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Autore: Ninriel    15/12/2013    2 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Allison...-

Trevor mugugnò scocciato, sentendo il corpo della ragazza abbarbicato al proprio.

-Che vuoi...- La voce impastata di lei lo fece sorridere. -Spostati... mi stai sfracellando i coglioni-

La ragazza aprì gli occhi seccata, liberandosi della coltri e scendendo dal giaciglio. Era ancora in slip, perciò il suo sguardo scivolò sul pavimento in cerca della veste, senza trovarla. Trevor sogghignò.

-Cerchi questa?- agitò l'indumento con il braccio teso, ancora sdraiato sul letto, per poi stringerlo al petto quando la ragazza provò a prenderlo. -Sono del parere che tu stia molto meglio senza. - Sentenziò sorridendo alla sua espressione indispettita.

Allison si tolse le mani che di riflesso aveva portato al petto per coprirsi, sorridendo a sua volta. -Giornata storta?-

Il ragazzo le lanciò il vestito. -Con te mezza nuda davanti a me, no di certo. Solo... non ti dispiace dover tornare a fare i conti con Shon, Rhao e tutto il resto del villaggio? I preparativi per la partenza e tutto il resto. -

Lei non rispose, mentre si vestiva, e non ebbe il tempo di parlare, perché la porta si aprì all'improvviso, ed uno Shon infuriato fece irruzione.

-Voi due!- Esclamò indicandoli alternativamente. -Non basta che siate una custode ed un guardiano completamente incompetenti, avete anche il coraggio di ritardare alle lezioni di difesa! E poi quello che ci rimette sono io! -

Trevor lo guardò con un sopracciglio sollevato. -Cosa c'è Shon, il paparino ti ha punito proibendoti di scopare per una settimana?- Lo provocò.

Shon gli lanciò uno sguardo omicida. -Oh, no. Nulla di simile. Dovrò solo farvi da supervisore durante l'allenamento. -sibilò. -Ma che motivi ho di essere arrabbiato con voi... sarà senza dubbio una giornata fantastica: passerò la mattinata con una vergine rompicoglioni ed un cretino... esilarante. -

Allison a quelle parole gli si avvicinò a grandi falcate, afferrandolo per la maglia. -Credi che per noi sia divertente stare con te? L'antipatia è reciproca, e mi sembrava di aver già stabilito. Solo perché tuo padre è Rhao non puoi rivolgerti a me in questo modo. Sono la custode, ed il fatto che tu sia il mio futuro sposo non cambia nulla. Non credere che mi metterai le mani addosso come se nulla fosse. -

La ragazza premette le labbra su quelle dei Shon in un gesto violento, introducendo la lingua nella sua bocca, con un bacio passionale quanto rude. Si staccò con espressione veloce, spingendolo fuori dalla porta con un gesto rabbioso... -E non provare a chiamarmi vergine. - sibilò stringendo gli occhi. Poi prese un respiro, ricomponendosi. La sua postura si rilassò, e sul suo viso comparve la solita espressione tranquilla. -Dacci un'istante e arriviamo. - disse candidamente, come se nulla fosse successo, chiudendo la porta.

La prima cosa che fece fu passarsi una mano sulla bocca, per eliminare il sapore di Shon. Non che fosse brutto, ma non credeva neanche lei di essere stata capace di una cosa del genere. Trevor la guardò son un sorrisetto. -Non chiamarmi vergine, eh? -


 

* * *


 

-E se Allison fosse davanti a te? Come la difenderesti?-

Trevor si trattenne dallo sbuffare. -Presumo che mi parerei a mia volta davanti a lei. -

-Sbagliato! Non saresti abbastanza veloce, e lei verrebbe colpita.- Rhao scosse la testa. -Shon, diglielo tu, per favore. -

Il ragazzo sorrise altero. -Porterei le mie braccia attorno al suo busto, dirigendo i getti d'acqua attorno a lei, o verso il nemico. -

Allison sbadigliò annoiata. -Non potrei semplicemente rispondere con una bella palla di fuoco? Veloce ed efficace.-

-No, no, no! Tu devi sempre essere riparata, mai esposta. Le uniche volte che attaccherai, dovranno essere quelle in cui il tuo guardiano non ci sarà, cosa che di regola non dovrebbe mai accadere, hai capito Trevor?- L'uomo si rivolse alla custode ed al guardiano, alternando lo sguardo. Sbuffò. -Shon, adempi al tuo dovere di supervisore, per favore, e fa in modo che la tua futura moglie riesca ad imparare qualcosa che le permetta di tornare viva dall'Ires We. Ci tengo ad avere nipotini, okay?-

-Certo padre.- Shon non batté ciglio, fino a quando Rhao non ebbe svoltato la strada. Poi si dondolò suo talloni ghignando. -Allora mia cara vergine rompicoglioni, possiamo continuare l'allenamento, o deve restare a fissarmi ancora per molto? -


 

* * *

Una settimana dopo.


