Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: just_be_free    17/12/2013    1 recensioni
Alzo lo sguardo verso la figura umana e mi ritrovo davanti due occhi azzurri così profondi da venir voglia di immergermi dentro e non uscire mai più. In quel gelido pomeriggio invernale londinese sento di non aver più bisogno di maglioni per sentire caldo, di non aver più bisogno di una casa, di vizi, di soldi, di sesso per essere felice, di non aver più bisogno d'aria per vivere, perchè ora ci sono quegli occhi che mi avvolgono nel loro azzurro caldo e mi terranno in vita per sempre.
E' una fanfiction Larry Stylinson, penso sarà abbastanza lunga.... è la prima che scrivo quindi commentate!!
buona lettura
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL MIO PRINCIPE.
 

“Stai scherzando, vero? Lo spero proprio Lou! Io non lo farò mai! Te lo scordi”

“Per favore! Io voglio un mio ritratto! Cosa c'è di male se....”

“Non se tu sei nudo!” lo interrompo cercando di trattenere una risata.

In realtà l'idea di vedere Louis nudo e di poterlo anche osservare senza sembrare un maniaco mi fa eccitare non poco. Insomma da quando qualche giorno fa mi ha chiesto se potevo fargli un ritratto dove lui posava nudo non faccio altro che pensare al suo perfetto corpo da statua da dio greco davanti ai mie occhi affamati e alle mie mani bramose.

Ormai sono due settimane che vivo qui e ogni volta che accenno al fatto che dovrei tornare a casa mia lui mi risponde che non devo farlo per forze perchè gli fa piacere avermi in giro per casa. Anche a me farebbe piacere abitare con un ragazzo come lui, se non fosse che ogni volta che si china o che lo vedo in boxer o a petto nudo ho una voglia quasi irrefrenabile di saltargli addosso e di esplorare il suo corpo ovunque con i miei occhi, le mie mani e sicuramente la mia bocca. Infatti l'unico motivo che non mi fa ritornare a casa, a parte il fatto di cosa o meglio di chi troverei, è che non posso astenermi da Louis. Come farei ad alzarmi la mattina se sapessi che non ci sono gli occhi di Louis che mi aspettano scintillanti? Come farei ad addormentarmi la sera se non ci fosse il profumo di Louis che mi culla? È diventata una droga, della migliore qualità, e ne sono diventato dipendente in così poco tempo che stento a crederci anche io. Ma ne sono troppo assuefatto per curarmi, e questo mi spaventa, ed ogni volta che penso che sarebbe meglio fuggire da questo dolce inferno lui arriva accompagnato dalla sua voce squillante e da una proposta allettante che mi fa dimenticare la mia aumentante dipendenza.

“Neanche se....” si avvicina lentamente e in modo estremamente sensuale da far sembrare quei pochi metri che ci separano chilometri.

Le sue labbra sono leggermente aperte e dannatamente rosse e la voglia di farle combaciare con le mie è irrefrenabile.

È a due centimetri da me e io sono appoggiato a bancone della cucina dove non ho vie di scampo, ma anche se ce ne fossero io rimarrei lì ad essere sommerso dal suo profumo.

Il suo petto si schiaccia contro il mio, i suoi occhi sono maliziosi, e io non posso che avere un'erezione nei pantaloni. Nella mia mente già si delineano immagini delle sue labbra sulle mie, della mia lingua nella sua bocca e i nostri bacini che combaciano. Ma il suo viso non mi sfiora neanche, lo avvicina al mio orecchio, il suo respiro tocca la mia pelle facendola rabbrividire e la sua voce si insinua in me, lasciandomi completamente deluso.

“Neanche se.... se ti preparassi le crepes con la nutella?” la sua lingua schiocca sul palato e io sono più che certo che lui non abbia fatto tutto questo solo per prendere un cazzo di barattolo di nutella da dietro la mia schiena che ora mi sventola davanti al viso con un sorriso da ebete.

