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Autore: Blooming    15/12/2013    2 recensioni
Joe è il tipico ragazzo sfigato, gioca a giochi online e si chiude spesso in casa, a scuola è preso di mira dai bulli, lui è il più semplice obbiettivo su cui si concentrano. A suo favore si schiera Scott, il nuovo arrivato, lui è bello, ha un fisico da urlo e le ragazzine lo guardano ridacchiando in corridoio. I due fanno amicizia e cominciano a dipendere l'uno dall'altro come veri e propri amici. Parte importante della vita dei due è la madre single e trentenne di Scott che si tira dietro gli sguardi d'odio delle altre madri e gli sguardi 'eccitati' dei ragazzi.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Scott guardò le stelle e passò a Jolene accanto a lui lo spinello appena acceso
“Allora ci dici, chi è questa donna misteriosa?” Scherzò Chris che abbracciava dalla schiena la sua ragazza che gli tirò una gomitata
Io ero partito per il mondo dei trip e mi trovai a vaneggiare
“Le stelle sono bellissime.” Guardavo il cielo e quei puntini brillanti
“Sì, è vero. Guarda come brillano.” Mi seguì Scott
“Sono gli spiriti dei grandi re del passato.” Enunciai con enfasi
Tutti rimanemmo in silenzio continuando a fissare il cielo nero per qualche minuto per poi scoppiare a ridere convulsamente e con le lacrime agli occhi. Non so se fosse stata la mia affermazione da Re Leone o l’effetto dell’erba di Chris ma continuammo a ridere senza un buon motivo per mezz’ora finché le risate non calarono.
Ci sentivamo accaldati e certamente il clima caldo asfissiante non aiutava molto, era la mia prima canna così com’era la prima di Scott ma in confidenza mi disse con avrebbe mai più fumato perché non voleva che questo incidesse sullo sport e sulle gare.
Distesi sull’erba umida davanti a quella rientranza semipaludosa tutto ci sembrava fantastico e perfetto, quel momento non ce lo saremmo mai dimenticati. Quattro amici e tre spinelli. Non mi sembrava vero, avere degli amici, avere Scott. Per me lui era come un fratello, la spalla su cui contare sempre e lui sapeva bene di poter contare su di me per ogni cosa, in ogni momento. Io ci sarei stato.
Mentre riflettevo tra me e me, Scott si decise a raccontarci di questa ragazza. Si chiamava Pamela ed era bellissima.
Scott continuava a guardare il cielo, erano quasi le tre di notte e c’eravamo riproposti di vedere l’alba da strafatti, il biondo sorrise e disse
“Ha un sorriso bellissimo.”
Mi piaceva come parlava delle ragazze, non le considerava solo qualcosa, per lui erano come delle dee, ogni ragazza era stupenda a suo modo, anche Janelle per lui era bella anche se pazza. Non lo sentii mai dire che una ragazza fosse brutta, grassa, cessa. Per lui erano tutte bellissime.
“Pamela è bellissima e dolce, viene in piscina con me, non con me ma ci parlo sempre in piscina, ci va sempre. Le piacciono i cani anche se suo padre è allergico e non può averne.” Emise una mezza risatina dolce “Quando l’ho incontrata eravamo nella vasca, io ero appena entrato e l’ho vista fare qualche bracciata a stile, è bravissima. Mi ha chiesto se volevo passarle avanti perché lei riprendeva fiato e le ho sorriso. Non le ho visto gli occhi o i capelli perché aveva gli occhialini e la cuffia ma il suo sorriso era bellissimo, non ha le labbra carnose ma neanche sottili, ha la pelle liscia, si vede da come l’acqua le corre sul viso e ha un colorito come il bronzo.” Rimanevamo tutti in silenzio ad ascoltarlo, ero affascinato da come la descriveva “Nuota perfettamente e ha detto che mi ha visto in una gara di pallanuoto qualche mese fa, ha detto che sono bravo.” Sorrideva imbarazzato potevo sentirlo nella voce che gli tremava dall’emozione nel parlare di lei “Parliamo sempre a bordo vasca quando finiamo. Ha quindici anni ma studia a casa con un professore privato, le piacciono i film di azione ma preferisce i romanzi romantici, adora Jane Austen.”
