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Autore: ThiefOfVoid    07/12/2013    1 recensioni
La dittatura a Panem è stata ripristinata (sta a voi immaginare come) e quindi sono stati ripristinati anche gli Hunger Games. Ogni cosa è ritornata come prima,pacificatori,repressione:tutto. E' il giorno della mietitura,e in tutti i distretti la tensione è percettibile facilmente. Che gli 88esimi Hunger Games abbiano inizio,e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.
Questa fanfiction non è stata totalmente una mia idea,ma di questo vi dirò di più nell'angolo dell'autrice.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MIETITURA,ROSE

Ci risiamo anche quest’anno. Oggi è il giorno della Mietitura e il mio caro Distretto 12 perderà due dei suoi ragazzi. Il mio nome è molto gettonato,a causa del numero di tessere che ho raccimolato per la mia famiglia. Certo,siamo solo io e i miei genitori,ma lo stipendio riservato ai minatori è molto basso. Rispetto a famiglie di due o tre figli con il padre morto sono certamente più fortunata. A volte mi capita di pensare alla rivoluzione che Katniss Everdeen,la vincitrice del nostro distretto di ben due edizioni degli Hunger Games,portò avanti. Per qualche anno la popolazione stette bene,ma poi siamo tornati a questa penosa e difficile situazione di una volta. Ogni volta che siamo di nuovo in periodo di Mietitura la mattina non riesco a stare a casa la mattina,mi alzo molto presto e passeggio per il Distretto,cercando di distendere i nervi,perché ammetto di aver paura. Mia madre sa di questa mia tradizione,e sa anche che tornerò a casa in tempo per prepararmi alla cerimonia al Palazzo di Giustizia. Sono atipica e distaccata:non ho i tipici occhi grigi da Giacimento,i miei sono castani. Ho pochi fidati amici,nascondo le mie emozioni e spesso le mie insegnanti dicevano che non riuscivano a capirmi perché ero così fredda che non riuscivano a capire cosa mi passasse per la testa. A me sta bene,socializzo volentieri,ma solo quando ce n’è bisogno e solo con chi voglio io e sto bene anche da sola. Ma non oggi. Vado verso la casa di Mararet,una dei miei affidabili amici,ha un anno in più di me e entrambe abbiamo l’ansia da Mietitura addosso. Ogni volta che è il momento di andare in piazza per assistere al momento dell’estrazione cerchiamo di stare vicine per sostenerci a vicenda. Il tempo per la consueta passeggiata è finito,devo tornare a casa per prepararmi. Il solito vestito da Mietitura color lavanda,le solite scarpe tenute pulite e intere,ma quest’anno niente trecce innocenti,ma capelli raccolti in una coda di cavallo tutta verso destra che ricade sulla spalla tenuta insieme da un nastro color lavanda. E’ così che tutti mi conoscono. Quando mia madre decide che sono davvero pulita e profumata mi lascia vestire e ci dirigiamo verso la piazza principale,che si affaccia al Palazzo di Giustizia. Odio il modo in cui i Pacificatori ti tengono d’occhio,sembra quasi che non vedano l’ora di farci del male al minimo errore. I passaggi sono sempre gli stessi tre:arrivo in piazza,riconoscimento o registrazione (secondo l’età dei ragazzi e delle