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Autore: ValeA    19/12/2013    2 recensioni
«Suppongo che mia sorella non ti abbia raccontato di Jamie Stuart...» non appena Louis completò la frase, sua sorella si alzò leggermente dal suo posto e gli diede uno schiaffo sulla nuca.
«Idiota.» lo definì. Lui in risposta ghignò.
Mi chiedevo il perché di quella reazione, in fondo Jenny mi raccontava sempre tutto. Anche di più di quello che volessi sapere. E perchè adesso non voleva che sapessi di questa "Jamie Stuart"?
«No, chi è?» domandai incuriosita.
Helen non disse nulla, partecipava poco alla conversazione ma ero sicura che stesse ascoltando. Jennifer al contrario, se avesse potuto avrebbe preso il fratello a testate.
«Nessuno.»
«Una ragazza che morì circa centocinquanta anni fa in montagna, oggi è l'anniversario della sua morte.» risposero all'unisono, confondendomi.
Ovviamente la risposta della mia amica era quella più veloce ed evasiva.
«Al riguardo c'è una leggenda, si dice che il suo fantasma vaga sulla terra senza pace e ogni trentuno ottobre di ogni anno chiunque si trovi per la sua strada viene ucciso.» Nonostante non fossi amica di Louis, mi conosceva abbastanza da sapere che mi spaventavo per le cose di questo genere.
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. What's wrong with you?

Dopo essermi congedata da Louis, attraversai il salone guardandomi intorno ma estraniandomi completamente da tutte quelle persone lì presenti.
Poco più lontano da me, in un angolo, c'erano Liam e Jade che parlavano indisturbati e ogni tanto si scambiavano qualche piccolo bacio. Sedute nei divani c'erano Amy e Jenny, con altre due ragazze che insieme alle mie amiche osservavano e si lasciavano scappare qualche commento per quello che stavano facendo gli altri ragazzi tra cui Zayn, Niall, Harry a qualche metro di distanza da loro. Poi infine c'era Helen con le sue amiche che ballavano in centro della sala mostrando quanto in realtà fossero ubriache a causa del loro scarso equilibrio e per l'euforia del tutto inspiegabile.
Cercai nel modo più disinvolto possibile di dirigermi verso la porta d'ingresso. Non appena fui fuori, inspirai l'aria fresca che faceva da contrasto a quella calda e satura dell'interno.
Presi posto in uno degli scalini del portico dando le spalle alla porta. Aspettai.
Speravo che non fosse solo uno scherzo, che Louis mi avrebbe fatto attendere tutta la sera e che poi non sarebbe arrivato.
Schiacciai via quel pensiero quando voltandomi, lo vidi che stava per uscire.
Mi alzai, lui si avvicinò a me.
Non riuscivo ancora a realizzare che stavo per andare con lui tra i boschi. Avevo sognato me e lui in luoghi e momenti diversi ma mai avevo pensato che si potesse avverare uno di essi.
«Tieni.» mi porse la sua felpa quando si accorse che stavo rabbrividendo per il freddo. L'accettai ringraziandolo e l'indossai.
Non conoscendo il luogo, aspettai che fosse lui a dirmi che strada prendere e proseguire.
Guardai l'ora dal display del mio cellulare, erano le 22.30.
Pensavo che fosse passata già la mezzanotte e invece eravamo qui solo da tre ore.
I primi metri furono in assoluto silenzio, un silenzio quasi imbarazzante che non sapevo come eliminare. Cosa potevo chiedergli?
A lui piace il calcio e a me no.
A me piacciono le materie scientifiche e a lui no. 
Avevamo interessi molto diversi fin da sempre. Come potevo trovare un argomento che andasse bene per entrambi?
«è strano...» iniziò però lui. «che io e te siamo qui, soli...» e in effetti mi chiedevo come mai non avesse preferito abbandonare tutti i suoi amici alla festa e invece venire qui in mia compagnia. «in un bosco di notte...» e nonostante prima l'avessi dimenticato o solo del tutto rimosso volontariamente, proprio in quel momento mi ricordai ciò che Louis aveva detto in macchina a proposito di una certa "Jamie Stuart".
«la notte di Halloween...» stava ancora continuando il suo discorso. «pur sapendo che ci potrebbe essere un fantasma che si aggira tra di noi.» concluse.
Avevo capito già a metà del suo discorso dove volesse arrivare ma non capivo se provasse piacere nello spaventarmi.
«Così la mia voglia di passeggiare svanisce completamente, penso di trovare più allettante la possibilità di tornare alla festa nonostante non mi stessi divertendo.» constatai.
Non ero più convinta che andare per i boschi fosse una buona idea ma non potevo lasciarlo da solo.
«Sta' tranquilla. Te l'ha già detto anche mia sorella che è solo una stupida leggenda. E poi ci sono io con te...» disse facendomi ridere per l'ultima frase quando mise in mostra il suo muscolo del braccio destro. Lui non aveva così tanta forza come voleva farmi credere, io questo lo sapevo bene.