Le stelle cominciavano a spegnersi e il cielo cambiava colore diventando violaceo
“E lei com’è?” chiese Chris abbracciando sempre di più Janelle
“È la ragazza più bella dell’universo.” Rispose Scott dando un altro tiro alla sigaretta
“Sì ma… di fisico?” ribadì Chris
Chris era molto diverso da Scott, non che fosse uno stronzo o che stesse con Jan solo perché lei fosse attraente ma non vedeva le donne come faceva Scott.
Scotty sorrise a Chris
“Non è molto alta, mi arriva qui.” Si segnò all’altezza del naso “E di sicuro non verrebbe mai considerata ‘figa’, è…”
“È grassa?” finì Chris la frase
“No.” Scosse la testa Scott “Cioè, un po’, è… boh, tonda.”
Janelle ridacchiò
“Si dice con ogni curva al proprio posto, te lo dico perché se vai in giro a dire ‘tonda’ potrebbe tirarti uno schiaffo.”
Scott sorrise a Jan ancora abbracciata a Chris che non la lasciava andare e teneva il mento sulla sua testa. Scotty si girò verso di me
“Tu cosa ne pensi Joe?” mi sorrideva gentile
Non sapevo cosa rispondere, cioè lo sapevo ma ero partito e dovevo riordinare un po’ i pensieri
“Credo.” Parlavo a scatti “Che se ti piace.” Diedi un altro tiro, quella era l’ultima canna “Dovresti provarci, infondo non ti mangia e poi lei è una ragazza, tu un ragazzo. Adorate nuotare e vi sorridete. Io penso.” Un secondo tiro e poi passai di nuovo lo spinello a Scott “Penso che dovresti baciarla la prossima volta.”
Si scoprì in seguito che quello fu un pessimo consiglio.
Janelle si voltò a baciare Chris e poi alzò lo sguardo verso l’orizzonte e vide una minuscola fetta di sole rosso-arancio sorgere brillando e illuminando la palude tutta intorno
“Guardate.” Bisbigliò “È bellissimo.” Sorrise mettendosi seduta
Rimanemmo tutti a fissare il sole sorgere colorando tutto di rosa e arancione, giallo e rosso. Tendevamo ogni nervo del nostro corpo a percepire quel calore dolce sulla pelle e, tra i capelli e tra quella luce e quel panorama stupendo scoprimmo che in realtà la marijuana non aveva fatto ancora del tutto effetto.
Cominciai a strappare i fili d’erba, uno alla volta e a guardarli nelle mie mani rimanendo colpito a ogni strappo del colore intenso che avevano, Scott stava disteso come una stella marina sull’erba poco distante da me e cantava Wild Boys dei Duran Duran sbagliando tutte le parole. Jan e Chris erano i più ‘sani’, lei era salita su albero e rideva e lui rimaneva sotto con le braccia aperte pronto ad afferrarla.
Scott cominciò a rotolare sull’erba ridendo mentre io parlavo di come fosse affascinante World of Warcraft  e come quell’elfa blu continuasse a perseguitarmi anche se i miei colpi mistici da mago la tenevano a distanza.
Poi a tutti e quattro ci venne un caldo atroce e io cominciai a spogliarmi convulsamente, mi si incastrò la testa nel collo della maglia e mi rotolai per qualche minuto per togliermela
“Andiamo a fare il bagno nel laghetto.” Dissi sventolando la maglia, in realtà era la palude di fronte alla veranda della colazione di Aidan ma a me andava di fare il bagno, così come agli altri tre e allora rimanendo in boxer e Janelle in canottiera e slip ci lanciammo nella melma.


Nuotammo per quasi un’ora facendo discorsi filosofici sulla vita, parlammo di genitori, di come ci comportavamo con loro.
Chris non li vedeva quasi mai perché lavoravano sempre, suo padre stava sempre via da casa per intere settimana mentre la madre tornava sempre a sera tardi a causa di riunioni varie a cui doveva partecipare. Ma a lui andava bene così, diceva che meno erano presenti, meno avevano pretesti per stargli addosso e giudicarlo.
Janelle viveva con i suoi, lei era quella con la famiglia più normale a parte le rotture che le davano per il modo di vestire, che altro non era un forma di ribellione.