Ma la mia voglia di lui è troppo per soffocarla, quindi occupando quei centimetri che ci sono fra di noi, schiacciando il mio petto su di lui e avvicinandomi così tanto da sfiorare il suo naso lo guardo negli occhi e sto per fare quello che potrebbe mandare la nostra amicizia a farsi fottere, ma l'unica cosa che in questo momento mi interessa è assaggiarlo.

TRIN-trin. Il mio cellulare ha intenzione di rovinarmi la vita, ho capito! Lui mi guarda con un sorriso divertito e capisco che si è appena accorto della mia erezione. Cazzo!

“Pronto?” rispondo al telefono senza guardare neanche chi sia.

“Dove cazzo sei? Tua mamma è stata male e tu non ci sei stato per due fottute settimane!” la voce di mio padre mi perfora le orecchie lasciandomi scioccato. Non mi ricordavo neanche di avere una famiglia, se così si può considerarla, talmente ero impegnato a soddisfare le mie voglie.

“Cosa? Cioè cosa è successo? Aspetta arrivo subito” chiudo la chiamata scoprendo la faccia di Louis preoccupata. Mi muovo veloce a prendere un cappotto e mi avvio verso la porta.

“Dove vai? Cos'è successo?” la sua voce trema e lui mi segue con passi incerti.

“Da mia madre, sta male” lo guardo negli occhi e li trovo paurosamente grandi e spaventati.

“Ah ok. Quando torni?” nella sua voce c'è preoccupazione.

“Non lo so. Non so neanche se ritorno” ma che cazzo di domande fa??

“Come? Come non ritorni? Ma io ti ho ospitato e tu ora vai e basta?” i suoi occhi si riempono di lacrime ma mischiato alle lacrime c'è frustazione, rabbia.

Non so cosa dirgli! Cosa pretende?! Perchè quel ragazzo dal sorriso smagliante ora sembra un pazzo sull'orlo di una crisi?

“.....” non ho tempo per lui, per quello che vorrei realmente fare, devo andare da mia mamma e ho già sprecato troppo tempo e ora lei sta male. Non sono mai riuscito a volergli bene realmente come un figlio dovrebbe fare, ma è comunque la donna che mi ha dato alla luce e pensare che stia soffrendo in compagnia di quel pazzo mi fa preoccupare.

Distolgo lo sguardo dai suoi occhi quando una lacrima solitaria gli riga il viso perfetto. Sono io la causa di questa crisi, solo io. Ma ora non posso pensare anche a lui e alle sue pazzie.

Apro la porta e il freddo pungente mi investe ricordandomi la mia missione.

 

Tutta la casa è a soqquadro, scatoloni, mobili, vestiti ovunque. C'è nell'aria puzza di alcol e di medicinali.

“Mamma?”

“.....”

“Papà”

“.....”

Scavalco quello che sembra il mondo intero pronto ad ostacolarmi e mi ritrovo nel soggiorno, con mio padre ubriaco che mi guarda beffardo dalla poltrona.

“Ti sei deciso a tornare alla fine” biascica tutte le parole ed emana puzza, oltre all'alcol, di fumo.

“Dov'è mamma?” una risata è la risposta, e per chi può non significare nulla, per me significa tutto, ma anche tutta la mia ira che non riesco più a trattenere e che lascio uscire liberandomi di un fardello enorme.

“Cosa cazzo hai fatto, bastardo?” le parole si mischiano ai singhiozzi e lui mi guarda con quell'espressione mista fra sorpresa e terrore.

“Eh? Mi vuoi rispondere, brutta testa di cazzo? Sei un idiota! Non hai mai fatto nulla per aiutarla, per aiutare me! E ora che fai? Non hai più voglia di sfamarla per poterti pagare l'alcol e le puttane allora la mandi in un ospedale psichiatrico?? per te è sempre stato così, non è vero? Sempre la strada che fa più comodo a te, sempre la più semplice, anche quando lei soffriva!” si alza dalla sedia e il suo pugno si abbatte sul mio viso facendomi girare di novanta gradi.

