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Autore: SunnySideOfTheStreet    17/12/2013    5 recensioni
Voldemort è un personaggio tosto, signori. Uno che non si arrende davanti alle difficoltà. Non la prima, non la seconda, non la terza, eccetera eccetera. Ma stavolta neanche lui può sapere cosa lo attende al di là della porta della Camera dei Segreti, che ha ostinatamente deciso di aprire ancora una volta. Perché sa di essere in una fanfiction... ma non si era reso conto che fosse una nonsense.
Dedicata a jaybree88, che mi aveva dato l'idea secoli fa.
TEMETE, NEMICI DELL'EREDE!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Un po' tutti, Voldemort
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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II
Nei sotterranei del castello
 
Gli occhi rossi ebbero un lampo. Le narici senza naso fremettero. Il corpo esangue, magro, emaciato e di una particolare sfumatura di grigio si trascinava nella stretta apertura nella roccia creata da incantesimi potentissimi e mantenuta stabile da una concentrazione superiore a quella di qualsiasi essere umano; finalmente, la creatura arrivò nell’antro che cercava; poté uscire dalla galleria e mettersi in piedi. Con una risata, si guardò intorno e si sentì invincibile: i lavandini, gli specchi, le mattonelle, era tutto come se lo ricordava, in questo particolare bagno… ebbene: Voldemort era tornato a Hogwarts per aprire la Camera dei Segreti!
«Mwahahahahahah!!!» rise il Più Cattivo dei Cattivi. Riconobbe subito il piccolo rubinetto con su impresso il serpente; disse, con una voce non umana, tutta un sibilo: «Apriti» e subito il lavandino sprofondò, lasciando vedere il grosso tubo che fungeva da galleria di collegamento per la Camera dei Segreti. Voldemort si fregò le mani. «La Camera dei Segreti è stata aperta! Tremate, nemici dell’erede! Aha, eccoci qua, Bellatrix! Guarda, si è aperto! Ora non dobbiamo fare altro che calarci dentro!».
Tossendo e sputacchiando, anche Bellatrix emerse dal tunnel, la veste strappata, i capelli pieni di polvere, le mani sanguinanti. «Ah, è stato orribile!» sospirò, e corse subito verso uno dei lavandini per darsi una sistemata. Non appena si giudicò sufficientemente presentabile, si guardò intorno con curiosità e disse: «Mio signore, ma è davvero questa la Camera dei Segreti? Sembra proprio un bagno!».
Voldemort voleva mettersi a piangere, ma non poteva, perché non avrebbe giovato alla sua immagine di impietoso Signore Oscuro. Si limitò a tirare un grosso sospiro sconfortato, e a dire nella sua voce più minacciosa: «Ma allora tu non mi ascolti, Bellatrix. Ho appena detto che dobbiamo calarci giù per questo tubo per arrivare alla Camera dei Segreti! Ora, se hai finito di pettinarti, spero che vorrai seguirmi verso il mio nuovo rifugio segreto!»
«Ma… signore… vuol dire che anche la Camera dei Segreti è sottoterra?»
«Sì, Bellatrix. L’ho appena detto» rispose Voldemort, ringhiando.
«Ma… allora… non avremmo potuto semplicemente scavare un tunnel che portasse direttamente alla Camera, senza passare per l’ingresso nei bagni?».
Voldemort restò interdetto. Non ci aveva pensato. Stizzito, guardò male Bellatrix e tirò fuori un’altra delle sue risposte standard. «Questa è stata la decisione del tuo signore, Bellatrix, e se tu osi mettere in dubbio la parola di Lord Voldemort…»
«No, no, mio signore, no! Mai! Chiedo perdono!»
«Molto bene, allora. Forza, entriamo nella galleria!» e senza attendere risposta, scivolò giù per il tubo.
Bellatrix rabbrividì all’idea di doversi buttare di nuovo in un canale oscuro, sporco e sotterraneo, ma visto che non c’erano alternative entrò anche lei nel tubo e si lasciò scivolare giù. In fondo, non aveva nulla di meglio da fare.
Atterrarono nella galleria sotterranea dalle pareti viscide. A Bellatrix venne l’impulso di aggrapparsi al braccio di Voldemort, ma il Signore Oscuro non sembrava proprio dell’umore giusto per i sentimentalismi. Stava saltellando su e giù tutto eccitato. «Ci siamo quasi, Bellatrix, ci siamo quasi! Vedi, dobbiamo solo percorrere questa galleria e poi saremo davanti alla Porta…».
A Bellatrix mancavano le forze. Lei era abituata a Materializzarsi dove voleva e a saltellare qua e là scagliando Maledizioni Senza Perdono ridacchiando follemente; questa gita nei tunnel sotterranei stava durando alcune ore in più di quanto le riuscisse facile sopportare, e solo il suo immenso e incondizionato amore per il Signore Oscuro la sosteneva e la mandava avanti, anche se avrebbe tanto sedersi su un divano e farsi una buona tazza di tè.
Camminarono a lungo in quella galleria umida, piena di scheletri di animaletti, con Vodemort sempre più emozionato che correva avanti e poi con malcelata impazienza si fermava ad aspettare Bellatrix, e Bellatrix che arrancava faticosamente, schifata e con il morale sotto i tacchi.
Infine, si trovarono davanti alla grande porta con i due serpenti intrecciati. Voldemort stava per mettersi a piangere dalla commozione; anche Bellatrix stava per mettersi a piangere, ma per un motivo diverso. Il Signore Oscuro sibilò di nuovo «Apriti» e il portone si spalancò…
  
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