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Autore: cioshua    04/12/2013    3 recensioni
-Harry, guardami. – gli dico alzando un sopracciglio. Lui mi guarda. –Io sono italiana. Tu no. Io sono un’aspirante giornalista. Tu no. Io sono la Styles figa. Tu no. Io posso, tu….no. Mi dispiace, fratello. – concludo.
-Tu hai problemi, io no. – risponde mio fratello ridendo.
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“E fu così che finì. Nessun ultimo abbraccio, quello che dovrebbe consolarti e augurarti buona vita, senza bisogno di dar fiato alla bocca. Nessun tipico ultimo bacio che va a bagnarsi di lacrime. Nessun "comunque sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata.” Niente di niente. Finì lentamente e in modo strano, proprio come era iniziata qualche settimana prima. In realtà neppure io saprei dire com’è andata veramente. Era una faccenda confusa. So solo che alla fine ci ritrovammo a non aver più nulla da dirci alla sera, senza il benché minimo interesse su come era andata la nostra giornata. Probabilmente perchè tanto sapevamo che era sempre la stessa, o almeno questo è quel che volevamo credere. So anche che venne una sera in cui ci ritrovammo in uno sguardo, uno di quelli che da tempo ormai evitavamo, e capimmo che ci eravamo persi. Ma forse era troppo tardi per ritrovarsi di nuovo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crediti: Sara_Scrive, thank you 








Eccoci arrivati al giorno dell’ultimo progetto con la Goldsmiths; è inutile cercare di nascondere la malinconia e tristezza che c’è nell’aria oggi. D’altronde, siamo cresciuti in questa università, abbiamo fatto delle esperienze magnifiche a livello di studi e abbiamo stretto dei legami profondi con altri studenti.
L’ansia svanisce non appena vedo i miei ‘colleghi’ fuori la Tate Modern, insieme alle professoresse Greater, Mountainlion, Overmay e Flower.
Ignoro completamente Zayn e la sua compagnia, anche se con la coda dell’occhio vedo il primo abbassare la testa, e raggiungo Liam. Ben gli sta. L’ho supplicato, pregato di credermi, ma lui non ha voluto ascoltarmi. Peggio per lui. Non che io non ci pensi più, non che non ci stia male.
Penso a quella settimana passata insieme, a tutte le sorprese che mi ha fatto, al primo appuntamento di merda ogni giorno.
Ma adesso c’è Liam che mi aiuta a distrarmi, per fortuna. Come farei senza di lui?
La Flower mi da una pacca sulla spalla, facendomi cadere dalle nuvole. Io le sorrido imbarazzata, allontanandomi di poco da Liam.
Entriamo per ultimi, essendo alla fine del gruppo, nell’enorme galleria d’arte, la mia preferita tra tutte quelle londinesi.
Prendo Liam a braccetto, mentre mi guardo intorno, entusiasta. Per qualche secondo incrocio lo sguardo seccato di Zayn, che non sostengo più di tanto, tornando a guardare Liam.
Le professoresse ci conducono fino al secondo piano dell’edificio, nell’ala Est. È uno spazio enorme diviso in piccoli settori, separati tra di loro da alcuni separé di legno.
-Bene ragazzi, in questa sala ci sono 5 stand. Scegliete in coppia quello che preferite, e ricordate che dovete essere informati sugli artisti e sulle opere. Buona fortuna. – dice la Mountainlion, così io afferro la mano di Liam e iniziamo a correre verso lo stand di Monet, prima che possa farlo qualcun altro.
Adoro l’Impressionismo, e Monet, e tutti i suoi quadri. Sono stupendi. Così se ci capita qualche turista non siamo impreparati, o almeno, io non lo sono.
-Spiegami perché Monet. Tra un sacco di artisti che potevi scegliere, perché l’unico di cui non so niente? – mi chiede scocciato Liam, appoggiandosi al separé e rischiando di farlo cadere per terra. Mi giro dall’altro lato, facendo finta di non aver visto niente, mentre tutti guardano Liam ridendo.
-Liam, cerca di avere una certa…attitude. – gli sussurro, quando lo sguardo dei presenti si sposta dai nostri volti. Lui scoppia a ridere, dandomi una leggera spinta. Ma io ero seria.
