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Autore: Julia of Elaja    21/12/2013    4 recensioni
Questa storia nasce da una splendida canzone di Kate Bush: "Babooshka".
Ogni frase di questa meravigliosa canzone sarà il titolo di ogni singolo capitolo.
"Perchè quando una donna vuole testare la fedeltà di suo marito, può diventare davvero pericolosa..."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Era successo.
Suo marito l'aveva tradita. Incredibile ma vero, aveva scelto la bellissima Babooshka, rinunciando a sua moglie.
Bulma lo abbracciò, cercando di trattenere le lacrime ma soprattutto la rabbia che le faceva ribollire il sangue in quel momento. La sua vendetta poteva ora compiersi. Ancora qualche giorno di pazienza, e poi avrebbe ricominciato a vivere e, questa volta, senza di lui.
Le labbra di Vegeta si posavano, languidamente, sul collo di lei, mordendolo e leccandolo avidamente; reprimendo un brivido, la donna si discostò appena, cercando di fingersi entusiasta: “Allora hai scelto me. Lo hai già detto a tua moglie?”.
Lui rise: “No e non m'importa. Glielo dirò domattina. Glielo direi anche ora, ma starà dormendo della grossa. Io voglio te, Babooshka. Solo tu sai darmi ciò che voglio”.
Lei gli sorrise sfiorandogli il petto: “Potrei soddisfarti in qualsiasi ambito, mio caro. Ti farò vedere di cosa sono capace”.
“Per me, può andar bene anche ora”.
Bulma non poté evitare di avvampare tutta dopo che Vegeta le aveva sussurrato con voce languida quelle poche parole.
“Dove?”.
“Nella Gravity Room, a casa mia. Bulma non si accorgerà di nulla”.
Tradirla nella sua stessa casa; era davvero diventato così viscido?
Ma un occhiolino e un morso sul collo di lei le fecero ansimare un sì di risposta, mentre le possenti braccia di lui la caricavano in spalla, sollevandosi in aria per raggiungere la Capsule Corporation.

“Qui è dove mi alleno, tutti i pomeriggi”.
Babooshka si guardò attorno, fingendosi stupita; “Questa stanza è immensa”.
“Già. Devo avere tutto lo spazio possibile per allenarmi, no?”.
“Certo” la donna si avvicinò sempre di più a Vegeta “E noi dove potremmo allenarci?”.
La mano di lui, senza troppi complimenti, le palpò il sedere; “Direi che non abbiamo molta scelta”.
Tenendole una mano dietro la schiena, si accasciò a terra con lei, carezzandole con delicatezza le cosce scoperte dal vestito fin troppo corto, mentre le dita risalivano sempre più su.
Babooshka non poteva fare altro che stare ai suoi giochi; essere dominata da quel corpo virile e mascolino, sentire il calore del suo petto schiacciarle il seno, mentre i brividi le attraversavano violentemente il corpo.
L'unica sua preoccupazione era la parrucca; se le fosse scivolata via? Che guaio! Ogni tanto doveva allungare una mano per accertarsi che fosse ben fissata; ma per Vegeta quelli erano movimenti spontanei, il fatto di toccarsi i capelli poteva essere indice di gradimento. D'altronde, quale femmina non aveva gradito il suo amore? Nessuna!
“Sei forte” ansimò lei.
“E potrei anche fare di più”.
“Cosa aspetti a mostrarmelo?”.
E sempre più forte, più audace e sfacciato, Vegeta si avvinghiò a quel corpo perfetto per farle sentire tutto il suo ardore; i baci, le carezze, i graffi delle lunghe unghie di lei nella sua schiena, la sua lingua che la esplorava tutta, soffermandosi in un punto in particolare... quella donna era perfetta. Era fatta apposta per lui.
Come aveva potuto essere così cieco fino a quel momento da non rendersene conto?
“Mi amerai sempre?”.
“Sempre è una parola grossa, Babooshka. Ma ti assicuro che farò il possibile”.
Le bastava. Quelle poche parole le davano l'autorizzazione alla sua vendetta più grande.
Andava in scena ora la miglior tragedia che fosse stata mai vista. O, meglio, vissuta.
Dal principe dei Saiyan in persona.

