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Autore: Allyn    02/12/2013    3 recensioni
Per la vita o per la morte è una long che vede protagonisti Sasuke e Naruto, in un universo alternativo sono due ragazzi dell'ultimo anno di superiori, Sasuke con il suo passato ricco di dolore, tessuto in una trama di sangue e follia, Naruto invece con molta sofferenza alle spalle eppure carico di una voglia di vivere contagiosa. Le loro vite si incroceranno, scatenando così una serie di eventi e di cambiamenti in entrambi... fino all'epilogo di questa storia, con una corsa disperata contro il tempo, con il cuore pronto a esplodere nel petto, nel tentativo di uno di raggiungere l'altro, che sia per la vita, o per la morte.
Nella speranza che vi piaccia!
***
Sasuke mi guardò, senza dir niente, fissò il rosso che tingeva la mia pelle, guardò dentro i miei occhi, scrutò, forse alla ricerca di qualcosa per cui urlarmi contro.
Provò a ritrarre la mano, ma la trattenni a me, stringendola, facendogli male là dove la ferita pulsava.
“Non mandarmi via” Pregai.
Le lacrime vicino ai suoi occhi non si erano ancora asciugate.
“Non mandarmi via” Lo abbracciai, tenendo ancora stretta la sua mano nella mia, sporcandomi di rosso la maglietta.
***
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ok! Chiamasi ritardo, vistoso, vergognoso... Ho letto tutte le vostre BELLISSIME recensioni, a cui risponderò a breve, e devo ammetterlo, sono state proprio queste a convincermi a pubblicare il resto di questa storia che avevo messo da parte per finire la long “Lacrime e Sangue”e per dedicarmi un po’ alle OneShots. Vogliate perdonarmi e se ne avrete la forza e la pazienza spero di vedervi ancora anche su questi nuovi capitoli, che vi dirò, finalmente si scrivono con divertimento...anche se la storia comunque dovrebbe avere un epilogo abbastanza forte, basta guardare l’inizio...

Insomma, so che sono diventata una di quelle fanfictioner rompiballe, ma sopportatemi, è l’amore che nutro per questi due (fa pat pat ad un piccolo Sasuke e ad un piccolo Naruto) ad avermi deviato mentalmente rendendomi idiota.

Allyn è tornata con i suoi scleri, e vi promette tante NaruSasusate e SasuNarutate...ahahah J Spero di leggere ancora tante vostre recensioni

UN BACIO GRANDE!

 

Capitolo 3

“Da piccolo avevo paura del buio” Sussurrai, guardando la luce dei lampioni filtrare dalle persiane e illuminare la fiocamente le lenzuola.

Alzai una mano cercando di afferrare quell’arancione artificiale pronto a spezzare il buio, invano.

Vidi gli occhi neri di Sasuke aprirsi e guardarmi attentamente nella penombra.

“Non c’è niente da temere nel buio, se non in quello che ci portiamo dentro” Disse con un filo di voce, stringendosi in quel letto troppo piccolo per entrambi.

Mi fece paura la serietà che mise in quelle parole, la tristezza con cui aveva intriso ogni lettera, perciò non riuscii a prenderlo in giro o a scherzare sopra quella frase.

“Sasuke, mi dispiace di non averti potuto offrire un futon, o un posto più comodo, ma...beh, grazie di essere rimasto” Mormorai.

Lo sentii sorridere, un sorriso di scherno, gli unici che increspavano le sue labbra sottili.

“Sentimentale” Sputò, girandosi e dandomi le spalle.

Gli feci il verso, storcendo la bocca a più non posso e tirando fuori la lingua, era irritante, freddo, eppure la sua presenza rendeva tutto diverso, migliore, meno triste.

“Adesso dormi, ho sonno” Sentenziò accomodandosi meglio sul cuscino. Guardai i suoi capelli lisci carezzare la federa di cotone, avrei voluto allungare le dita, e immergerle in quel mare d’inchiostro, ma ritrassi la mano per portarla sotto la testa e chiusi gli occhi, poi sentii i suoi piedi sfiorare i miei, erano freddi.