 
Le prime due ore passano abbastanza velocemente; molti turisti si avvicinano allo stand di Monet per ascoltare noi, o meglio, me spiegare le opere e la vita dell’artista.
Alle 12 le professoresse ci concedono mezz’ora di pausa, così Liam i porta a bere un caffè in una caffetteria a Bankside. Ci sediamo in uno dei tavolini all’interno, vicino alla finestra.
-Raccontami, hai chiarito con Zayn? – mi chiede, mentre gira il suo frullato con la cannuccia nera. Sorrido amaramente, rigirando il mio caffè con il cucchiaino.
-No, Lee. Non credo che chiariremo mai davvero seriamente questa storia, è troppo complicato per entrambi da spiegare. – gli spiego, guardando un po’ lui e un po’ fuori dalla finestra.
Penso che la faccenda della scommessa, questo litigio, rimarranno in sospeso, un compito incompleto messo da parte da tutti e due, forse troppo orgogliosi per rimediare o solo convinti fermamente delle proprie opinioni.
Lui fa una smorfia. –Dai, non dire così…- cerca di incoraggiarmi. Io non reagisco, l’argomento mi rende nervosa e non voglio voltarmi male contro Liam.
-Facciamo così. Rispondi a queste domande che ti sto per fare con vero o falso. Ci stai? – mi chiede, sorridendo. Non so che cosa ha in mente, ma decido di assecondarlo, annuendo.
-All’inizio avevi intenzioni serie con lui. Vero o falso?
Ci rifletto su un poco e, un poco imbarazzata, rispondo “falso”.
-Secondo te, Louis gli ha detto della scommessa. Vero o falso?
Questa volta affermo con sicurezza “vero”. Sono convinta al 100% che sia stato Louis, non può essere stato nessun altro.
Liam sospira prima di fare la terza domanda. –Lui ti manca. Vero o falso?
La porta della caffetteria si apre, entrano dentro Nesbitt e Mason, seguiti da Zayn. Lui si accorge di me e Liam, quest’ultimo si gira a guardarlo.
Vedo lo sguardo di Zayn diventare freddo e distaccato, mentre i suoi amici lo portano via dal locale.
-Vero. – affermo, abbassando la testa e voltandomi a guardare dall’altra parte.
 
Anche questo ultimo progetto termina al meglio. Le professoresse abbracciano me, Alice, Harry e Zayn commosse, augurandoci il meglio per il futuro.
Anche la Greater, così rigida e severa, si ammorbidisce.
Liam mi ha detto di volermi portare in un posto speciale, dice che mi divertirò di sicuro. Saliamo nella sua macchina, una Range Rover grigia, giusto perché c’è crisi. Appena seduta sul sedile anteriore accanto al suo noto subito l’impianto per l’iPhone montato sul cofano, così chiedo a Liam di prestarmi il suo telefono e scorro la lista delle canzoni.
Ripongo l’iPhone nel mini impianto stereo e faccio partire “This Love” dei Maroon 5, una delle mie canzoni preferite. Liam inizia a scuotere la testa in modo buffo, facendomi ridere.
Inizia a cantare le prime strofe, lasciando sorpresa dalla sua bella voce, e dopo cantiamo insieme il ritornello. È incredibile come anche solo cantare una canzone può essere così divertente con Liam.
La canzone procede, come il nostro cammino, mentre io mi vedo costretta a fermarmi per osservarlo.
-Liam, hai una voce pazzesca! – mi complimento, stupefatta. Non lo facevo così bravo a cantare, prima d’ora non l’avevo mai sentito.
Lui mi sorride imbarazzato. La dolcezza di questo ragazzo mi spiazza.
-Chiara mi ha confessato che la professoressa Black vuole indurre un musical della scuola. Lei all’inizio ha cercato di spiegarle quali effetti potrebbe avere una fama da High School Musical sulla Goldsmiths, ma poi la professoressa è riuscita a convincerla. – gli racconto, entusiasta.
-E allora…?
-E allora tu devi partecipare! – esclamo, lui rotea gli occhi. –O almeno fare i provini. Ti prego, Liam, sei eccezionale. Fallo per me. – lo supplico, congiungendo le mani.
Lui scuote la testa ridendo. –Non mi convinci in questo modo. E poi prima dovrei aspettare la comunicazione ufficiale…
Capisco di averlo quasi convinto.