Quando all'alba Vegeta si risvegliò, non trovò Babooshka al suo fianco.
Nudo, a terra, nella Gravity Room, per un attimo temette di aver fatto un grosso errore quella notte.
Ma no, era impossibile; lui non sbagliava mai. Aveva preso la decisione giusta, ne era certo. Se poi si sarebbe rivelata sbagliata, be' lui ci aveva provato comunque.
Rivestendosi in fretta, uscì all'aria aperta e fissò il sole che sorgeva.
“Oggi è il grande giorno” pensò; e, sospirando, si diresse verso la porta della sua casa.

Bulma era in stanza, intenta a pettinarsi i capelli mentre fissava il suo riflesso allo specchio.
Aveva accuratamente nascosto tutto ciò che usava per il suo travestimento da Babooshka, come sempre faceva, e ora era pronta a fingere di aver dormito tranquilla per un'intera nottata, di essersi svegliata fresca e riposata, pronta per affrontare quella nuova giornata.
Già, e che giornata...
“Donna, devo parlarti. Scendi subito giù in cucina”.
Vegeta le aveva urlato dal piano inferiore; “Ci siamo” sospirò Bulma alzandosi dalla panca “Il momento della verità è arrivato. Devo mostrarmi fredda e indifferente”.
Scese giù cercando di rimanere rigida per non far notare il tremolio incontrollato che la pervadeva da capo a piedi; con passo lento e controllato, si diresse in cucina, fingendo un grande sbadiglio.
“Vegeta”.
“Siediti”; la faccia di lui era seria e i suoi occhi sembravano furenti, duri come lo erano ai tempi di Freezer. Come le avrebbe detto che aveva scelto l'altra? Bulma fremeva dalla curiosità...
“Devo parlarti. In realtà dovevo farlo da molto tempo ma solo ora ne ho avuto la possibilità”.
“Certo, solo ora che hai trovato una sgualdrinella da portarti a letto al posto mio” pensò Bulma dentro di sé.
Vegeta le si avvicinò, le braccia strette al petto e l'aria più tenebrosa che mai; “Ho conosciuto una donna”.
Bulma sospirò: “Bene. Sono felice per te”.
“No, lasciami finire” la interruppe Vegeta; “Ho conosciuto una donna, anni fa, che si chiamava Bulma Brief. Insopportabile, saccente, insolente, credeva di essere la più bella del pianeta Terra. Io non la sopportavo, ma per motivi vari mi sono ritrovato in casa sua, a vivere con lei. E da quel giorno me ne sono innamorato”.
Bulma sospirò ancora, trattenendo le lacrime che lambivano gli angoli dei suoi occhi.
“Lei era una persona intelligentissima, furba, scaltra, con un cervello incredibile. E questa cosa mi ha sempre affascinato. E poi aveva un corpo da favola... mai avuto una donna così bella tutta per me. Un fisico che mi faceva venire i pensieri più conturbanti che un essere vivente potesse avere”.
Un ghigno tirato e uno sbuffo leggero; Bulma continuò a fissarlo, cercando sempre di mantenere un'espressione tranquilla.
“E poi non so cosa le sia successo, ma non l'ho più trovata” continuò Vegeta “Forse anche per colpa mia, ma di quella Bulma non rimase più nulla. Solo silenzio, freddezza... a cui io ho risposto in pari maniera. Ho perso di vista la mia musa, e con lei ho perso anche la razionalità. Se solo avessi riflettuto lucidamente, l'avrei presa e stretta tra le mie braccia, dicendole che era il mio unico motivo per cui avevo deciso di rimanere su questo pianeta. Lei, la mia unica ragione d'essere. Senza di lei, io qui non sarei stato nulla. Ma ormai la mia donna era scomparsa, sostituita da una sconosciuta. E io ho sbagliato. Ho finto di non sapere, di non conoscere... avrei dovuto capirlo che c'era sempre la mia Bulma, sotto quella maschera di freddezza assoluta”.
