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Autore: chya03    14/12/2013    2 recensioni
ci tengo a precisare che la storia NON segue un filo conduttorio lineare: ogni capitolo parla di un momento diverso.
2 ragazzi e 2 ragazze si conoscono su Twitter e, una notte, vengono trasportati in un universo alternativo: Beliver, senza poter far più ritorno alla loro vita di prima. la storia è raccontata in terza persona, ma incentrandosi su Selen, la protagonista, che finalmente potrà provare a dimenticare il dolore della sua vita precedende, e iniziarne una nuova a Beliver.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era chiaro, di un azzurro limpido. Nico, Leo e Viria stramazzarono a terra, esausti. Fino alla sera prima, dormivano tranquillamente nei loro letti, ma al risveglio si sono ritrovati nel cuore di una foresta, e soprattutto, era estate. In teoria sarebbe dovuto essere Dicembre.

Dopo aver camminato per diverse ore, capitarono sulla cima di uno strapiombo, e decisero di riposarsi.

Tutti e tre avevano sognato la stessa cosa. Sapevano che non sarebbero dovuti essere in tre, ma in quattro. E che entro la sera sarebbero stati attaccati. Non si sa da chi o cosa.

Quando furono le 5 ormai, l'aria davanti a loro subì un cambiamento. Si incrinò, si piegò e diede forma a un'immagine. Una persona.

La donna che si materializzò davanti a loro sarà stata sulla trentina, ma. A dire il vero, sembrava letteralmente senza età.

Era alta, la carnagione rosea e la pelle curata. Indossava un abito bianco senza spalline, con la parte inferiore composta da veli che sfioravano appena il suolo. I capelli erano qualcosa di meraviglioso: lunghi almeno fino alle cosce, morbidi e voluminosi, ricordavano l'aurora: i loro colori si fondevano in rosa, verde chiaro, azzurro borotalco e un giallo paglierino...

gli occhi erano antichi, come se vivesse da milioni di anni, colmi di gentilezza e tenerezza, anche quelli rosa.

Parlando con voce profonda, adulta e dolce allo stesso tempo spiegò al trio la loro situazione, di come lei non fosse il quarto elemento del gruppo, ma come si chiamasse Celestia e fosse colei che governata Believer, cioè il posto in cui si trovavano.

Di fatto non erano sul pianeta Terra, bensì in una sorta di universo alternativo.

Di come lei fosse la dea del giorno e l'impersonificazione del sole, e di come avesse una sorella, di nome Selen di appena 15 anni ma a sua volta dea della notte e impersonificazione della luna.

E di come sarebbe stata Selen a respingere l'attacco di quella notte.

- da sola? E poi, cosa dovrà affrontare, precisamente?

Chiese Viria, alzando un sopracciglio.

- sì, completamente da sola. È la prova che, a differenza vostra, deve superare per poter stare qui. E ciò che dovrà affrontare sarà... - ebbe un attimo di esitazione – Agramon.
- E chi sarebbe?
- Agramon è il demone della paura. uno dei più terribili. Assume la forma della tua più grande paura, che ti consuma lentamente fino a portarti alla morte.

Negli occhi di Celestia si leggeva chiaramente la preoccupazione per la sorella. Riprese a parlare:

- veramente, io e mia sorella siamo immortali. La nostra età aumenta, ma noi rimaniamo sotto questo aspetto. Infatti, Selen ha 1015 anni, ma ne dimostra si e no 16.

il gruppo restò abbastanza sconvolto all'informazione.

Poi, poco distante da loro, nel mezzo di uno spiazzo d'erba tra gli alberi, una mano nera e scheletrica sbucò dal terreno, e dopo di essa il resto del corpo.

I quattro si trovavano davanti ad Agramon.

Il demone era uno scheletro dalle ossa nere e le orbite vuote, in cui ardeva un fuoco violaceo.

E poi, ci fu un guizzo nel cielo ormai coperto di stelle.

Una figura precipitò dal cielo e si schiantò sul terreno, rimettendosi in piedi come se non fosse successo nulla.

