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Autore: Whattina    12/05/2008    10 recensioni
«E tu chi sei?» Quelle parole, pronunciate dalla voce che avevo imparato ad amare, forse adesso più melodiosa che mai, partirono come frecce dalle sue labbra. Per conficcarsi, spietate, all’altezza del mio cuore.
Piccola Aggiunta nella prefazione. Hope You Like it ^-^
Genere: Romantico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 7

Capitolo 7

« Giocare con il Fuoco »

«Bella!»

Ancora una volta, prima che la mia mente realizzasse cosa il mio corpo stesse facendo, mi ritrovai a carezzare il volto pallido e angosciato della mia sposa, e a catturare i suoi occhi confusi nei miei, tentando di confortarla.

Ma al contatto, Bella si sottrasse al mio sguardo.

Un respiro freddo le carezzava le labbra pallide socchiuse, sempre più corto e veloce, come ogni volta che andava in iperventilazione. Gesto istintivo legato ad una vita passata di cui non riusciva a ricordare nulla.

E ancora una volta, stupidamente, mi illusi di sentire il suo cuore che accelerava frenetico, battendo contro la gabbia toracica, simile ad un uccellino disperato che tenta la fuga.

«Calma» il sussurro che accompagnò le mie parole e i miei gesti aveva il sapore malinconico del passato.

La vidi trattenere un lamento, mordicchiarsi appena il labbro inferiore, prima di chinare il capo e poggiare le sue mani sulle mie, come per allontanarle.

Fu a quel punto che sobbalzai.

Un lievissimo calore passava dalle dita sottili di Bella alle mie mani perennemente gelate, riscaldandole appena. Un tepore tenue e delicato, nemmeno lontanamente paragonabile al calore sprigionato da un essere umano, eppure non meno stupefacente.

Inaspettato in una creatura costantemente avvolta da un gelo immortale.

«Bella, ma…»

«Volevi mandare a fuoco la casa, bambina?» una voce improvvisa e impregnata di un’ acidità mal celata, ruppe il silenzio, colpendo Bella come uno schiaffo.

La neo vampira parve irrigidirsi nella mia stretta, ma non potevo esserne completamente sicuro: ancora non scorgevo il suo bel viso, nascosto al mio sguardo dai boccoli color cioccolato che aveva lasciato scivolare in avanti e che adesso mi solleticavano leggeri le dita.

Sembrava nascondersi dal mondo, il mio angelo. Sfuggiva al mio sguardo, celava il suo magnifico volto dietro un serico sipario color mogano. Cercava di proteggersi da una donna aspra che mirava alla sua autostima sempre troppo sottile.

Non sapeva di avere delle ali grandi, il mio angelo. Più belle e forti delle ali di un’oca come quelle della bionda che adesso intralciava la nostra esistenza, occupando la nostra casa.

Avvertii la presa di Bella attorno alle mie dita farsi più salda – più calda -, un momento prima che le scostasse dal suo viso.

Gli unici suoni di sottofondo erano un’imprecazione, probabilmente solo pensata, seguita da un frusciare di carta strappata.

Voltai il capo giusto in tempo per scorgere Tanya chinarsi a riprendere ciò che restava del libro annerito.

«Peccato, era una così bella storia» un sorriso fugace le si dipinse per un momento sulle labbra perfette, illuminandola si una luce gentile e del tutto falsa, mentre scrollava un po’ di quel pulviscolo grigiastro dalle mani affusolate.

La bionda fece qualche altro passo verso di noi, calpestando senza timore il punto del tappeto persiano dove poco prima era caduto il libro in fiamme, adesso nerastro.

Inutilizzabile.

Movenze feline le sue, mentre le leggevo negli occhi il desiderio di ammaliarmi.

Ma io avevo occhi solo per Bella.

«Sai Edward, dicono che questi due», e con l’indice bianco picchiettò sulla copertina del libro, all’altezza del titolo, «Siano gli amanti più ricordati della storia della letteratura e del teatro.»

Il sorriso non abbandonò le labbra perfette della bionda, che continuava ad avanzare, imperterrita, verso noi due.

La mia espressione era illeggibile.

Tanya parlava solo con me, ovviamente.

Non degnava la figura di Bella nemmeno di un’occhiata.

La mia Bella, ancora seduta sulla poltrona, rannicchiata contro di me, il corpo teso, il viso chino, le mie mani strette fra le sue.

E il tepore che fluiva dalle sue dita si faceva via via più forte.

Reggevo lo sguardo dorato della nostra ospite, combattevo il suo potere, mentre continuava a fissarmi. E non riuscivo a leggere la sua mente, occupata da una nenia dolciastra, di quelle che una volta sentite rimangono fastidiosamente attaccate alla ragnatela dei tuoi pensieri.

Cercava di confondermi.

«Il loro amore è eterno, supera perfino barriere come la morte» la voce dolce della vampira riempiva la stanza, mentre ormai era a pochi passi da me.

Da noi.