 

-Parata, attacco, parata. Bene così. - Shon sbuffò. -No Trevor, non così. Non dovresti ansimare come se stessi scopando, mentre lanci un'attacco. Il nemico capirebbe che sei stanco. E no, Allison, non vi concedo nessuna pausa. - Aggiunse davanti all'espressione stravolta di lei.

La ragazza alzò le braccia al cielo -Ma che diamine ti passa per la testa?Altro che affrontare Kaa... moriremo prima di partire di questo passo!- sbuffò esasperata.

Shon, avendo avuto campo libero sul loro allenamento, sembrava aver deciso di sfinirli a furia di ore e ore passate sotto sole, pioggia, e vento, a lanciarsi acqua e fuoco.

Trevor si tolse la maglia, detergendosi il viso con il tessuto già di per sé zuppo di sudore. Lanciò un'occhiata al ragazzo, che lo fissava con una smorfia. -Cosa c'è? Sei preoccupato che la tua futura moglie possa provare attrazione per me?-

Shon, come era prevedibile, scrollò le spalle. -Non credo cambierebbe molto... non potrai comunque averla, perciò qual'è il problema?- Allungò le braccia sopra la testa, mettendo in mostra i muscoli ben delineati delle braccia, lasciate scoperte dalle maniche corte della maglietta. -Su. Riprendiamo. -

Alle sue parole Allison imprecò, scuotendo la testa. -Ma che cos'hai che non va, eh? Vorrei vedere te, ad allenarti in questo modo. -

La ragazza aveva superato il limite di sopportazione già dai primi giorni, ma non poteva dire nulla, poiché sapeva fin troppo bene di avere bisogno di quelle lezioni, e non poteva che concordare molto a malincuore, che il suo ruolo la portasse ad avere importanza solo in ambito religioso, ad essere un icona e una guida, ma non certo una combattente nata.

-Vieni, tu Shon. Combatti contro di me. - Buttò lì, conscia di aver praticamente stilato la propria condanna a morte. Non avrebbe resistito un attimo conto di lui, ma voleva fargli capire che non poteva continuare così. Troppo pieno di sé, sprezzante, borioso, viziato. Anche una piccola fiammata sarebbe bastata per rimetterlo al suo posto. Una fiammata ben direzionata, che magari sarebbe casualmente andata a colpire qualche sua zona estremamente personale.

Il ragazzo annuì, dopo aver abbozzato un sorrisetto di sufficienza all'espressione contrariata di Trevor. -Ci sto. - Affermò infatti, posizionandosi difronte ad Allison, e mettendo tra loro circa due metri di distanza. -Se vinco io, tu...- Lei non lo lasciò finire. -Non ti aspetterai che faccia cose sconce, vero?- Spalancò gli occhi con aria innocente. -Non oso pensare a cosa direbbe tu a madre se lo sapesse. Sedurre la propria sposa prima del matrimonio!- si portò una mano alla bocca con fare scandalizzato, ma solo per soffocare un risolino. Poi lasciò cadere la mano contro il fianco, assumendo un'espressione neutra.

-Continua. Se vinci tu...?- Sembrò improvvisamente stanca del gioco che lei stessa aveva avviato.

-Se vinco io, tu dovrai smetterla di negare i fatti.-

Allison lo fissò scettica. -Quali fatti scusa?-

-Sei attratta da me, e non desideri altro che avermi. Ti direi che anche io provo lo stesso, ma devo preservare la mia immagine, no? Dovrai far credere di essere sul serio una ragazzina innamorata persa di me. - asserì. Non aveva senso, ma pur avendo passato molto tempo insieme, negli ultimi giorni soprattutto e con Trevor di mezzo, le uniche parole e frasi che rivolgevano erano insulti o battute a sfondo sessuale...o ancora più spesso, un misto fra tutte e due.