-Come vuoi tu. Significa che dovrai passare un altro anno noioso studiando Economia e buttando nel cesso la possibilità di diventare qualcuno di veramente importante e adorato all’interno dell’università e, chissà, anche fuori…- tento di confonderlo con il giro di parole, trattenendo le risate.
-Se il progetto verrà ufficializzato parteciperò, d’accordo? – mi accontenta, quasi incredulo delle sue stesse parole.
Io lancio un gridolino entusiasta, battendo le mani enfaticamente e facendo pentire Liam della sua scelta. Cose che capitano.
Quando la macchina si accosta al marciapiede impiego qualche secondo a riconoscere il luogo dove mi ha portato: il Luna Park.
La mia reazione, simile a quella di un bambino di cinque anni, fa ridere Liam, che perde tempo a prendere le chiavi della macchina, incastrate.
-Muoviti, Liam, avanti! – gli dico, bussando contro il finestrino. Lui riesce ad estrarre la chiave; successivamente esce dalla vettura e la chiude automaticamente.
Lui mi raggiunge correndo, dato che avevo iniziato ad incamminarmi senza di lui, e si mette alla mia destra, stringendomi la mano. Guardo prima le nostre mani e poi lui, confusa. Mi volto, guardando davanti a me e lasciandomi sfuggire un piccolo sorriso. Un sorriso per metà ironico, prendendomi in giro da sola per la situazione strana, e per metà sincero, sorpresa dalla situazione. E menomale che Liam è il migliore amico di Zayn…Okay.
Entriamo dentro il parcheggio dove è allestito questo Luna Park dell’ultimo minuto, perdendoci in mezzo alla folla chiassosa.
-Oh mio Dio, Liam. – lo chiamo, colpendolo con le nostre mani intrecciate.
-Che succede? – si gira, allarmato.
-C’è lo zucchero filato! – esclamo entusiasta, ridendo. Corro verso il carretto dello zucchero filato trascinandomi dietro Liam, che ogni tanto inciampa su qualche persona, scusandosi a caso.
Entrambi facciamo il nostro primo acquisto, entusiasti, e subito dopo ci avviciniamo ad uno stand con dei barattoli sistemati a piramide e, in alto, appesi i premi in peluches di varie dimensioni.
-Vieni qua, proviamo questo. – mi dice Liam, portandomi lì vicino.
-Salve, ragazzi. Se fate cadere tutti i barattoli vincete il peluche più grande. – ci spiega il venditore dietro il bancone. –Se ne fate cadere solo uno, vi meritate un bel portachiavi. – scherza, sorridendo.
Liam prende la pallina, facendo finta di concentrarsi. –Liam, posso farti distrarre o confondere? – gli chiedo, attaccandomi al suo braccio sinistro.
-Dipende. Se vuoi quel coniglio enorme appeso lassù no, altrimenti fai pure. – ribatte lui, sorridendo.
Io mi stacco, mormorando un “aaw, che dolce”.
Liam lancia la pallina gialla esattamente al centro della piramide, facendo cadere tutte le lattine. Le persone dietro di lui che osservavano la scena applaudono entusiaste, me compresa.
-Abbiamo un vincitore. – sentenzia dunque il venditore, sorridendo. Stacca dal filo in alto il coniglio bianco enorme e lo porge a Liam, che a sua volta lo da a me.
-Aaw grazie Lee, sei fantastico! – lo ringrazio abbracciandolo e rischiando di far cadere il mio zucchero filato per terra. C’è mancato poco, Dio…
Lui ricambia il mio abbraccio ridendo, dopo ci allontaniamo dalla folla e ci avviciniamo alle giostre.
Arriviamo davanti la Casa degli Specchi, quindi obbligo Liam ad entrarci. Altrimenti che siamo venuti a fare? Che senso ha un luna park senza casa degli specchi?
Entriamo dunque nel labirinto fatto di specchi e vetri trasparenti, dove altre persone si muovono a tentoni e altre sbattono ripetutamente la testa sullo stesso vetro.
-Liam, è impossibile. È la terza volta che passiamo di qui! – gli dico, fermandomi di botto. Lui si gratta la nuca nervoso.
-Ok, manteniamo la calma. Dovrà pur esserci un modo…- risponde, più a se stesso che a me. I nostri ragionamenti vengono interrotti dall’urlo glorioso di un bambino, che riesce a trovare la via d’uscita.
