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Autore: Martina1DHoran    20/12/2013    0 recensioni
Sentì la porta di casa sbattere violentemente, sobbalzai finendo per ritrovarmi sul freddo pavimento.
Una risata soffocata e una voce che blaterava parole farfugliate a bassa voce.
Ennesima serata al pub, si stava rovinando, lentamente si stava auto-distruggendo portando giù con se tutti quelli che gli erano affianco.
«Niall, devi smetterla» lo rimproverai amorevolmente vedendolo barcollare mentre le sue guance avevano il tipico color scarlatto che assumevano quando arrossiva o quando beveva troppo.
«Cioè ti rendi conto che mi ha lasciato? Dopo due anni, ha un figlio pure lei accidenti»
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«Potrei non rispondere delle mie azioni» un sorrisetto si formo sulle sue labbra e mi baciò.
«Bhe allora perchè fermarti?» mi baciò desideroso ma interruppi quel bacio.
«A una condizione Horan» di risposta mugugnò infastidito.
«Tu tornerai nei One Direction»
«Ma sono passati due anni, ho perso i contatti con tutti»
«Io ci sono anche per aiutarti» sussurrai spingendolo fuori dalla porta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sala Prove - Capitolo 5


Esattamente tre giorni dopo respirai a pieni polmoni l'aria di Londra, per quanto amassi New York preferivo la mia Inghilterra, io e i ragazzi avevamo deciso di andare ad abitare a casa di Niall grande tanto da ospitarci tutti e da lì erano inziati dei battibecchi continui, quei cinque erano peggio dei bambini piccoli quando si mettevano a litigare.
Louis sapevo quanto per lui la mia "relazione" con Niall non fosse delle più adatte visto che il padre di mio figlio era un suo migliore amico.
Nathan aveva iniziato la scuola materna qui a Londra, e così passavo la mattina con Tyson che mi regalava sorrisi e ogni volta mi chiamava "Mamma" mentre quei cinque si evitavano o bisticciavano fra loro.
L'unico che si sforzava di avere un rapporto civile era Niall che per ora, apparte una discussione sui biscotti con Louis, conviveva pacificamente.
Liam ed io stiamo cercando di sopportarci per il bene di Nathan e quest'ultimo ne fu ben felice.
Quel giorno ci sarebbe stata una prova in uno studio di registrazione che avevamo affittato per quel mese io e Niall sperando che tutti i litigi e le loro incomprensioni sparissero per far tornare al centro dell'attenzione la loro passione, il canto.
Andai a portare Nathan a scuola, appena tornai a casa trovai una confusione mostruosa, Niall mangiava per terra, Liam urlava al telefono, Harry e Louis bisticciavano mentre Zayn si voltò verso di me sconvolto.
Lanciai un urlo che avrebbero potuto sentire benissimo fino in Cina e si voltarono lentamente verso di me impauriti.
«Louis corri al piano di sopra a prendere Tyson, Harry muovi il culo e vai a prendere la macchina, Niall pulisci subito per terra, Liam aiutalo mentre io vado ad aiutare Louis a cambiare Tyson, tra cinque minuti esatti vi voglio tutti fuori davanti alla macchina» loro annuirono per poi scappare a fare quello che gli avevo ordinato mentre in silenzio percorrevo le scale trovando Tyson che giocava con un giochino nella sua stanza da solo.
«Giuro che ammazzo Niall primo o poi, ha lasciato Tyson qui su da solo» borbottai a voce bassa ma non tanto da non farmi sentire da Louis.
«Sentiva le nostre grida da giù e sai che quando va in panico inizia a mangiare, era nervoso per tutto questo, lo sono pure io come gli altri» rispose lui mentre io cercavo di evitarlo mentre infilavo il giubbino a Tyson.


Davanti a noi si ergeva un enorme palazzo, non aspettai che scendessero tutti che ero già alla reception a parlare con Christine, che mi diede le chiavi della sala indicandomi dove si trovava nonostante mi ricordavo esattamente dove fosse, quella sala fu dove li incontrai per la prima volta o meglio dove incontrai quattro quinti di loro e rividi dopo tanto mio fratello.
Non li aspettai nemmeno che corsi ad aprire la sala, era stata risistemata da cima a fondo ma c'er ancora quel piccolo divanetto rosso posizionato proprio davanti al vetro che dava sulla sala di registrazione.
Ad accogliermi ci fu Jeremy, era da sempre stato l'addetto alle strumentazioni, nei due mesi in cui dovetti andare a Londra anni prima mi aveva pure ospitato a casa sua, non l'avrei mai ringraziato abbastanza.
«Dai Liam facci sentire cosa sai fare» lo sfidò Jeremy invitanto il castano dentro la sala, cosa che non si fece ripetere.
Tutti uno dietro l'altro entrarono e iniziarono a cantare Moments, passando subito dopo a Story of my Life.
Sorrisi dolcemente a Tyson che sulle note di More Than This si era addormentato sul divanetto.
«Ragazzi ho una nuova idea» se ne uscì fuori Louis tirando fuori da non so dove un foglio tutto stropicciato e una penna.


Raccolsi le mie cose e dopo aver consegnato Tyson a Maura lancia un'ultima occhiata ai ragazzi che da due ore e passa erano ancora intenti a scrivere quella canzone.
I One Direction erano tornati.
Camminai velocemente verso l'asilo di Nate ringraziando gentilmente la sua insegnante che lo stava tenendo con se per quei miei dieci minuti di ritardo.
Lo portai in un parco vicino a mangiare il gelato, mentre mi gustavo il mio gelato alla fragola mi sentì pichiettare sulla spalla, mi voltai lentamente.
«Chi non muore si rivede» mormorò Steve guardandomi.
Steve Granship era la persona più egoista che io conoscessi al mondo, era tempo idietro uno dei collaboratori della modest, aveva per anni spremuto la fama dei ragazzi fino a quando per colpa soprattuto sua si erano sciolti.
Steve era stato il motivo per cui io spesso litigavo con Zayn, lo stesso motivo per cui Liam passava mesi senza vedere Nate e lo stesso motivo del fatto che io li potessi vedere una volta ogni due anni al massimo.
«Oh chi abbiamo qui? Nate Payne?» si avvicinò al mio piccolino ma io scansai Steve da lui.
«Stai lontano da lui» gli ringiai contro cercando di allontanarlo.
«Lo sai anche tu quanto me che torneranno da me come cagnolini, e allora sarà la tua fine non li vedrai mai più» urlò andandosene, Steve Granship era anche un abile manipolatore quando voleva e sapevo che ci avrebbe messo poco a far tornare i One Direction tra i suoi clienti.
Dovevo avvertire i ragazzi prima che ricadessero nella sua trappola di nuovo.
  
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