Non mi ritrassi, ricordo solo che quando mi addormentai la nostra pelle aveva la stessa temperatura, e il buio quella notte era molto meno spaventoso, con Sasuke accanto.

 

***

“Quando dormi scalci, sei insopportabile anche da incosciente” Commentò camminando al mio fianco, gli occhi neri fissi sulla strada.

Aveva l’aria un po’ frastornata, i capelli lisci e in disordine e un paio di occhiaie livide che spiccavano sul suo carnato chiaro, quasi non avesse dormito poi molto, mi chiesi se fosse colpa mia e del mio scalciare.

“Beh, per essere sincero tu hai borbottato per tutto il tempo” Ribattei, ricordando il suo sonno agitato, l’insieme confuso di parole, di suppliche, di lamenti. Preferii non approfondire, lo sguardo truce che mi lanciò mi permise di comprendere che ne era a conoscenza.

“Allacciati per bene la cravatta, scemo” Sorrise poi, fermandosi in mezzo al marciapiede e allungando le dita verso la mia uniforme.

Persi uno, due, tre battiti, in un’apnea cardiaca che mi obbligò a rimanere immobile per non collassare.

Le sue mani armeggiarono esperte con quel pezzo di stoffa, mi permisi di guardarlo, di scrutare la sua espressione concentrata, le fittissime ciglia nere, gli zigomi ben delineati.

“Ecco fatto” Annunciò a lavoro terminato, contemplando la sua opera.

“G-grazie” Borbottai ancora scosso, con i piedi ben piantati sull’asfalto.

“E ora che fai con quella faccia rossa? Ti senti male?” Chiese Sasuke perplesso, poggiando una mano pallida sulla mia fronte, e poi...poi si avvicinò poggiandovi le labbra.

Sarei potuto morire in quel momento, implodere, collassare a terra come un sacco di patate, ma il mio cuore resse il colpo, lo guardai sbigottito mentre si staccava da me con un sorriso, le dita ancora premute sulla mia pelle.

“Non hai la febbre...” Sentenziò.

“C-Cos’era quello?” Balbettai ancora rosso in viso.

“Oh, scusa, mia madre...diceva sempre che la febbre si sente con le labbra, le mani sono inaffidabili” Disse sereno, ticchettando con i polpastrelli sulla mia fronte.

“Dai, smetti, non ho niente” Brontolai scostandomi dalle sue dita e prendendo a camminare.

“No, non vorrei che mi avessi contaminato con i tuoi germi” Spiegò l’Uchiha seguendomi con aria annoiata.

***

Dopo quello strano episodio il mio mondo cambiò.

Sakura non esisteva più, nessuna ragazza di cui prima avevo decantato la bellezza, le forme o la simpatia, riusciva ad eguagliare il suo viso, il tocco delle sue labbra, che seppur mi avessero sfiorato la fronte di sfuggita, avevano impresso sulla mia pelle un marchio caldissimo e indelebile.

Ammetterlo a me stesso sembrava impossibile, perciò ignorai il mio cuore, ignorai i segnali del mio corpo e continuai nella folle impresa, diventare il suo migliore amico, scoprire quale fosse il segreto, o meglio ciò che lo tormentava e così aiutarlo.

***

Successe durante un week-end, due mesi dopo l’inizio di quella che io non saprei se chiamare amicizia, che pregai Sasuke di mostrarmi casa sua.

Avevamo appena finito i compiti, se non ci fosse stato lui non li avrei neppure toccati, soprattutto matematica. Il tempo era quel che era per inizio inverno, freddo polare, vento e nuvole minacciose all’orizzonte. Sasuke mi guardò, il telecomando in mano e l’aria stanca di chi aveva dovuto pazientemente spiegare i capricci matematici ad un analfabeta; eravamo entrambi seduti sul mio letto, la piccola tv accesa su un insulso canale di televendite e i libri finalmente abbandonati sul piumino arancione.

