire dove sono le pentole e le posate, taglio un pò di cipolla e metto sul fuoco la pentola, 
faccio scendere i vari ingredienti e un profumo invade la casa.
“Oh! Cosa stai facendo?” dice alzandosi felice e affiancandomi mentre giro il soffritto.
“Il ragù!” sorrido.
“Oh mio dio! Per fare cosa?” dice entusiasta.
Indico il pacchetto di pasta sul tavolo e i suoi occhi si illuminano, batte le mani e mi lascia un bacio 
sulla guancia.
“Le lasagne, amo le lasagne!” dice felice uscendo dalla cucina per andare, probabilmente a ritirare la scala.
Sposto la mano a toccarmi il punto in cui a sfiorato la mia guancia e mi trovo a sorridere come 
un’adolescente.
Scuoto la testa e torno a cucinare, lascio il fuoco medio e intanto mi affaccio a vedere il giardino.
“Niall?” dico urlando.
“C-cosa? Sono arrivati?” dice preoccupato arrivando in salotto.
“No, ma così metti in ordine il giardino tu?” sbuffo.
“Ehm, si, cioè no!” dice.
“Uomini!” dico sistemando la griglia del barbecue e il tavolo, recupero qualche bottiglia dimenticata e torno 
a vedere il sugo.
“Cosa devo mettere sulla tavola?” chiedo.
“Mangiamo fuori, le tovaglie sono al terzo cassetto vicino al frigo!” urla dal bagno.
Faccio come ha detto e preparo la tavola in giardino, staranno un pò stretti ma il padrone di casa ha 
ordinato così.
“Ti serve una mano?” chiede raggiungendomi, si è cambiato vestiti, ha tolto la tuta e infilato un jeans 
e sopra porta una maglietta semplice grigia.
“Puoi finire qui, così preparo le lasagne?” dico.
“Certo, a momenti dovrebbero arrivare tutti!” dice serio.
Io mi fermo di scatto facendo cadere la teglia, lui si gira verso di me spaventato e mi raggiunge.
“Che c’è?” dice.
“Io, io, ecco se inforno poi te la cavi a non farla bruciare, deve stare una mezz’oretta!” dico.
“Perchè? Non devi andare via per pranzo? E’ quasi mezzogiorno!” dice.
“Si, lo so, però...” 
“Però?” mi incita a parlare.
Come faccio a dirgli che mi vergogno di conoscere gli altri e stare lì con la sua famiglia?
“Non sei felice di incontrare gli altri? C’è chi farebbe carte false!” ridacchia.
“Lo so e sarebbe un sogno, ma....ecco, mi vergogno!” ammetto.
“Ti vergogni? Ma con me parli tranquillamente!” dice alzando le spalle.
“Si, lo so, mi vergognavo anche di parlare con te all’inizio!”
“Appunto, all’inizio!” dice lui.
Prendo un bel respiro e lo guardo negli occhi.
“Devo prendermi cinque minuti per metabolizzare il fatto che sto per incontrare gli altri quattro!” dico.
“Devi urlare? Se devi urlare vai in bagno che è insonorizzato!” ride.
“Perchè hai il bagno insonorizzato?” dico sgranando gli occhi.
“Non lo so, la casa non l’ho progettata io, l’ho comprata così! Dovremmo chiedere a chi abitava qui cosa 
ci faceva in bagno!” ride.
Rido anche io e sento i nervi sciogliersi dietro la sua risata.
“Con me non hai urlato!” si finge offeso.
“Con te ho fatto diecimila figuracce, lascia perdere!” dico sorridendo.
“Si in effetti!”
“Forza che non ti mangiano, sono dei ragazzi normali come me!” sorride.
“Niall?” lo chiamo mentre torna a preparare la tavola.
“Mh?” dice.
Corro ad abbracciarlo e faccio cadere tutti i tovaglioli dalle sue mani.
“E questo?” chiede ridendo.
“Per essere uno dei cinque ragazzi che rendono le mie giornate migliori!” sorrido.
“E’ un piacere!” ridacchia abbassandosi a raccogliere i tovaglioli.
“Anche se adesso ti odio!” dico tornando in cucina.
“Perchè sei la mia domestica?” ridacchia.
“Odio anche quella parola!” sbuffo girando il ragù.