La ragazza si guardò le unghie, facendo scontrare il pollice e il medio ripetutamente. -Se vinco io.- ribatté senza discutere su ciò che Shon aveva posto come palio - tu non mi toccherai fino a che io non acconsentirò, potessero volerci anni. O ti giuro che ti ritroveresti senza una mano. -

Trevor li fissò entrambi, indeciso se ridere o piangere. Non capiva neanche lui come si potesse essere così accaniti. Allison, decisa a mantenere la propria linea di rifiuto nei confronti del ragazzo, Shon, deciso a portare avanti quelle conversazioni assurde, fatte di frecciatine, che poi tanto frecciatine non erano, anzi erano vere e proprie dichiarazioni di guerra. Era deciso a conquistare la ragazza, e forse la stessa Allison non se ne accorgeva, ma Shon non si sarebbe accontentato di una semplice scopata, e avrebbe continuato a tormentarla.

Trevor fece una smorfia, pensando che all'inizio anche lui con Allison aveva gli stessi motivi, che suo malgrado, era finito vittima di quelle ammalianti labbra, che con ogni movimento compiuto per dire una parola, ogni sospiro, lo avevano lentamente ammaliato. La voce di Allison risuonò acuta nella radura.

-Bene Shon, perde chi per primo cade e non riesce a rialzarsi. - Proclamò. -Tre... due... uno.... -

-Allison!- E te pareva... Sinzie sbucò dagli alberi con la puntualità di un orologio a molla, strappando alla ragazza uno sbuffo esasperato. -Si?-

-C'è un forestiero.- Annunciò.

* * *


 

-Ma non posso! Non sono ancora pubblicamente la Custode della dea.. non c'è stato il rito finale... non se ne é neanche parlato !- Rhao scosse la testa con vigore, alle obiezioni della ragazza. -Sai da quanto è che non abbiamo una Custode? E da quando non arrivavano stranieri? Anni! Anni passati lontani dal resto dell'impero, senza nessuno che ci portasse notizie concrete, senza quasi neanche sapere che Kaa fosse sull'Ires We! -

L'uomo rallentò la parlata veloce, tentando di placarsi. -Tu parlerai con lo straniero, e poi provvederemo al rito. Io per primo sono contrario, ma non possiamo permetterci di sbagliare, questa volta. La custode deve ospitare l'anima della dea, e rispondere in sua vece agli interrogativi del popolo. Non possiamo rifiutare un viaggiatore venuto da chissà dove, il primo per giunta. - Disse continuando a scuotere la testa.

-Va, Allison. Il forestiero ti aspetta davanti al tempio. - Concluse. Non aggiunse altro, ma il suo silenzio turbò la ragazza. Forse la situazione portava a galla il periodo in cui c'era Kaa, in cui lui era suo marito... e lei era ancora capace di distinguere il bene dal male. Dovrò chiedergli quando ha spostato Sinzie, dato che Shon è nato circa un' anno dopo la scomparse di Kaa...si è dato decisamente da fare.

Si mise le mani sui fianchi, inarcando la testa leggermente all'indietro. La stanchezza dell'allenamento era ancora lì, e il solo pensare che di lì a poco sarebbe stata costretta ad ospitare l'anima della Dea... la spossatezza si faceva più insistente. Il fatto, poi, che lei non avesse mai richiamato la Dea, ma che essa fosse venuta sempre di propria volontà, la rendeva nervosa. Non le avrebbe dato fastidio? Una coscienza così antica, non avrebbe posto resistenza nell'essere chiamata a comando? Certo, è comunque sempre stato così, anche per le altre custodi... non sarà diverso se sarò io a chiamarla.

Allison espirò, mentre i suoi piedi toccavano veloci il terreno, mantenendo costante quel camminare che si faceva sempre più difficile, man mano si avvicinava al tempio. Sembrava che ci fosse qualcosa a bloccarla, ma non capiva cosa. Non era un corpo che si potesse toccare, qualcosa di etereo, piuttosto.

Già da lontano, la figura incappucciata del forestiero era ben visibile, e la mano che l'individuo teneva sul collo della sua cavalcatura, un bellissimo esemplare color mogano, era l'unico lembo di pelle chiara lasciato scoperto. La palandrana marrone lo copriva da capo a piedi, ed il viso era rivolto verso il sole calante, che spargeva i propri riflessi vermigli sul lago antistante, agitato solo da una lieve brezza.