Silenzio; Bulma abbassò lo sguardo per non far vedere le lacrime che ormai scendevano abbondanti a rigarle le guance.
“E poi, poco tempo fa, mi arrivò una lettera. Una donna sconosciuta chiedeva di incontrarmi, rivelandomi di essere da sempre attratta da me. L'ho incontrata. Era la mia Bulma”.
Lei alzò improvvisamente la testa: “Cosa stai farneticando, Vegeta?”.
“Pensi che sia davvero così idiota?” lui alzò la voce “Eri tu, Bulma. Ti ho riconosciuta sin dalla prima sera. Anzi, dalla prima lettera!”.
Bulma boccheggiò: no, non doveva farsi scoprire! Doveva fingersi sorpresa!
“Senti, Vegeta, io...”
“L'alcool che mi hai fatto bere... era per non farmi percepire la tua aura, vero?” la interruppe lui con un ghigno sul volto “Peccato che io, la tua aura, la riconosca all'istante, come la mia. Anche se avessi bevuto quintali di alcool, prima o poi l'avrei riconosciuta. E così è stato. La prima sera, dopo appena dieci minuti, ti riconobbi. Ma non dissi nulla; volevo saperne di più su questa tua iniziativa. Cercavi forse di riconquistarmi? Capii solo dopo il tuo vero scopo: volevi cogliermi in flagrante mentre ti tradivo con un'altra. Ma io sapevo, Bulma. Eri tu”
“Stai delirando”.
Bulma sobbalzò quando lui allungò una mano di scatto verso di lei, il palmo aperto: “Guarda qua! Sai cos'è questa?”.
Lei scosse la testa: no, non era possibile...
“Una lente a contatto. Color castano. Che, strano ma vero, ho ritrovato sul tuo cuscino. Oh, e tanto per la cronaca, quella donna aveva gli occhi castani. E i capelli rosa? Carina la parrucca, peccato che questa notte ti sia scivolata un paio di volte lateralmente. Ti preferisco con i tuoi capelli turchesi, sai?”.
Bulma scosse la testa attonita: il suo sogno, allora... quello che aveva sognato si stava forse avverando? Vegeta ora l'avrebbe ripudiata?
“Guardami, Bulma”.
I loro occhi si incrociarono: in silenzio, Vegeta le si avvicinò e la baciò con passione, tenendola stretta a sé.
Le mani di lei si avvinghiarono alle possenti spalle di lui; non voleva perderlo, come avrebbe fatto senza di lui?
“Mi dispiace, Vegeta” mormorò tra le lacrime “Avremmo dovuto parlare”.
Prendendola in braccio, la portò via dalla cucina, salendo le scale per posarla con delicatezza sul loro letto.
Si stese al suo fianco, tenendola stretta a lui: “Dispiace anche a me”.
Non piangeva, Vegeta, ma dentro di lui altre lacrime scendevano copiose; erano quelle del suo cuore.
“Sono stato un imbecille”.
“E io una stupida”.
“Be', donna, tu sei stupida”.
Ridendo la strinse ancor di più al suo cuore, mentre lei si dimenava dicendo “Come ti permetti, eh?!”.
“Ricordi quella mattina, due settimane fa?”.
Bulma scosse la testa: “No”.
Lui rise ancora: “Come puoi non ricordare? Abbiamo fatto l'amore, Bulma. Qui, in questo letto. Tu eri ancora semi-addormentata, io anche. Ma ero come in dormiveglia. Così sono entrato qui in camera, mi sono gettato sul letto e ti ho baciata. E tu hai ricambiato quel bacio con una tale passione... che poi ci ha fatto finire nudi tra queste lenzuola, a baciarci e accarezzarci”.
“Ma... io... ero convinta fosse un sogno!” esclamò lei, ricordandosi improvvisamente di quella scena “Era un sogno, ne sono certa”.
Vegeta ridendo scosse la testa; “Anche io ne ero sicuro. Ma poi ho scoperto che era successo davvero, non ti starò qui ad elencare come però...”.
