Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: _volpina_    11/12/2013    4 recensioni
Achille non raggiungerà mai la tartaruga.
Allora le parole del vecchio Antiochio risultavano ridicole persino alle sue orecchie di bambina, ma non questa volta. Di certo non era così.
Achille non raggiungerà mai la tartaruga, come quest’ago non trapasserà mai il mio petto.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’ho perso di vista per un istante e si è mosso. Lo sapevo, sapevo di non potermi distrarre nemmeno un attimo perché sarebbe avanzato di poco, ma la paura fa presto spazio alla consapevolezza che, in ogni caso, sono salva.
La prima volta che ne sentii parlare fu dal vecchio Antiochio, un greco tanto decrepito quanto saggio,  mentre il mare tentava di ghermire e rovesciare il piccolo vascello che aveva osato solcare le sue acque.
Un giorno una tartaruga sfidò l’eroe Achille, figlio di Peleo, a una gara di velocità. Il guerriero rise della sua avversaria, affermando che essa si sarebbe resa ridicola nel competere con lui; data però l’insistenza del cocciuto animale, l’eroe, fiducioso nelle proprie capacità, decise di concedere un vantaggio alla tartaruga e nel frattempo di riposarsi all’ombra degli arbusti. Così il testardo animale si incamminò lungo il percorso stabilito, perché altro non poteva fare. Quando il sole distava solo due spanne sopra l’occidente, l’eroe si svegliò dal proprio riposo e iniziò a correre per raggiungere la tartaruga che era giunta solo a metà del percorso. Eppure, per quanto Achille fosse veloce, per quanto si sforzasse per inseguire la propria avversaria, non riuscì a raggiungere la tartaruga, che per prima giunse al traguardo.”
“Tu menti, Antiochio!”

Ricordo ancora la mia vocetta stridula e di come avesse interrotto il silenzio di sacralità della stiva.
“ Non è possibile che un eroe sia stato battuto da una semplice tartaruga! O si è svegliato troppo tardi o quella non era così lenta!”

Ricordo ancora la sua mano rugosa sulla mia testa e il suo sorriso dolcissimo.
“No, piccola mia. Semplicemente Achille doveva attraversare un piccolo tratto che lo separava dalla tartaruga, ma questo tratto può essere diviso in due metà che l’eroe avrebbe dovuto percorrere, inoltre la metà della metà può essere divisa a sua volta in altrettante parti, tutte da percorrersi, e così all’infinito; nel frattempo dunque che l’eroe aveva percorso una delle tante parti,  uno tratto di egual lunghezza l’aveva percorso la tartaruga, ormai con un vantaggio schiacciante sul guerriero acheo, mantenendo la stessa distanza che Achille aveva permesso di farle guadagnare fin dal principio*. Per questo, piccola Hyam…”



«Hai paura?»
La fanciulla sorride, le guance bollenti per quella maschera buffa che le rivolge un’espressione così grottesca e profonda.
Il muschio aggrappato ai mattoni di argilla umida del Colosseo le solletica la pelle ambrata delle spalle, nude per l’appariscente costume di scena, schiacciata più dalla presenza della figura che dalle braccia appoggiate al muro che non le lasciano via di scampo.
Si alza in punta dei piedi e fa scivolare le piccole mani dietro alla nuca del cerusico, finchè non raggiunge le due estremità dei nastri della maschera.
«No.»
Sussurra sciogliendo il nodo. Il muso d’uccello bianco traballa sul viso del dottore, non più trattenuta dai nastri, e infine vi scivola via e rintocca sul selciato con un suono sordo.
Capelli scuri, occhi ancora più neri, lineamenti squadrati ma non marcati.
Non è bello, ma qualcosa in lui l’attrae, ma non ha tempo di rifletterci troppo perché i suoi guanti le afferrano il viso, la sua bocca brama quelle labbra piccole e infantili e il suo corpo vuole quella pelle ambrata.
E non importa che la paglia del Colosseo puzzi di piscio e vomito, non importa che la stiano cercando per lo spettacolo, non importa che le lacrime le righino il viso senza saperne il motivo, perché ora si sa di essere parte di qualcosa, anzi di qualcuno, sa di essere desiderata e amata e sa di non essere più solo la Farfalla, la voce d’usignolo dei Commedianti.
E il mondo cessa di esistere  tra il profumo di salvia e l'odore di piscio.
Dopo le fiamme rimangono solo le braci, e per qualche momento si chiede se dopo un incendio tanto devastante rimangano veramente solo carboni tiepidi.
«Canta, Hyam.»
«Eh?»
«Canta ancora una volta per me.»
Una voce di usignolo lacera l’aria del mattino, inaspettata come un germoglio in un campo arido.