“Ora vattene da qui, non me ne frega dove cazzo vai o cosa cazzo fai, ma l'importante è che io non veda più la tua faccia, hai capito? È ora che sparisci prima che ti rinchiuda in un manicomio anche a te” la sua voce è calma e tranquilla, è straziante stare qui davanti a lui e vedere che lui ha così poco interesse nei miei confronti che non lo ha sfiorato minimamente sapere cosa penso di lui. Trattengo le lacrime e dopo aver preso i miei vestiti, so dove devo andare, da chi spero mi riaccetterà, il mio porto sicuro, Louis.

 

Spalanco la porta e il suo odore mi investe facendomi sentire al sicuro e vorrei piangere ma devo essere forte.

“Louis?

“Loui...” la sua immagine sfocata per le lacrime che mi offuscano la vista mi si presenta davanti con gli occhi ancora rossi per il pianto che gli ho procurato e a cui l'ho lasciato solo, abbandonato.

“Scusa Harry, forse io n...” non lo lascio finire di parlare perchè non ce n'è bisogno, l'ho perdonato quando mi sono chiuso la porta alle spalle con lui dentro, e mi fiondo fra le sue braccia. Il mio viso è nell'incavo del suo collo a respirare il suo odore che mi aiuta a frenare le lacrime che ora sgorgano copiose.

Le sue braccia mi stringono a sé e mettendo le mani sulle mie gambe mi fa stare in braccio a lui per portarmi sul divano dove mi fa rimanere a cavalcioni su di lui e con il viso ancora nascosto sulla sua spalla.

Le lacrime non accennano a smettere ma io ora mi sento al sicuro da tutti e da tutto.

E solo in questo momento capisco che non è solo attrazione fisica, perchè ora so che voglio passare il resto dei miei giorni sapendo che quando tornerò a casa ci sarà lui ad aspettarmi e a proteggermi, perchè ora, anche se affranto per l'ennesima perdita di mia madre, non mi importa più di nulla e di nessuno a parte dell'angelo che ora mi infonde sicurezza senza aver proferito parola.

Sono le mani, il suo sguardo, le sue braccia, il suo corpo, il suo profumo, tutto di lui mi fa sentire a casa, dal mio Louis.

“Harry, cos'è successo?” la sua voce è calma rispetto a quella praticamente isterica di qualche ora prima.

Scuota la testa, perchè non voglio rovinare questo momento con le mie parole.

Ma lui mi prende il volto fra le mani calde e lo alza per guardarmi negli occhi e io smetto improvvisamente di piangere perchè quel mare blu calmo mi infonde una strana pace capace di tranqullizarmi anche durante ad una tempesta.

“Hei, puoi parlare cone me, io ci sono” ecco, Louis non ha problemi a esternare le sue emozioni, tutto quello che sente lo dice o lo prova con dei gesti, mentre io non riuscirò mai a dirgli quello che vorrei.

Gli racconto cosa ho trovato e cosa è successo e lui dopo aver osservato la ferita allo zigomo mi dice che va a prendere il ghiaccio ma io lo blocco posizionandomi più comodo su di lui per poi appoggiarmi al suo petto stringendo, forse un po troppo, il suo maglione per paura di perderlo.

“Non andare, non importa. Ti da fastidio rimanere qui, così?” chiedo sperando con tutto me stesso che non mi abbandoni.

“Certo che no Harrì” sussulto, il mio nome detto da lui con quell'accento francese mi provoca un colpo. Una piccola risata gli fa tremare il corpo e appoggiando il viso sulla mia testa, lo sento inspirare il mio odore per poi prendere la mia mano fra la sua facendo incrociare le dita e scoprendo la combinazione perfetta delle nostre mani. Tutto questo per me può essere descritto come un vero e proprio finale da favola, almeno per oggi.....

Ciao belle! vi è piaciuto il capitolo? a me è piaciuto scriverlo e ne sono abbastanza soddisfatta. si è scoperto un lato del carattere di Louis un pochino strano! spero che vi sia piaciuto e se avete delle critiche o dei consigli sarei felice di ascoltarli, quindi recensite! vorrei ringraziare Greta che ha la voglia di leggere durante le ore di lezione i capitoli scritti in matita con la mia bellissima calligrafia!! grazie Gretooo e a tutte quelle che leggono e recensiscono
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: just_be_free