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Autore: koopafreak    06/12/2013    3 recensioni
Una serie di episodi indipendenti l'uno dall'altro e di estensione variabile dedicati ai miei regnanti preferiti. Alcuni di essi saranno frutto della mia fantasia, altri tratti direttamente dalla serie originale e presentati attraverso gli occhi dei protagonisti. Ognuno abbraccerà sfumature diverse e mi limito ad indicare la raccolta come generale perché non mi è possibile conciliarli tutti sotto un unico genere. Forse appena un pizzico, giusto una spolverata di BowserxPeach qua e là.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Peach, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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« Non è stato carino, Peachy » disse il Re issandosi dal fiume di lava e scrollandosi di dosso i resti di roccia fusa con la grazia di un cane bagnato prima di rimettersi in piedi. Anche la sua voce era mutata, acquisendo un'impronta più cavernosa come se le stesse parlando da sotto terra.

« Scusa. Non l'ho fatto apposta. » La fanciulla scese dal suo Bolide Retrò quando gli schizzi incandescenti cessarono di volare in giro.

In attesa del fatidico arrivo di Mario, il koopa le aveva proposto una sfida amichevole coi loro kart nel suo castello e la Principessa aveva accettato ben volentieri, sotto sotto ansiosa di riscattarsi dalla sua ultima sconfitta del rapimento precedente. Purtroppo a metà del percorso Bowser era riuscito ad assicurarsi un discreto stacco, conoscendo ogni angolo della pista su cui tra l'altro ci regnava sovrano, girando il muso di tanto in tanto per punzecchiarla come solo lui era capace per farla innervosire fino a lasciare i segni delle dita sul volante. Giunti al ponte stretto che li separava da una ripida salita a chiocciola, il mini-turbo si era attivato e la macchinina graziosa ma battagliera della Principessa si era lanciata in avanti con una spinta tanto poderosa che, urtando il mezzo assai più pesante di Bowser, riuscì comunque a farlo sbalzare di lato con sorprendente violenza da mandarlo fuori strada, ossia nella lava. Okay che Peach aveva avuto tutta l'intenzione di assestargli una batosta per insegnargli un atteggiamento più sportivo, ma quello era stato un vero attacco non previsto e nemmeno lei aveva fatto una bella figura...

Osservò il drago battere sul lato del cranio per espellere qualche goccia di magma fastidiosa dal foro dell'orecchio, scuotendo poi la testa e sbatacchiando il codino focoso che era tutto ciò che restava della sua chioma fluente.

« Ti ha fatto male? » Peach si sentì in dovere di chiedere.

« Naah. Ci sono abituato » la mise tranquilla Skelobowser con un gesto della mano scarnificata. « Tra poco passerà l'effetto e tornerò come nuovo. »

« Come fai a ridurti così? » Si mosse ulteriormente verso di lui per studiare meglio la forma più lugubre che sapeva assumere dopo un bagno rovente.

« Merito della mia magia che rende il mio scheletro indistruttibile » rispose fiero colpendosi la cassa toracica con un pugno forzuto. « Quando finisco nella lava, cosa che capita piuttosto spesso come ben sai, mi permette di uscirne illeso ma in cambio consuma il mio corpo fino alle ossa. » E si mise a ridere per quella che Peach non seppe decidere se fosse stata una freddura o meno.

La Principessa esitò un secondo e tese un braccio curiosa in uno degli spazi vuoti tra le placche spesse del busto.

« Senti qualcosa? » domandò affascinata avvicinando le sopracciglia sottili.

Oltre ai boo che infestavano la zona, i tartossi erano le creature che aveva considerato da sempre le più singolari in assoluto e in questa forma il drago ne condivideva la stessa natura strabiliante che stravolgeva le leggi naturali. Sebbene fossero generalmente schivi e preferivano stare sulle loro, ne conosceva ormai diversi tra le truppe e la servitù ed aveva avuto l'occasione di instaurarvi rapporti amichevoli tra una permanenza e l'altra presso la fortezza reale, ma non aveva mai avuto il coraggio di fare un esperimento simile per timore di mettere in imbarazzo prima loro e poi se stessa. Con Bowser invece era diverso.

« Eheh, no » rispose allegro il koopa al gesto forse un po' indelicato, magari invadente visto che aveva la mano completamente dentro lo sterno.

Il ghigno naturale del teschio non forniva alcun suggerimento sull'espressione che avrebbe potuto mostrare al momento, ma lo sfavillio fioco delle sue orbite che si ravvivò come un fiammifero acceso lasciò intuire la Principessa che le stava sorridendo.