ragazze) con il solito prelievo di sangue e disposizione intorno al palco e agli schermi di Capitol City. Mi si spezza il cuore nel vedere i dodicenni che vanno verso la fila della registrazione impauriti e inesperti. Alcuni di loro anche se sono così piccoli hanno alta probabilità di essere estratti perché sono i fratelli maggiori di una famiglia senza papà,e quindi devono prendere le tessere per l’olio e per i cereali. Quando è finalmente il mio turno porgo la mano al Pacificatore e quando mi preleva un po’ del mio sangue non  cambio espressione nonostante il medio dolore che percepisco per pochi secondi. Vado decisa verso la piazza cercando Margaret. Nonostante io sia la minore fra le due amiche sono più forte,ho paura,ma riesco a nasconderla. Margaret invece trema come una foglia,questa è la penultima Mietitura per lei,ma ha sempre più paura. Effie Trincket arriva al Palazzo di Giustizia più puntuale di un orologio,e non ha certo dimentiato il suo finto entusiasmo. Mi è sempre stato detto che una volta il suo entusiasmo era sincero,ma quando ha conosciuto Katniss Everdee e Peeta Mellark ha finalmente capito che non c’è niente di bello negli Hunger Games. Ora come non mai percepisco il suo dispiacere e la sua amarezza,anche se riesce bene a coprirle con la positività. Il solito “Felici Hunger Games,e possa la fortuna essere sempre a vostro favore”,il solito insopportabile e ipocrita video da Capitol City,il solito “prima le signore”. Affonda la sua mano fra i nomi femminili. Estrae il piccolo foglio arrotolato di carta bianchissima. Il nome Rose Peetal risuona negli amplificatori. Rose? Metto a fuoco la situazione e mi rendo conto che Margaret mi sta guardando con occhi sgranati,sta per offrirsi al posto mio,ma le faccio cenno per dirle di non fare stupidaggini. Nessun altro oltre lei vuole sacrificarsi per me,così stringo i denti e vado a passo deciso e apparentemente tranquillo verso il palco. Quando mi trovo rialzata rispetto agli abitanti del Distretto vedo la mia famiglia e Margaret,sono distrutti. Poi Effie va senza indigio verso i nomi maschili. Viene estratto un ragazzo di 12 anni,non faccio caso al nome. E pochi secondi dopo,senza che il piccolo sventurato si sia reso conto dell’accaduto dalla piazza si alza una voce. “Mi offro volontario come tributo!”. Cerco di capire chi ha preso questa pazza decisione. Da qui non lo vedo bene,ma noto il suo passo e la sua freddezza. Distolgo lo sguardo di nuovo verso la mia famiglia. Quando il ragazzo annuncia il suo nome ho un tuffo al cuore. E’ Greg Klin. Tutti ma non lui,non riuscirò mai ad ucciderlo. Lo conobbi al Forno quando eravamo piccoli,e già ero cotta di lui. Occhi azzurrissimi,riservato e distaccato,un altro atipico del Distretto 12. Perse il padre in miniera e da quel giorno fu lui ad occuparsi di se stesso e di sua madre. Ci portano all’interno del Palazzo di Giustizia per le visite d’addio ai parenti. Vengono mia madre e Margaret insieme,mio padre non ha retto il dispiacere e se n’è andato. 
Margaret è a pezzi. Quando riesce a schiarirsi la voce è quasi il momento in cui dovrà uscire di qui,ma riesce a parlare appena in tempo

