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Autore: Ultraviolet_    10/12/2013    4 recensioni
La storia della Old Generation narrata attraverso le fotografie. Momenti catturati, foto a sgamo, senza posa, naturali, che raccontano degli avvenimenti slegati fra loro.
Una serie di splendidi scatti rubati per conoscere meglio i Malandrini e i loro amici.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black, Sorelle Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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#Hey, you!
 
Eccomi. Sorpresi, eh? Ebbene sì, sono puntuale. Ho postato davvero in fretta. Non vi ci abituate, ve lo consiglio! Comunque, questo capitolo mi piace. Ne sono abbastanza soddisfatta, soprattutto perché parlo di una famiglia di cui in poche altre fanfiction sulla vecchia generazione si fa menzione. O comunque in quelle che ho letto io, comunque non vi anticipo nulla!
Spero che anche a voi piacerà, e spero anche che lascerete una recensione, ve ne sarei infinitamente grata!
Buona lettura e alla prossima :D

 
 



#Two
 
 
29 luglio 1977, 21:14, Villa Black
 
Narcissa Black, nascosta dietro ad una siepe nel giardino di casa sua, osservava la sorella Andromeda mentre si dirigeva verso la recinzione che circondava la casa. Era vestita con abiti troppo sottili anche per una sera di luglio, segno che doveva essere uscita di casa alla prima occasione, senza pensarci. Raggiunse la meta a passo leggero e silenzioso. Teneva in mano uno zaino, che lanciò in aria facendolo atterrare con un piccolo tonfo attutito sull’erba dall’altra parte. Poi prese ad arrampicarsi cercando di fare il meno rumore possibile, sapendo che se fosse stata scoperta sarebbero stati guai molto grossi. Stava senza dubbio andando dal suo ragazzo, Ted. Quel ragazzo babbano che i suoi non approvavano assolutamente. Narcissa sapeva che sarebbe dovuta correre in casa ad avvertire qualcuno della fuga della sorella, ma qualcosa la frenava. Lei, la minore di tre sorelle, l’unica bionda in una famiglia di mori, che stava appostata dietro ad un cespuglio verde cercando di fotografare le lucciole, si era sempre ritenuta diversa dagli altri. Ma alla fine non era stato così, si era adeguata al volere della sua famiglia, al dito portava un anello di fidanzamento donatole da un uomo che conosceva pochissimo e che non amava. Sua sorella invece aveva avuto il coraggio di farsi valere. L’avevano picchiata e rinchiusa in casa, ma quella era la sua risposta. Fuggiva. Sarebbe tornata, molto probabilmente, dopo due o tre giorni. Narcissa non aveva dubbi su questo. Impugnò la macchina fotografica e scattò una foto alla sorella, che era ormai arrivata a metà rete. Non seppe perché, per gioco, per ammirazione, forse. Per avere un’immagine di quello che aveva sempre saputo di essere, che aveva sempre voluto essere, ma che non era stata.
 
