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Autore: larrytheway    02/12/2013    20 recensioni
"Hai bisogno di una mano?" chiesi io preoccupato.
Quella frase mi cambio la vita, solo che me ne resi conto troppo tardi...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All or Nothing 1

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Quando mi svegliai la musica era spenta e il sole stava tramontando dietro le montagne, ricoperte ormai dalla neve che non cessava.

Ero da solo sul letto, c'era l'iPod vicino a me con le cuffie sul comodino, ma per il resto la stanza era silenziosa.

Sentivo dei passi provenire dal corridoio e un "Ciao" mi fece voltare verso la porta della camera: Emily stava ferma, davanti alla porta, con le braccia incrociate al petto senza togliere lo sguardo da me.

Aveva i capelli sciolti come la prima volta che la vidi, un maglione natalizio, dei leggins neri e delle pantofole, altrettanto natalizie; era perfetta, sembra stupido ma lo era davvero.

"Che ore sono?" Dissi io, sbadigliando e facendola ridere "Le quattro e mezzo" Rispose, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Dovresti andare a casa...Ma se vuoi puoi mangiare qui" Continuò, timida e impacciata; io annuì e mi alzai dal letto, stiracchiandomi un po'.
 
"Ti va una pizza?" Dissi poco dopo, grattandomi la nuca e lei annuì, scendendo di sotto e lasciandomi il tempo per riprendermi dalla dormita.

Cercai il bagno e, appena lo trovai, mi ci fiondai dentro guardandomi allo specchio: non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, perché con Emily ero così...debole.
Non lo ero mai stato con una ragazza, ci mancherebbe con una quasi sconosciuta.

Battei il pugno sul mobiletto del bagno furioso, facendo rumore; lei non lo sentì e questo mi rasserenò un poco.

Scesi di sotto e vidi Emily al telefono con quella che doveva essere la pizzeria: mi sedetti sul divano e aspettai pazientemente e, quando finì, venne anche lei in salotto, mettendo a posto i libri della mensola di fianco al divano.

"Ti va di...parlare di noi? Della nostra storia?" Chiese Emily ad un'tratto, lasciandomi stupito; annuì e lei si sedette vicino a me sul divano.
Aspettai che aprisse bocca, ma non lo fece, così la scrollai con un "Di cosa vuoi parlare?" ma senza risultato; attesi un po' fino a quando non si voltò verso di me e mi sorrise "Io...sono stata adottata.

E' stupido dirlo a una persona che conosco da poco, ma devo liberarmi di tutto il peso che mi porto dietro da un botto di tempo" Disse lei.
 
Mi girai verso di lei, guardandola e incitandola a continuare, cosa che fece "Sono stata adottata dalla famiglia  Smith quando ero piccola: mia madre morì di cancro quando avevo sette anni e mio padre si suicidò pochi anni dopo la sua scomparsa.

Non so cosa si provi ad avere una vera mamma e un vero papà, guardando le tue foto l'altro giorno sembravate molto felici" abbassò la testa e sorrise leggermente, per poi continuare "Quel foglio che ti ho chiesto di consegnare al preside non è altro che una lettera da parte dei miei genitori adottivi..." Aggiunse.

Io, sentendomi in colpa, tirai fuori quel foglio dallo zaino, dandoglielo "Non ho avuto il tempo di consegnarglielo e per di più mi sono scordato, scusami" Dissi, grattandomi la nuca con fare dispiaciuto.

Lei prese tremante la busta e notò l'apertura, intravedendo il foglio bianco dentro la busta gialla "Quindi...hai letto tutto?" Disse senza guardarmi "E suppongo anche che tu mi stia dando della pazza..." Aggiunse.

Mi sentivo davvero in colpa in quel momento: avrei voluto stringerla tra le mie braccia, dirle che sarebbe andato tutto bene e che avrebbe superato questo orribile periodo.
Ma non lo feci.
 
Le chiesi nuovamente scusa per poi prendere il mio zaino ed uscire da casa sua: non capivo il mio gesto, sembravo un idiota innamorato, cosa che non ero assolutamente; mi fermai pochi passi dopo, appoggiandomi al muro di un vicolo cieco, accendendo una sigaretta.

So che fumare fa male, ma era l'unica cosa che poteva distrarmi in un momento del genere; fumando dimenticava tutto, la testa si svuotava ed ero felice.

"Cazzo" Imprecai a voce alta senza motivo, cercando di liberarmi del peso che mi portavo dietro.

Mi ritornarono alla mente dei ricordi orribili che avevo cercato di eliminare, invano.

Le sue urla, la sua disperazione...il momento in cui mi lasciò è stato il più brutto della mia vita: da lì mi collego ai problemi che ho.

Fumo.
Droga.
Autolesionismo.

