CAPITOLO 4:
L’ASSEMBLEA DEGLI DEI
XSesshomaru88: ok, niente, Sesshy, ma tu
continua a seguirmi, he?
I recenti
avvenimenti avevano attirato l’attenzione degli dei. Il
consiglio, composto da
Leto, il dio del sole, Elune, la dea della Luna, e Valinor, il dio del
fulmine,
aveva indetto una riunione.
I presenti
avevano aspetto umano, ed erano belli e giovani.
“Vi
abbiamo
convocati” – cominciò il dio del fulmine
–“Per discutere della grande guerra
che si sta per scatenare…”
“Una
guerra?
Ha ha! Finalmente mi potrò gettare nella mischia!”
A parlare era
Ephotos, dio del fuoco dai capelli cremisi – e tenace
combattente.
“Un
po’ di
contegno, ragazzino!” – lo zittì
qualcuno.
Molti si
voltarono nella direzione della voce: appoggiato di schiena ad una
colonna,
nascosto dall’ombra, c’era un altro dio.
Ephotos indietreggiò.
“Scusa,
zio
Onimusha… mi sono fatto trasportare
dall’entusiasmo…”
“Non
preoccuparti. È normale alla tua età. Hai appena
poche decine di migliaia di
anni… comunque, stavate dicendo?”
“Bene,
ora che
c’è anche il dio delle tenebre, vi informiamo che
noi dei non la dovremo
combattere.”
“Cosa?!”
–
gridò Onimusha pestando il pavimento con tale impeto da far
tremare il palazzo
dove si stava svolgendo l’assemblea –
“Noi dei esistiamo per badare ai mortali
da noi creati! Dovremmo restare a guardare?”
“Precisamente.
Se noi intervenissimo, altri dei malvagi potrebbero scendere in campo,
scatenando così la seconda guerra degli dei. È
troppo rischioso.”
"Cosa?! Elune!" - gridò il dio verso la dea dai capelli d'argento.
"Perdonami, zio." - disse lei cercando di evitare il suo sguardo.
“Argh!
Siete
patetici! Vergogna!”
Qualche
istante dopo riprese il contegno.
“E
sia. Se
questa è la volontà dei membri del consiglio, la
rispetterò; ma se la situazione
dovesse precipitare, non esiterò a combattere. Ora, con
permesso…”
Il dio si
allontanò, voltando le spalle ai membri del consiglio.
Mentre si
allontanava, però, il dio della pietra e dei metalli si
parò dinnanzi a lui.
“Allora,
zio,
ti è andata male, he?”
Onimusha
fissò
il nipote pelato.
“Levati,
Gurlock. Non è giornata.”
“E ora che farai? Scenderai negli inferi e ti sfogherai? Ha
ha!”
Ma Gurlock
aveva tirato troppo la corda: lo zio colpì il nipote con un
poderoso pugno,
lanciandolo contro una colonna, abbattendola.
Toltosi la
piccola soddisfazione, Onimusha uscì dal palazzo, mentre suo
nipote cercava di
rialzarsi.
Una volta
uscito, la luce lo illuminò, mostrando il suo aspetto: era
alto e possente, di
aspetto umano, a parte il fatto che la sua pelle era blu, mentre i suoi
occhi
erano vuoti e color argento, come i lunghi capelli. Indossava una
magnifica armatura
blu e argento con decorazioni in oro, mentre sulla schiena portava due
spadoni,
uno blu e uno arancio.
Fuori era
atteso da due dei: il dio della natura e il dio della giustizia,
dell'ordine e del sapere.
“Fratello
Onimusha” – lo salutarono.
“Fratello
Cenarius, fratello Medivh.”
Il primo dio
era molto più alto di Onimusha, con la carnagione
verde-azzurra e con un corpo
umano dalla vita in su, mentre al di sotto il corpo era quello di un
cervo,
come le sue corna. Il secondo era identico ad un umano di
quarant’anni, con
occhi scuri e barba a pizzetto; portava con sé un bastone in
legno di cedro con
in cima una gemma, mentre
indossava una veste rossa con mantello e cappuccio.
“Come
temevamo?” – chiese il più imponente dei
tre.
“Purtroppo.
Tuttavia, hanno detto che gli dei
non
dovranno intervenire, ma questo non significa che ciò valga
anche per i nostri
servi: dico bene?”
“Dici
bene,
fratello. Io radunerò le creature dei boschi, e tu farai la
stessa cosa negli
inferi.”
“Io invece informerò i miei sacerdoti più potenti di prepararsi alla battaglia.” – intervenne Medivh.
"Ma erano tutti favorevoli?" - chiese Cenarius.
"Tua figlia Elune non sembrava d'accordo... è evidente che l'anno costretta."
"Tuttavia non hanno tutti i torti. Ti ricordi che disastro è successo l'altra volta?"
Onimusha sospirò.
"Come dimenticare? Ma basterebbe un nostro piccolo intervento per spazzare via il più forte degli eserciti. E dubito che ci siano dei, anche se malvagi, così folli da affrontare noi tre. "
"E te più di tutti."
Il più forte sorrise e dondolò la testa.
"Ma non possiamo. A quanto pare è tutto nelle mani dei mortali. Forse noi dei stiamo diventando inutili."
"Non parlare così. Non possiamo agire direttamente, ma torneremo utili."
I fratelli
stavano per congedarsi, quando al dio vestito di rosso venne in mente
una cosa.
“Sapete…
ho
notato alcuni guerrieri estremamente forti e valorosi… penso
che le loro azioni
potrebbero avere grandi conseguenze in questa guerra.”
“Dici?”
“Sì.
E
potrebbero far visita anche al tuo tempio d’oro.”
Onimusha
sorrise.
“Il
tuo
intuito non fallisce mai. Avviserò Tenkai di prepararsi al
loro arrivo.”
Di cosa stavano parlando i tre dei?