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Autore: Firenotes17    08/12/2013    0 recensioni
Laura, una ragazza comune con un sogno in tasca si reca a Londra con il padre per inseguire un sogno, vedere i propri idoli. Gli One Direction.
Un giorno esce dalla stanza d'albergo e scende per strada dove urterà un ragazzo mozzafiato che difficilmente dimenticherà.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai e mi stropicciai gli occhi. Guardai il cellulare, era spento. Lo accesi e trovai la foto del bacio di me e George, non era stato un sogno allora.. Mi arrivò un messaggio che diceva: “Hi babe! How are you? Sorry but I had to go away at 5, Sorry! Love U! xx” Il messaggio non era firmato ma io sapevo chi me lo aveva mandato. Andai davanti alla sua porta, gli scrissi su un bigliettino “I love you! xx” e glielo misi sotto l’uscio. Papà uscì dalla camera e cominciò a chiamarmi. “Eccomi arrivo!” dissi “Ma che stai facendo?” mi chiese “Niente!” dissi io sorridendo. Presi la valigia e uscii fuori dall’hotel. Andai sulla stessa strada dove incontrai George e cominciai a ridere e a sorridere. “Laura andiamo!” mi chiamò papà, allora io mi girai verso il Big Ben e dissi “Bye London, see you soon!” e raggiunsi la macchina. Dopo pochi minuti arrivammo all’aeroporto. Salimmo sul nostro aereo e cominciai a sentire i ragazzi. Last first kiss. Avevo sempre sottovalutato quella canzone perché parla dell’ ultimo primo bacio, e non avendone mai ricevuto uno non avevo mai capito il significato profondo; ma dopo George tutto cambiò. La mia vita divenne piena di gioia e di speranza perché sapevo che una persona, anche se da lontano, mi amava e mi avrebbe sostenuto sempre. Baby vorrei sapere cosa pensi quando sei da sola, pensi a me vero? Già, avrei voluto sapere cosa pensava George quando stava da solo, in una stanza, senza nessuno.. io quando sono da sola penso a lui, al suo sorriso.. Siamo amici da qualche tempo ma voglio sapere, quando sorridi, sono io vero? George sorrideva per me.. per quello che dicevo, per gli sguardi, per il comportamento.. Quella canzone interpretava proprio la personalità di George, un tipo romantico, dolce, che pensa sempre di dire la cosa sbagliata, timido, incosciente e pieno di pregi. Quando nella canzone c’era il ritornello nella mia mente riemergeva il bacio con lui, avevo un’immagine, un ricordo, un’emozione che non sarebbero mai svaniti. “Sei innamorata cara?” mi chiese la signora affianco a me. Era una vecchina esile con i capelli bianchi ed un viso dolce e delicato. “Ma lei come fa a saperlo?” chiesi “Sai cara, anche io sono stata giovane e so che quando una ragazza sorride in quel modo, guarda una foto con nostalgia ed ha lo sguardo perso nei suoi pensieri molto probabilmente sta pensando ad un ragazzo” disse lei. “Come si chiama il fortunato?” mi chiese con espressione curiosa “Ehm.. si chiama George..” dissi, poi mi guardò con fare sospetto “Scommetto che l’hai conosciuto qui a Londra vero?” la guardai e dissi perplessa “Esatto.. come fa a saperlo? L’hai intuito ancora?” e lei rispose “Anche questo lo so perché mi è capitato quand’ ero giovane.. che ricordi! Anche il mio ragazzo si chiamava George, sai?” ed io “Davvero? Scusi signora ma lei da quale parte dell’Italia viene?” e lei “Io vivo nel Lazio ma sono originaria della Calabria!” ed io “Anche io! Quante cose in comune che abbiamo!”. In quel momento mi guardò in un modo che mi fece raggelare il sangue ma che in fondo mi era familiare. Quell’espressione la faceva mia madre quando era arrabbiata o quando aveva voglia di scherzare, che giocherellona! Lo sapete che mia madre si chiama come la sorella di Harry? Si, esatto, si chiama Gemma. La signora smise di guardarmi ed io mi accucciai sul sedile per dormire. Ero molto stanca, la notte non avevo dormito molto, George ed io siamo rimasti a parlare fino alle 4, si e no avrò dormito un’oretta e un quarto in tutto. Chiusi gli occhi e provai a dormire; feci un sogno bellissimo. Sognai George. E visto che già il protagonista era bellissimo il sogno lo diventava automaticamente. Il sogno era composto da tutte le volte che ho incontrato George e tutte le sue espressioni e dai sorrisi. Mamma mia quando mi piaceva il suo sorriso, la sua risata poi era così contagiosa che non puoi non metterti a ridere anche tu; insomma in una parola George è perfetto, niente che non vada, a parte che ama i film Horror è perfetto! Sentii improvvisamente che le orecchie mi si stavano stappando allora intuii che eravamo arrivati. Aprii gli occhi e vidi mio padre che mi guardava “Ben svegliata dormigliona!” disse lui “Dormigliona? Perché quanto ho dormito?” chiesi. “Circa tutto il viaggio, hai anche delirato sai? Pensavi che fossi una vecchina di novant’anni!” disse papà ridendo. Allora quello era un sogno? Quella vecchina che sapeva tutto su di me? Solo invenzione della mia mente? Wow, a volte sono molto creativa. Scesi dall’aereo e tornai a casa. Londra era bellissima, ma la mia casa è insostituibile.
  
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