“Tu devi vincere,ok?”

“Certo”
dico per sviare. Ma so già che non riuscirò mai a mantenere la promessa.
Ma lui…si ricorda di me?


MIETITURA,GREG

Non mi interessa se oggi c’è la mietitura. Mia madre è già sveglia,è irrequieta pensando che oggi potrei essere estratto per partecipare agli Hunger Games. Come ogni anno cerco di calmarla per poi andare verso la recinzione ipoteticamente elettrificata che mi separa dai boschi del Distretto 12,il mio rifugio nonché la mia fonte di guadagno. Dopo che papà è morto durante il turno in miniera mi sono offerto per mantenere me e mia madre,non avrei sopportato di vederla vendersi ai Pacificatori,perché nonostante non sia più giovanissima quei bastardi spenderebbero una fortuna per lei. Durante il tragitto incontro Mark,il fratello dodicenne di James.

“Guarda chi si vede a quest’ora. Non si dorme,vero?”

“Greg,ho paura,oggi è il giorno della Mietitura e…”

“Hei,ascoltami. Il tuo nome compare li in mezzo solo una volta proprio perché ti ho proibito di prenotarti per delle tessere,andrà tutto bene. E adesso va a casa,se tua madre si sveglia senza di te diventa matta”


Anche Mark ha perso il padre,era malato,la fame e la fatica del lavoro aiutarono la malattia a progredire più velocemente. Sono passati anni da quel giorno,lui era molto piccolo. Le nostre famiglie hanno sempre diviso cibo e denaro,è così che conobbi James,quello che era il mio migliore amico,anzi,il fratello che non ho mai avuto. Andavamo a caccia insieme. Morì pochi giorni dopo aver cominciato a lavorare in miniera,al compimento dei 18 anni. Sono passati solo sei mesi da quel giorno. Gli promisi che avrei protetto suo fratello e che avrei sfamato anche la sua famiglia nel caso in cui gli fosse successo qualcosa,e così faccio. Oggi piazzo solo qualche trappola e sto meno nei boschi,ma il bottino è comunque soddisfacente. Mi sbrigo percorrendo il tragitto verso il Forno deciso a fare buoni affari. La mia bisaccia è ben piena di conigli. Ne scambio uno per delle pagnotte,un altro per una buona quantità di cereali e gli altri li vendo al macellaio. Ne tengo due per la mia famiglia e quella di Mark. Fra il cibo e i soldi che ho raccimolato saremo tutti a posto per almeno un paio di giorni. Mi preparo per la cerimonia del Palazzo di Giustizia perché a quanto pare l’abbigliamento da boschi non è ben accetto e sarebbe pericoloso per la mia incolumità fisica,visto che sono un trasgressore della legge di Panem. Il solito fastidioso e ipocrita video di Capitol City…mi fa sempre innervosire,ma mi calmo prima di dire qualche stupidaggine. La Trincket è sul palco,sorpresa di vedere il caro Haimytch,il vincitore della seconda Edizione della Memoria,sobrio. Va decisa per estrarre il nome della giovane donna:Rose peetal. Rose. Mi eccheggia nella mente,tentando di riportarmi alla mia infanzia. E’ chi penso io? Appena Effie si preparsa ad estrarre il nome del giovane uomo dedico tutta la mia attenzione al foglio di carta che è stato pescato. La cosa peggiore che potessi immaginarmi sta accadendo. E’ stato estratto Mark. I Pacificatori non fanno nemmeno io tempo a invitarlo a salire sul palco che io mi offro al posto suo. Ho fatto una promessa che non posso spezzare. Vado verso il palco con passo deciso,a sangue freddo. Mentre i Pacificatori ci portano all’interno del palazzo capisco che Rose Peetal è la mia Rose. Quella Rose che al Forno si guadagnava sempre una pagnotta calda e profumata semplicemente con il suo sguardo teneramente timido. Quella Rose che condivideva sempre con me quella pagnotta,sempre con un sorriso. Quella Rose che era sì timida,ma per sua scelta. E’ considerata strana perché già da piccola era distaccata e riservata. La persi di vista quando finì la scuola e James mi insegnò a cacciare. Vengo improvvisamente investito dalla sensazione di benessere che provavo passando il mio tempo con lei. E ora che ho 16 anni capisco che non è solo benessere o amicizia…è amore. Incondizionato,a quanto pare. Solo Mark e le nostre madri vengono a trovarmi. E’ sconvolto,dopo la morte del fratello sono diventato il suo grande punto di riferimento. 

“Hei,tu ora mi prometti che ti prenderai cura di te stesso e delle nostre madri,ok?”

Annuisce con fatica. Quando i Pacificatori stanno per portarlo via riesco ad augurargli buona fortuna,e poi lo strascinano via di peso. Il viaggio verso Capitol City è vicino e io non so come farò nell’Arena. Ucciderò Rose o lascerò ad altri quest’ingrato compito per poi vincere per Mark,o lascerò che sia lei a vincere per poi dirle di occuparsi di mia madre e della famiglia di Mark dopo che sarò morto?

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Bhe,ecco a voi la mia nuova ff. E' nata per caso,e non per idea mia. Ad esempio l'arena non l'ho inventata io,alcuni avvenimenti degli Hunger Games saranno miei,ma principalmente mi sono fatta aiutare da un mio amico (che avrà anche il suo spazio nell'angolo degli autori). Lui ha ideato l'arena,il suo personaggio e anche parecchi avvenimenti degli Hunger Games. Ma la sto scrivendo da sola,anche se in origine avrebbe dovuto pubblicare lui la storia e avrebbe dovuto scrivere anche alcune parti,ma sono dettagli xD spero che vi possa piacere e che apprezziate il modo in cui rendiamo la realtà di Panem e dei vari distretti,perché (parlo almeno per me) ci teniamo che tutto sia reso nel migliore dei modi. Scusate il linguaggio a volte arcaico del mio compagno di scrittura xD

Salve,sono Carlo e sono uno dei creatori della fanfiction appena pubblicata su Hunger Games. Non per prendermi il merito (anche se in fondo è così) ma io sono stato la miccia di tutto questo e,anche se lo leggerete in seguito,dell'arena. Mi rispecchio nel mio personaggio,Charles:un oscuro,acido e traditore Tributo del Distretto 2. Spero che la fanfiction vi piaccia,buona lettura. 
  
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