Poi cominciammo a parlare di sesso. Chi l’aveva fatto e chi no, l’aveva fatto solo Chris con una più grande. Almeno così ci disse, erano stati insieme per qualche mese e poi si erano lasciati facendo sesso da strafatti.
Io e Scott non avevamo avuto mai nessuna ragazza, beh a parte la ragazza piovra del locale country  che aveva limonato con Scott, io non ero proprio mai stato con nessuna e non mi dispiaceva ammetterlo.
Jan era stata con un ragazzo in seconda media ma lei era impazzita come suo solito finendo per sembrare una stalker e si erano lasciati in lacrime.
A un certo punto, mentre Janelle raccontava la triste storia d’amore con il ragazzino delle medie, Scott cominciò a vaneggiare sulle squadre di football e di quanto quella della nostra scuola facesse schifo. Io ricominciai a parlare di giochi online paragonando le dimensioni dei personaggi a quella dei treni. Janelle sorrideva ebete nuotando intorno a Chris che invece ballicchiava sul posto.
Io fissai l’acqua melmosa tra le dita, cattiva idea quella di fare il bagno in una palude. C’erano robe verdi galleggianti, probabilmente erano alghe putride e c’ero io che parlavo a vanvera
“Lo sapete che mi piace stare qua? È bello. Bello quasi quanto quell’alligatore.” Indicai sorridendo di fronte a me
Tutti ridemmo per poi capire ciò che avevo appena detto, ci fissammo a occhi spalancati e poi fissammo quel tronco che in realtà non era un tronco ma il simpatico alligatore. Cominciammo ad urlare , fortunatamente eravamo vicini alla riva e l’alligatore era molto distante da noi e corremmo urlando nell’acqua per riuscire a salvarci il culo.
Appena uscimmo non ci fermammo neanche per guardarci indietro, prendemmo al volo i vestiti e po’ ridendo per l’adrenalina in circolo e un po’ urlando corremmo in casa portandoci dietro il fango e la puzza
“Siamo dei fottuti idioti.” Mormorò Scott chiudendo la porta della veranda dietro di sé
“No!” Urlò Janelle
“Cosa?” chiese Chris preoccupato, la fissavamo perplessi
“Ho dimenticato una scarpa, devo prenderla…” aprì la porta e rimase a fissare l’alligatore che mangiava la sua scarpa nel giardino “Beh ciao eh.” Disse sbattendo la porta
“Mio dio! Ma quanto cazzo puzziamo!” si annusò Chris
“Siamo peggio della palude!” dissi strizzando l’acqua fetida dai miei capelli, guardai gli amici “Io mi faccio la doccia per primo!” E scattai al piano di sopra senza lasciare tempo agli altri di rispondere
Sentivo i loro schiamazzi che mi seguivano per le scale. Janelle superò Chris
“Hey! Sono una signora io!” urlò tentando di superare Scott “Prima le signore!”
“Non ci provare bella!” Rispose lui bloccandole il passaggio sulle scale
“Tu sei Janelle. Non conti!” dissi arrivando alla porta del bagno degli ospiti “Ci vediamo tra un’ora stronzetti!” aprii la porta e stavo per entrare quando sentimmo Aidan uscire dalla sua stanza dall’altro lato del corridoio in fondo
Ci guardammo in faccia terrorizzati e ci lanciammo tutti nel bagno. Altra idea stupida.
Ovviamente se Aidan ci avesse beccato così sarebbero stati cazzi amari, eravamo sporchi, puzzolenti e per di più fumati. Rimanevamo tutti zitti nella grande doccia uno spiaccicato sull’altro perché sicuri che occupando meno spazio non saremmo stati beccati, intanto continuavamo a zittirci a vicenda dicendo –ssh- anche se nessuno parlava.
Sentimmo Aidan fermarsi davanti alla porta, appoggiarsi allo stipite e parlarci, aveva uno strano e inquietante tono di voce calmo, molto aggressivo-passivo
“Ragazzi.” Ci chiamò ma non dicevamo niente, rimanevamo in perfetto mutismo cercando di respirare piano “Lo so che siete lì dentro, per vostra sfortuna ho il sonno molto leggero e un gruppo di ragazzini che urlano e ridono per le scale di certo non aiuta, sapete…”
L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che quell’alligatore probabilmente era ancora là fuori a mangiare la scarpa. Sì, decisamente risentivo ancora della marijuana.