 

Se almeno potessi cantare, riuscirei a farmi coraggio e a pazientare, ma se apro la bocca quell’ago mi trapasserà il cuore.
Dunque taccio, e le parole del vecchio Antiochio mi danno forza.
“…Per questo, piccola Hyam, per quanto si sforzi, Achille non raggiungerà mai la tartaruga.”



®

 

NOTE: *Paradosso di Achille e la tartaruga: elaborato dal filosofo Zenone, vissuto nell’antica Grecia intorno al 490 a.C., e descritto nella storia in realtà sancisce che il più veloce (Achille) non raggiungerà mai il più lento (la tartaruga), poiché chi insegue deve prima raggiungere il punto in cui era in precedenza colui che fugge, ma nel frattempo quest’ultimo avrà percorso un tratto ulteriore, e così all’infinito (da tenere il conto è il fatto che Zenone non considerasse la velocità dei soggetti ma solo la distanza da percorrere) .
Il paradosso (letteralmente ragionamento che sovverte l’opinione comune) in realtà poggia sul postulato dell’infinita divisibilità del continuo (no, vi prego, non guardatemi così), poi ripreso come fondamento basico della geometria da Aristotele: data una qualsiasi linea, essa potrà sempre essere divisa all’infinito, senza mai pervenire a un elemento minimo o ultimo. Insomma, ho fatto un miscuglio di due postulati quando in realtà sono comunque la stessa cosa, quindi questa nota era completamente inutile.
Semplice, no? *autrice usa filosofia e si colpisce da sola*
P.s.: se avete dubbi, fate una ricerca ma non chiedetemi nulla perché sono una capra in filosofia.

ANGOLO D’AUTORE (questa volta vi ho avvisati): Come vedete siamo giunti (ma davvero?) al secondo nonché penultimo capitolo e finalmente è stato svelato per i pochi eletti che hanno avuto le palle così coraggiosi da leggere la storia il significato del titolo.
Vi ringrazio ancora una volta per aver letto questa lagna fanfiction e mi scuso ancora con i diretti interessati che cito qui sotto, perché so già che molti di loro si farebbero violentare da un branco di orsi (?) piuttosto che vedersi coinvolti qui.
Mi scuso dunque con voi, Agnese, Lara e Ilaria, perché sicuramente non ne potete più di questa storia e specialmente di me, ma  continuate ad ascoltarmi e a picchiarmi (si chiama amore) con pazienza infinita; mi scuso con Federico, il mio primo fun (sì, ‘ventilatore’) e anche primo fangirl masculo (evviva i nonsense) che mi segue con tanto amore sotto minaccia di sublimazione (grazie <3); infine mi scuso con Lechatvert perché devo averle provocato qualche trauma con la mia primissima recensione tanto da averla indotta a scrivere la prima recensione (positiva, peraltro!) della mia prima fanfic causandomi uno scompenso emotivo. Grazie.
Spero che questa mia confessione bugiarda vi entusiasmi almeno un po’.
Baci e shalom
_volpina_
p.s.: mi scuso anche per aver scritto un prologo così lungo, ma era necessario. Per quanto riguarda la storia, penso invece di averne dette fin troppe.
p.p.s.: giuro che accorcerò i ringraziamenti. Giuro.


 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: _volpina_