Si protese divertita verso il mio viso, il libriccino ancora stretto nella mano destra, il capo piegato lateralmente. Potevo persino scorgere i polpastrelli anneriti risaltare sulla pelle alabastrina che ci caratterizzava.

La mano sinistra di Tanya si mosse repentina, catturandomi il mento e impedendomi di lasciare il suo sguardo.

M’immobilizzai, catturato dai suoi occhi ipnotici.

Vittima del suo fascino.

Un ringhio nacque dal mio petto, mentre provavo a divincolarmi, tenendo però sempre strette le mani di Bella.

Come un appiglio.

Come per ricordarmi che la mia amata era lì, a qualche centimetro dalle mie labbra.

Un leggero tremore anticipò una nuovo aumento di temperatura nelle mani della neovampira.

«Non è un comportamento consono ad un’ospite, Tanya.» la nota dura nel mio tono non lasciava spazio ad alcun dubbio.

Non era più la benvenuta.

Inspiegabilmente, Tanya rise, rafforzando la stretta.

«Oh, e a te sembra un comportamento consono continuare a sbavare per una donna che a stento ricorda il tuo nome?» un lampo attraversò quegli occhi dorati ancora puntati nei miei.

Un divertimento sadico il suo.

Trattenni un gemito, amplificando il ringhio.

Lo sentivo tra di denti, cupo, profondo, rabbioso.

«Tanya, lasciami» non potevo divincolarmi.

Non ci riuscivo, sebbene lo volessi con tutto me stesso.

Poi, Tanya urlò.

Fu un attimo, sufficiente per scappare al suo sguardo, alla sua presa ammaliatrice.

Un attimo in cui vidi un sorriso trionfante dipingersi sulle labbra pallide di Bella, prima di lasciar posto ad un’espressione spaventata.

Un lampo rossastro attirò la mia attenzione, portando i miei occhi a cercarne la fonte.

Dentro la testa avvertivo solo lamenti di dolore.

Non mi accorsi di chiudere gli occhi, scosso da quei pensieri di dolore lancinante.

Non mi resi conto di lasciare le mani di Bella, adesso calde fino all’inverosimile per qualcuno come noi, e di portare le mie alla testa, per drenare quelle fitte inspiegabili.

Tutto inutile, ovviamente.

Aprii un occhio, riuscendo a scorgere soltanto delle ombre agitate accanto al mio amato pianoforte. Il nero lucido dello strumento risaltava splendidamente in quella stanza dai colori chiari.

Poi, man mano che il dolore e le fitte diminuivano, riuscii a rimettere a fuoco tutto quello che mi circondava.

A cominciare da una piccola figura dai capelli corvini che si agitava accanto ad una con lunghi capelli dorati.

Tanya, un moto di rabbia improvviso al solo pensare quel nome, e Alice.

Il mio folletto teneva un vaso tra le mani esili.

Bella, sei stata davvero tu?

La sua mente si apriva docilmente a me, sebbene non l’avessi desiderato realmente.

Forse lo spasmo del dolore appena provato mi rendeva completamente succube della mente degli altri.

Dopotutto i nostri poteri non erano una scienza esatta.

Eppure, anche nello stato in cui mi trovavo, la prima cosa a cui pensai fu Bella.

Non alla puzza di bruciato e incenso che aleggiava nella stanza.

Non ai pensieri desolati di Alice e al dolore, adesso ne ero certo, di Tanya.

Avevo ancora la mano destra tra i capelli, massaggiandomi la testa come se l’avessi sbattuta, quando scrutai la stanza alla ricerca della mia sposa.

La trovai praticamente subito seduta sulla panca nera rivestita di velluto accostata al pianoforte, intenta a studiare il lato opposto del soggiorno, dove probabilmente si trovavano le altre due vampire.

Guardava di traverso al di là della mia spalla, pensierosa, un leggero broncio disegnato sulle labbra. Eppure potevo scorgere nelle iridi ambrate un leggero velo di spavento.

Forse paragonabile solo al mio.

Per me Bella era sempre stata calda.

Più calda e morbida di me, una statua scolpita nel ghiaccio più freddo.

Un tepore che avevo segretamente bramato, che volevo mio, a riscaldare quel cuore che ormai credevo perduto per l’eternità.

«Caius, non dirmi che non ne vedi le potenzialità!» la voce di Aro, uno dei tre millenari vampiri che vegliavano su Volterra, tornò a lambire gli angoli della mia memoria.

Sapevo che Bella era straordinaria. Lo avevo sempre saputo dentro di me.

L’unica che non era scappata a gambe levate davanti ad un vampiro assetato del suo sangue.

L’unica che era riuscita a rubare il cuore a quello stesso vampiro.

Il mio cuore.

Ma non mi aspettavo che potesse diventare anche qualcosa di pericoloso.

Me ne resi conto voltandomi verso Tanya, la vera fonte dei pensieri dolorosi che mi avevano attraversato la mente come lame spietate, e che adesso schiumava di rabbia.

L’occhio mi cadde sulla sua mano destra, quella stessa mano che mi aveva trattenuto il viso contro il suo.

