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Autore: Giulz95    27/11/2013    1 recensioni
[Pentatonix]
Reagan studia storia americana a Boston, e divide un appartamento con il suo migliore amico, Spencer, e il suo ragazzo, Wayne. Spencer e Wayne hanno due biglietti VIP per il concerto dei Pentatonix alla House of Blues, ma Wayne si ammala e da all'amica il suo biglietto. Quando lei e Spencer arrivano al concerto Raegan non vede l'ora di incontrare i PTX, in special modo "the elusive bass" : Avi. Quando si conoscono, Avi si rivela essere più dolce di quanto sia creduto e organizza un incontro tra i Pentatonix e Wayne il giorno dopo prima che ripartano per la prossima data del tour. La relazione che inizia durante quel giorno passato insieme si trasforma in qualcosa che Raegan non si sarebbe mai aspettata.
VI SONO MANCATA?! :) Questa non è una vera e propria originale... Ma una traduzione fatta dall'americano. Ovviamente ci siamo già accordate con l'autrice, e qualsiasi commentino vogliate lasciare le sarà girato automaticamente.. La storia non è ancora conclusa, ma conoscendola non si tratterà di un finale morto (come sono solita a fare io... D:)
I personaggi sono tutti inventati da lei ad eccezione della band PTX... Andateveli ad ascoltare se non li conoscete, stolti!
BACI!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Giorno del concerto)
 
Fui svegliata dalla luce improvvisa nella camera da letto. Un momento prima stavo dormendo profondamente nel buio totale, un attimo dopo fu come avere la luce del sole puntata addosso. Con mezzo occhio aperto diedi un’occhiata all’interruttore della luce. Spencer era appoggiato al muro, braccia conserte e un ghigno stampato in faccia.
 
“Quello sguardo è adorabile, se posso dirlo. Ti suggerisco di indossarlo quando incontrerai Avi oggi.” Ridacchiò. “Sono sicuro che non ti resisterà e ti chiederà di sposarlo sul posto.” E scoppiò in una risata fragorosa.
 
“Molto divertente.” Dissi, mentre mi coprivo la testa con il cuscino. “Vai via, Spence.”
 
“Scusa, ma no.” Rispose, riacquisendo il controllo. Prese tutti e due i cuscini  e li lanciò dall’altra parte della stanza. “E’ il giorno del concerto, Ray! Abbiamo un sacco di cose da fare! Prima di tutto, colazione e doccia.”
 
Uscii dalla stanza e io mi voltai verso la sveglia: le 7:30. Il concerto iniziava tra dodici ore. Mi voltai dall’altra parte intenzionata ad andare avanti a dormire ma non riuscii a riprende sonno, così mi alzai e mi infilai sotto la doccia.
Una volta fuori da essa indossai una paio di jeans e un maglione, mi asciugai i capelli e uscii dal bagno. Spencer era in salotto con già addosso la sua giacca. In una mano aveva la mia borsa mentre con l’altra mi porgeva il mio giubbotto. Lo indossai e mi guidò fuori dall’appartamento.
 
“Dopo di te.”
 
Una volta fuori dal condominio mi accorsi che ancora una volta non avevo indosso i guanti e sbuffai mentre camminavamo lungo la strada.
 
“Mi dici qual è il programma di oggi?”
 
“Manicure e più tardi capelli. Offro io. O meglio, offrono i miei.” Sorrise. I suoi genitori gli avevano inviato dei soldi per il concerto ma gli erano avanzati. Entrammo nella sua macchina e guidò fino al salone di manicure.
 
 
 
(Dopo)
 
“Mi piacciono,” Disse Spencer lasciando la mia mano e riportando la sua attenzione verso il traffico. “Soprattutto il colore. Non sapevo facessero lo smalto color bronzo.”
 
Nemmeno io, ma mi piacevano molto. Guidammo fino al salone di acconciature e quando entrammo ci dividemmo. La ragazza che si sarebbe occupata dei miei capelli era molto simpatica e le chiesi di tenere la mia chioma scura sul semplice.
Dopo averli lavati li piastrò e infine creò delle onde solo sulle punte con il ferro, creando un po’ di movimento.
 
Dopo aver mangiato fuori ci incamminammo verso l’House of Blues e parcheggiato dall’altro lato della strada vedemmo il tour bus dei ragazzi. Spencer lo riconobbe da alcuni video che aveva visto su youtube.
Mentre discutevamo su quali canzone avrebbero cantato girammo l’angoloper arrivare alla fila d’entrata ma andai a sbattere contro qualcuno. Caddi per terra e subito dopo lui cadde sopra di me. Rimanemmo immobili per qualche secondo, e Spencer invece di aiutarci rimase immobile a guardare.
 
“Avresti dovuto vederlo! Ho sempre voluto vedere questo tipo di scontro e grazie Reagan per averne fatto parte!” Ridacchiò e io sbuffai.
 
“Spence, potresti controllarmi i capelli quando riesco ad alzarmi? Ho passato un’ora su quella sedia, non vorrei che si fossero rovinati prima ancora di incontrar...” La persona stesa su di emise una specie di lamento. “Ti sei accorto che sei ancora addosso a me? Puoi alzarti quando vuoi, prenditela comoda!” Aggiunsi sarcasticamente. Lui guardò verso di me e mi accorsi che avevo di fronte Scott Hoying. Rimasi immobile.
 
“Mi dispiace, sta bene?” Mi chiese. Non riuscivo a rispondere, così annuii.
 
Scott si inginocchiò e si pulì la maglietta e i jeans, poi si alzò in piedi e mi accorsi che era tanto alto da fare ombra a Spence. Mi tese un mano e io la afferrai alzandomi davanti a lui. Sembrava così imbarazzato, così gli dissi di nuovo che stavo bene e raccolsi le borse che mi erano cadute sperando che non si fosse rotto nulla. Scott passò le mani sulla mia schiena per levare la polvere dalla mia maglia ma quando mi piegai per raccogliere le borse sentii la sua mano sfiorare il mio di sedere.
 
“CAZZO! Scusa,” disse ritirando la mano di scatto “Miravo alla schiena ma ti sei abbassata ma non stavo… Giuro che non l’ho fatto di proposito!”
 
“Dove diavolo è la mia videocamera quando mi serve?!” Disse Spencer ridacchiando. Scott sbuffò all’uscita di Spence, poi si voltò di nuovo verso di me.
 
“Mi dispiace davvero, per tuto… Stavo andando a prendere qualcosa da mangiare e…” Guardo la mia testa. “E i tuoi capelli stanno benissimo, comunque, non ce n’è uno fuori posto. Ho capito che dovete incontrare qualcuno, siete qui per il concerto?”
 
“Uhh sì. Abbiamo biglietti VIP. Stiamo per incontrare voi.”
 
“Bene,” Continuò Scott. “Siete tipo un’ora in anticipo ma se aspettate qui un attimo quando torno vi porto dentro con me. Voglio dire, è il minimo che possa fare dopo averti travolta…” Spencer e io rimanemmo congelati a guardarlo. “State bene?”
 
Scossi la testa. “Sì! Sì. Scusami, si ti aspettiamo e grazie. E’ molto carino da parte tua.”
 
“Non c’è problema!” Disse e sparì di nuovo. Mi voltai verso Spencer e incontrai il suo sorriso colmo di esaltazione.
  
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