“Quale? Domestica? E’ una bella parola dai! Domestica, suona bene!” ride.
“Finiscila!” dico ridendo.
“Quanto manca ancora?” chiede avvicinandosi.
“Il sugo è quasi pronto, in forno deve stare una mezz’oretta!” 
“Va bene, mi fido di quel che dice la mia domestica!” dice ridendo ancora e io gli lancio dietro il mestolo.
“Aaaaah” urla correndo fuori.
Sistemo nella teglia la sfoglia e ci verso sopra il ragù, strato per strato preparo le lasagne.
Accendo il forno, lo faccio riscaldare un po' e poi poggio la teglia all’interno, programmando il timer.
“Ehi ti suona il telefono!” mi dice dal giardino.
“Oh, grazie!” tolgo il guanto da cucina e dopo aver controllato bene il forno vado a prendere il telefono 
in borsa.
“Luke”

Chiudo la chiamata e metto il silenzioso.
“C’è qualcosa che non va?” mi chiede Niall spuntando alle mie spalle.
“No, ho solo discusso con il mio ragazzo!” dico.
“Uuuh, guai in paradiso?” dice senza perdere il sorriso.
“Direi più guai all’inferno!” sorrido anche io.
“Si sistemerà tutto, tranquilla!” dice.
Non rispondo interrotta dal citofono e ringrazio mentalmente chiunque sia a suonare.
Niall si affaccia e sorridendo apre la porta, due secondi dopo viene travolto da un abbraccio.
“Harry dannazione, mi fai male!” borbotta Niall
“Mi sei mancato amore mio!” risponde il riccio.
Gli altri ragazzi entrano scuotendo la testa e io mi copro la bocca sorridendo.
“Mmh...Ciao?” mi dice Zayn sorpreso.
Cerco di non urlare e mantenere la calma, mentre Harry lascia Niall e si gira verso di me, 
seguito da Liam e Louis.
Ho bisogno di urlare. 
Urgentemente anche, cerco lo sguardo di Niall senza proferire parola e lui corre a chiudermi la bocca 
prima che dalla mia gola fuoriesca aria.
“NO! Ti ho detto di andare in bagno!” ride.
Io annuisco calmandomi leggermente e lui mi lascia respirare.
“Puoi abbracciarli eh, non mordono!” mi prende in giro.
Abbraccio tutti e quattro e loro sorridono ricambiando.
“Cosa ci fa una ragazza a casa tua?” chiede Louis ridendo e abbracciando Niall.
“Non è quello che pensi, mi stava dando una mano!”
“Stai bene?” chiede Liam.
Alzo lo sguardo verso di lui che mi fissa preoccupato, e... no! 
No che non sto bene se mi guardi così.
Dannazione, non posso fare queste figure davanti a tutti e cinque, un po' di contegno, 
che cavolo.
“Si, vado a controllare il forno eh!” dico e mettendomi d’impegno per ricordarmi come si cammina torno 
in cucina.
“Ma io voglio sapere chi sei!” mi urla Louis dietro seguendomi.
Vengo salvata ancora una volta dal campanello, questa volta è la famiglia di Niall, prendo un respiro mentre 
sono tutti impegnati a salutarsi e prendere in braccio Theo.
“Serena!” mi saluta sua madre.
“Oh ci sei anche tu!” dice Denise sorridendo.
“Oh, ma allora voi la conoscete!” dice entusiasta Harry.
“In realtà l’abbiamo conosciuta ieri, pensavamo fosse la ragazza di Niall, invece è la domestica” dice Greg.
“La domestica?” dice Liam.
“La domestica?” ripete Louis prima di scoppiare a ridere.
“Perchè ripetono tutti quella parola?” dico a bassa voce.
Frase che non sfugge a Niall e dopo due secondi è a terra, sotto gli occhi sconvolti di tutti, a ridere.
Faccio ricorso a tutta la mia pazienza per non riempirlo di botte e torno a controllare il cibo.
“Che ti prende?” dice Bobby.
“Niente papà, niente!” ride ancora.
Si spostano tutti insieme fuori in giardino, mentre io resto in cucina, mamma mia quanto sono stupida, 
sono rimasta senza parlare davanti a tutti quanti, sono proprio idiota.