Prima bianca, affusolata, sbozzata nel marmo.

Adesso, praticamente incenerita, secca come un ramo d’albero in pieno inverno.

«Sei una disgrazia!»

Aveva dato fiato a quei pensieri rabbiosi che mi martellavano la testa, avvicinandosi velocemente a Bella.

Io fui più veloce di lei.

In un lampo mi ritrovai di fronte alla neo vampira, posizione semi acquattata, i denti scoperti.

Ero pronto ad attaccare, pur di proteggerla.

Ai miei occhi appariva ancora come la fragile umana che avevo conosciuto a Forks e che ero stato quasi tentato di uccidere con le mie stesse mani, solo per saggiare un po’ di quel nettare prelibato che scorreva nelle sue vene.

Non mi rendevo conto che era in grado di difendersi da sola.

Che da neonata era persino più forte di me.

Ero cieco anche davanti all’evidenza, anche davanti alla mano putrefatta della bionda.

Bella era il mio angelo, e niente avrebbe potuto cambiare questa mia convinzione.

«Non osare avvicinarti, Tanya»

«Non credo che un graffietto possa dolerle tanto, dopo quello che mi ha fatto» ringhiò, alzando la mano incenerita e mostrandomela.

Il forte odore d’incenso non accennava ad abbandonare la stanza.

«Tanya, smettila, non era intenzione di Bella» anche Alice era intervenuta. Aveva lasciato velocemente il vaso sopra il pianoforte, e si era parata di fronte alla bionda, dandomi le spalle.

«E tu, Edward, calmati. Bella è già abbastanza spaventata.» il suo tono di rimprovero mi fece rialzare lentamente, ma i miei occhi rimanevano sulla figura di Tanya.

«S’, Edward, vai dalla tua fidanzatina. Vedremo cosa penserà Carlisle di questo “incidente”» Tanya, bloccata da Alice, si limitò a mimare virgolette sull’ultima parola, pentendosene all’istante.

Un ghigno involontario si dipinse sulle mie labbra.

Il dolore che le causò il semplice piegare un dito, era per me un immenso piacere, sebbene ne risentisse anche la mia mente.

Senza risponderle più nulla, mi voltai verso Bella.

Lo spavento e la paura che erano dipinte sul suo viso meraviglioso non potevano essere messe in dubbio.

«Tranquilla, Bella» le mie labbra si piegarono nel sorriso che lei tanto amava.

«Andiamo» e le tesi la mano destra.

Quando la afferrò, timorosa, la sua era tornata ghiacciata.

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Sono imperdonabile.
Di più, sono un'emerita cretina.
Ma capitemi, fra scuola ed esami ho completamente perso l'ispirazione.
Completamente.
Ringrazio di cuore persone come Lilian Potter, che con le loro storie hanno riportato un po' della cosiddetta ispirèsciòn.
Un altro grazie enorme a Pen Pen (Cristina) che mi dava per dispersa e mi mandava le mail. Ti adoro davvero *-*
Grazie anche a ValaH. Teoricamente dovevo scriverla per prima, ma lei sa che non sto attenta ai dettagli.
Grazie perchè quando ha letto questo capitolo ha urlato un Ti Amoooooo! enorme. [ Anche lei anti-Tanya ]
Grazie perchè mi ha spronato a continuare.

E infine, grazie a tutti quelli che hanno recensito. Non ho tempo per rispondere a tutti quanti in maniera decente >.<
Ah, e grazie a Gabriele.
Per il suo Ma ke kazzo te ne importa! quando mi lagnavo per aver perso la mia vena da scrittrice. [ Non che l'abbia mai avuta XD ]
AsparagoH, ti amoH *asd*

Thanks to:
PenPen Cry, le tue e-mail mi sono state di conforto, davvero *si commuove*
Midnight Dream Grazie *-*
pazzerella_92 XDDD
__laurina__ Anche io odio Tanya ù.ù Ma almeno ha avuto una lezione *sbrill maligno*
Lilian Potter Amo il tuo modo di scrivere. Sinceramente? Con il tuo capitolo su Esme mi hai riportato l'ispirazione *-*
_Natsuki_ Ti adoro, lo sai? ù.ù Ora lo sai *-*
Railen Fantastica, semplicemente *0*
pinefertari85 Stile intrigante? DeaH, non esageriamo >.<
momob Leggi Leggi.. XD

jena92 Rispondo solo a te in maniera completa. Per le altre non ho davvero il tempo >.<
Dopo aver visto la rappresentazione a teatro di Fahrenheit 451, effettivamente mi ero posta il problema del potere di Bella.
In più frequento lo scientifico, e non credo che la mia prof di Fisica mi avrebbe perdonato un errore del genere *asd*
Ma poi, ripensandoci..
perchè cercare una spiegazione logica e scientifica in un mondo di vampiri? ù.ù
Spero che la spiegazione del potere di Bella sia valida.
In più, capirete nel prossimo chap perchè ho scelto proprio questo potere.

un bacione enorme.

W.

  
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