Liam inizia a sbattersi la testa contro un vetro di proposito, io sono troppo impegnata a ridere per aiutarlo.
Adesso ci siamo solo noi, tutti gli altri hanno seguito il bambino e noi siamo rimasti qui. Giriamo a zonzo nel labirinto, ridendo nervosamente e mandandoci qualche battutina.
-Guarda, ci sono Harry e Alice! – mi grida nell’orecchio Liam, facendomi venire voglia di rompergli uno di questi vetri in testa. –E anche Chiara e Niall…- continua, entusiasta. –E anche Zayn…e anche Zayn e Emily…- continua accigliato. Io schiaccio il naso contro il vetro per guardare meglio.
-Hanno avuto tutti la nostra idea…- conclude. Emily gli sta attaccata come una cozza, lui si guarda intorno. Alice e Chiara si accorgono di me schiacciata contro un vetro e del mio tentativo di sopprimere il coniglio di peluche e scoppiano a ridere.
-Liam, ci hanno visti! Siamo salvi! – esclamo, scuotendogli il braccio. Lui scoppia a ridere non appena si accorge di tutti gli altri fuori la Casa degli Specchi che muoiono dalle risate per noi.
Iniziamo a cercare di nuovo l’uscita, entrambi tenendo per mano il coniglio per non perderci. Una scena imbarazzante quanto divertente.
-Io mi arrendo. – sentenzio infine. –Moriremo qui dentro. –
Mi siedo per terra, abbracciando il coniglio sconsolata. Liam si siede accanto a me.
-E se non riusciamo davvero ad uscire? Se rimarremo intrappolati per sempre? – inizia, facendosi prendere dal panico.
-Beh, almeno moriremo insieme. – obietto, alzando un sopracciglio.
-Touché. – replica, ridendo.
Da fuori mi accorgo di un ragazzo con una polo rosa indicare verso la sua destra, guardandoci.
Io e Liam ci scambiamo uno sguardo confuso e ci alziamo da terra. Il ragazzo continua a gesticolare verso la sua destra, che per noi è la sinistra. Mi volto quindi da quel lato e mi accorgo di una grande freccia rossa che punta verso il basso.
-Ho trovato l’uscita! – esclamo esaltata. Ci avviciniamo a passo svelto verso la grande freccia rossa, ogni tanto sbattendo contro qualche vetro, e riusciamo finalmente ad uscire dal labirinto fatto di specchi.
Troviamo ad aspettarci Harry, Niall, Chiara e Alice. Emily e Zayn si sono smaterializzati, che peccato.
Decidiamo comunque di staccarci dal gruppo e continuare da soli, dato che Liam voleva “portarmi in un posto speciale”.
-Liam, l’ultima volta che hai voluto portarmi in un posto speciale ci siamo ritrovati in una piazza vestiti da pacman e un fantasmino e abbiamo pure incontrato Emily e Zayn. Puoi dirmi dove stiamo andando? – domando impaziente.
-Ti hanno mai detto che rompi le palle in una maniera impressionante? – mi chiede lui in risposta. Alzo gli occhi al cielo.
-E allora perché sei con me adesso? E poi non si risponde ad una domanda con un’altra domanda. – butto là, rendendomi conto dopo del mio sbaglio.
-Ma tu mi hai appena risposto con una domanda! – enfatizza, quasi offeso.
-Mi astengo dal rispondere. – chiudo il discorso, abbracciando il coniglio.
Arriviamo davanti un palazzo con un insegna enorme sul tetto che recita “HOTEL”. Mi volto verso Liam confusa, ma lui non mi dà tempo di aprire bocca che siamo subito dentro.
Nella hall c’è un caldo soffocante, la carta da parati è staccata dal muro in alcuni punti e la moquette, che un tempo suppongo fosse bianca, adesso è grigia. Non proprio un cinque stelle, diciamo.
Liam mi dice di aspettarlo esattamente dove sono, mentre si avvicina circospetto al receptionist. Si scambiano qualche parola sottovoce, dopodiché il signore dietro il bancone porge a Liam una chiave presa da un cassetto. Lui lo ringrazia e si avvicina sorridendo.
Iniziamo a salire le strette scale ricoperte dalla stessa moquette grigiastra, cercando di stare attenti a non mettere male un piede e cadere uno addosso all’altra.