Quando si rimise dritta, ai tre nuovi arrivati non rimase altro che chiedersi se veramente avesse 1015 anni.

Era alta più o meno 1,67, il fisico asciutto, con le curve giuste. La pelle era pallidissima ma limpida, gli occhi neri, tanto che l'iride non si distingueva dalla pupilla. Il vestito che indossava era nero e senza spalline, corto sopra il ginocchio e visibilmente più comodo che quello di Celestia. I capelli erano lunghi fino ai fianchi, simili a quelli di Celestia ma color blu notte, con alcuni puntini bianchi e luminosi. Aveva letteralmente un cielo stellato sui capelli.

Però poi notarono una cosa a cui prima non avevano fatto caso. Sulle braccia di Selen erano presenti dei segni, che partivano dal palmo della mano, si allungavano in linee rette, a volte curvando a novanta gradi, fino ad arrivare al gomito. Erano neri quanto i suoi occhi.

E anche Celestia aveva gli stessi identici marchi, però bianchi.

Lo scontro procedeva bene a favore di Selen, che si dimostrava un'abile combattente.

Eppure, Celestia continuava a guardarla come se stesse scegliendo i fiori da mettere sulla sua tomba. Quando Viria le chiese il perchè della sua preoccupazione, lei rispose dicendo:

- è brava in battaglia, è vero. Ma non avete ancora visto tutto ciò che è in grado di fare. Anzi, non avete visto proprio niente. Lei stessa è come... un'arma di distruzione di massa. Una macchina da guerra. Ma dati i poteri di Agramon, non credo possa reggere lo scontro.

Celestia venne interrotta.

I rami degli alberi circostanti vennero scossi da una strana brezza, arrivata dal nulla.

Selen mostrava segni di stanchezza, ma non cedeva.

Ma fu in quel momento, che Agramon le diede il colpo finale.

Le fiamme nelle sue orbite arderono più intensamente, mentre gli occhi di Selen assumevano un'espressione vuota e un bagliore verdastro.

Selen si sentì come se le mancasse il terreno da sotto i piedi.

Barcollò, mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente. Alcune lacrime cominciarono a scendere, e la spada che reggeva le cadde.

Nessuno poteva capire cosa stesse provando.

Si sentiva schiacciata nel modo più assoluto... tutte le sue paure erano lì, tutte insieme.

Cadde in ginocchio, mentre un dolore incontrollabile le si diffondeva in tutto il corpo. La sua mente era invasa di pensieri, nessuno dei quali positivo.

Gli altri quattro non potevano fare nulla.

Selen appoggiò una mano a terra e inarcò la schiena, cercando di mantenere il controllo, lottando con se stessa, in una battaglia che sapeva non avrebbe vinto.

Ma a quel punto, le rune sui suoi avambracci cominciarono a risplendere di una luce nera, alquanto sinistra.

Aprì gli occhi e fissò Agramon, con uno sguardo assassino che avrebbe spaventato chiunque.

Le restava solo una cosa da fare, per salvarsi.

Facendo appello a tute le sue forze, si rialzò in piedi, e le rune brillarono ancora di più.

Si trovava ormai vicina alla punta dello strapiombo, perfetto.

Data l'espressione sul volto sia di Selen che di Celstia, si capiva che stava per succedere qualcosa di grosso.

Un paio d'ali nere come la notte, con alcuni riflessi argentei sui bordi si materializzarono sulla schiena di Selen, che si alzò lentamente in volo verso l'alto.

E poi, si intravide qualcosa, in lontananza, bianco e tondeggiante.

Selen stava facendo sorgere la luna, solo con le sue forze.

Quando furono entrambe abbastanza in alto, Selen spalancò le ali e la sua ombra si riversò su tutto lo spiazzo.

Poi, Selen spalancò gli occhi, che rilucevano di luce bianca.

Un raggio di luna la attraversò, trasformandosi in un raggio di energia incontenibile, che si riversò su Agramon, risucchiandolo.

Agramon venne imprigionato nella luna.

Selen ritornò coi piedi per terra, e le ali scomparvero.

Aveva vinto. Si era appena guadagnata di poter restare.

  
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