Ma se anche lui credeva che fosse una sciocchezza, perché per una seconda volta ne aveva parlato?
«Vieni.» mi porse la sua mano. «Ti faccio vedere un posto.» l'afferrai e mi lasciai trascinare dalla sua presa salda.
Per tutto il tragitto avevamo parlato poco, sì e no avevamo detto solo due frasi.
«Come mai non sei con la tua ragazza?» mi morsi la lingua non appena pronunciai quella frase dando voce ai miei pensieri.
«Non sopporto le sue amiche.» rispose tranquillamente. «Non ci lasciano nemmeno un secondo da soli.» alzò gli occhi al cielo. «In più sia Helen che quelle streghe hanno bevuto così tanto da essere impazzite.» lo bloccai prima che aggiungesse altro.
«Ma anche tu ha bevuto...» lui mi sorrise.
«Ma so reggerlo egregiamente.» si vantò. «Diresti mai che sono ubriaco?» annuì contraddicendolo.
«Perchè se no non saresti qui a perdere del tempo con me.» mi sorprendevo sempre di più per come gli stessi parlando.
Quella era la nostra prima conversazione dopo tanto tempo.
Lo spiazzai ma lui cercò di non mostrarlo prendendo subito la parola. «Chi ti assicura che non l'avrei mai fatto se non avessi bevuto niente?» ma non mi diede neanche il tempo di formulare un pensiero concreto che esclamò «ECCOCI QUI!» mi fece segno di guardarmi attorno e seguì il suo consiglio.
Ne rimasi estasiata.
A qualche metro di distanza da noi c'era un piccolo laghetto, la luna piena rifletteva nell'acqua abbastanza da poter vedere il fondo non molto profondo.
Mi lasciò la mano e fece qualche passo avanti, si tolse poi le scarpe, poggiò il suo cellulare sopra esse e si voltò verso di me.
«Non vieni?» ma era impazzito?
Il clima non era dei migliori per farsi un bagno.
«Ma c'è freddo...» mi lamentai e gli feci notare.
Scosse le spalle. «E qual è il problema?»
«Che ci prenderemo una polmonite.» lui iniziò a ridere e mi si avvicinò.
«Sai qual è il tuo problema, Alex?» quella vicinanza stava mandando in corto circuito il mio cervello, era troppo poca la distanza che ci divideva. Scossi la testa con quel minimo di lucidità che non mi aveva ancora abbandonata. «Il tuo problema è che rifletti molto e ti perdi molte occasioni.» che male c'era nell'essere razionale valutando sempre i pro e i contro di ogni situazione?
Senza che avessi il tempo di decidere mi prese in braccio e si avvicinò sempre di più al laghetto, nonostante non ne fossi d'accordo e scalciassi e battessi dei pugni sulla sua schiena per farmi mettere giù.
Ma poi, in effetti, aveva ragione lui. Perdevo molte occasioni.
Quando mi sarebbe ricapitato passare del tempo con Louis? E perchè per una volta non potevo lasciarmi andare?
«Louis...» mi fermai con i miei movimenti di resistenza. «le scarpe...» mi fece ritornare con i piedi sul terreno, tolsi gli stivali e svuotai le mie tasche prima di buttarmi in acqua.
L'acqua era gelata, una polmonite forse sarebbe stato solo il male minore. Iniziai a rabbrividire ma in pochi secondi mi ritrovai Louis accanto che mi spinse la testa sott'acqua. 
Quando ritornai in superficie, cercai di ricambiare il favore ma ovviamente non ci riuscì.
All'improvviso mi abbracciò. «Stai morendo dal freddo.» non era una domanda ma un'affermazione.
Lo guardai senza dire nulla, tra le sue braccia, mi ero dimenticata della temperatura molto bassa.
Era strano come solo un semplice abbraccio mi potesse far stare bene. Si avvicinò pericolosamente, sapevo che stava per avvicinarsi alle mie labbra.
«Che fai?» lo interruppi. «Sei fidanzato.» gli ricordai.
Se non avesse avuto una ragazza, non l'avrei mai fermato per nessun motivo al mondo. Ma Helen non si meritava questo.
Sembrò risvegliarsi da una sorta di stato di trance e si allontanò di scatto.
«Giusto...» era confuso. Come se non avesse capito cosa stava per fare. E in effetti non l'avevo capito nemmeno io. «Forse è meglio andare.» sì, pensavo che fosse meglio anche io.
Mancavamo già da un po', forse si erano accorti della nostra assenza, o almeno della sua.
Uscì dal laghetto, indossai di nuovo le scarpe e presi tutto il resto di ciò che mi apparteneva.
Louis era ancora in acqua. Il suo sguardo era ancora perso nel vuoto, non sembrava nel pieno delle sue facoltà mentali.