-Non c’è un ascensore? – domando alla terza rampa di scale, già esausta.
-Siamo quasi arrivati, avanti. – risponde lui, il respiro affannato.
Mi sta salendo l’acido al cervello.
 
Riusciamo finalmente ad arrivare all’ultimo piano, non proprio sani ma quantomeno salvi. Liam infila la chiave nella serratura dell’unica porta di quel piano; leggermente sollevata dal pavimento, un poco stretta e di metallo, arrugginita vicino i bordi.
Quando la stessa si apre, entra una soffiata di vento che per qualche secondo riesce a far respirare l’ambiente alle nostre spalle. Attraversata la soglia ci ritroviamo sul tetto del hotel. Subito mi avvicino ai bordi bassi, ammirando il panorama che mi si presenta davanti.
Mi siedo sul cornicione davanti l’enorme insegna “hotel” e accanto a me si siede Liam, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
-Tra tre giorni dobbiamo lasciare l’università…non so nemmeno se nella nuova università ci faranno finire l’anno scolastico, probabilmente lo perderemo. – lo informo, sospirando e appoggiando la testa sulla sua spalla.
-Domani portate i moduli di iscrizione a casa nostra, li compileremo insieme…magari la prenderemo anche a ridere, sai com’è, quando siamo tutti insieme. – replica, cercando di rassicurarmi.
-Sarà dura lasciare la Goldsmiths. Ma soprattutto mi dispiace infinitamente per…- inizio, venendo interrotta da Liam.
-Per Zayn. – termina la frase al mio posto.
-Sì, andiamo, era il suo primo anno alla Goldsmiths e l’ultimo anno prima della laurea, e probabilmente per colpa mia l’anno prossimo dovrà ripetere l’anno. Sono un disastro. – ribadisco.
-Smettila di darti continuamente la colpa di quello che succede. Se la Mountainlion non vi avesse scoperti, tuo fratello e Alice sarebbero stati comunque espulsi. Vorresti darti la colpa anche di questo? È successo quello che è successo, l’espulsione, la storia della scommessa, e quant’altro. Adesso non puoi più cambiare niente, è inutile farne drammi personali fino allo sfinimento. – risponde.
Segue un piccolo momento di silenzio. Liam ha ragione, lui un modo per avere ragione lo trova sempre.
-Grazie, Liam. Mi stai facendo ragionare, un poco. – rispondo io con una risatina. –In questo periodo sei più profondo, o sbaglio?
Lui ridacchia. –Mi succede solo quando sono con te.
Io aggrotto la fronte. –Spiegati meglio.
-È strano anche per me. È che da un lato tu mi rendi così nervoso alle volte, che non so nemmeno cosa dirti, cosa risponderti, mi fai bloccare, certe volte non riesco nemmeno a salutarti, e mi sembra di essere di nuovo un sedicenne. Però da un altro lato, quando siamo insieme, mi viene spontaneo essere più me stesso, svelare quella parte di me che nessuno ha mai conosciuto, anche non rendendomi conto di quello che dico, vengo preso alla sprovvista solo in un secondo momento dalla mia sicurezza. Quando sono con te mi dimentico che il tempo passa, che il mondo sta crollando, che dovrei tornare all’università o studiare per l’ultimo esame, che dovrei richiamare i miei amici o che dovrei rispondere a un’e-mail di un professore. Sono più spensierato, imprudente, leggero. Rischio, quando sono con te. – ammette, parlando a tratti più velocemente e ad altri più tranquillamente.
Io posso soltanto restare impressionata dalle sue parole. Non pensavo che potessi mettere Liam in una situazione così contrastante, dato che ogni cosa che facciamo insieme viene così naturale, non credevo di poter suscitargli tutto questo.
-Mi lasci senza parole, lo fai sempre. – commento a bassa voce. Allora lui si avvicina ancora di più, fino a quando le nostre labbra si sfiorano. Esita per un attimo e, infine, mi bacia.



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Ho messo più tempo a scrivere questo capitolo perché speravo di ricevere almeno una recensione a quello scorso. Ho deciso che continuerò a scrivere la storia, ma non pubblicherò fino a quando non mi darete segni di vita(?).
Anyway, grazie a tutti i lettori.
Ho scritto una spin-off dal POV di Zayn, Who's that girl. Passateci :)

  
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