“Ehi genio, vediamo se vendono anche cervelli nuovi!” Scherzò indicando il piccolo schermo luminoso e un ometto sulla quarantina dal sorriso ammaliante che proponeva la vendita di materassi ortopedici.

“Molto divertente, Sas’ke” Sbuffai, sdraiandomi supino, le mani tra i capelli, con i polpastrelli a massaggiare la testa dolente per il troppo studio.

“Tu hai una tv più grande?” Chiesi, cercando di guardarlo, anche se da quella posizione potevo intravedere solo le sue spalle larghe e magre sotto una maglietta scura.

“Ah-ah” Si limitò a rispondere cambiando canale.

“E anche la tv satellitare?” Continuai, alzando il capo fino a intravedere tutta la sua figura.

“Ah-ah”

“E perché vieni sempre a casa mia a guardare questi canali insulsi?” Sbottai tirandogli un cuscino, che gli scompigliò tutti i capelli.

Sasuke si voltò verso di me lentamente, si ravvivò i capelli con un gesto della mano pallida e disse:

“Se sono di troppo me ne vado”.

Poi si alzò dal letto. Scattai come un felino, trattenendolo per la maglia.

“Tu sei completamente fuori!” Lo ammonii.

Mi fissò senza che dal suo volto trasparisse alcuna emozione.

Mi chiesi se l’avessi ferito in qualche modo, perché anche senza che i suoi lineamenti tradissero alcunché, sentii che quel ragazzo era fragile, molto più di quanto credessi.

“Vado via, non me la sono presa. Effettivamente...sono quasi sempre a casa tua, dormo qua molto più spesso che nel mio letto” Continuò.

Arrossii, ripensando a tutte le notti in cui lo avevo trattenuto lì, in cui poi, in silenzio lui aveva deciso di trattenersi senza che dicessi più niente, di sfiorare con i suoi piedi i miei, fino a quando il freddo non abbandonava la nostra pelle così diversa. Il nostro tacito accordo, soli entrambi, soli insieme. Ripensai alle volte in cui mi ero svegliato, con il suo viso vicino, la sua mano aperta a invadere il mio cuscino, aveva l’abitudine a spostarsi nel sonno ed io mi limitavo a gioire di quella vicinanza fortuita, dei suoi lineamenti persi, per una volta liberi dalla maschera algida che si costringeva a indossare. Una fitta allo stomaco ogni volta, perché insensatamente il mio corpo avrebbe desiderato muoversi in avanti, sigillare le sue labbra socchiuse con le mie, in un bacio, un bacio la cui sola idea mi sconvolgeva, perché io non ero...quel genere di ragazzo a cui piacevano i ragazzi...eppure...

“Sasuke...Non hai capito” Sorrisi, afferrando con la mano libera un libro e scaraventandoglielo addosso, scacciando via con quel gesto il ricordo di tutte quelle sensazioni.

“Non è questo, è che secondo me casa tua è migliore!” Scoppiai in una risata che riempì tutta la stanza, Sasuke mi guardò sbigottito, poi scosse la testa e cacciò via la mia mano dalla sua maglietta.

“Credo che in nome della cortesia io sia obbligato a invitarti vero?” Sbuffò scocciato.

Annuii con gli occhi che brillavano, vedere casa di Sasuke, camera di Sasuke, il posto il cui viveva Sasuke...il solo pensiero mi riempiva di gioia, riuscire a capire come fosse la casa di qualcuno che come me era solo.

Quello che provavo per lui era solo empatia, mi dissi, mentre mi infilavo le scarpe e lui si stringeva al collo una sciarpa...solo empatia per un amico, per un...simile?

“Oh, Sasuke, prima di andare a casa tua” E le labbra mi si allargarono in un sorriso enorme “Fermiamoci a compare la cena” Finii.

Lui sbuffò aprendo la porta di casa mia e uscendo nel pianerottolo, lo raggiunsi e nella penombra mi parve di scorgere un sorriso sottile.

   
 
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