Lo richiamai preoccupata.
Si riscosse dai suoi pensieri e poi fece le stesse cose che avevo fatto prima io. Quasi meccanicamente, in ciò che stava facendo non c'era niente di naturale.
Non smetteva neanche di guardarmi, fissava ogni mia mossa attentamente. Come per paura che potessi sparire da un momento all'altro.
Iniziai a camminare seguita da lui, il ritorno proseguì tutto in silenzio, a farci compagnia c'erano solo i rumori della notte. I grilli, il vento che si abbatte sugli alberi e qualche altro e poco percettibile rumore.
C'era imbarazzo, almeno per quanto riguardava me. Perchè Louis sembrava aver perso la sua vitalità in quel lago, dopo avermi abbracciato.
Scorsi poco lontano da me casa Tomlinson e mi avvicinai quasi correndo.
Mi sorpresi quando vidi venirmi incontro Jennifer. Era un misto di emozioni.
Sorpresa, sollevata, furiosa, contenta, curiosa.
E sapevo già che mi avrebbe riempito di milioni di domande. «Mi hai fatta preoccupare.» mi abbracciò e anche se si era rivolta solamente verso di me, sapevo quanto fosse stata in pensiero anche per Louis. «Dove siete stati?» rivolse la domanda più al fratello che a me.
«In giro.» rispose irritato, superandoci ed entrando in casa, sbattendo poi la porta.
«Ma che è successo?!» domandò stranita Jennifer.
«Niente.» "purtroppo", volevo aggiungere.
Ma se non era successo niente era anche grazie a me.
«Siete tutti bagnati, proprio "niente" non penso.» le feci segno che le avrei raccontato tutto dopo.
Adesso volevo solo dei vestiti asciutti e una coperta per dormire.
Lei capì e mi fece segno di seguirla dentro.




La casa era avvolta nel buio, tutti stavano dormendo come stavo pur facendo io qualche secondo prima se non fossi stata svegliata da dei rumori all'esterno.
Scostai le mie coperte attenta a non svegliare né Jenny, né Amy e Jade.
Mi avvicinai alla finestra, l'unica in camera di Jennifer, guardando fuori.
In direzione delle macchine c'era qualcuno. Quel qualcuno era Louis.
Ma che stava facendo?!
Scesi subito al piano inferiore per raggiungerlo, cercai di non svegliare tutto il resto delle persone in quella casa.
Arrivata in soggiorno, presi una coperta che trovai su uno dei divani e me la misi sulle spalle, ne afferrai una seconda prima di uscire all'esterno.
Mi avvicinai cautamente a Louis, poteva essere sonnambulo.
Una delle raccomandazioni più frequenti è di non svegliarli mai.
«Louis...» dissi sottovoce. «Perché sei qui? Che stavi facendo?» finalmente mi notò.
Sembrò quasi terrorizzato ma era sveglio.
«NOI non possiamo andarcene.» rispose risoluto.
Lo fissai attentamente per cercare di comprendere meglio le sue parole, ma forse era troppo tardi per me e quindi la stanchezza mi impediva di essere lucida.
Ritornò a far ciò che prima gli avevo interrotto.
Solo in quel momento capì gran parte delle sue parole.
Stava manomettendo proprio in quel momento i fili della sua macchina.
Non voleva che domani tutti quanti potessimo andarcene.
Lo bloccai e cercai di allontanarlo da lì.
«Perché lo fai?» chiesi confusa e un po' spaventata.
Avevo paura di rimanere ancora qualche giorno lì. Io volevo tornarmene a casa.
«Perché non torneremo mai più.» il suo tono era cambiato. Adesso era cattivo, ghignava. «Moriremo tutti.»






Note dell'autrice:
Salve a tutti :)
Dopo tanto tempo sono di nuovo qui, purtroppo aggiungerete di sicuro voi ahahah ma non sono nemmeno sola, c'è qui accanto a me -a rompermi le scatole- mia sorella che vi saluta ;)
Finalmente ho avuto un po' di tempo libero e ho potuto scrivere questo capitolo, ho avuto due settimane piena di interrogazioni e compiti in classe e oggi prendo la pagella :(
Ma tornando al capitolo, vi piace il personaggio di Alex?
In tre aggettivi lei è razionale, insicura, timida cioè tutto il contrario di Jennifer e la vera parte interessante del capitolo forse è l'ultima parte ma era necessaria mettere la prima per capire la situazione in cui si svolge tutto e soprattutto... avete notato qualcosa di strano in Louis? (oltre l'ultima parte si intende xD)
Comunque adesso vado a nascondermi sia per questo capitolo bruttissimo (avrei voluto cancellarlo e riscriverlo ma sicuramente avrei peggiorato di più) e soprattutto da quella pagella che fra un'ora mia madre andrà  a prendere :'(
Un bacione a tutti, alla prossima! 
  
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