Sembrava quasi un quadro, essenziale nella sua semplicità, ma pieno di possibili interpretazioni.

Mentre Allison si avvicinava, cercando suo malgrado di non fare rumore per non turbare il silenzio, e godere un'istante in più di quella pace che sembrava improvvisamente aleggiare sulla foresta e sulle case come giunta con il viaggiatore misterioso, pensò a chi avrebbe trovato, una volta faccia a faccia. Un giovane ansioso di conoscere il proprio destino? O magari un vecchio con la pelle raggrinzita come un foglio di carta lasciato al sole ad asciugare?

Fu quando l'ombra dell'individuo, protesa sul terreno, le arrivò ai piedi, che la ragazza si fermò. Non ci fu bisogno di parole, né di schiarirsi la voce per far avvertire la propria presenza, perché il forestiero si mosse con stupefacente velocità, facendo calare con un gesto secco il cappuccio del mantello, posto ad adombrargli il viso.

Quando la stoffa cadde, Allison stentò a soffocare un verso sorpreso.

Una chioma bianca e spettinata, le cui ciocche si alternavano a lunghezze diverse, furono la prima cosa che si intravide. Poi un viso affilato, un naso piccolo e aggraziato, e degli zigomi pronunciati, delinearono un viso che di maschile e anziano non aveva nulla. La pelle chiara della giovane donna davanti ad Allison, risaltò sulla stoffa scura, e così anche i suoi occhi. Occhi neri come la pece, occhi impenetrabili per chiunque, ma altrettanto capaci di leggerti dentro.

Anche la custode venne colpita dal quelle iridi, scandagliata nel profondo da quella sconosciuta, e rimase ammutolita per un'istante, prima di riprendersi dal torpore e dallo stupore della rivelazione.

Non aveva preso neanche per un istante in considerazione il fatto che sarebbe potuta essere una donna, il misterioso forestiero. Vuoi la probabile grande distanza che doveva aver attraversato, vuoi tutti i possibili pericoli del viaggio, ma non aveva pensato a quella possibilità.

E questo era male, perché rafforzava la sensazione di disagio che la ragazza provava. Non era normale sentirsi così nervosi, e se la sua mente non aveva forse neanche avvertito la stranezza della situazione, allora il suo corpo la stava mettendo in guardia. La donna non era un pericolo nel senso che avrebbe potuto attaccarla, ma era un pericolo per quello che avrebbe potuto dire o chiedere.

-Custode. - Una affermazione, che sarebbe potuta benissimo suonare come accusa ma non lo era, fu la prima cosa che la misteriosa forestiera disse. Allison cercò di apparire tranquilla, e le sue labbra si aprirono in un sorriso teso.

-Esatto. Benvenuta...-

-Thyya. Il mio nome è Thyya, custode. - Rispose lei alla silenziosa domanda della ragazza.

Allison colpì nervosamente il terriccio con il tallone del piede,-Thyya...Come mai sei giunta qui?- Era curiosa, e si capiva da come inconsapevolmente il suo corpo fosse leggermente inclinato in direzione della sua interlocutrice.

Thyya si guardò intorno prima di rispondere, abbassando poi il capo e parlando a voce più bassa.

-Se non le dispiace, custode, preferirei parlarne nel tempio... al sicuro da possibili orecchie indiscrete, e con la protezione della Dea. - mormorò, e dalla sua voce chiara, trasparì qualcosa che non era paura...forse timore... Pensò Allison, in cui si alternavano la curiosità e la sensazione di disagio. Allargò le braccia, e si trattenne dallo scrollare le spalle, mentre annuiva. -Entriamo, allora.-

Thyya portò la mano sul collo del cavallo, lasciandovi delle pacche veloci, prima di dirigersi al tempio insieme ad Allison. Quei pochi passi furono compiuti in silenzio, e la custode ne approfittò per schiarire le idee. Cosa poteva chiedere Thyya alla Dea? Non riusciva ad immaginare il motivo che la poteva aver spinta ad Ascabryh...

Nel tempio, il calore del fuoco sacro sembrò dar colore alla donna, che vi si avvicinò appoggiando le mani sul bordo del grande braciere di bronzo, e rivolgendo il viso alla fiamma, incurante di quanto essa fosse piccola. Allison restò in disparte, in silenzio, mentre Thyya mormorava al fuoco con una adorazione, e poi si girava verso di lei.