Risero entrambi, tornando a baciarsi con foga. Lei voleva quelle labbra sulle sue, morbide e calde. Quanto le era mancato quel contatto...
“Io ti avevo scoperta dal primo momento, ma mi sono divertito a vederti portare avanti la tua sceneggiata” riprese lui qualche istante dopo “Ieri sera poi... sei stata fenomenale”.
Bulma gli fece un occhiolino; “Sei un ottimo attore. Io ero convinta che tu non avessi capito nulla”.
Vegeta rise: “Ah, donna, qui l'unica bamboccia sei tu”.
E ripresero a scherzare, in quel groviglio di lenzuola, come se fossero due bambini; il cuore di Bulma ricominciava finalmente a battere pieno di vita e di speranza, e Vegeta sentiva quel nodo che aveva in gola sciogliersi sempre di più.
“Ma poi... quel nome? Babooshka? Dove diamine lo sei andata a prendere?”.
“Questo è un segreto” scherzò lei “Ma dimmi; c'è stato qualche momento in cui hai pensato di lasciarmi?”.
Lui annuì; “Sì. E anche molti. Ma non l'ho mai fatto perché io ormai sono tuo, Bulma. Come tu sei mia, d'altronde. Ci apparteniamo, era assurdo pensare di andar via e cercare un'altra. Nessuna è te. Tu sei unica al mondo”.
“Non ti facevo così romantico” Bulma gli carezzò il viso con dolcezza.
“Romantico? Pfui! Sono realista, è diverso. Le cose sdolcinate non fanno per me”.
“Lo so, lo so” lo interruppe lei ridacchiando.
“Allora, che ne dici di ricominciare daccapo?”.
Bulma sospirò mentre lui la guardava dritto negli occhi; “Io non voglio ricominciare”.
Vegeta inclinò il capo, gli occhi sbarrati: “Che cosa?!”.
Bulma rise: “Intendo dire, non c'è bisogno di ricominciare! Dobbiamo solo continuare”.
Si abbracciarono, trovando la pace dei sensi l'uno nelle braccia dell'altro.
Era così che volevano rimanere, per il resto dei loro giorni.
“Non sbaglierò più” le sussurrò Vegeta.
“E io nemmeno”.
“Bulma?”.
“Sì?”.
“Bra non deve sposare quel dannato moccioso, il figlio di Kakaroth”.
Scoppiando a ridere, Bulma lo baciò nuovamente: “Sei il solito brontolone, Vegeta!”.
“Dico sul serio, mia figlia non sposerà un damerino di terza classe! Dico, lei è una principessa e...”.
Ma Bulma non lo stava ad ascoltare; pensava a quel cassetto nell'armadio stracolmo di tutti i gadget per il suo travestimento. Avrebbe buttato tutto, voleva cancellare tutto quello che era successo.
Tutto quel dolore, quell'angoscia e quell'ansia, le lacrime e la sofferenza.
Finalmente, lei e Vegeta tornavano ad amarsi.
E, questa volta, molto più di prima.


 

 

FINE

 

N.d.a.

E questa è davvero la fine, amici e amiche!
Spero che il finale sia stato di vostro gradimento... inizialmente avevo pensato a un finale tragico, con Bulma e Vegeta che si salutavano per l'ultima volta, lui che la cacciava... ma poi, mi sono detta: è Natale, siamo tutti più buoni! :D Così ho preso la mia decisione: e i due sono tornati assieme :3
Spero di risentirvi presto, intanto se vi va di leggere ancora le mie fantasie su Bulma e Vegeta vi linko la mia nuova storia su di loro (Piccolo preavviso: Rating Rosso! ;) Ma nulla di particolarmente scandaloso, sono casta e pura io! ... più o meno xD)

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2312335&i=1 

Eccola qui, tutta per voi :3
Alla prossima, allora! E... auguri di buon Natale e felice anno nuovo! Possa la fortuna sempre essere a vostro favore! :D
... ok, ho confuso un paio di fandom mi sa...
:D Ciao ciao!!

Julia of Elaja

   
 
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