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Autore: Marge    21/12/2013    3 recensioni
Raccolta di fanfic -alcune brevi, altre meno- ispirate esclusivamente alla versione cartacea della storia del Castello Errante di Howl (tre romanzi scritti da Diana Wynne Jones).
I. Fusa di Mezzanotte [Il Castello in Aria]
II. D’ortensie Arancioni e Amori non Corrisposti [post La casa per ognidove]
III. I capricci di Twinkle [La casa per ognidove]
IV. Dolcetto o scherzetto? [post Il castello errante]
V. La danza dei sette veli [post Il Castello in cielo]
VI. Conoscere la famiglia /1 [post Il castello in cielo]
VII. Favole [tra Il Castello Errante e Il castello in cielo]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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FAVOLE

In cui Howl riceve dei biscotti
[tra Il castello errante e Il castello in cielo]



“Zio Howell!” esclamò la ragazzina balzando in piedi.
“Mari, come sei cresciuta!” rispose lui, e la prese subito in braccio. “Sei pure più pesante!”
La bambina ridacchiò e si batté lo stomaco con una mano. “La mamma mi fa mangiare tantissimo.”
“Non la troveresti così cresciuta, se venissi a trovarci più spesso” osservò Megan. Era comparsa sulla porta della cucina con uno strofinaccio tra le mani, ed aveva il maglione pieno di farina.
“Non posso venire più spesso, sono molto impegnato” ribatté Howl. Depose la bambina. “Anche ora, effettivamente, non posso restare che pochi minuti.”
“Figuriamoci.” Megan alzò gli occhi al cielo. “Mari, vieni ad aiutarmi. L’impasto è pronto, dobbiamo ritagliare i biscotti e metterli al forno.”
Howl le seguì. “Fai i biscotti per qualche occasione particolare?”
“Mari mi ha chiesto di farli. Abbiamo comprato dei nuovi stampini.”
“Stampini a forma di fiammelle, castelli e fate!” recitò la bambina.
Lui sorrise: “Sembrano molto invitanti.”
“Cosa sei venuto a fare?” chiese Megan, e sembrava molto seccata.
“Hai ancora lo scatolone delle mie cose da bambino?”
“Vuoi per caso aggiungervi qualcosa?” Megan prese dal frigorifero una palla di pasta chiara avvolta nella pellicola trasparente. “Come se non ci fosse abbastanza roba tua, in giro.”
“Veramente vorrei portare via qualcosa.”
“Allora faremo una festa.” Megan stendeva energicamente la pasta, con una tale energia che sembrava la stesse invece picchiando.
Howl sbuffò: “Puoi smetterla di essere così sarcastica e dirmi dove posso trovarlo?”
“L’ultima volta l’ho visto nella rimessa. Ma fai attenzione: c’è Gareth di là. Recentemente si è messo in testa di riparare vecchi mobili, e ne ha fatto il suo laboratorio.”
Sul viso di Howl passò una smorfia.
“Guarda zio Howell! Ho fatto la prima fiammella di biscotto!”
“Sopravvivrò” disse lui, ed abbassò gli occhi su quel che la bambina gli mostrava: “È bellissima, tesoro. A dopo, Megan.”

Gareth Parry era un uomo tarchiato, con folti capelli rossi e lentiggini su tutto il corpo. Howl non era mai riuscito a spiegarsi perché sua sorella, che in gioventù era stata una ragazza decente, avesse scelto uno così brutto. E non era neanche simpatico: solitamente non diceva una parola se non interrogato, ed era il primo detrattore di Howl. Sperava sinceramente che non gli chiedesse, per l’ennesima volta, se si fosse trovato un lavoro serio ed avesse intenzione di sistemarsi in una casa normale e smetterla con tutte quelle stupidaggini inutili.
Lo trovò chino su una sedia.
“Ciao, Gareth” esordì.
“Ehilà” bofonchiò lui senza alzare la testa. Howl si accorse che aveva una fila di chiodi tra le labbra.
“Sono Howell” aggiunse quindi. Aveva l’impressione che non lo avesse riconosciuto.
“Lo vedo da me” rispose invece lui. “Sono solo molto occupato.”
Howl alzò le spalle. “Sto cercando lo scatolone con i miei giochi di quando ero bambino. Megan mi ha detto che potrebbe essere qui.”
“Non ne ho idea. Tutti gli scatoloni sono laggiù, comunque, puoi guardare da te.”
Howl si precipitò e cominciò a sondarne l’interno uno per uno. “Se l’hanno buttato lancerò una maledizione contro i figli dei loro figli fino alla decima generazione, dannazione!” borbottava.
“Hai detto qualcosa?”
“Eccolo!”
Si illuminò in volto come un bambino e si sedette a gambe incrociate con lo scatolone sulle cosce.
“Trovato? Bene.” disse Gareth.
Howl annuì, ma si accorse che l’altro non aveva ancora alzato lo sguardo. Trovò quello che cercava e lo infilò rapidamente nella tasca del giaccone.
“Tutto bene?” chiese avvicinandosi nuovamente al cognato. “Mi sembri… diverso.”
Finalmente l’altro lo guardò. Ed aveva uno sguardo speranzoso ed insieme rassegnato.
“Come va la vita, Howell? Non ti fai vedere da un po’, ma immagino tu ti stia divertendo come sempre.”
“Uhm, sì, solita vita.”
“Sei fortunato, lo sai? Libero come un fringuello. Certe volte mi verrebbe voglia di chiederti di portarmi con te.”
Howl abbozzò un sorriso: “Non credo ti piacerebbe. Quello che io faccio… beh, è diverso da quello che tu sei abituato a fare. Sicuro di stare veramente bene?”
“Chissà, chissà…” borbottò Gareth. E siccome si era chinato nuovamente sulla vecchia sedia senza dire più una parola. Howl tornò in casa.

