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Autore: PersephoneNebel_    10/12/2013    2 recensioni
Seconda parte della fafiction Carry me away from my pain, che mi vedo costretta a pubblicare con un altro account.
Nell'ultimo capitolo della precedente, Janika era stata picchiata dal suo ex ragazzo, ora si trova a a combattere contro il suo cuore e contro i suoi nervi; Infatti sia la sua vita sentimentale che quella materiale sono messi a dura prova dal destino.
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Children of Bodom fanfiction6
Lilja's lament

I would have told her that she was the only thing 
that I could love in this dying world 

Lilja Turiekku non aveva avuto una vita facile. Fin da bambina aveva dovuto lottare per tutto; era stata cresciuta da suo padre perché la madre se n'era andata quando lei era molto piccola, ma non le era mai dispiaciuto in realtà se non fosse che viveva inseme ad altri tre fratelli più grandi e il papà era solo un povero operaio che riusciva appena a sbarcare il lunario fra bollette e affitto. Così non aveva potuto frequentare un'università né un liceo come avrebbe voluto, e all'età di appena sedici anni era andata a lavorare in una piccola merceria che in ogni caso non le permetteva grandi aspettative di vita. La vera svolta, forse l'unica nota positiva della sua vita, era avvenuta quando in un soleggiato pomeriggio di fine agosto aveva fatto capolino nel negozio un giovane che veniva da Tampere. Disse di chiamarsi Teemu e cercava invano qualcuno che potesse aiutarlo a trovare il centro di Helsinki e un certo bar che era chiuso da troppo tempo perché qualcuno si ricordasse anche solo il nome. All'inizio le era sembrato strano, alto e allampanato con la sua carnagione sbiadita e i capelli che sembravano piccole pagliuzze di fieno tagliate alla militare e con gli enormi occhi grigi screziati di viola ... effettivamente, aveva pensato Lilja, sembrava un po' un ranocchio. Sarebbe rimasto in città per qualche giorno dato che i suoi genitori avevano importanti affari di lavoro da svolgere, e voleva assolutamente visitare Helsinki, ma il suo problema -disse- era che non aveva una guida e non poteva godersi gli angoli più suggestivi. La giovane fu molto contenta di poter frequentare il ragazzo dai capelli biondi e si mise subito all'opera.  
Pochi giorni dopo i due erano diventati molto amici ma, purtroppo, lui doveva tornare a Tampere poiché i suoi genitori avevano concluso le contrattazioni. Tuttavia i due non persero definitivamente i contatti, una o due volte al mese si scrivevano potendo così rafforzare il loro legame di amicizia. Si innamorarono veramente quando anche il padre le venne a mancare; infatti, saputa la notizia, Teemu trovò il modo di tornare a Helsinki e riuscì ad aiutare sia economicamente che psicologicamente la povera Lilja che riuscì a frequentare un liceo e a ottenere un diploma che le sarebbe servito per poter lavorare come segretaria in un'azienda di trasporti. Raggiunse il culmine della felicità quando il giovane le chiese di sposarla e quando, non molto tempo dopo, era rimasta incinta di due gemelli; entusiasta della notizia iniziò a leggere libri su libri che le spiegavano come evitare di perdere i bambini, cosa che comunque accadde nella metà del secondo mese. Oltre al dispiacere si aggiunse anche la preoccupazione di non poter più avere bambini. Ma, fortunatamente, dopo infinite ore di cure costosissime era riuscita a rimanere nuovamente incinta di una bambina che sarebbe nata in ottime condizioni di salute nove mesi esatti dopo. La piccola, a cui diedero il nome di Janika in onore della nonna materna di Temuu, era molto legata a entrambi i genitori e non faceva mai mancar loro il suo affetto ricambiato pienamente. Il padre pochi anni dopo aveva ereditato l'attività di famiglia incrementandone i guadagni e permettendo a sua figlia di vivere un'infanzia più che felice; nonostante l'apparente felicità Lilja prevedeva un'imminente disastro così, come per assicurarsi il futuro, aveva iniziato a mettere da parte dei risparmi che apparentemente sarebbero serviti a pagare l'università di Janika. Quando questa diventò adolescente ricevette la notizia che la madre aspettava una sorellina e, felicissima di ciò, iniziò a cercare tutti i suoi vecchi giocattoli che sarebbero potuti andare bene anche per la nuova arrivata. Ma non fu dello stesso avviso Temuu che, stressato da infinite ore di lavoro, si era chiuso in se stesso e aveva iniziato a essere più burbero e scontroso sopratutto perché, accecato dall'avidità, aveva constatato che una nuova persona in famiglia indicava una nuova bocca da sfamare.