-Sono venuta qui per un motivo, custode. - Asserì guardandola seria. -un motivo della massima importanza.- Aggiunse.

Allison le si avvicinò, ponendosi sul lato opposto della fiamma, beandosi anche lei di quel familiare tepore. -La Dea risponderà alle tue domande, Thyya...ma prima...-

-Non sono venuta solo per consultare la Dea. É anche con lei, custode, che volevo parlare. -

Allison corrugò le sopracciglia, facendo un gesto verso due ciocchi di legno che erano stati posizionati accanto al braciere. -Sediamoci. -

Si accomodarono entrambe, l'una davanti all'altra.

Thyaa sospirò. -Vengo dall' Ires We, custode. -Mormorò -Il mio villaggio, si trova accanto alla dimora di Kaa...è ormai da tempo che aspettavo questo momento, ma quasi non credevo che avrei potuto sul serio parlare con la nuova custode... prima...prima di...-

-Prima di?- Allison cercò di assumere un'espressione che non tradisse la sua impazienza. -La dea veglia su di noi, Thyya, non devi temere alcunché, qui.- la rassicurò, continuando però a sentirsi impotente. La donna espirò nervosamente, e non rispose, cominciando invece a raccontare. 

-Il nostro è un villaggio grande...uno dei più grandi della valle e delle montagne, credo, ma da quando Kaa è arrivata, non vi è altro che terrore. Di giorno sembra un villaggio normale. Le case, la foresta... ma è di notte che succede. Ogni notte. - Le tremò la voce. -All'inizio erano solo piccoli animali... venivano trovati morti, ma non ci si fece troppo caso. Ora è la gente, uomini e ragazzi, per lo più. Muoiono nel sonno... oppure spariscono. Quasi sempre anzi, e chi muore viene considerato fortunato. - si guardò le mani strette in grembo, bianche nei punti in cui le dita stringevano di più. -E poi tornano.- Mormorò con gli occhi lucidi. -Tornano tutti- Allison restò in silenzio, gli occhi sgranati nel sentire quelle parole. -Dicono di essere stati reclutati nell'esercito di Kaa, e che sono fieri di essere stati scelti, o cose simili, e ogni volta che lo dicono, senti una specie di inflessione nella loro voce, un devozione che non avevano mai avuto, prima di partire, e da come parlano, capisci che farebbero di tutto per lei. Di tutto. - Prese un respiro tremante, fissando la custode e scuotendo la testa con forza. -Non immagina come può essere, svegliarsi una mattina, e trovarti da sola nel letto... capire che tuo marito è scomparso. E vederlo tornare, due anni dopo, completamente diverso. Diverso dentro. All'inizio sembra normale, lo abbracci, sei così contenta che sia tornato, anche se sai che non è il primo e sai come andranno le cose. Lui parla, ed è la stessa persona di quando è partito, e vedi che ti ama come prima, e sei... felice.- Singhiozzò, cercando di trattenere il tremito della voce.

- Poi nomina Kaa. O la nomini tu nella speranza di sapere che in verità lei non c'entra nulla, e lui cambia. Dice che Kaa è la custode che il popolo ha avuto e non ha saputo onorare a dovere. Che Kaa è stata sottovalutata da tutti, anche dalla Dea stessa, e che non avrebbe dovuto essere una semplice custode. Avrebbe dovuto essere di più, e non ninfe siamo state stupide a non capirlo...- Singhiozzò ancora, le lacrime che ormai scendevano a fiotti sulle guance, la sua disperazione evidente.

Allison non sapeva che dire, ma aveva capito tutto. Quella storia, quella realtà che nessuno avrebbe potuto immaginare, era la spiegazione anche dello strano comportamento degli uomini di Kaa, della loro apatia, della loro assoluta obbedienza agli ordini della donna.