Aidan continuava a parlare
“Quando mi avete detto che rimanevate a vedere l’alba non pensavo che includesse anche il fumare, fare il bagno nella palude e poi scappare da un alligatore.” Lo sentimmo soffocare una risatina divertita
“Ci avevi detto che non c’erano alligatori qui!” urlò Scott
“Scusate.” Rispose Aidan “Errore mio. Evidentemente sono attirati dagli adolescenti fumati, ma giuro che se uscite adesso non avviserò i vostri genitori.”
OH MERDA!
Cominciammo a discutere bisbigliando animatamente
“Io non voglio che lo dica ai miei, già hanno fatto storie per lasciarmi venire. Li ha dovuti convincere tua mamma!” disse a Scott
“Se per questo anche io non voglio che lo sappiano.” Risposi
“Ah e secondo voi io sì?” disse Chris “Sanno che sono un coglione ma non che fumo!”
Scott si passò le mani nei capelli e sbuffò
“Se usciamo cosa farà?” ci chiese
Mh ottima domanda Scotty, tutti alzammo le spalle scuotendo la testa senza risposta
“Okay.” Il biondo si schiarì la voce “Se usciamo cosa succede?” chiese urlando ad Aidan che ridacchiò
“Che vi faccio pulire le scale dal fango e poi vi immergo nel disinfettante!” ci guardammo “Allora uscite? Vado a prendere il telefono eh…”
Prima che potesse aggiungere altro uscimmo tutti in fila indiana, il primo fu Scott poi io, Chris e Janelle. E ogni volta che uno usciva Aidan gli dava uno scappellotto, anche a Janelle ma con meno forza.
Puzzavamo ed eravamo in boxer o, per quando riguarda Jan, in canotta e slip. Fare il bagno in una palude di notte fu una grande, enorme cazzata ma fu la cazzata più divertente di tutto l’anno!
Aidan non ci fece pulire le scale ma ci impedì per gli ultimi giorni che saremmo rimasti in Alabama di uscire di casa dopo la mezzanotte.
Ma non seppe mai che ogni notte uscivamo sul terrazzo che avevamo in comune con la stanza di Janelle e ci mettevamo sul tetto a guardare le stelle e il cielo che ci copriva avvolgendoci, non c’era bisogno di parole, rimanevamo in silenzio a contemplare l’universo.
Eravamo felici, io come mai lo ero stato.
Scott era la mia seconda famiglia, la persona sui cui avrei sempre potuto contare. Era l’amico più grande che si potesse desiderare di avere e gli dovevo tutto.
 

Il lunedì successivo eravamo di nuovo in aeroporto, Scott era rimasto in macchina da solo con Aidan per qualche minuto, quando rimaneva da solo con suo padre preferiva non raccontarci cosa si dicevano, ma si vedeva che era felice di stare con lui. Si salutarono con un abbraccio e una pacca sulle spalle con la promessa di rivedersi dopo l’inizio della scuola.
Scott assomigliava così tanto al signor Walsh di fisico e mi accorgevo di questo ogni volta che li vedevo insieme, anche se come carattere e comportamenti era molto più simile alla signora William.
Il volo in aero ci sembrò più breve di quello dell’andata e notai un po’ di malinconia negli occhi di Scott ma sapevo che gli sarebbe passato non appena avesse riabbracciato sua mamma e non appena avesse rivisto la ragazza dei suoi sogni.
Agosto passò come un soffio di vento, tra compiti arretrati, uscite al cinema, gelati e inutili cazzate dette.
I miei genitori erano sempre un po’ stronzi anche se la loro vacanza/luna di miele li aveva un po’ cambiati, li preferivo da come erano all’inizio. E anche se ancora non sopportavano Fiona William perché avevano i loro pregiudizi stupidi e inutili, Scott cominciò a essere sempre più il benvenuto.
E poi ricominciò la scuola e sprofondai di nuovo nel baratro dei pestaggi e degli insulti. Un piacere unico insomma. 
   
 
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