“Zio Howell, già vai via?” piagnucolò Mari vedendolo sulla soglia della porta di casa.
“Sì piccolina, devo proprio scappare via. Ma tu fai la brava, eh?”
Lei annuì mesta. “La prossima volta resti di più?”
“Sicuro. Ciao, Megan.”
La sorella lo guardò storto: “Non dovevi portarti via lo scatolone?”
“Non tutto. Mi serviva solo questo.” Trasse dalla tasca il libro.
“Le tue favole? Ma sono per bambini. Tu mica hai dei figli.”
Il silenzio del fratello la fece inalberare. “HOWELL! Cosa hai combinato? Non mi dire che…”
“Sophie aspetta un bambino.”
Megan divenne rossa in viso. “Mari, vai dentro” ordinò secca. Poi si girò nuovamente verso di lui e la voce le uscì strozzata: “Sophie? E chi sarebbe Sophie?”
“Sophie Hatter.”
“Quella vecchia che hai portato qui qualche tempo fa?”
Howl si sorprese della memoria della sorella. “Ovviamente no. La nipote.”
La risposta non calmò Megan. “Sapevo che prima o poi avresti combinato un guaio del genere. Ed adesso come farai, a mantenere il bambino? Non hai uno straccio di lavoro serio, non guadagni mezza sterlina da mesi. Lo sai di cosa ha bisogno, un bambino? Sai almeno come è fatto?”
“Megan, guarda che…”
“Povera ragazza! Povera! Stai rovinando la sua vita, nei sei almeno vagamente cosciente? Come ha potuto fidarsi di te?”
“Non è un guaio. Sophie è mia moglie.”
A quelle parole Megan ammutolì. Aprì la bocca, poi la richiuse. “Ti sei sposato senza dirci nulla?” sibilò infine.
“Abbiamo fatto tutto un po’ di fretta. Quando Sophie starà meglio, la porterò qui, va bene? Così potrete conoscervi.”
“L’hai sposata perché incinta? Tipico da parte tua.”
“No, l’ho sposata prima. Ho fatto una cosa normale, per una volta, Megan.”
Lei fece una smorfia e serrò le labbra, colorandosi in volto. Sembrava Calcifer quando era pronto ad esplodere.
“Ma cosa ho fatto di male?” disse poi.
“Eh?” chiese Howl disorientato.
“Perché sei così?”
Lui alzò le spalle.
“Ne combini sempre una, ed ognuna è più grande della precedente. Ci farai diventare tutti matti.”
“Sophie ed io siamo molto felici. Anche del bambino, davvero.”
Sorrise. Neanche la Megan più arrabbiata del mondo avrebbe mai potuto cambiare la contentezza assoluta degli ultimi mesi.
“Quando Sophie sarà più tranquilla verremo a trovarvi” disse. “Ve la presenterò. Vedrai, è una fanciulla incantevole.”
“Ma come parli?” borbottò lei. Guardava a terra e sembrava persa in ragionamenti complicati.
“Fra quanto nascerà il bambino?”
“Non lo sappiamo.”
“Howell, non l’hai portata da un medico? Almeno questo!”
Lui alzò le sopracciglia, come colpito da un pensiero nuovo: “Un medico, certo” disse. “Comunque manca ancora un bel po’. Siamo all’inizio. Ma non volevo parlartene, volevo solo prendere il mio libro. Voglio cominciare subito a leggergli le storie.”
“Ma certo” disse lei, ed aveva un tono sarcastico.
In quel momento ricomparve Mari sulla porta con un sacchetto tra le mani: “Zio Howell, sono i biscotti! Sono appena usciti dal forno, portali a zia Sophie!”
“Mari, hai ascoltato tutto!” strabuzzò gli occhi Megan.
“Io sono felice, mamma, di avere una zia nuova ed anche un cuginetto. E poi così zio Howell non è più solo!”
“Brava bambina” approvò lui e le posò una carezza sulla testa. “E grazie dei biscotti, Sophie li apprezzerà tantissimo.”
Fece un cenno alla sorella e si incamminò per il vialetto.
“Howell!” gridò Megan.
Si voltò a guardarla, e lei lo raggiunse e gli strinse un braccio. “Portaci Sophie appena sarà possibile.” sussurrò. “E riguardati. Stai per diventare padre, cerca di comportarti normalmente.”
Howl le sorrise ed annuì. Uscì dal cancello del giardino, ed a Megan per un attimo sembrò che l’aria tremolasse e si attorcigliasse su se stessa. Strizzò gli occhi, e quando li riaprì era tutto normale. Howl era scomparso al di là della strada.


***
Scritta per la mia cartella della Maritombola con il prompt n° 53: “Riguardati.”
È più di un anno che non scrivevo bookverse, è stato davvero soddisfacente! Inoltre mi ha dato l’occasione per rileggere un paio di capitoli del libro, ahw <3
Lasciatemi un commentino se leggete! A presto ;)

  
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