O almeno quello avrebbe fatto se avesse avuto ancora i muscoli del viso. Immaginò distintamente un angolo delle labbra arricciarsi mentre restava immobile studiandola a sua volta divertito.

« Però questo lo senti? » Fece scorrere la punta dell'indice lungo una delle costole.

Gli anfratti bui sul volto cadaverico sopra di lei si illuminarono nuovamente di giocosa ilarità accompagnata da una risatina rauca. Peach percepì le ossa vibrare al tatto, come se fosse uscita direttamente da esse in assenza delle corde vocali. Trascinata dalla bizzarra comicità della faccenda, portò la mano vicino alle fauci affilate e strofinò i polpastrelli sul punto speciale, sotto il lato della mandibola robusta, sapendo bene che lo mandava tutte le volte in solluchero e chiedendosi se l'effetto sarebbe stato comunque lo stesso senza squame e il resto. Toccare direttamente le ossa scoperte dava quasi i brividi, lisce come metallo ma calde di vita.

Le pupille luminose al centro delle cavità vuote si affievolirono fino ad estinguersi e Bowser inclinò la testa con un gorgoglio appagato, reagendo come sempre e poggiandole il muso aquilino sul palmo morbido. La coda appuntita nascosta dalla sagoma spigolosa del guscio si agitò leggermente e uno sbuffo d'aria le mosse i capelli, come se il drago avesse svuotato i polmoni che più non possedeva in un sospiro rilassato.

« È la cosa più strana che abbia mai visto » affermò Peach con un sorriso ritraendo la mano.

« Lo prendo come un complimento. » I pozzi di pece si rianimarono ricambiando l'espressione a modo loro. « Finiamo la nostra corsa? »

« Aspettavo te. » Peach salì di nuovo a bordo della sua vettura vecchio stile, somigliante più a una slitta finemente dipinta che una macchina da corsa e per questo capace di trarre chiunque in inganno sulla sua vera potenza sull'asfalto: una delle qualità per cui la preferiva.

Accese il motore e si girò adocchiando Bowser dirigersi tranquillo verso la sua Fiamma Volante che aveva ributtato sul ponte prima di tirarsi fuori dalla lava, preservata illesa e scintillante grazie al sortilegio di impermeabilità obbligatorio per tutti i kart. Saltò agilmente a bordo e, non appena le grinfie scheletriche si avvinghiarono al volante, il colore della carrozzeria iniziò a mutare per adeguarsi istantaneamente allo stile del gigantesco koopa tutt'ossa come un destriero obbediente: l'eccentrico verde smeraldino sparì divorato dal grigio smorto che assorbiva la luce del magma intorno senza più restituirla allo sguardo e caratteristico del nuovo guidatore; gli eleganti motivi a fiamma dai toni solari parvero consumarsi pian piano nella ruggine fino a spegnersi simili a braci morenti e persino l'effige sugli sportelli si annullò alla maniera di un foglio di carta bruciato, lasciando il posto al simbolo dai colori complementari come se fosse sempre rimasto sotto in agguato.

I sei tubi di scappamento ai lati del veicolo vomitarono lingue di fuoco bluastre uguali alle stesse del padrone che divampavano dal nulla al centro del torace per poi risalire la spina dorsale e filtrare tra le zanne perennemente esposte, fuoriuscendo insieme a un riso cupo mentre il motore sporgente dal cofano tornò in vita con un ruggito, pronto a rifarsi dell'ultimo fuoripista.

L'incidente della lava sarebbe stato decisamente meglio da evitare, ma Peach non era intimorita dal suo nuovo aspetto che avrebbe fatto tremare le gambe ai più spavaldi. Dietro quella facciata inquietante oltre nuovi standard c'era sempre il solito Bowser che stava già progettando quale premio estorcerle se fosse arrivato primo alla fine del percorso: un bacio, una passeggiata insieme, un picnic o tutte e tre le cose...

Ripresero la sfida da dove avevano interrotto e, quando venne superata senza sforzo una seconda volta, scorse una delle pupille del koopa spegnersi un secondo per rivolgerle un occhiolino furbetto prima di lasciare sulla strada la scia infuocata dei pneumatici a marcare la distanza che li separava.


Nota d'autrice:

Guardando Ghost Rider.
Meowser è l'ottava meraviglia del mondo dei Mario Bros, mentre Skelobowser è l'emblema del vero badass. Il mio preferito su "Mario Kart Wii" :]

Grazie di aver letto questa skeloshot!


Koopafreak

  
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