Ma non posso farci niente, sono rimasta paralizzata, fino all’altro ieri guardavo foto di loro cinque 
al computer e ritrovarseli davanti è decisamente un’altra cosa.
“Non sei la domestica, vero?” sento una voce dietro di me.
Mi giro di scatto, trovando Harry appoggiato al ripiano della cucina.
“Ehm.. Invece si!” dico sorridendo.
“Ma non ci ha detto niente Niall!” continua lui.
“Lo so, ma non è da molto, lo faccio per pagarmi gli studi!” dico.
Almeno sanno tutti la stessa cosa.
“Haz lasciala stare, torna di là!” dice Liam richiamandolo.
“Non stavo facendo niente, scambiavamo quattro chiacchiere!” protesta.
“Forza!” dice Liam con un tono che non ammette repliche.
“Va bene!” borbotta Harry.
Sorrido a Liam e lui ricambia seguendo Harry in giardino.
Ormai è l’una, le lasagne sono quasi pronte, prendo il pane e lo affetto, apro il forno e sistemo le fette 
nella griglia più bassa per farle abbrustolire, per poi tagliare i pomodorini in quattro, li condisco e prendo 
due vassoi abbastanza grandi per le bruschette.
Tiro fuori il pane e dopo aver preparato tutto, vado a chiamare Niall.
“Puoi venire un secondo?” chiedo mentre tutti mi guardano.
Dio, che imbarazzo, sicuramente sono diventata rossa.
“Si, certo!” dice lui seguendomi.
“Uuuh, le bruschette!” dice passandosi la lingua sulle labbra.
“Le lasagne sono quasi pronte, mangiate queste intanto, per Theo...”
“No, non ti preoccupare, ci pensa Denise, adesso dorme, hai fatto già tanto!” dice sorridendo.
“Figurati, io... Posso andare allora?”
“Sei sicura che non vuoi restare?” mi chiede ancora.
“No, te l’ho detto, ho gli allenamenti!” dico lavandomi le mani.
“Giusto, senti ti va di lasciarmi il tuo numero di telefono, così se ho bisogno di te, 
ti chiamo?” dice sorridendo.
“Certo, te lo lascio vicino al telefono fisso, ok?” chiedo.
“Perfetto, io intanto comincio a portare questi fuori” dice prendendo i vassoi.
 Mi avvicino al telefono e recupero un pezzo di carta, scrivo il mio numero e lo appoggio alla cornetta.
Dentro di me, spero vivamente che Niall abbia bisogno di me e mi chiami.
Prendo la giacca e la infilo, faccio girare la sciarpa intorno al collo e dopo aver preso la borsa 
esco in giardino.
“Vai via?” chiede Zayn.
“Si, mancano dieci minuti per le lasagne, io devo andare!” dico rivolta a tutti.
“Ma no, perchè? Potevi stare con noi!” dice Maura.
“Oh, la ringrazio ma devo proprio andare” rispondo.
“Lezione all’università anche oggi?” chiede Greg.
“Serena deve andare, ha gli allenamenti di calcio” risponde per me Niall.
“Giochi a calcio?” dice Louis, con un tono di voce più alto del normale.
“Si” mi faccio sfuggire un sorriso per la sua reazione.
“Mi sei simpatica!” dice afferrando una bruschetta.
“Grazie!” dico arrossendo.
“Dove giochi?” mi chiede Liam.
“Oh... in una squadra di terza divisione, niente di eclatante ma lo faccio per divertimento!” dico sincera.
“Bè, qualche volta possiamo giocare!” dice Louis.
“Certo, quando vuoi!” dico aprendomi in un sorriso sincero.
Louis ti mette di buon umore, sorride sempre e sembra non fregarsene di niente.
“Ti accompagno alla porta!” dice Niall.
“E’ stato un piacere incontrarvi, ci vediamo!” dico salutando tutti.
Niall poggia una mano dietro la mia schiena e mi incita a precederlo verso l’uscita, 
Cerco di non dar peso al senso di calore emanato dalla sua pelle e cammino.
“Allora ci vediamo quando hai bisogno di una mano!” dico sorridendo.
“Grazie veramente per oggi, mi hai salvato!” ride.
“In fondo mi sono divertita” dico sincera.
“Si anche io, domestica!” 