La piccola non fu mai benvoluta dal padre e veniva costantemente emarginata e rilegata in camera sua in una perenne punizione per qualsiasi cosa facesse. Pochi anni dopo si ammalò di leucemia. La malattia la costrinse a letto per molti giorni consecutivi e a moltissime visite e cure in ospedale che sembravano non portare a niente. Intanto Janika aveva interrotto gli studi per permettere alla madre di lavorare e per prendersi cura della sorellina; le cure erano costose e molto spesso riducevano tutta la famiglia a un silenzio agonizzante che sembrava implorare pietà. Proprio in quel periodo, giusto per non lasciare il danno senza la beffa, Temuu decise di chiedere il divorzio e di tornare a vivere a Tampere dove, all'insaputa di tutti, si era già fatto una nuova famiglia con una donna più giovane di vent'anni e che aspettava un figlio maschio, che era sempre stato il suo grande desiderio. Ma la perdita sembrò toccare solo lontanamente Lilja, come se tutto stesse accadendo al personaggio di una qualche serie tv argentina, che continuò a lottare insieme alle figlie per sconfiggere quel brutto male.
Come un principe su un cavallo bianco era arrivato dalla Norvegia un ragazzo che sembrava essersi perdutamente innamorato della giovane Janika: Trugve, che non appoggiava i conflitti fra le regioni scandinave, decise di prendere sotto la sua ala protettiva la ragazza essendo perfino disposto a pagare le cure alla sorellina. Ma molto presto la maschera cadde. Una sera Janika era rientrata a casa più tardi del solito, sembrava sconvolta e disorientata, appena la vide la madre si allarmò e la portò al pronto soccorso. Infatti un grosso livido troneggiava sulla sua guancia sinistra e il labbro superiore era completamente tumefatto. Ma quella fu solo il primo di molti altri episodi simili che portarono Lilja all'ovvia conclusione: Trugve, molto più che probabilmente, picchiava sua figlia. Janika tuttavia era pienamente consapevole che lui era l'unico che potesse pagare le cure della sorella e quindi non lo accusò mai, arrivando perfino a difenderlo e accusando se stessa di sbadataggine.
E ora, dopo aver visto la figlia maggiore uccidere un uomo, assisteva inerme al funerale della minore. Una piccola bara bianca veniva portata verso la fossa scavata nel terreno. Lilja pregava. Come quando da piccola si sedeva attorno al vecchio tavolo di legno insieme ai suoi fratelli per ringraziare del cibo ricevuto. Ma tutto quello che chiedeva in quella gelida giornata era di essere scambiata con la figlia; avrebbe tanto voluto trovarsi nella bara ed ascoltare il silenzio religioso delle poche persone, ma Dio era stato crudele un'ennesima volta e le aveva portato via anche il suo più prezioso tesoro, tutto ciò che le era rimasto. Accanto a lei Janika stringeva la mano di Janne, in realtà non aveva capito cosa fosse successo durante la sua assenza ma a quanto pareva doveva aver litigato con l'amico del fidanzato che si trovava poco più indietro assieme al resto della band. Al contrario della madre la giovane non riusciva a trattenere le lacrime. Entrambe speravano in una fine alla Misery, speravano in una miracolosa resurrezione che restituisse loro la piccola ma sapevano nel profondo del loro animo che ciò non sarebbe mai potuto accadere.
Janika riuscì a calmarsi solo dopo la fine della cerimonia, stava seduta insieme alla madre e a Janne, che le cingeva le spalle col braccio, sul grosso divano di pelle di uno studio legale. Sembrava assurdo e crudele discutere di quella faccenda dopo così poco dalla morte della giovane eppure quello era l'unico giorno in cui l'avvocato poteva parlarne. La causa della morte non era stata la leucemia. Entrambi gli ospedali in cui era stata ricoverata, l'HUS hospital in Finlandia e il Kaolinska Universitetssjukhset a Stoccolma,avrebbero dovuto dare un risarcimento alla famiglia pari alla cifra di un milione di euro.

*****
Oddio è un secolo che non pubblico qualcosa o.O
Anyway lascio a voi i commenti ^^ Alla prossima :)
Persephone
  
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