Forse il più grave è l'ultimo: dopo il suicidio di Alyson avrei voluto morire anche io, nonostante le parole dai ragazzi.

Così iniziai a tagliarmi: mi punivo, ad ogni taglio mi punivo sempre di più, continuando a ripetermi che avrei potuto salvarla, avrei potuto allontanarla dagli stronzi che la perseguitavano.

Ma non lo feci e le costò caro: alzai la manica della felpa, notando sul braccio destro dei segni ancora rossi, nuovi.

Sentì dei passi in lontananza ma non me ne curai, fino a quando un "Horan...che ci fai qua?" mi riportò con i piedi per terra; Zayn mi guardava, chiedendo spiegazioni che non riuscì a dargli.

"L'hai rifatto?" Ringhiò, guardandomi il avambraccio; scossi la testa e lui si calmò "Dai ti porto a casa, si sta facendo tardi" Continuò, prendendomi il braccio, senza farmi male "E butta via questa!" Aggiunse, notando la sigaretta e prendendola, buttandola lontano da noi.
 
Mi sentì male, quando lo fece.

Forse perché ne avevo bisogno, forse perché era uno svago... non ne avevo più idea.

Mi lasciai portare a casa da Zayn, ormai stanco di tutto.

 
***
 
 
Dopo aver mangiato e dopo che Zayn se ne andò, mi sdraiai sul divano guardando la televisione.

Sei un mostro, potevi salvarla era l'unico pensiero che mi passava per la mente.

Cercai di distrarmi continuando a cambiare canale, invano: spensi così la tv e buttai violentemente il telecomando a terra per poi salire di sopra e chiudendomi in bagno.

Piangevo.

Piangevo per tutto, per quello che ho fatto e che sto facendo, per quello che ho passato e per quello che passo.

Ero stufo, totalmente stufo: la mia vita era senza senso, completamente.

Mi sedetti sulla tavola del water, piangendo sempre di più; l'unico rumore in tutta la casa erano i miei singhiozzi, le mie urla strozzate.

Sei un mostro, sei un mostro.

"Sono un mostro..." Dissi a me stesso, convincendomi e prendendo la lametta dentro il mobiletto, nascosta.

Greg mi aveva scoperto, mi aveva urlato dietro, ma a me non importava; mi punivo, punivo me stesso per quello che era successo ad altri.
 
But don't burn out
Even if you scream and shout
It will come back to you
And I'll be here for you
 
Presi la lametta, stringendola nella mia mano, come se non volessi lasciarla scappare, come se sapevo che se avesse avuto un cervello lo avrebbe fatto.

Mi feci un taglio sulla mano dalla presa troppo forte, così l’alleggerì, guardandola: la passai sull’avambraccio destro, facendo il primo segno sugli altri, più vecchi ma ancora visibili.
 
Oh I will carry you over fire and water for your love
And I will hold you closer
Hope your heart is strong enough

 
Una lacrima solcò la mia guancia, mentre i tagli si fecero sempre più profondi.

Uno, due, tre…persi il conto dopo cinque minuti: il sangue colava lungo l’avanbraccio, alcune gocce sporcavano il tappeto azzurro del bagno.

Sentì dei passi salire le scale “Niall…” Era lei, era Emily.

“Porca puttana” Imprecai a bassa voce, tra le lacrime, pregando che non entrasse e che non mi vedesse in quel modo orribile.

Aprì la porta, vedendomi: il mio braccio, ormai, era quasi del tutto dal sangue e lei divenne triste “Perché lo stai facendo idiota?!?” Ringhiò lei, avvicinandosi a me e cercando di medicarmi il braccio.

Le risposi solamente “Sono un mostro” dato che era la verità: la sua espressione era preoccupata e triste.

“Non dire così” Replicò, bendandomi il braccio.

Le sorrisi leggermente, lasciandola fare.

Ricordo che, dopo avermi bendato il braccio, mi portò a letto mettendo a posto il bagno, per poi sedersi vicino a me, accarezzandomi i capelli.

Mi addormentai tranquillo, con gli orribili pensieri che passavano per la mia testa.
 
When the night is coming down on you
We will find a way
Through the dark
 
 


 
SBAAM!

 
Saalve! Si, sono qui, con
il nuovissimo capitolo.
Riguardo agli spazi che ci sono non cosa dire,
non è colpa mia, ma del programma che è andato a quel paese
Come vi sembra? Si ha un po’ di tematiche delicate, infatti ho messo rating giallo
apposta, se mai dovesse accadere altro, diventerà arancione.
Grazie per le 10 recensioni!! Che avete lasciato nel capitolo
precedente, ve ne sono grata, davvero.
Aggiornerò appena avrò tempo, forse la prossima settimana
forse no.
A presto xx Alessia
 
 
 
   
 
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