“Ehi!” dico dandogli un buffetto sul gomito.
“Buon allenamento allora!” dice aprendo la porta.
Vorrei abbracciarlo anche adesso, ma forse è troppo, mi accontenterò del suo sorriso.
“Grazie, a presto!” sorrido.
Per fortuna non c’è nessuno nei paraggi, così attraverso il vialetto e mi immetto nella via principale, 
mi giro e lo saluto con la mano ma la porta è già chiusa.
Abbasso la testa sospirando e mi avvio verso la metro.


***

Torno a casa che sono le due e mezzo passate, preparo velocemente una fettina di carne e da sola mi siedo 
a mangiare, accendo il pc e spulcio qualche notizia su twitter, ci sono le foto dei ragazzi e rido pensando 
di averli incontrati e nel silenzio di casa urlo di gioia.
Metto su Youtube qualche canzone e ballo per il salotto, poggio il piatto nel lavandino e dopo averlo 
sciacquato mi sposto in camera, prendo la divisa e la metto in borsa sempre ballando, faccio una giravolta 
e finisco per sbattere alla porta.
Ridendo mi butto sul letto, sto proprio male, eppure questo è l’effetto che mi fanno i One Direction.
Controllo l’orologio e mi accorgo di essere in ritardo, tutta colpa di Niall, ovviamente.
Sbuffo spegnendo tutto, metto il computer in camera e mi preparo per uscire, come sempre rinfilo le cuffie, 
incrocio Jess mentre rientra da lezione e la saluto con un sorriso a trentadue denti.
“Tutto ok?” chiede.
“Certo” sorrido “Vado agli allenamenti!”
“Va bene, a dopo!” dice sorridendo.
Scendo le scale e prendo l’autobus diretta al campo, arrivo venti minuti dopo, le mie compagne sono 
già negli spogliatoi, saluto il custode ed entro.
“Sei arrivata finalmente!” dice Jenna.
“Scusate ragazze, ho fatto tardi, Sally?” chiedo.
“Eccomi!” dice spuntando fuori dal bagno e venendomi ad abbracciare.
Sally è la mia miglior amica, abitiamo lontane, lei abita a 30 km da Londra e riusciamo a vederci 
pochissimo ma possiamo contare sempre l’una sull’altra.
“Devo raccontarti una cosa!” dico elettrizzata mentre mi cambio.
“Che è successo?” chiede sorridendo.
“Non ci crederai mai, ma ho incontrato Niall” dico sorridendo.
Lei non segue i ragazzi ma ormai sa tutto di loro, tramite me, 
è l’unica che sà esattamente quello che loro sono per me!
“Stai scherzando?” dice incredula.
Nego con la testa e lei urla e salta travolgendomi in un abbraccio.
“Sono felicissima per te, racconta!” dice battendo le mani.
“Cos’è successo?” chiede Mary.
“Niente, sai che Sally esagera sempre!” dico io per non dare spiegazioni.
Sally mi fa la linguaccia e le faccio segno che dopo le dirò tutto.
Il mister ci chiama ed usciamo ad allenarci, mentre facciamo il giro di campo racconto in grandi linee quello 
che è successo, ripensandoci non mi sembra vero, poi le dico della domestica e lei si piega in due dalle risate.
“Grazie, sei proprio un’amica!” le dico accelerando il passo.
“E dai, è divertente, scusa!” dice raggiungendomi.
“Si un po' lo è!” ammetto ridacchiando.
Facciamo gli esercizi dettati dal mister e ripenso a questi ultimi giorni, non mi sentivo così felice da 
un’eternità.
Ma poi penso a Luke e sospriro, dovrò risolvere la situazione anche con lui, per ora però posso concedermi 
di pensare a due occhi color del cielo.






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Ciao belle ragazze, ecco qui il secondo capitolo, allora?
Che ne pensate? Spero vi piaccia, io sono morta dalle risate!
Niall è un disastro!
Scusate per il ritardo ma in questi giorni sono stata impagnata,
spero di leggervi :) Grazie a tutte per aver insierito la storia nelle seguite/preferite/ricordate
e grazie a chi ha speso cinque minuti del suo tempo per lasciarmi una recensione!
L'ho apprezzato tantissimo!
Un bacione,

Sere
   
 
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