-Thyya...io... -Non sapeva che dire per poterla consolare, ma la donna fermò anche quel tentativo. -Non occorra che dica nulla, custode. Non potevate sapere. E noi non potevamo venire a dirvelo...Kaa ha eretto una strana barriera, ai confini del villaggio...è raro che essa non ci sia, e la paura di scappare è sempre tanta...anche io non avrei trovato il coraggio se sei lune fa non fosse tornato mio marito...mi sono sentita a pezzi...e poi lui ha parlato della nuova custode, dicendo che era stata invitata alla dimora di Kaa, e che da lì a poco sarebbe arrivata... e ho pensato che se noi non avevamo potuto far nulla, magari la avrei potuto mettere in guardia la custode stessa, magari con la sua venuta qualcosa sarebbe cambiato... perciò ora sono qui. Per chiederle di stare attenta quando sarà lì, e per chiedere la benedizione della Dea. - concluse. Allison riprovò a parlare, quella volta con più successo, lo stupore ormai dissimulato, che aveva lasciato spazio a rabbia ed indignazione.

-Ti ringrazio molto per essere venuta qui nonostante il pericolo, e avermi informato. Immaginavo che l'invito di Kaa non fosse per un semplice benvenuto, ma non immaginavo che la sua pazzia avesse raggiunto queste proporzioni- Sorrise, ma i suoi occhi restarono tristi. - Spero che le parole della Dea rafforzeranno il tuo animo e ti daranno il coraggio di andare avanti...lo spero sul serio – Mormorò poi prima di alzarsi, e osservare la fiamma tenue del fuoco sacro come tante volte aveva fatto prima d'allora. La tranquillità che i bagliori vermigli le infondevano, e la sensazione di essere avvolte da spire bollenti, le fece capire che anche quella volta la Dea era accorsa al suo richiamo, e non ebbe timore quando sentì il proprio corpo perdere consistenza, la propria coscienza essere relegata in un angolino, mentre la sua mente veniva invasa solo da una minuscola porzione dell'elemento. Era diverso dalle altre volte, perché era in un certo senso cosciente, e sentiva il proprio petto alzarsi e abbassarsi al ritmo del respiro, le proprie mani stringere il bordo del braciere, ma non era lei a comandare quei movimenti. La visuale che aveva del tempio assunse sfumature rossastre, e anche se con la sua voce, fu la Dea a parlare.

-Thyya.- Il nome della donna fu pronunciato dalla Dea con tristezza, e quando il suo corpo fissò lo sguardo sulla donna, Allison potè osservare i suoi occhi sgranarsi, e il suo viso rischiararsi in attesa che ella continuasse a parlare. 

 -Non vi è uomo che abbia vanto, orgoglio, o bramosia di potere, ma vi è chi che relega questi sentimenti nel profondo della propria anima, e chi li lascia liberi di vivere e dominare. Non temere, Thyya, il tempo della salvezza non è lontano. Tieni a bada le tue paure. Risplendi e sii fiera delle tue origini e della tua vita. Tieni viva la speranza e fa sì che anche altri come te, abbiano fiducia.

E sappi che io veglierò sempre sul vostro popolo, figlia dell'acqua. Sempre.-







Nota dell'autrice. 
Okay, non ho scusanti questa volta. Sono più di due settimane che non pubblico, e vi chiedo in ginocchio di perdonarvi, sul serio *fa la faccina triste*
Il fatto è che...vorrei potervi dire che non avevo ispirazione, ma sarebbe vero solo in parte... più che altro accendevo il computer, e la televisione, e quindi invece di scrivere finivo per vedere Criminal minds, CSI, The Mentalist... lo so, sono un caso perso. *sigh*
Comunque... dato che sono riuscita a buttare giù questo capitoletto,  nonostante non sia granchè, e probabilmente vi aspettavate di più dopo la scena Trevor-Allison, posso affermare che ci siano importanti sviluppi, e che si cominci già ad intravedere quanto sia grande la pazzia di Kaa...ma ancora non sappiamo il perchè del cambiamento di chi veniva "rapito"... diciamo che seppure un poco a rilento (-.-") stiamo giungendo al fulcro della storia=D
Spero che mi farete sapere che ne pensate,  e vi avviso che per la vostra gioia, smetterò di assillarvi in nelle note di ogni capitolo chiedendovi di recensire... quindi se c'è qualcuno, faccia un salto senz ache lo chieda io :/
Beeeeene, finisco ringraziando Blueberries98 e savy85 che hanno recensito lo scorso capitolo, e Akroma, che invece è appena approdata alla mia storia (grazie!). Inoltre, ringrazio di cuore le 38 persone che mi seguono :D
Bye Bye
Al prossimo capitolo, 
Ninriel


 


 

  
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