-ANDROMEDA!- fu l’urlo furioso di Bellatrix non appena si accorse del tentativo di fuga della sorella minore.
Corse verso la porta di casa e uscì in giardino, senza preoccuparsi di chiuderla. Si precipitò verso la rete, ma Andromeda era ormai in cima e stava per saltare dall’altra parte.
-Fermati, fermati, per Merlino!- gridò infilando le dita nei buchi e aggrappandovisi.
-E perché dovrei farlo? Così mi farai una fattura e mi riporterai in casa?- chiese sarcasticamente l’altra, seduta in cima alla staccionata.
-Se pensi che non ti farò una fattura soltanto perché cadresti da quell’altezza allora ti sbagli di grosso- le intimò Bellatrix estraendo la bacchetta.
La sorella però fu più veloce, e con un movimento fulmineo le puntò addosso la sua e la disarmò. L’unica arma della maggiore finì così a parecchi metri di distanza. Se fosse corsa a riprenderla, Andromeda si sarebbe sicuramente smaterializzata una volta saltata giù dalla rete.
-Sei ridicola. Perché fai questo? I nostri genitori ci offrono quello per cui molte sarebbero disposte ad uccidere! Mi sono appena sposata con un Lestrange, e Narcissa sarà la prossima. Malfoy è un partito molto buono. Manchi solo tu, perché insisti a fare la ragazzina?- disse piena di rabbia e disprezzo.
-Sarò anche una ragazzina, ma almeno faccio quello che voglio davvero. Oh no, non mi riferisco a te, tu sei completamente folle, sono sicura che questa vita ti vada perfettamente a genio. Chissà, magari un giorno sarai il braccio destro di Voldemort- sentendo il nome del suo padrone, Bellatrix trasalì e si avventò contrò la rete, scuotendola con violenza –Io parlavo di Cissy- continuò Andromeda senza scomporsi –lei mi è sempre sembrata la più sana in questa famiglia di fanatici. Quando era piccola ero io la sua preferita. E tra una settimana si sposa con quell’untuoso piccolo sudicio…- si interruppe e saltò giù dalla rete, visto che la sorella la scuoteva pericolosamente.
-Molto bene- fece Bellatrix.
-Forza, corri in casa e denunciami. Rincorretemi. Non vi servirà a niente- la incitò l’altra di rimando, alzando la bacchetta –O meglio, corri a dirlo a Voldemort, fammi trovare da lui e fammi uccidere. Tu e lui mi fate pena, siete uguali.
-Così mi rivolgi un complimento, sorellina- ghignò la maggiore.
-Ricordati quello che ti dico, Bella. Voi lo adorate perché disprezza i Sanguesporco, ma ha più sangue infetto nelle vene lui di chiunque Nato Babbano- e detto questo si smaterializzò.
Bellatrix cadde in ginocchio e gridò al buio della strada al di là della rete:
-Sì Dromeda, correrò in casa e ti denuncerò, ti ritroveremo e ti faremo rinsavire, razza di traditrice del tuo sangue!
Le lacrime le scendevano copiose sulle guance, mentre gli insulti rivolti al suo Signore le risuonavano ancora nelle orecchie.
 
Andromeda Black correva lungo una strada buia, illuminata solo ogni tanto da qualche lampione in pessime condizioni, se aveva la fortuna di non essere rotto. Si era materializzata non lontano da casa di Ted, perché aveva paura che se fosse comparsa direttamente in casa sarebbero potuti arrivare a lei e soprattutto alla famiglia del suo ragazzo. Almeno così l’avrebbero aggredita per strada senza fare male ad altri innocenti.
Si guardò intorno, inquieta, stringendo la bacchetta in una mano e lo zaino semivuoto nell’altra. La discussione con sua sorella l’aveva turbata molto, ma un barlume di speranza scintillava nella sua mente. Mentre saltava giù dalla rete era sicura di aver visto i capelli biondi di Narcissa mal nascosti dietro ad una siepe. Chissà da quanto era lì, e non aveva detto niente. Lo sperava con tutta sé stessa. Aveva urlato la sua delusione per la sorella minore correndo il rischio di essere udita dai genitori ma con il preciso intento di essere udita da lei, di farle capire l’errore che stava facendo, per avvisarla di scappare prima che fosse troppo tardi. Non aveva potuto parlarle prima, perché dalla sua ultima fuga l’avevano rinchiusa in camera senza farle vedere nessuno. Ma era riuscita a fuggire, e stavolta non sarebbe più tornata.
Raggiunse la casa di Ted, si avviò lungo il vialetto guardandosi le spalle e suonò il campanello con impazienza e inquietudine. Fu proprio il suo ragazzo ad aprirle, con evidente sorpresa dipinta sul volto.
Lei gli buttò le braccia al collo, la bacchetta ancora in mano e lo zaino caduto a terra. Ted la strinse a sé e la sollevò leggermente.
-E’ finita- disse lei –fa solo che non mi trovino, ed è finita.
Lui si chinò senza lasciarla per afferrare lo zaino, la tirò dentro e chiuse la porta, senza dire una parola.
 
 

 

 
 
 
 
 27 marzo 1977, 18:40, Dormitorio
Mary McDonald nel Dormitorio delle ragazze, con la sua acconciatura per la festa di compleanno di James Potter.
Scattata da Lily Evans, fiera della sua bravura nell’acconciare i capelli.

 
 

 

 
24 giugno 1977, 10:24, in un caffè babbano di Londra
Remus Lupin che legge un libro a colazione, rischiando di far raffreddare il suo caffè.
Scattata da Sirius Black, che da dieci minuti insisteva con James Potter per sollevare Remus di peso e buttarlo nel Tamigi.




 

 
  
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